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giovedì 3 ottobre 2019

Recensione "Guiscardi senza gloria" di Mauro Longo

Recensione "Guiscardi senza gloria" di Mauro Longo

Bentrovati, amici lettori. Oggi vi parlo di un romanzo fighissimo: "Guiscardi senza gloria", di Mauro Longo (Acheron Books). Devo dire che quest'estate sono stato fortunato e sono incappato in tante belle letture: tra "Eternal War" di Livio Gambarini (recensione qua), "La fiamma azzurra" di Daniele Viaroli (recensione qua) e adesso questo romanzo (dark?) fantasy che avevo puntato da tempo.

Di cosa si tratta?
E' un romanzo ambientato nel cosiddetto Rinascimento Macabro, l'ambientazione di Ultima Forsan creata da Mauro Longo e Giuseppe Rotondo per il gioco di ruolo Savage World. 
E voi direte: "Ah, ma allora bisogna conoscere il gioco per leggere il libro?". E invece no, non ce n'è assolutamente bisogno, tanto che io neppure lo sapevo che faceva parte di un progetto più ampio: il romanzo è perfettamente autonomo e godibile da solo.
Ecco la quarta di copertina, che rende bene sia il ritmo che l'argomento delle vicende: Venezia Nuova, Anno del Signore 1516, cento e settantunesimo dall'arrivo del Flagello dei Morti e dalla caduta dei Vecchi Regni: il cosiddetto Rinascimento Macabro. 
Qui vive l’ultima discendenza di Marco Polo, custode di un misterioso tesoro bramato da elementalisti e signori della guerra, pronti a tutto pur di impossessarsi delle sue favolose ricchezze. Ma la caccia all’eredità dei Polo è già cominciata! A contrastare le mire di Thomas Linche, condottiero del Sacro Impero di Francia, c’è solo un manipolo di rinnegati, furfanti e ciarlatani, veri e propri guiscardi senza gloria, che dovranno affrontare le innumerevoli insidie del loro mondo decaduto. 
Da Venezia Nuova alla Laguna Nera, dal Castello di Otranto alla Città Dolente di Napoli, la ricerca del segreto perduto di Marco Polo li porterà a misurarsi con spadaccini meccanici, automi vitruviani e abomini senza nome generati dal Flagell

Siamo, dicevo, in pieno Rinascimento, nel 1516 d.C. Ma un 1516 un po' diverso da quello che conosciamo dai nostri libri di storia. Infatti, in questa continuity spazio-temporale centosettantuno anni prima il Flagello dei Morti si è scatenato in tutta Europa e ha portato alla caduta dei Vecchi Regni e alla creazione di un nuovo sistema politico-sociale. Una realtà alternativa, quindi, dove convivono magia, leggende e un certo sviluppo tecnologico, combinati in una maniera originale, a tratti divertente, che costituisce il primo punto di forza del romanzo, quello che in genere viene definito worldbuilding.

L'ambientazione è forte, presente, cruda, eppure sembra reale, sembra quasi che la Storia si sia davvero dipanata in questo modo. Mi è piaciuto molto la scelta dei luoghi, a partire dalla Nuova Venezia, passando per la Vecchia, il castello di Otranto, la desolazione del Vesuvio: luoghi tattici, importanti storicamente e a livello di miti e leggende, ma anche diversi, in modo da offrire scorci differenti, e al tempo stesso di testare le peculiarità dei personaggi in situazioni diverse.

Ecco, i personaggi. Fantastici. Non aspettatevi l'eroe senza macchia e puro di cuore. No, qua non c'è. Non proprio, in realtà. Ma non ci sono neanche atmosfere cupe, altamente drammatiche e sanguigne, alla Martin o Abercrombie, per capirci. Ciò che caratterizza tutti i personaggi del romanzo è il loro tentativo di sopravvivere in questo nuovo strambo mondo, ognuno a modo suo. C'è il cattivone di turno, che per contrastare il declino della sua dinastia, si lancia in un'impresa folle e temeraria, che gli permetterà no matter what di cancellare ogni onta dal suo nome, e c'è un gruppo di cavalieri scalcagnati che lo segue. Tra questi, mi è piaciuto tantissimo André Moreau de la Scaramouche, con la sua particolare armatura, che mi ha ricordato un po' i cavalieri arturiani, un po' gli eroi romantici dell'Ottocento, che continuano a combattere, per la loro fede (non tanto in senso religioso, quanto per ideali in cui credono), pur avendo tutto il mondo contro.

Ottime anche le presenze femminili, da Lidiana a quella pazza di Mosaico, che tengono davvero bene la scena. Infine, ben costruita la trama, che segue quella è che una classica quest, una ricerca, che coinvolge protagonisti e antagonisti, e che poi finisce per risucchiare, volenti o nolenti, tanti altri comprimari in una spirale altamente distruttiva. 

