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mercoledì 18 aprile 2018

Leggende urbane: storie e leggende milanesi


Leggende urbane: storie e leggende milanesi

Passeggiare per una grande città, come Milano, significa imbattersi, a ogni angolo, in un pezzo di storia e cultura, ma anche, se si guarda oltre la foschia in cui è immersa la vita dei mortali, in pezzi di leggende che, nonostante il trascorrere degli anni, sono ancora reali. Vivide. In mezzo a noi. Non a tutti è consentito vedere quel che si cela nell’ombra, solo a chi ha “occhi antichi, abituati a guardare”. Agli altri le cose scivoleranno via, nella coda dell’occhio.
“Sotto l’asfalto e il cemento di Milano, sotto la nebbia e lo smog e il frastuono del traffico si muovono forze invisibili, antichissime e molto, molto potenti.”
Se passate vicino a Corso Magenta, e infilate in Via Gorani, potete vedere i resti del palazzo ove dimorava l’omonima famiglia che, tra i tanti membri, ha avuto un illustre e singolare rappresentante, il conte Giuseppe Gorani. Nato a Milano nel 1740, è stato molte cose in vita: uno scrittore, un diplomatico, un avventuriero, spesso al servizio di questo o di quel governo. Di lui, il Dizionario Biografico degli Italiani fornisce un’attenta biografia storica, ma a noi, che interessa andare oltre la storia, non basta. Ciò che è interessante sottolineare, del Conte Gorani, è il suo carattere avventuriero e avventuroso, sempre pronto a imbarcarsi in nuove situazioni, come racconta lui stesso nell’opera autobiografica Mémoires secrets et critiques des cours, des gouvernemens et des moeurs des principaux états d’Italie, pubblicata nel 1793 e consultabile online.

Tra le tante voci e leggende trapelate sul suo conto, si dice che il Conte Gorani fosse un noto alchimista, come Cagliostro, e che, grazie alle conoscenze ereditate dal padre, avesse addirittura il potere di mutare i metalli in oro. Cambiò nome (e forse anche aspetto) più volte e, sebbene tutti lo credessero morto a Ginevra nel 1819, continuò a girare per l’Europa. Un dato, quest’ultimo, che trova conferma in “Le due lune” di Luca Tarenzi. Qua, il Conte Gorani, incontrato per la prima volta da Veronica nell’Ossario di San Bernardino, è un uomo a cui è difficile dare un’età. Ha “capelli scuri, semilunghi, tirati indietro a scoprire la fronte ampia, con una traccia di grigio sulle tempie; un volto magro, aquilino, con il mento lungo e il naso affilato, ma labbra grandi che sembravano quasi fuori posto su un viso come quello. Occhi di un verde intenso, grandi, potentemente espressivi”. Indossa un soprabito nero e porta “un anello d’oro lavorato a formare una testa di ariete”, un oggetto antico, quasi magnetico. È avvolto da un’aura particolare, simile a un’ondeggiante ombra di fumo, percorsa da scintille, tutto ciò che resta della sua vita mortale.

Il Conte è un uomo enigmatico, molto colto, dotato di profonda (e anche oscura) conoscenza su vari campi del sapere umano, dalla storia delle culture e delle religioni del mondo a quella che potremmo definire magia. È stato un diplomatico, di facciata, ma una spia in realtà, l’antenato degli agenti segreti, sfruttando la sua giovinezza e l’ingegno per avere accesso agli uomini e alle donne più potenti del mondo. Fece parte della Massoneria ma poi approdò a segreti più antichi, più occulti, venendo iniziato ai misteri. Fece diffondere la voce della sua morte e continuò a vivere, compiendo il sacrificio più estremo. Svegliò il Drago, genius loci di Milano, e in cambio del tempo che desiderava gli offrì il suo ultimo istante di vita, divenendo il Senza Morte. In questo modo può sentire le voci dei morti, continuando a vivere nel suo ultimo istante di vita, prolungato all’infinito.
“Sono stato un soldato, una spia, un idealista, un rivoluzionario, un mago. Oggi sono solo un uomo che vuole continuare a vivere, come ogni altro uomo al mondo”.
E per farlo il Conte è disposto a tutto, al punto da essere temuto persino dai demoni. Anche Azazel, in “Quando il diavolo ti accarezza”, dichiara di non fidarsi di lui poiché “tenterebbe di ribaltare la situazione a suo vantaggio”.

Un altro nobile ancora in giro nella Milano di oggi è il marchese Acerbi, anch’esso mal visto da Azazel, che sa che “chiederebbe qualcosa in cambio, qualcosa di subdolo, infido e solo in apparenza innocente”. In attesa di vederlo comparire in qualche romanzo di Luca Tarenzi, qua un articolo per chi volesse indagare sul “Diavolo di Porta Romana”.

La terza nobildonna nota nella città del Drago è la Contessa Arese, che ospita Edwin nella sua torre in “Godbreaker”. Lei è una Dama Bianca, ossia l’anima di un morto col potere di una divinità minore. Il suo nome, un tempo, era Antonietta Fagnani Arese, una nobildonna del Diciannovesimo secolo, famosa per la sua cultura e per i suoi mille amanti, tanto che alla fine se la portò via la sifilide. Ma, a sentire Liathan, non “doveva avere tanta voglia di morire” ed è rimasta a infestare la Terra. “La fama è sopravvissuta alla sua morte, le apparizioni del suo spettro l’hanno alimentata e la fama ha alimentato lo spettro stesso”.

