Segnalazione "INSeCTA" di Gianrico Gambino
Oggi articolo di fantascienza! Il blog ospita infatti Gianrico Gambino, autore del romanzo "INSeCTA", edito da Astro Edizioni, un libro che ci parla di un'umanità sconfitta e in balia... degli insetti! Pronti per scoprirne di più?
Titolo: INSeCTA
Autore: Gianrico Gambino
Editore: Astro edizioni
Genere: Sci-Fi/Fantascienza
Formato: cartaceo/ebook
Prezzo: 13,90/2,99
ISBN-10: 8899768323
ISBN-13: 978-8899768324
Il romanzo è disponibile per l'acquisto sul sito di Astro Edizioni e sui principali store di libri (Amazon).
Trama: L'umanità, sconfitta, sopravvive a stento ai
nuovi padroni: gli insetti, enormi e geneticamente modificati. Una spedizione
militare scoprirà la base segreta dove avvennero i primi esperimenti sugli
insetti e, forse, dove ancora è nascosta la chiave per tornare a dominare sulla
Terra. Molti segreti verranno svelati e costringeranno a compiere scelte da
sempre considerate impossibili. Il Male, dotato di una mostruosa intelligenza e
capace di divorarsi per autoriprodursi, potrebbe tuttavia liberarsi dalla sua
secolare prigionia, obbligando i sopravvissuti a una folle corsa contro il
tempo.
I due esploratori erano arrivati sulla cima della collina, dove la boscaglia era meno fitta. Il primo aveva uno dei pochi fucili disponibili del gruppo. L’altro aveva una spada, realizzata con i metalli di scarto ricavati dalla lavorazione di quello che le squadre trovavano nelle vecchie città. Era una lama artigianale con una forma simile a quella di un falcione o di un machete, priva di orpelli estetici ma affilata, utile per uccidere ciò da cui si dovevano guardare. Tutti avevano anche arco e frecce. Non gli sarebbero serviti a niente in caso di pericolo, quelli potevano essere usati solo per andare a caccia. Il cibo, soprattutto la carne, era sempre scarso e ogni occasione era buona per portare a casa qualcosa da mangiare.
Il resto del gruppo era rimasto ai piedi dell’altura, alcune centinaia di metri più a valle. Il commando era pronto a sgusciare tra le ossa, ormai spolpate da decenni di abbandono, del villaggio in cui si era nascosto.
Jess e i suoi stavano infilati in buche nel terreno o nei pochi cunicoli metallici. Le divise, se così potevano chiamarsi, erano impregnate di odori nauseabondi, ma che potevano mimetizzarli. La grande città verso cui si erano spinti era oltre il punto d’osservazione delle due vedette. Era una potenziale riserva di metallo e armi.
Il primo esploratore fece il suo segnale, era in posizione. Jess rimase in attesa. Il caldo era soffocante, il terriccio in cui stava accovacciato gli si appiccicava al viso imperlato di sudore. Da quando era al comando della sua squadra dormiva male, aveva qualche problema allo stomaco, a volte i crampi lo facevano piegare in due dal dolore. Gli altri ufficiali gli avevano detto che era normale. Del resto, già solo dover prendere la decisione di mandare un amico in perlustrazione era tremendo: loro potevano arrivare in qualunque momento e la fine sarebbe stata atroce.
Da soli, non c’era speranza. Doveva imparare a convivere con quel genere di responsabilità, cercando di fare del suo meglio. Il gruppo era arrivato a quel villaggio dopo circa dieci giorni di cammino. Non avevano ancora avuto problemi e la cosa destava in lui un senso d’inquietudine, ma non avrebbe saputo spiegarne il motivo.
«Jess?».
«Sì...», emerse dai suoi pensieri voltandosi verso Rikard. «Che c’è?».
«Cosa facciamo, ci si muove?».
«Non ancora, solo Jorum ha fatto il segnale».
«Dannazione, ci serve tutto quello che troviamo in questa città, il generale ha detto che dovrebbe essere ricca di metallo, non possiamo rischiare che il tunnel Sud venga indebolito da scarsa manutenzione».
«Lo so benissimo. Ma di questo posto non ne sappiamo niente, quindi preferisco essere cauto. E comunque il metallo ci serve solo se restiamo vivi; se ci fanno a pezzi, non sarà di aiuto a nessuno. Quindi, pazienta finché anche Carl non avrà fatto il segnale».
Rik sapeva fargli venire i nervi. Continuò a guardare fisso la zona in cui si era inoltrato Carl. Non lo vedeva, adesso. Tutto era fermo nell’aria torrida di mezzogiorno. Fermo e silenzioso.
Loro non soffrivano il caldo? Difficile saperlo. E non sarebbe certo andato a chiederglielo. Dalla collina, Jorum fece alcuni versi convulsi prima di zittirsi del tutto. Qualcosa non quadrava. E di Carl nessuna notizia. I due avevano l’ordine di distanziarsi di qualche centinaio di metri e di fare ciascuno il proprio segnale sonoro, se la sommità fosse stata libera da pericoli immediati. Ora Jorum sembrava impazzito.
Poi, solo il vento e il caldo opprimente. Jess decise.
«Rikard, a te il comando. Qualcosa non va, bisogna controllare».
Biografia dell’autore:
Mi chiamo Gianrico. Sono di Torino città che amo alla
follia e sono, ahimé, del 1971. Sono sposato e ho due figli. Prima di scrivere
INSeCTA non è che avessi mai nutrito velleità letterarie, ma avevo avuto
esperienze narrative di vario genere. Unico caso letterario nella mia vita
prima di INSeCTA le poesie satiriche scritte in finto “dantese” del ginnasio
per prendere per i fondelli gli insegnanti. Fu proprio letteratura. L’amore
vero nasce quando incontro Tolkien che però la fa sembrare una questione
lontana da me miliardi di anni luce e poi Licia Troisi, che ha il grande merito
di farla sembrare la cosa più naturale che ci sia. Ma ancora non si scrive
niente finché non ha inizio l’avventura del GdR online allora divenuto master
faccio le prime esperienze narrative vere e proprie. Devo creare avventure per
i giocatori e scrivere sul forum le mie. Ecco che prendo seriamente la penna in
mano. Poi un giorno un bombo mi finisce addosso. Io ho il sacro terrore degli
insetti specie di quelli apiformi e per sublimare l’enorme spavento inizio a
scrivere e dopo sei mesi di lavoro ecce INSeCTA.
Al di là della scrittura le passioni non mancano: le
mie amate chitarre, l’astronomia, la lettura, l’informatica sono un dannatissimo
nerd/geek.
Quanto alla letteratura sono un amante di SF e
Fantasy, i miei autori preferiti sono i grandi classici andiamo da Asimov a
Silverberg, da MZB a Tolkien, passando per gli italici contemporanei dalla
Troisi a D’Andrea e Falconi.
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