Un romanzo che ha un ottimo ritmo, non si ferma mai, dove l'azione, l'avventura e le battaglie fanno da padrone. Un romanzo che sorprende, perché l'imprevisto è dietro l'angolo, anzi dietro ogni pagina, in una ruota che gira e gira e fa sì che chi è in alto dopo poche pagine si ritrovi in basso. Un mutamento continuo di equilibri, fino all'adrenalinico finale.

Consigliato, decisamente, a chi cerca un fantasy diverso, un fantasy che non ha eguali e che non si può paragonare ad altri, proprio per l'unicità della sua trama, dei suoi bizzarri personaggi, della sua originale ambientazione. Un fantasy con protagonisti dei guiscardi senza gloria, che poi, secondo me, gloria alla fine la incontrano, ciascuno a modo suo.

Per approfondire, ecco il sito di Mauro Longo dedicato a Ultima Forsan.


giovedì 29 agosto 2019

Intervista a Livio Gambarini - autore di Eternal War

Intervista a Livio Gambarini


Salve, amanti del fantastico. Ricordate "Eternal War", la bella saga urban fantasy storica di Livio Gambarini? Ho parlato di "Vita nova", il secondo capitolo, proprio qualche giorno fa. Oggi abbiamo l'onore e il piacere di ospitare l'autore sul blog, che ci parla del mondo dietro il libro, del grande lavoro di ricerca e del divertimento nel creare questo bellissimo universo fantastico! Pronti per conoscere Livio Gambarini?

Ciao Livio, 
benvenuto sul blog “i mondi fantastici”. Parlaci un po’ di te: chi sei, dove vai, cosa fai? 

Ciao Alessio! Grazie per l’invito nella tua casa virtuale. Io sono Livio, bergamasco trapiantato a Milano, e faccio una serie di mestieri legati alla scrittura: sono autore di romanzi storici e fantastici, editor freelance, insegnante di narratologia, docente al corso di scrittura creativa all’Università Cattolica di Milano, writing coach per scrittori desiderosi di migliorare le loro opere – e sono abbastanza sicuro di starmi dimenticando qualcosa, ma del resto io dimentico quasi tutto.

Come sei approdato alla scrittura? Cosa è per te la scrittura?

Sono approdato alla scrittura attraverso una navigazione molto meticolosa. Ho deciso che scrivere sarebbe stata la mia strada quando mi sono iscritto a Lettere Moderne, invece di scegliere Biotecnologie Mediche (scelta che un po’ rimpiango: campare di scrittura è praticamente impossibile, mentre averla come secondo lavoro è insieme appagante e sostenibile). 
Questo è la scrittura: un sogno, un progetto, una costante fonte di crucci, povertà e soddisfazioni in egual misura 😉
Cosa ti piace leggere? Quali sono i tuoi libri preferiti?

Tolta la saggistica e i classici, leggo soprattutto i generi della narrativa che scrivo: romanzi storici, fantasy e fantascientifici. Di recente ho aggiunto anche qualche libro rosa.

Parliamo di “Eternal War”, la saga che stai pubblicando con Acheron Books. Come è nato questo progetto?

Come forse saprai, Acheron non accetta quasi mai romanzi finiti, preferendo partire dalle idee e assistere l’autore durante la stesura. Io fui contattato prima del lancio della CE, e mi fu chiesto se volessi proporre loro qualche idea per un romanzo historic fantasy d’ambientazione italiana, che potesse stare entro 300.000 battute. Io gli proposi tre diversi high concept, uno dei quali era riassunto nella formula “Penato+Costellazioni Familiari=Figata”

L’idea era di scrivere un romanzo basato su una reale famiglia storica, usando come protagonista il suo penato, cioè lo spirito custode della stirpe secondo le credenze degli antichi romani. Scelsero di farmi sviluppare quel concept, ma siccome avevano in cantiere già un altro libro ambientato nella Roma imperiale (l’ottimo Severianus di Luca Tarenzi), mi chiesero di scegliere un’epoca differente.

Perché la scelta del Dugento fiorentino?

Per una serie di motivi di natura molto diversa fra loro. A livello prettamente commerciale, perché Dante è uno dei più famosi italiani della Storia (“Gli Eserciti dei Santi” è stato subito tradotto in inglese, e aveva bisogno di un appeal sul mercato estero); a livello documentario, perché avendo appena compiuto ricerche sulla tarda età comunale in Nord Italia (venivo dalla scrittura de “Le Colpe dei Padri”), mi sarebbe stato molto più facile approcciarmi al contesto delle vicende dantesche rispetto a quelle di Costantino o di Traiano. Infine, a livello narrativo e drammatico, il XIII secolo era l’epoca delle sanguinose contese per la supremazia delle famiglie nobili, divise in guelfi e ghibellini. Quale contesto migliore, quindi, per far brillare i miei “penati”?