Vive in solitudine in una torre antica, in un angolo del parco del Castello Sforzesco, vicino all’Arco della Pace, circondata dalla nebbia che la protegge e la rende invisibile agli occhi degli umani. Il suo corpo è composto di nebbia, di cui si serve per comporre la propria figura. Il suo guardaroba è piuttosto ridotto e indossa quasi sempre un abito candido, a gonna ampia, e con un’ancor più ampia scollatura, con in testa un cappello con il velo. Non ama farsi vedere in faccia. Ha sensi molto acuti con cui riesce a percepire i movimenti di coloro che si avvicinano alla Torre. Appartiene, assieme ad altri quattro membri, alla Corte del Drago di Milano ed è molto attaccata alle tradizioni e pronta a condannare chi le violenta.

Di certo ci sono altri nobiluomini in città ma tendono a non farsi vedere, rimanendo nell’ombra, o nella nebbia, a osservare e preparare i loro piani. Sempre nell’ombra vivono i Sotterranei, il Popolo delle Profondità, entità difficili da definire fisicamente, quasi delle sagome di pura ombra. Si muovono, di rado, in superficie, senza mai essere visti dai mortali, tranne chi, come Veronica Meis, li vede con la coda dell’occhio. Vengono “dall’altra sponda di quell’oceano inquieto e mutevole che i mortali chiamano sogni e non portano mai niente di buono nel mondo. Semmai, portano via. Anche persone, a volte”. Azazel, che ormai è un umano, non ha molta simpatia per loro e cerca di tenersene alla larga, sebbene in certe strade oscure del Mercato Vecchio sia possibile incontrarli.

Ci sono però anche personaggi positivi e istronici a Milano, come il buon Settala, apparso in “Quando il diavolo abbaia”. Chi è Settala? “Tante cose. Un meccanico, un alchimista, un tuttofare, un collezionista, tra le altre”. Noto anche ai demoni, vive tranquillo la sua esistenza in un garage, senza dar noia a nessuno e senza intromettersi nelle varie contese sovrannaturali che, di tanto in tanto, devastano la città. Fisicamente è un uomo basso, con un “viso bizzarro, rotondo senza essere paffuto e largo quasi quanto era alto, con una fronte vasta e bombata, occhi enormi e bocca minuscola, da pesce, contornata da due baffetti e un ciuffo di barba. Completava il quadro una gran massa di capelli brizzolati, lunghi sui lati ma tagliati sotto la nuca in una pettinatura d’altri tempi che li faceva somigliare a una parrucca”. Indossa, di solito, una tuta blu da meccanico, muovendosi con una camminata a scatti che irradia energia nervosa a ogni passo. È beneducato, cortese con le donne, generoso, non esita a condividere il proprio cibo con gli ospiti.

Vive in una casa vicino a Porta Vigentina, con un’officina integrata, dove svolge i suoi lavori. Un’officina parecchio incasinata e ricolma di oggetti e utensili di ogni tipo, con cui ripara non soltanto macchine, anche esseri umani e demoni all’occorrenza. Possiede una collezione molto vasta di parti di animali, che la gente definisce wunderkammer, ma che per lui è un museo, “la più grande raccolta dell’estremo”che Milano abbia mai visto. La sua figura è ispirata a Manfredo Settala, canonico di San Nazzaro in Brolo, vissuto nel Diciassettesimo Secolo, e figlio di Ludovico, da cui ha ereditato il senso del magnifico e del grottesco e l’interesse scientifico. È noto, appunto, per la sua Camera delle Meraviglie, una collezione di oggetti scientifici di ogni tipo, catalogabili in tre grandi sezioni: i Naturalia, cioè oggetti forniti all’uomo direttamente dalla natura, e suddivisibili a loro volta in animali, vegetali, minerali; gli Artificialia, cioè le creazioni dell’uomo, che grazie alla sua perizia modifica i naturalia secondo le proprie esigenze o estro; i Curiosa, cioè tutto ciò che può incuriosire o stupire in quanto monstra, cioè extra norma. Il Museo Settala poteva, secondo alcuni studiosi e per certi versi, inserirsi in quel filone collezionistico che andava all’epoca di Manfredo sotto il nome di Wunderkammer, o camera delle meraviglie, collezioni diffusesi soprattutto nel centro Europa a partire dal tardo Cinquecento.

Oltre ai nobili, ai Sotterranei e a personaggi stravaganti come Settala, Milano è popolata da altre creature, di per sé non tipiche della città ma che a Milano assumono caratteristiche particolari, come i licantropi (lo sa bene chi ha letto il Giornale circostanziato di quanto ha fatto la bestia feroce nell’Alto Milanese dai primi di Luglio dell’anno 1792 o, in mancanza di quello, la rubrica “Alla luce della luna”), oppure le Strigi e la Dea (in Angelize, di Aislinn) che si annidano nel Cimitero Monumentale, o infine gli angeli (di solito avvistabili sulle cime dei grattacieli) e i demoni (stanno un po’ ovunque, attenzione!).

