mercoledì 22 maggio 2019

Storie e leggende in "Quando Betta filava" (1) - Lucca

Storie e leggende in "Quando Betta filava" (1)

Bentrovati, lettori. Oggi inizia una serie di articoli di approfondimento sulle leggende e le tradizioni popolari presenti o citate nel mio nuovo libro "Quando Betta filava" (edito da NPS Edizioni). In ogni articolo mi soffermerò su un racconto, sviscerando i vari dietro le quinte e portandovi in un viaggio virtuale nelle leggende toscane.

Iniziamo con il racconto d'apertura: "Il diavolo vede lungi" (originariamente intitolato "All'ombra delle tre torri". Come mai, secondo voi?), ambientato a Lucca. Il racconto è stato selezionato dal blog "Le tazzine di Yoko" come uno dei tre finalisti al concorso letterario che lanciarono qualche anno fa e sarà poi pubblicato anche nella loro antologia "Indissolubile".

Il racconto vede come protagonisti Jonathan e Leonardo (sì, proprio i ragazzi di "Anime contro"!), in versione "cacciatori di demoni" e di altre creature sovrannaturali. Sono a Lucca, per ordine dei Dodici, l'organizzazione segreta che protegge l'umanità dalle forze oscure, e scoprono che qualche antico potere è all'opera...

Ecco alcune leggende e creature fantastiche citate:

Le strigi: di per sé, sono uccelli notturni, da rapina, come può essere il gufo (il suo significato in greco). Nell'Antica Roma erano portatrici di sciagure (elemento ripreso nel racconto). Le descrizioni sono sempre molto vaghe, lo stesso Plinio il Vecchio, nella Naturalis Historia, confessa di conoscerle poco.

Nel racconto sono uccelli di tenebra, simili a grossi rapaci con artigli affilati, che si comportano un po' come carogne, pronte a banchettare sui resti dei caduti. Jonathan e Leonardo le affrontano in cima alla Torre Guinigi e poi di fronte al Duomo di San Martino, in centro a Lucca, dove si sono riunite. Temono la luce e infatti arretrano di fronte alla Spada di Luce. 

Se mai doveste incontrarle, portatevi dietro una bella torcia!

Il Volto Santo: "la grande statua-reliquiario che si conserva nel Duomo di Lucca, raffigurante il Cristo vivo sulla croce vestito di colobium (la tunica con le maniche corte)" (articolo tratto da Toscana Oggi); è protagonista della processione del 13 settembre, nel pieno del Settembre Lucchese, una celebrazione antica di secoli, che attraversa tutta la città.

La mannaia che fallì il tentativo di uccidere Giovanni di Lorenzo di Arras: la mannaia protagonista dell'omonimo miracolo medievale.

"Nel 1334 il mercante francese Giovanni di Arras, mentre stava tornando in patria da Napoli, si trovò ad assistere ad un omicidio nei pressi di Pietralunga in Umbria, nella diocesi di Città di Castello. Ingiustamente accusato fu condotto in carcere per ordine del podestà Branca de' Branci e, dopo un processo sommario, fu condannato a morte per decapitazione. 


La notte prima dell'esecuzione, Giovanni fece voto al Volto Santo che, se avesse avuto salva la vita, avrebbe fatto un pellegrinaggio a Lucca per onorare la miracolosa immagine e avrebbe rinunciato alle proprie ricchezze. Il giorno seguente si verificò puntualmente il miracolo: il colpo sferratò dal boia sul collo del condannato fu infatti prodigiosamente deviato dal piede destro del Volto Santo provocando la deformazione della lama della mannaia. Il podestà dette ordine di eseguire un nuovo tentativo, ma il prodigio si compì ancora una volta e Branca de' Branci si convinse che quello era il segno dell'innocenza del condannato che fu immediatamente liberato. 

La mannaia protagonista del miracolo è ancora oggi custodita nella cattedrale di San Martino a Lucca, sul pilastro antistante la cappella del Volto Santo." (testo preso da Archivio Volto Santo).

Il labirinto di San Martino: uno dei più grandi misteri lucchesi. Su una facciata del duomo di San Martino, è stato scolpito un misterioso labirinto circolare, ma nessuno sa bene a cosa servisse. Il diavolo, nel mio racconto, ne fa un uso tutto suo...

A destra del labirinto, vi è una scritta in latino che recita: HIC QUEM / CRETICUS / EDIT DEDA - / LUS EST / LABERINT / HUS DEQ(U)- / O NULLU - / S VADER - / E QUIVIT / QUI FUIT / INTUS / NI THESE - / US GRAT - / IS ADRIAN - / E STAMI- / NE IUTUS 

Così traducibile:  “Questo è il labirinto costruito da Dedalo cretese dal quale nessuno che vi entrò poté uscire eccetto Teseo aiutato dal filo d’Arianna” (Testo dal sito "Luoghi misteriosi").

Secondo voi cosa significa quel labirinto?

La spada d'oro: citata dal Prof. Paolo Fantozzi nel libro "Storie e leggende della Versilia", l'ho usata spesso in vari racconti. Pare si tratti di una spada leggendaria, in oro, forse appartenuta al popolo dei Liguri-Apuani, antichi abitatori delle Alpi Apuane. 

Secondo alcuni, è nascosta nei boschi delle basse Apuane. Chi ha percorso la mulattiera che da Farnocchia sale a San Rocchino dice che di notte ha visto un luccichio tra le pietre del muretto, qualcuno le ha smosse per trovare la spada, ma nessuno l'ha mai trovata. Anzi, pare vi sia una grossa serpe avviluppata, per impedire a chiunque di impossessarsene. (Testi tratti da "Storia e leggende della Versilia", P. Fantozzi).

A livello storico, vengono citati sia Paolo Guinigi, potente Signore di Lucca all'inizio del Quattrocento, che la moglie Ilaria Del Carretto, a cui, dopo la morte, è stato dedicato un bellissimo sepolcro in marmo, realizzato da Jacopo Della Quercia, tuttora visibile all'interno della cattedrale di San Martino.

Infine, una citazione dannunziana dedicata a Lucca: Tu vedi lunge gli uliveti grigi | che vaporano il viso ai poggi, o Serchio, | e la città dall'arborato cerchio, | ove dorme la donna del Guinigi. 

Se volete leggere "Il diavolo vede lungi", ecco i link per acquistare "Quando Betta filava" (ebook e cartaceo).

Buona lettura!



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