In “Eternal War” il protagonista è sicuramente Guido Cavalcanti che, con il suo carisma, si trova spesso a oscurare il ben più celebre (a posteriori) Dante. Come mai la scelta di scrivere un fantasy su Cavalcanti? Cosa ti ha colpito di questo personaggio storico?

Che Cavalcanti fosse un uomo fuori dal comune sotto un po’ ogni profilo non è mia invenzione: lo riportano in molti, da Dino Compagni a Boccaccio. Dante medesimo, che aveva un’opinione altissima della propria intelligenza, nella Commedia fa parlare così il babbo di Guido: “Se per questo cieco carcere vai per altezza d'ingegno, mio figlio ov'è?" E Guido non ci viene tramandato dalle fonti solo come un genio, un guerriero provetto e il poeta che insieme all’Alighieri fondò il Dolce Stil Novo. Era anche (e soprattutto) un magnate, a capo di una delle più ricche e potenti famiglie di Firenze. 

Insomma, talenti quasi eccessivi (qualcuno l’ha pure tacciato di essere un personaggio Mary Sue/Gary Stu), per giustificare i quali ho inventato la questione della doppia-anima, unicità che egli condivide col solo Dante. Essendo qualche anno più vecchio del Sommo Poeta, Guido era il PdV ideale per raccontare la sua storia, e quella spesso dimenticata della loro grande amicizia e della violenta rottura che poi le separò per sempre, di cui parlo nel terzo volume di Eternal War, “Il Sangue sul Giglio”.

Quanto è difficile ambientare un fantasy in un’epoca storica ben precisa, lontana dalla nostra, con tutta la documentazione necessaria?

Realistica o fantastica che sia, la narrativa storica è sempre una pigna nel didietro. Davvero. Ricalcare eventi reali con la narrativa richiede cinque volte più scrupolo e attenzione del normale, e impone luoghi, fatti e tempi che tolgono un sacco di libertà d’azione, anche quando ci si prende qualche licenza, come ho fatto in Eternal War (ma non nella ligissima Trilogia delle Radici). Dopo cinque romanzi ambientati nel medioevo italiano, ne ho un po’ piene le scatole… Mi piacerebbe scrivere qualcosa di ambientato ai giorni nostri, o in un mondo completamente inventato; ma prima dovrò portare a termine i lavori avviati. Il che significa almeno altri 3 romanzi medievali… tiratemi un colpo di balestra, vi prego!

Hai una creatura fantastica preferita?

Ho sempre amato i rakshasa, demoni indiani con sembianze di tigri antropomorfe. Tra le creature di mia invenzione, non ne ho una preferita; mi stanno molto simpatici i Corricielo: spiriti lievissimi che connettono le Lande alla Materia, e possono essere visti ad occhio nudo da qualunque umano. Sono quei puntini luminosi che zigzagano quando fissi un punto del cielo a lungo. Puoi vedere anche i loro predatori naturali, i Vermicielo, simili a lombrichi trasparenti. Sono creature così deboli, che per ucciderli basterebbe il fascio di spiritelli visivi proiettato dall’occhio umano. Ecco perché, quando provi a fissarne uno in cielo, lo vedi subito scivolare di lato e non riesci a metterlo a fuoco. 

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

La mia priorità attuale è portare a termine la saga di Eternal War e ultimare i lavori per After the Wave, il videogioco indie che sto scrivendo e su cui da un paio d’anni lavoro nei ritagli di tempo con un gruppo di amici davvero bravi. 

Tra gli altri progetti arrivati a un livello avanzato c’è un dark fantasy tamarro con Nero Press, che ha per protagonista un personaggio ricorrente delle mie campagne di D&D. Per chi non lo sapesse, non si dovrebbe mai proporre al pubblico le cronache delle proprie avventure di D&D. Originariamente, questo romanzo breve l’avevo scritto solo per i miei giocatori e per espandere la lore della campagna. Poi mi sono accorto che aveva una sua coerenza interna e che si reggeva anche senza conoscere i fatti veri e propri della campagna. Quasi per scherzo, l’ho fatto leggere a un’amica della redazione di Nero Press Edizioni, e loro mi hanno proposto di pubblicarlo, con il relativo editing. 

Uscendo dal campo della narrativa fantastica, la grande notizia è che qualche mese fa ho firmato un contratto con Piemme per un nuovo romanzo storico, di cui a breve darò l’annuncio ufficiale sui social: il mio primo ingresso in una grande CE! Infine, non prima di un paio d’anni da adesso, voglio scrivere “Il Destino dei Figli”, il volume conclusivo della saga thriller-storica della Trilogia delle Radici – è pazzesco il numero di lettori che, ancora dopo tre anni dall’uscita dei “Segreti delle Madri”, mi chiedono notizie sul terzo volume!

Se i fan volessero incontrarti, dove ti troveranno nel prossimo autunno?