Stemma del Ducato di Milano dalla sua costituzione il 5 settembre 1395 (incoronazione a Duca di Gian Galezzo Visconti), mantenuta anche dagli Sforza.

Perché tutte queste creature sovrannaturali si rifugiano a Milano? Beh, la città, come vedremo meglio in un successivo articolo, offre interessanti argomenti di protezione per queste entità leggendarie, che vi sono attratte, quasi fosse un faro. Era un medhelan, all’inizio, un santuario celtico, dedicato agli Dei dei Boschi e alle forze selvagge e primigenie della natura. “Su questo medhelan, si incrociavano forze antiche, che percorrevano la terra come linee di energia, la Spina Dorsale del Drago, e proprio nel punto in cui sorse Milano quelle correnti si incontravano e il Drago rendeva manifesta la sua presenza. Una presenza terribile, un potere primordiale che doveva essere compreso e pacificato, se i mortali volevano vivere alla sua ombra. Doveva essere trasformato in un guardiano, in un protettore. In un genius loci”. Per farlo, fu necessario sottometterlo, domarlo, con i riti e i sacrifici. In questo modo il Drago divenne il simbolo di Milano.

Nello stemma dei Visconti (che regnarono a Milano per secoli) infatti si vede un serpente che divora un essere umano. Racconta il Conte Gorani, che di storia e misteri se ne intende, che “le paludi che si stendevano oltre le mura della città, nell’Alto Medioevo, fossero infestate da un drago. La sua semplice presenza avvelenava l’ambiente, come lo sguardo di un basilisco: le acque, la terra, l’aria stessa. La sua tana era nascosta in prossimità delle muram e la gente non poteva più tollerare la sua vicinanza: presto sarebbero tutti morti avvelenati, o fuggiti. Fu dunque Umberto Visconti, il fondatore della sua casata, a improvvisarsi uccisore di draghi e a muovere contro il mostro, armato come da tradizione soltanto della sua spada e della sua fede. (…) Uccise il drago. E mise la sua immagine nel proprio stemma, altra vecchia abitudine degli eroi.”

Attenzione però. Il Drago non è morto, riposa, calmo e silente, sotto il suolo di Milano, grande come una città, un genius loci che lo stesso Liathan definisce “semplicemente inaffrontabile“. Inoltre, più che vederlo, il Drago si sente, si percepisce, “come un fiume nero di scaglie“, dall’alito soffocante, intriso di palude e di morte. Il Drago è forte, potente, stringe i nemici nelle sue spire, invade i pensieri e la mente dei nemici, avvelenandole, o, molto più semplicemente, li sbrana con le sue fauci. Un consiglio? Se passate da Milano, non fate arrabbiare la Corte del Drago!

Libri di riferimento:
Le due lune, Luca Tarenzi, Alacran Edizioni, 2009.
Quando il diavolo ti accarezza, Luca Tarenzi, Salani Editore, 2011.
Godbreaker, Luca Tarenzi, Salani Edizioni, 2013.

Mio articolo precedentemente apparso su "Le lande incantate".

mercoledì 7 marzo 2018

Top 5 Luca Tarenzi's best books (aggiornata)

Top 5 Luca Tarenzi's best books (aggiornata)

Due anni fa avevo scritto la mia personale top 5 dei romanzi di Luca Tarenzi, mooolto sofferta, dato che mi piacciono praticamente tutti. Alla luce delle ultime uscite, faccio un piccolo aggiornamento, inserendo "Di metallo e stelle" in classifica, e togliendo quindi Poison Fairies.

5) Quinto posto per "Demon Hunter Severian - La signora della notte", pubblicato sotto il nome di Giovanni Anastasi e edito da Acheron Books. Si tratta di un urban fantasy, ambientato non ai giorni nostri bensì nella Milano del IV secolo d.C., quando il cristianesimo sta diventando la religione dominante e i pagani sono costretti a nascondersi o a finire sul rogo. Il protagonista del romanzo è Aurelio Severiano, ex prete ed ex soldato, un cacciatore di demoni chiamato a Milano dal (potente) vescovo Ambrogio per indagare su delle morti misteriose, provocate a quanto sembra da un demone che aggredisce le vittime nel sonno. Al suo fianco ci sarà un giovane schiavo pagano, Flavio, e alcuni altri insoliti alleati. Devo dire, è stato un romanzo piacevole, come stile, ambientazione e atmosfera, un pò diverso dalla solita ambientazione metropolitana degli altri romanzi dell'autore. Siamo sempre a Milano sì, ma nel IV secolo, quando la città era la capitale dell'Impero romano di Teodosio, ed è bello vederla ricostruita, immaginarla così com'era, con le sue mura, le sue porte, i vicoli pulsanti di vita e segreti, le case dove gli ultimi fuochi del paganesimo tentavano di resistere. Su tutto, poi, aleggia la minaccia di un demone e le avventure del cazzutissimo Severian! Bello! (recensione completa qua).


4) Quarto posto per "Le due lune", edito da Alacran Edizioni, purtroppo fuori commercio. Trovarlo, per me, è stata un'odissea, con ricerche su tutti gli store, ebay e mercatini, finché un'anima pia di una libreria di Viareggio me lo ha trovato. Quindi, non disperate, insistete! Merita perderci un po' di tempo perché è una bella lettura. La mia recensione completa è qua sul blog.


Di cosa parla? Di licantropi, strigi e personaggi particolari che popolano la città di Milano ai giorni nostri. Eh sì! Occhio quindi quando camminate per il Cimitero Monumentale, non andateci di notte! La protagonista è Veronica, che racconta la storia in prima persona, una ragazza non troppo popolare, che preferisce la compagnia dei fumetti e della musica a quella delle ragazze della sua età, troppo modaiole. Una notte, però, viene morsa da un lupo e diventa un licantropo, dando inizio alla sua seconda vita, una vita nella quale conoscerà il misterioso Conte Gorani (un personaggio davvero affascinante e ben costruito, che trasuda storia ad ogni movimento) e la piccola Regina, un misterioso (anche lui? Eh sì, qui tutti hanno una seconda vita!) ragazzo, Ivan, e si troverà al centro di una caccia al lupo. Punto di forza del romanzo, in verità non solo di questo, anche degli altri, è il continuo richiamo a miti e leggende locali, come la bestia che terrorizzò Milano alla fine del Diciottesimo Secolo, o ai riti di Luperco, mescolandoli con la storia, creando una Storia interna al libro dove il sovrannaturale esiste e fa parte reale della vita degli uomini.

3) Terzo posto per "Di metallo e stelle", forse il suo libro più bello a livello di stile (recensione completa, qua). Però ho  una predilezione per i fantasy contemporanei, per cui gli altri due rimangono stabili in vetta. Come in altri suoi lavori, l'autore gioca con la Storia, si diverte a usarla come sfondo per imbastire una bella trama fantastica (che poi, rispetto ad altri romanzi, forse qua la componente fantastica è più limitata, o comunque assume una sfumatura diversa). Non ci sono, infatti, creature tipiche dell'immaginario locale o figure leggendarie, no, qua si parla di alchimia! Una scienza molto particolare, da cui Leonardo Da Vinci, come altri prima e dopo di lui, era attratto. 

La storia è, come sempre, molto ben ritmata. A raccontarla è Giacomo, l'apprendista di Leonardo, un ragazzetto molto curioso, sempre attento a ciò che accade attorno a lui (chi non lo sarebbe, del resto, avendo Leonardo Da Vinci come maestro? Chi non sarebbe curioso di scoprire cosa combina nella Stanza Proibita?) e che, a forza di essere curioso, si ritrova invischiato in una situazione decisamente complessa. Un romanzo dove c'è spazio per amore (nel senso più ampio del termine), per l'azione e gli scontri, ma anche per gli intrighi, i giochi politici e, più intimamente, per la ricerca e scoperta di sé. Un romanzo che, se vogliamo, insegna ad amare noi stessi, ad accettarci per quello che siamo, indipendentemente da quello che gli altri possano pensare o vedere in noi.
"Ascoltami, fratello! Non è il perché, è il come! Io non so il motivo della mia vita, ma scelgo io come viverla! Io scelgo se essere gentile o crudele, se essere sincero o bugiardo, se essere un uomo o un mostro. Io scelgo se uccidere o risparmiare una vita!".
Ho apprezzato molto il messaggio che traspare dal romanzo, questo amore per la vita e verso la vita, e verso la libertà di viverla ciascuno a modo suo, assieme all'ambientazione, alla ricostruzione storica e ai personaggi (Giacomo, Leonardo, Ludovico, il Prototipo, tutti molto interessanti e ben caratterizzati). Un romanzo che consiglio, sia perché è autoconclusivo, non fa parte di saghe, sia per l'originalità della trama, un amalgama ben riuscito di Storia e leggenda. 

2) Seconda posizione per "Godbreaker", che, per ironia della sorte, è stato il primo libro dei tre che ho letto. Edito da Salani Edizioni, è stato messo di recente fuori catalogo (Grr!) ma comunque si trova ancora abbastanza facilmente su tutti gli store e pure nelle librerie del fantastico (recensione completa qua).


"Godbreaker" è un romanzo che parla di Dei. Ma di quali Dei? Non di quelli della mitologia "classica": Zeus, Atena o Eracle, e neppure degli Dei nordici, bensì di Dei molto più antichi, Signori della Terra. "Intelligenze ordinatrici. Antichissime. Incatenate in terra per legge di affinità. Dei incarnati", come li definisce Arioch. Tra questi Liathan è il protagonista, una cazzutissima Divinità "nato in qualche punto dell'Europa continentale nel secondo o terzo millennio avanti Cristo", "da mortale doveva essere un guerriero vagabondo o qualcosa di simile, perché l'abitudine di impicciarsi delle guerre altrui se l'è portata dietro nei secoli. Dentro di lui vive una Potenza del cielo, uno di quegli Dei di vento e tempesta che divennero comuni in Occidente dopo l'arrivo degli indoeuropei". 

E proprio Liathan, che ormai si trascina sulla Terra da quattromila anni (al punto da divenire quasi stufo, di certo annoiato e passivo di fronte alla vita), si trova di fronte un giovane, venuto dal nulla, che lo sfida, sfruttando una vecchia leggenda di Gawain e il Cavaliere Verde. Da quel momento in poi la sua vita precipita, perde le sue ricchezze, perde il rispetto e la simpatia delle altre corti divine d'Europa (anche perché, diciamolo, ha il suo caratterino!) e perde anche gli amici. Decide quindi di indagare su questo fantomatico ragazzo, per scoprire chi sia e perché voglia distruggerlo.