Le due date più importanti saranno Stranimondi a Milano, dove lanceremo “EW3: Il Sangue sul Giglio” (ti giuro, non sto più nella pelle!) e Lucca Comics, dove sarò per tutti e cinque i giorni al banco di Acheron Books nel padiglione Games. 

Grazie per essere stato ospite del blog “I mondi fantastici”.

Grazie a te per avermici invitato, Alessio, e in groppa al lupo per le tue prossime opere! 

lunedì 26 agosto 2019

Recensione "Eternal War - Vita nova" di Livio Gambarini

Recensione "Eternal War - Vita nova" di Livio Gambarini

Bentrovati, lettori. Oggi vi parlo di "Vita nova", secondo capitolo della trilogia "Eternal War", di Livio Gambarini, edita da Acheron Books. Il primo libro, "Gli eserciti dei santi", era uscito nel 2015 e ve ne avevo parlato qua. Finalmente sono riuscito a leggere il secondo volume, acquistato allo scorso Salone del libro di Torino, con dedica dell'autore, che conservo gelosamente! ^^

Dove siamo? A Firenze (e non soltanto), nella seconda metà del Dugento, in compagnia di Guido Cavalcanti e del giovane Dante Alighieri. Una Firenze magica, dove si aggirano - non visti (perlomeno dalla stragrande maggioranza delle persone...) gli Ancestrarchi, degli Spiriti Guida con il compito di proteggere (influenzare?) i capi delle varie famiglie. Anche Guido Cavalcanti ne ha uno, di nome Kabal, un po' diverso dagli altri, e il loro rapporto tormentato è al centro delle vicende del romanzo.

La prima cosa che si percepisce leggendo "Vita nova" è l'enorme studio effettuato dall'autore, per ricreare al meglio l'ambientazione, ma soprattutto l'atmosfera, fiorentina di fine Duecento: sembra proprio di camminare per Firenze, risucchiati dalle dispute politiche, dalle tenzoni poetiche, dagli amori passionali e spesso segreti che infiammavano i cori dei poeti del tempo. Ma intendiamoci, non si tratta di un romanzo storico: la Storia c'è, ma diventa Trama, si piega alle esigenze narrative del romanzo (chissà, forse a causa di qualche intervento dispettoso di Kabal?!), mescolandosi alla Fantasia, a tutto quell'universo magico che si sovrappone, contaminandosi a vicenda, al nostro.

Ecco allora che entriamo nelle Lande, una Firenze diversa, dove fluttuano gli Ancestrarchi e gli Spiriti Guida, dove bisogna difendersi dagli attacchi degli Estinti, dalle Malebranche o dalle creature del paganesimo, fare attenzione a non essere ascoltati dagli Orecchioni e dai Tessilodi, e defilarsi prima di essere coinvolti in qualche intrigo dei Patroni, magari di quel San Pietro che tutto vede e tutto sa...

Una commistione, questa, tra Storia e Realtà, tra luoghi e situazioni reali e il mondo fantastico che è alla base del romanzo, e che ho trovato decisamente ben riuscita. Complice anche l'ottima cura e approfondimento dei personaggi, non soltanto Guido, già protagonista di "Gli eserciti dei santi", ma anche di Dante, e di alcuni Ancestrarchi "secondari". 

Guido, un umanista ante-litteram, precursore della dottrina del libero arbitrio. Guido, che assomiglia sempre più a un tormentato eroe romantico, che sente sulle sue spalle il peso del comando, il timore per il futuro, la necessità incombente di fare qualcosa, per sé, per la sua famiglia, per gli altri, per Firenze. Una visione non dissimile da quella che tormenterà anche altri nobili fiorentini, come Lorenzo il Magnifico, duecento anni più tardi, convinti di dover andare oltre la gretta esistenza quotidiana e combattere per qualcosa di più.

Un personaggio che ho apprezzato molto, nella sua crescita, nel suo indagare i misteri della vita, nel suo non accontentarsi mai delle prime, superficiali risposte ricevute, nel suo essere curioso e spingersi sempre oltre. Viene quasi da dispiacersi a pensare che, nei libri scolastici, Cavalcanti è sempre snobbato a favore unico di Dante...

Il mio personaggio preferito rimane però Kabal, che in questo romanzo mi ha ricordato tantissimo Loki, la figura della mitologia nordica, un po' trickster, un po' buffone, sempre pronto a indossare una maschera diversa per celare i suoi veri intenti, sempre a trafficare, a lavorare nell'ombra, a cospirare. Ma per chi? Per chi sta facendo tutto questo, Kabal? Per sé? Per Guido? Per ordine di qualcun altro? Un mistero interessante, che contribuisce ad aumentare l'aura di mistero del personaggio.

Il finale, aperto, lascia spazio alle vicende del terzo romanzo, che chiuderà tutte le trame in corso e che immagino si preannuncerà ricco di rivelazioni, colpi di scena e battaglie. Ecco, da questo punto di vista, in "Vita nova" tiriamo un sospiro, dopo i concitati eventi di "Gli eserciti dei santi": il ritmo è più lento, c'è spazio per approfondire il worldbuilding, esplorare i drammi interiori dei personaggi, espandere l'universo narrativo dell'autore. Mentre il primo volume era molto più vivace, combattivo, anche frenetico in alcuni punti, "Vita nova" è come il "respiro profondo prima del balzo", che sicuramente arriverà nel terzo volume.

Nel complesso, una bella lettura, in un'ottima edizione curata da Acheron Books. Un viaggio nella magia, negli intrighi, nella vita del Dugento fiorentino, che, deh, gli amanti del fantastico non possono perdere!



mercoledì 7 marzo 2018

Top 5 Luca Tarenzi's best books (aggiornata)

Top 5 Luca Tarenzi's best books (aggiornata)

Due anni fa avevo scritto la mia personale top 5 dei romanzi di Luca Tarenzi, mooolto sofferta, dato che mi piacciono praticamente tutti. Alla luce delle ultime uscite, faccio un piccolo aggiornamento, inserendo "Di metallo e stelle" in classifica, e togliendo quindi Poison Fairies.

5) Quinto posto per "Demon Hunter Severian - La signora della notte", pubblicato sotto il nome di Giovanni Anastasi e edito da Acheron Books. Si tratta di un urban fantasy, ambientato non ai giorni nostri bensì nella Milano del IV secolo d.C., quando il cristianesimo sta diventando la religione dominante e i pagani sono costretti a nascondersi o a finire sul rogo. Il protagonista del romanzo è Aurelio Severiano, ex prete ed ex soldato, un cacciatore di demoni chiamato a Milano dal (potente) vescovo Ambrogio per indagare su delle morti misteriose, provocate a quanto sembra da un demone che aggredisce le vittime nel sonno. Al suo fianco ci sarà un giovane schiavo pagano, Flavio, e alcuni altri insoliti alleati. Devo dire, è stato un romanzo piacevole, come stile, ambientazione e atmosfera, un pò diverso dalla solita ambientazione metropolitana degli altri romanzi dell'autore. Siamo sempre a Milano sì, ma nel IV secolo, quando la città era la capitale dell'Impero romano di Teodosio, ed è bello vederla ricostruita, immaginarla così com'era, con le sue mura, le sue porte, i vicoli pulsanti di vita e segreti, le case dove gli ultimi fuochi del paganesimo tentavano di resistere. Su tutto, poi, aleggia la minaccia di un demone e le avventure del cazzutissimo Severian! Bello! (recensione completa qua).


4) Quarto posto per "Le due lune", edito da Alacran Edizioni, purtroppo fuori commercio. Trovarlo, per me, è stata un'odissea, con ricerche su tutti gli store, ebay e mercatini, finché un'anima pia di una libreria di Viareggio me lo ha trovato. Quindi, non disperate, insistete! Merita perderci un po' di tempo perché è una bella lettura. La mia recensione completa è qua sul blog.


Di cosa parla? Di licantropi, strigi e personaggi particolari che popolano la città di Milano ai giorni nostri. Eh sì! Occhio quindi quando camminate per il Cimitero Monumentale, non andateci di notte! La protagonista è Veronica, che racconta la storia in prima persona, una ragazza non troppo popolare, che preferisce la compagnia dei fumetti e della musica a quella delle ragazze della sua età, troppo modaiole. Una notte, però, viene morsa da un lupo e diventa un licantropo, dando inizio alla sua seconda vita, una vita nella quale conoscerà il misterioso Conte Gorani (un personaggio davvero affascinante e ben costruito, che trasuda storia ad ogni movimento) e la piccola Regina, un misterioso (anche lui? Eh sì, qui tutti hanno una seconda vita!) ragazzo, Ivan, e si troverà al centro di una caccia al lupo. Punto di forza del romanzo, in verità non solo di questo, anche degli altri, è il continuo richiamo a miti e leggende locali, come la bestia che terrorizzò Milano alla fine del Diciottesimo Secolo, o ai riti di Luperco, mescolandoli con la storia, creando una Storia interna al libro dove il sovrannaturale esiste e fa parte reale della vita degli uomini.

3) Terzo posto per "Di metallo e stelle", forse il suo libro più bello a livello di stile (recensione completa, qua). Però ho  una predilezione per i fantasy contemporanei, per cui gli altri due rimangono stabili in vetta. Come in altri suoi lavori, l'autore gioca con la Storia, si diverte a usarla come sfondo per imbastire una bella trama fantastica (che poi, rispetto ad altri romanzi, forse qua la componente fantastica è più limitata, o comunque assume una sfumatura diversa). Non ci sono, infatti, creature tipiche dell'immaginario locale o figure leggendarie, no, qua si parla di alchimia! Una scienza molto particolare, da cui Leonardo Da Vinci, come altri prima e dopo di lui, era attratto. 