Il ragazzo in questione, tale Edwin, ha messo in atto un piano davvero complesso per danneggiare Liathan (il perché lo scoprirete leggendo il libro), forte di un sentimento di vendetta che lo ha divorato per ottant'anni, stringendo Patti con entità antiche come l'Architetto, servendosi di fabbri abilissimi e stipulando alleanze incredibili. Solo per uccidere Liathan. Ma quando il piano che così tanto ha costruito inizia a vacillare, Edwin deve ammettere a se stesso che, tolto quello, tolta la sete di vendetta, non resta altro di lui. E sarà Molly, una giovane e affascinante prostituta di Amsterdam, a ricordarglielo.


1) La mia medaglia d'oro, tra i libri di Luca, va a "Quando il diavolo ti accarezza", edito da Salani Editore, un "Supernatural" all'italiana. Devo essere onesto: alla prima lettura ero orientato per "Godbreaker", poi dopo averli riletti in ordine di uscita ("Le due lune", "Quando il diavolo ti accarezza" e "Godbreaker") ho optato per questo romanzo. Perché? Mah, difficile dirlo, ognuno sente qualcosa nei libri che legge. Di questo romanzo ho adorato l'ambientazione urbana, la presenza degli angeli e dei demoni, la commistione tra storia e leggenda, la costruzione e il bilanciamento di trama e sottotrame (con cui l'autore ha alternato le scene e i personaggi) e poi i personaggi: Lena è cazzuta, non è la solita bambolina indifesa che deve essere salvata per forza, no, è una donna con le palle, e riesce pure a essere divertente; Arioch, angelo temibile quando si incazza, mostra progressivamente un lato umano; infine Azazel, che meriterebbe un romanzo tutto per sé. Credo sia uno di quei personaggi "scene stealer" direbbero in inglese, che ruba la scena, un secondario che di fatto non lo è. Ottima caratterizzazione, i suoi capitoli al Mercato Vecchio sono tra i migliori del romanzo; e poi chi non vorrebbe possedere l'apriporte di Jambres? E non dimentichiamoci di Settala (altro personaggio che, come il Conte Gorani, l'autore recupera dalla storia milanese), un meccanico, collezionista, tuttofare, del jinn Khaled, che può ascoltare la voce degli angeli, e dell'angelo Castiel... no, Caethel! :)

“C’è un proverbio che dovresti conoscere e tenere bene a mente” Lena non fu certa di voler sentire il seguito, ma disse comunque:”E sarebbe?” “Quando il diavolo ti accarezza vuole l’anima”


E voi? Che ne pensate? Quali sono i vostri preferiti tra i romanzi di Luca Tarenzi? Sì, è difficile scegliere, lo so! Ma commentate pure! :) 


lunedì 29 febbraio 2016

Top 5 - Luca Tarenzi's best books

TOP 5 - LUCA TARENZI'S BEST BOOKS


Prosegue la rubrica "Top 5" sul blog, ossia una personalissima classifica in cinque posizioni di libri, film, serie tv, o anche di personaggi e luoghi, a mia discrezione, relativi a un tema attinente con il mondo fantastico. Oggi tocca a quelli che, secondo me, sono i cinque migliori libri di Luca Tarenzi, noto scrittore di fantasy (soprattutto urban fantasy) italiano. Molti sono già stati recensiti qui sul blog "I mondi fantastici" (troverete gli articoli indicati). Pronti per scivolare dentro i mitici mondi di Luca Tarenzi? Iniziamo!




5) Al quinto posto metterei la saga di "Poison Fairies", attualmente in corso di pubblicazione digitale per Acheron Books. I libri usciti finora sono: "La guerra della discarica" e "I re delle macerie" (segnalati qui), entrambi disponibili in digitale (il cartaceo solo tramite Print on Demand su Amazon). Penalizzata, appunto, dall'essere in corso, e quindi ancora priva della conclusione, magari in futuro potrà salire qualche posizione. Punto di forza di questa vicenda, oltre che una trama molto ricca, con tanta azione, battaglie e colpi di scena, sta nell'originalità interpretativa del mito delle fate, non viste come graziose farfalline o maghette gentili che ti vestono di abiti eleganti e ti fanno incontrare il principe azzurro. No, le fate sono delle creature pericolose e violente che vivono in una discarica in città e sono impegnate in una guerra per la sopravvivenza contro gli altri Moryan, ossia altre creature loro simili. Protagonisti principali di questa saga sono la turbolenta Cruna (sorella del Re Albedo, un tipetto che vorrebbe mantenere l'ordine ma si scontra con il carattere ribello di Cruna), il misterioso e affascinante Disgelo, dai poteri molto particolari (che gli derivano dall'essere figlio di una sirena) e l'amica Verderame, che si ritrovano al centro di una guerra dai cui esiti potrebbe cambiare l'intero mondo così come lo conoscevano.