La storia è, come sempre, molto ben ritmata. A raccontarla è Giacomo, l'apprendista di Leonardo, un ragazzetto molto curioso, sempre attento a ciò che accade attorno a lui (chi non lo sarebbe, del resto, avendo Leonardo Da Vinci come maestro? Chi non sarebbe curioso di scoprire cosa combina nella Stanza Proibita?) e che, a forza di essere curioso, si ritrova invischiato in una situazione decisamente complessa. Un romanzo dove c'è spazio per amore (nel senso più ampio del termine), per l'azione e gli scontri, ma anche per gli intrighi, i giochi politici e, più intimamente, per la ricerca e scoperta di sé. Un romanzo che, se vogliamo, insegna ad amare noi stessi, ad accettarci per quello che siamo, indipendentemente da quello che gli altri possano pensare o vedere in noi.
"Ascoltami, fratello! Non è il perché, è il come! Io non so il motivo della mia vita, ma scelgo io come viverla! Io scelgo se essere gentile o crudele, se essere sincero o bugiardo, se essere un uomo o un mostro. Io scelgo se uccidere o risparmiare una vita!".
Ho apprezzato molto il messaggio che traspare dal romanzo, questo amore per la vita e verso la vita, e verso la libertà di viverla ciascuno a modo suo, assieme all'ambientazione, alla ricostruzione storica e ai personaggi (Giacomo, Leonardo, Ludovico, il Prototipo, tutti molto interessanti e ben caratterizzati). Un romanzo che consiglio, sia perché è autoconclusivo, non fa parte di saghe, sia per l'originalità della trama, un amalgama ben riuscito di Storia e leggenda. 

2) Seconda posizione per "Godbreaker", che, per ironia della sorte, è stato il primo libro dei tre che ho letto. Edito da Salani Edizioni, è stato messo di recente fuori catalogo (Grr!) ma comunque si trova ancora abbastanza facilmente su tutti gli store e pure nelle librerie del fantastico (recensione completa qua).


"Godbreaker" è un romanzo che parla di Dei. Ma di quali Dei? Non di quelli della mitologia "classica": Zeus, Atena o Eracle, e neppure degli Dei nordici, bensì di Dei molto più antichi, Signori della Terra. "Intelligenze ordinatrici. Antichissime. Incatenate in terra per legge di affinità. Dei incarnati", come li definisce Arioch. Tra questi Liathan è il protagonista, una cazzutissima Divinità "nato in qualche punto dell'Europa continentale nel secondo o terzo millennio avanti Cristo", "da mortale doveva essere un guerriero vagabondo o qualcosa di simile, perché l'abitudine di impicciarsi delle guerre altrui se l'è portata dietro nei secoli. Dentro di lui vive una Potenza del cielo, uno di quegli Dei di vento e tempesta che divennero comuni in Occidente dopo l'arrivo degli indoeuropei". 

E proprio Liathan, che ormai si trascina sulla Terra da quattromila anni (al punto da divenire quasi stufo, di certo annoiato e passivo di fronte alla vita), si trova di fronte un giovane, venuto dal nulla, che lo sfida, sfruttando una vecchia leggenda di Gawain e il Cavaliere Verde. Da quel momento in poi la sua vita precipita, perde le sue ricchezze, perde il rispetto e la simpatia delle altre corti divine d'Europa (anche perché, diciamolo, ha il suo caratterino!) e perde anche gli amici. Decide quindi di indagare su questo fantomatico ragazzo, per scoprire chi sia e perché voglia distruggerlo.

Il ragazzo in questione, tale Edwin, ha messo in atto un piano davvero complesso per danneggiare Liathan (il perché lo scoprirete leggendo il libro), forte di un sentimento di vendetta che lo ha divorato per ottant'anni, stringendo Patti con entità antiche come l'Architetto, servendosi di fabbri abilissimi e stipulando alleanze incredibili. Solo per uccidere Liathan. Ma quando il piano che così tanto ha costruito inizia a vacillare, Edwin deve ammettere a se stesso che, tolto quello, tolta la sete di vendetta, non resta altro di lui. E sarà Molly, una giovane e affascinante prostituta di Amsterdam, a ricordarglielo.