La vita nella discarica è dura, tra il pericolo mortale e onnipresente dei gabbiani, la difficoltà di procacciarsi il cibo e le faide con le altre tribù, come gli spaventosi Boggarts.
Ma Cruna ha deciso che le cose devono cambiare: convince i suoi amici Verderame e Disgelo a rubare la batteria di una macchina, in modo che il suo acido possa fornire energia alla sua gente, visto che l'inverno è alle porte. Come reagirà però il Re Albedo, fratello di Cruna, alla missione non autorizzata? Che cosa sta complottando Argiope, re dei Boggarts? E chi è il misterioso nuovo arrivato, dotato di un Glamour diverso da qualsiasi altro tipo di magia conosciuta?
La Guerra della Discarica è il primo capitolo di una trilogia che descrive la vita delle più feroci creature del mondo: LE FATE!


4) Quarto posto per "Demon Hunter Severian - La signora della notte", pubblicato sotto il nome di Giovanni Anastasi e edito da Acheron Books. Il romanzo è disponibile in formato digitale su Amazon e sui principali store (in cartaceo solo su Amazon tramite print on demand). Anche questo è un urban fantasy, con la particolarità che non è ambientato ai giorni nostri bensì nella Milano del IV secolo d.C., quando il cristianesimo sta diventando la religione dominante e i pagani sono costretti a nascondersi o a finire sul rogo. Il protagonista del romanzo è Aurelio Severiano, ex prete ed ex soldato, un cacciatore di demoni chiamato a Milano dal (potente) vescovo Ambrogio per indagare su delle morti misteriose, provocate a quanto sembra da un demone che aggredisce le vittime nel sonno. Al suo fianco ci sarà un giovane schiavo pagano, Flavio, e alcuni altri insoliti alleati. Devo dire, è stato un romanzo piacevole, come stile, ambientazione e atmosfera, un pò diverso dalla solita ambientazione metropolitana degli altri romanzi dell'autore. Siamo sempre a Milano sì, ma nel IV secolo, quando la città era la capitale dell'Impero romano di Teodosio, ed è bello vederla ricostruita, immaginarla così com'era, con le sue mura, le sue porte, i vicoli pulsanti di vita e segreti, le case dove gli ultimi fuochi del paganesimo tentavano di resistere. Su tutto, poi, aleggia la minaccia di un demone e le avventure del cazzutissimo Severian! Bello!


A.D. 394.
Milano, la nuova multietnica capitale dell'Impero Romano, è in grave pericolo.
Cittadini muoiono orribilmente nel sonno. Oscure presenze vagano nelle necropoli. Una statuetta, così oscena da essere intollerabile alla sola vista, rievoca un'antica e maledetta divinità precristiana il cui nome doveva essere dimenticato.
E solo Severiano, il Cacciatore di Demoni, può affrontare la terribile minaccia.
Fra orrende riesumazioni, riti di magia nera, possessioni diaboliche, culti ancestrali che strisciano sotto la cenere del "fuoco purificatore" voluto dall'Imperatore Teodosio per affermare il Cristianesimo - il divieto di qualsiasi culto pagano - l'indagine di Severiano lo condurrà fino a un complotto che può avere conseguenze devastanti per lo stesso Impero, e dietro il quale sembra nascondersi la divinità Ecate, Regina dei Cancelli della Notte, padrona di ogni porta dell'universo...



3) I primi tre posti sono occupati dai libri con cui ho conosciuto questo geniale autore italiano, la trilogia milanese, possiamo definirla così, anche se sono tutti romanzi autoconclusivi. Le tre posizioni si spostano di continuo, quindi non mi stupirei se tra qualche mese mi ritrovassi a invertire le prime due. Chissà? Il bello dei libri è che trovi sempre qualcosa di nuovo ogni volta che li rileggi! :)


Ma andiamo con ordine. Medaglia di bronzo per "Le due lune", edito da Alacran Edizioni, purtroppo fuori commercio. Trovarlo, per me, è stata un'odissea, con ricerche su tutti gli store, ebay e mercatini, finché un'anima pia di una libreria di Viareggio me lo ha trovato. Quindi, non disperate, insistete! Merita perderci un po' di tempo perché è una bella lettura. La mia recensione completa è qua sul blog.

 Di cosa parla? Di licantropi, strigi e personaggi particolari che popolano la città di Milano ai giorni nostri. Eh sì! Occhio quindi quando camminate per il Cimitero Monumentale, non andateci di notte! La protagonista è Veronica, che racconta la storia in prima persona, una ragazza non troppo popolare, che preferisce la compagnia dei fumetti e della musica a quella delle ragazze della sua età, troppo modaiole. Una notte, però, viene morsa da un lupo e diventa un licantropo, dando inizio alla sua seconda vita, una vita nella quale conoscerà il misterioso Conte Gorani (un personaggio davvero affascinante e ben costruito, che trasuda storia ad ogni movimento) e la piccola Regina, un misterioso (anche lui? Eh sì, qui tutti hanno una seconda vita!) ragazzo, Ivan, e si troverà al centro di una caccia al lupo. Punto di forza del romanzo, in verità non solo di questo, anche degli altri, è il continuo richiamo a miti e leggende locali, come la bestia che terrorizzò Milano alla fine del Diciottesimo Secolo, o ai riti di Luperco, mescolandoli con la storia, creando una Storia interna al libro dove il sovrannaturale esiste e fa parte reale della vita degli uomini.


2) Seconda posizione per "Godbreaker", che, per ironia della sorte, è stato il primo libro dei tre che ho letto. Edito da Salani Edizioni, è stato messo di recente fuori catalogo (Grr!) ma comunque si trova ancora abbastanza facilmente su tutti gli store e pure nelle librerie del fantastico. Tema di questo libro sono gli Dei, "intelligenze ordinatrici. Antichissime. Incatenate in terra per legge di
affinità. Dei incarnati", ma non i famosi Zeus e Odino, no, delle Divinità meno note al grande pubblico: Liathan è il protagonista, una cazzutissima Divinità nata "in qualche punto dell'Europa continentale nel secondo o terzo millennio avanti Cristo", "da mortale doveva essere un guerriero vagabondo o qualcosa di simile, perché l'abitudine di impicciarsi delle guerre altrui se l'è portata dietro nei secoli. Dentro di lui vive una Potenza del cielo, uno di quegli Dei di vento e tempesta che divennero comuni in Occidente dopo l'arrivo degli indoeuropei". E proprio Liathan, che ormai si trascina sulla Terra da quattromila anni (al punto da divenire quasi stufo, di certo annoiato e passivo di fronte alla vita), si trova di fronte un giovane, venuto dal nulla, che lo sfida, sfruttando una vecchia leggenda di Gawain e il Cavaliere Verde. Da quel momento in poi la sua vita precipita, perde le sue ricchezze, perde il rispetto e la simpatia delle altre corti divine d'Europa (anche perché, diciamolo, ha il suo caratterino!) e perde anche gli amici. Decide quindi di indagare su questo fantomatico ragazzo, per scoprire chi sia e perché voglia distruggerlo, dando inizio alle vicende del libro che si dipanano tra tre città: Milano, Londra e Amsterdam. Ambientazioni urbane, ma anche località insolite e fiabesche, come la Collina Bianca o il regno del Dio Fungo. I colpi di scena non mancano, ve lo assicuro, per cui meglio non parlarne troppo per non svelare alcune sorprese. Molto belle, inoltre, le parti nel passato, lunghi flashback (una tecnica assente negli altri romanzi) con cui scopriamo il passato di Edwin e l'origine della sua rabbia...



1) La mia medaglia d'oro, tra i libri di Luca, va a "Quando il diavolo ti accarezza", edito da Salani Editore, un "Supernatural" all'italiana. Devo essere onesto: alla prima lettura ero orientato per "Godbreaker", poi dopo averli riletti in ordine di uscita ("Le due lune", "Quando il diavolo ti accarezza" e "Godbreaker") ho optato per questo romanzo. Perché? Mah, difficile dirlo, ognuno sente qualcosa nei libri che legge. Di questo romanzo ho adorato l'ambientazione urbana, la presenza degli angeli e dei demoni, la commistione tra storia e leggenda, la costruzione e il bilanciamento di trama e sottotrame (con cui l'autore ha alternato le scene e i personaggi) e poi i personaggi: Lena è cazzuta, non è la solita bambolina indifesa che deve essere salvata per forza, no, è una donna con le palle, e riesce pure a essere divertente; Arioch, angelo temibile quando si incazza, mostra progressivamente un lato umano; infine Azazel, che meriterebbe un romanzo tutto per sé. Credo sia uno di quei personaggi "scene stealer" direbbero in inglese, che ruba la scena, un secondario che di fatto non lo è. Ottima caratterizzazione, i suoi capitoli al Mercato Vecchio sono tra i migliori del romanzo; e poi chi non vorrebbe possedere l'apriporte di Jambres? E non dimentichiamoci di Settala (altro personaggio che, come il Conte Gorani, l'autore recupera dalla storia milanese), un meccanico, collezionista, tuttofare, del jinn Khaled, che può ascoltare la voce degli angeli, e dell'angelo Castiel... no, Caethel! :)


“C’è un proverbio che dovresti conoscere e tenere bene a mente” Lena non fu certa di voler sentire il seguito, ma disse comunque:”E sarebbe?” “Quando il diavolo ti accarezza vuole l’anima”

Per chi volesse approfondire, vi rimando alla mia recensione sul portale "Lande incantate" (attenzione, però, che contiene spoiler sulla trama!)

E voi? Che ne pensate? Quali sono i vostri preferiti tra i romanzi di Luca Tarenzi? Sì, è difficile scegliere, lo so! Ma commentate pure! :) Il prossimo appuntamento con "Top 5" sarà alla fine di marzo, perché da domani inizia una nuova iniziativa per promuovere i libri dei giovani talenti italiani sul blog. 


venerdì 26 giugno 2015

Gli Dei sono tra noi, in città - Godbreaker, di Luca Tarenzi

GLI DEI SONO TRA NOI, IN CITTA' - GODBREAKER, di Luca Tarenzi

"Godbreaker" è stato il primo libro di Luca Tarenzi che ho letto ed è stato amore a prima vista. Infatti quest'anno, prima di scrivere gli articoli sul blog, ho deciso di rileggermelo, stavolta dopo aver letto prima, rispettivamente, "Le due lune" e "Quando il diavolo ti accarezza". Precisiamo: non che ci sia da leggerli per potersi gustare "Godbreaker", affatto, i tre romanzi sono autonomi. Ma, come spiegherò meglio dopo, per gli appassionati di Urban Fantsy e degli altri romanzi dell'autore, Luca Tarenzi regala delle piccole chicche, dei cameo, che creano un universo narrativo unico dei suoi lavori.