1) La mia medaglia d'oro, tra i libri di Luca, va a "Quando il diavolo ti accarezza", edito da Salani Editore, un "Supernatural" all'italiana. Devo essere onesto: alla prima lettura ero orientato per "Godbreaker", poi dopo averli riletti in ordine di uscita ("Le due lune", "Quando il diavolo ti accarezza" e "Godbreaker") ho optato per questo romanzo. Perché? Mah, difficile dirlo, ognuno sente qualcosa nei libri che legge. Di questo romanzo ho adorato l'ambientazione urbana, la presenza degli angeli e dei demoni, la commistione tra storia e leggenda, la costruzione e il bilanciamento di trama e sottotrame (con cui l'autore ha alternato le scene e i personaggi) e poi i personaggi: Lena è cazzuta, non è la solita bambolina indifesa che deve essere salvata per forza, no, è una donna con le palle, e riesce pure a essere divertente; Arioch, angelo temibile quando si incazza, mostra progressivamente un lato umano; infine Azazel, che meriterebbe un romanzo tutto per sé. Credo sia uno di quei personaggi "scene stealer" direbbero in inglese, che ruba la scena, un secondario che di fatto non lo è. Ottima caratterizzazione, i suoi capitoli al Mercato Vecchio sono tra i migliori del romanzo; e poi chi non vorrebbe possedere l'apriporte di Jambres? E non dimentichiamoci di Settala (altro personaggio che, come il Conte Gorani, l'autore recupera dalla storia milanese), un meccanico, collezionista, tuttofare, del jinn Khaled, che può ascoltare la voce degli angeli, e dell'angelo Castiel... no, Caethel! :)

“C’è un proverbio che dovresti conoscere e tenere bene a mente” Lena non fu certa di voler sentire il seguito, ma disse comunque:”E sarebbe?” “Quando il diavolo ti accarezza vuole l’anima”


E voi? Che ne pensate? Quali sono i vostri preferiti tra i romanzi di Luca Tarenzi? Sì, è difficile scegliere, lo so! Ma commentate pure! :) 


sabato 3 marzo 2018

Segnalazione "La cosa più pericolosa" di Luca Tarenzi

Segnalazione "La cosa più pericolosa" di Luca Tarenzi

Ta-daan! Finalmente è uscito "La cosa più pericolosa", ultimo e conclusivo capitolo della trilogia Poison Fairies, del geniale Luca Tarenzi, edita da Acheron Books. Sì, la lettura dei due capitoli precedenti è obbligatoria, perché si tratta di una storia divisa in tre parti. Se non sapete di cosa sto parlando (male!), ecco i link al primo capitolo di Poison Fairies: "La guerra della discarica" e al secondo: "I re delle macerie". Buona lettura! Mi fiondo nella discarica col mio amato Disgelo! :)

Titolo: La cosa più pericolosa
Terzo e ultimo capitolo della trilogia Poison Fairies
Autore: Luca Tarenzi
Editore: Acheron Books
Genere: urban fantasy
Formato: digitale (credo arriverà anche il cartaceo)
Prezzo: 4,80 euro (ebook)
Pagine: 167
Copertina a cura di Rom.
Revisione grafica di CirceCop.
Editing a cura di Aislinn.
Disponibile su tutti gli store di ebook (Amazon).

Trama: OGNI GRANDE SAGA HA LA SUA BATTAGLIA FINALE.
Nella Discarica i tamburi di guerra non hanno mai smesso di battere, e la faida si è ormai allargata anche alla tribù dei Silfi. Per fronteggiare la feroce espansione dei Boggart, i Goblin sono disposti a tutto, persino a cercare l'aiuto dei misteriosi Sotterranei. Si rinsaldano le alleanze, e se ne creano di nuove, se necessario anche con i vecchi nemici. Cruna, Verderame e Disgelo propongono un piano suicida a Re Albedo, mentre Argiope, signore dei Boggart, ritrova il più prezioso dei suoi guerrieri; e su tutti loro dardeggia, imperscrutabile, la titanica ombra degli Umani.
Il Glamour luccica.
Tutto è pronto.
Che lo scontro finale abbia inizio.

Biografia.

Seriously? Davvero non conoscete Luca Tarenzi, il re dell’urban fantasy italiano? Ok, potete anche chiudere questa pagina! O, in alternativa, spulciarvi tutti gli articoli e le recensioni sui suoi bellissimi libri presenti nel blog (basta usare il tag “Luca tarenzi”, in coda all’articolo, o digitare il suo nome nella casellina “cerca”). Ce ne fossero, di autori così!

sabato 30 dicembre 2017

Recensione "Demon Hunter Severian" di Giovanni Anastasi

Recensione "Demon Hunter Severian" di Giovanni Anastasi

Milano. Anno Domini 394. Nella nuova capitale dell’Impero Romano si stanno verificando alcune morti misteriose che attirano l’attenzione di Ambrogio, il potentissimo Vescovo di Milano, che decide di rivolgersi a Severiano, un cacciatore di demoni, reputandolo l’unico in grado di far luce sul mistero che lega queste morti. Durante le indagini, Severiano viene affiancato da Flavio, un giovane schiavo da lui salvato dal rogo, addentrandosi nelle ombre della Milano imperiale, una città dove ancora accesi sono i conflitti tra la religione cristiana, ormai religione di stato, e i vecchi culti pagani, che qualcuno pratica ancora. In un incalzare di azione e colpi di scena, Severiano scopre infine il vero demone che si cela dietro veli di menzogne.