Ma partiamo dalla trama. Come indicato nel titolo, "Godbreaker" è un romanzo che parla di Dei. Ma di quali Dei? Non di quelli della mitologia "classica": Zeus, Atena o Eracle, e neppure degli Dei nordici, bensì di Dei molto più antichi, Signori della Terra. "Intelligenze ordinatrici. Antichissime. Incatenate in terra per legge di affinità. Dei incarnati", come li definisce Arioch. Tra questi Liathan è il protagonista, una cazzutissima Divinità "nato in qualche punto dell'Europa continentale nel secondo o terzo millennio avanti Cristo", "da mortale doveva essere un guerriero vagabondo o qualcosa di simile, perché l'abitudine di impicciarsi delle guerre altrui se l'è portata dietro nei secoli. Dentro di lui vive una Potenza del cielo, uno di quegli Dei di vento e tempesta che divennero comuni in Occidente dopo l'arrivo degli indoeuropei". 

E proprio Liathan, che ormai si trascina sulla Terra da quattromila anni (al punto da divenire quasi stufo, di certo annoiato e passivo di fronte alla vita), si trova di fronte un giovane, venuto dal nulla, che lo sfida, sfruttando una vecchia leggenda di Gawain e il Cavaliere Verde. Da quel momento in poi la sua vita precipita, perde le sue ricchezze, perde il rispetto e la simpatia delle altre corti divine d'Europa (anche perché, diciamolo, ha il suo caratterino!) e perde anche gli amici. Decide quindi di indagare su questo fantomatico ragazzo, per scoprire chi sia e perché voglia distruggerlo.

Il ragazzo in questione, tale Edwin, ha messo in atto un piano davvero complesso per danneggiare Liathan (il perché lo scoprirete leggendo il libro), forte di un sentimento di vendetta che lo ha divorato per ottant'anni, stringendo Patti con entità antiche come l'Architetto, servendosi di fabbri abilissimi e stipulando alleanze incredibili. Solo per uccidere Liathan. Ma quando il piano che così tanto ha costruito inizia a vacillare, Edwin deve ammettere a se stesso che, tolto quello, tolta la sete di vendetta, non resta altro di lui. E sarà Molly, una giovane e affascinante prostituta di Amsterdam, a ricordarglielo.

A fare da sfondo a questa faida mitologica, combattuta a colpi di sekhem, fulmini e funghi allucinogeni, tre città contemporanee: Londra (in particolare, Camden Town, dove vive Liathan, ma anche la Corte della Collina Bianca che, a dispetto del nome, è situata sotto la Torre di Londra), Amsterdam, con il Wallen (il quartiere a luci rosse), dove vive Molly, e infine Milano, che, rispetto alle altre, gioca un ruolo preponderante, con le sue leggende locali che Luca Tarenzi (come negli altri suoi romanzi) non esita a presentare al lettore, offrendone un'interpretazione originale e decisamente accattivante. Stavolta, dopo aver messo in scena il Conte Gorani (in "Le due Lune") e Settala (in "Quando il diavolo ti accarezza"), è il turno della Contessa Arese, una dama bianca che vive in una torre nella nebbia, in un angolo del parco del Castello Sforzesco, e della corte del drago. Per non parlare del drago stesso!

Lo stile è fresco, genuino, veloce, privo di ridondanze e parti noiose e la trama scivola via, complicandosi man mano con l'avanzare delle pagine, fino all'esplosivo finale. Aperto, come è tradizione dei romanzi di Luca Tarenzi.

Piccola nota finale: come già accaduto in "Quando il diavolo ti accarezza" (quando Lena chiama il cugino Ivan, protagonista di "Le due lune"), anche in "Godbreaker" compaiono personaggi/situazioni dagli altri romanzi di Luca Tarenzi. Due sono proprio in bella vista: la presenza di Arioch (che sul web si firma Ari!) e Lena (già protagonisti di "Quando il diavolo ti accarezza", le cui vicende si sono svolte un anno prima, per ammissione stessa di Arioch), e l'uso del sekhem, ossia la spada angelica, di cui abbiamo ammirato il potere, appunto, in "Quando il diavolo ti accarezza". Dallo stesso romanzo ci sono altri recuperi secondari, tra cui l'aruspice, ovvero Lori, la ragazza che ha il potere di predire il futuro guardando nelle budella delle... bambole. Ricordate di averla già letta in un altro romanzo di Tarenzi (seppure non avesse nome)?

Insomma, se volete scappar via dal caldo torrido dell'estate e rifugiarvi in una bella battaglia tra Divinità, combattuta ai giorni nostri, per le strade di Milano, Amsterdam e Londra, non fatevi mancare "Godbreaker" alla vostra libreria di Urban Fantasy. E poi, quando passeggerete per queste città, di sicuro vi verrà la tentazione di passare da uno dei luoghi descritti nel romanzo per vedere se, chissà, non vi capiti di incontrare Liathan, Edwin o Molly. Nel caso, occhio a non farvi tagliare la testa da un sekhem! :)