“La signora dei cancelli della notte” è il primo romanzo con protagonista Severiano, il cacciatore di demoni. Edito da Acheron Books, è stato scritto da Giovanni Anastasi, alias Luca Tarenzi.

Le trame dei romanzi di Luca Tarenzi sono precise e a incastro. Aislinn, in una recensione al romanzo, ha giustamente osservato che uno dei punti di forza di “Luca Tarenzi è la capacità di creare un intreccio da manuale, il classico meccanismo che funziona con la precisione di un orologio svizzero, dove non una pagina è inutile o ridondante, gli indizi e i dettagli si incastrano alla perfezione e, di conseguenza, il romanzo non si “legge”, si beve letteralmente capitolo dopo capitolo e fermarsi è difficile.” Credo che in questo romanzo le sue abilità di costruttore di trame (e sottotrame) si rivelino al meglio, in quanto, oltre all’ottima ricostruzione storica (precisa, efficace e mai pedante), alla rappresentazione vivida dei personaggi, entrano elementi tipici di un romanzo investigativo, per cui l’effetto finale è quello di un grande giallo fantastico ambientato nella Milano imperiale. Una commistione di generi che l’autore riesce a gestire al meglio, regalandoci un originale urban fantasy, di nuovo nella sua amata Milano. 

Ma non la Milano di “Quando il diavolo ti accarezza” e “Le due lune“, bensì la città scelta dall’imperatore Teodosio, sul finire del quarto secolo, come nuova capitale, una città in cui, nonostante l’ordine garantito dai soldati della Schola Palatina e dalla vigilanza attenta di Ambrogio, vescovo delle coscienze e vero e proprio signore della città, coesistono violenti conflitti tra le due anime religiose dell’impero: il cristianesimo, ormai religione di stato, e gli ultimi culti pagani, duri a morire. Come afferma il viscido Rufino: “L’imperatore ha decretato che quei culti sono proibiti. Il tempo dei falsi dei e dei loro altari sporchi di sangue è finito”. Adesso “le loro pratiche sono crimini contro la persona stessa del sovrano. Così vuole sua maestà l’imperatore Teodosio.” Un romanzo quindi che inserisce il solito tema dello scontro tra cacciatori e demoni in un contesto diverso da quello contemporaneo, e decisamente originale, suscitando interessanti riflessioni nel lettore.

Lo stile di Luca Tarenzi, di cui ho letto praticamente tutti i lavori, è sempre semplice, lineare, ma in grado di portare il lettore direttamente nel libro, in questo caso nelle strade della Milano imperiale del quarto secolo DC. Senza mai una parola bizzarra o magniloquente di troppo, dice ciò che deve dire, nel modo migliore e più genuino. Si potrebbe definire in tanti modi, uno stile televisivo, asciutto, narrativo, da racconti intorno al fuoco, non saprei. Personalmente lo ritengo lo stile giusto per il romanzo giusto. Ogni libro, si sa, ha bisogno di essere raccontato in un certo modo per funzionare, e “La signora dei cancelli della notte” ha il suo stile.
“Mio padre raccontava che nelle foreste del Nord, ancora più a nord di dove era nato lui, c’è un grande santuario, un luogo sacro più di ogni altro per tutti i Germani, dove ogni nove anni si celebrano sacrifici in onore del Padre di Tutte le Cose. E le vittime vengono appese agli alberi per ricordare che Wotan appese se stesso al Grande Albero che Regge il Mondo, si trafisse da solo con la sua lancia e rimase lì nove giorni e nove notti finché morì. E poi ritornò dalla morte portando conoscenze segrete che confidò agli uomini”.
“La signora dei cancelli della notte” è un romanzo appassionante, per la commistione di elementi fantastici, storici e anche per gli spunti riflessivi che offre sul tragico conflitto religioso che si è consumato sul finire dell’Impero Romano, un conflitto che, sia pur con contendenti e religioni diverse, ha macchiato di sangue molti periodi storici, compreso il nostro presente. E’ anche un romanzo maturo, dove l’abilità costruttiva di Luca Tarenzi nel creare una trama solida, e al tempo stesso lineare, si rivela al meglio, con personaggi che sembrano uscire dal vivo, tanto sono vivi, tanto hanno da raccontare, al punto che, arrivato alla fine (e complice anche il doppio titolo, uno per la serie e uno per il libro stesso), il lettore spera, confida, brama decisamente un nuovo romanzo. L’avventura è comunque autoconclusiva, per cui anche coloro che temono le saghe infinite possono tirare un sospiro di sollievo, mettersi in comoda e sfogliare il romanzo, precipitare nella Milano dell’epoca (descritta benissimo, come se Severiano avesse una videocamera su una spalla) e seguire l’affascinante cacciatore nella sua scoperta della verità. Una verità che, come apprenderà, e il lettore con lui, non è mai univoca, bensì ha molte facce. Facce insanguinate, facce integraliste, facce più umane, tutte che partecipano al grande gioco, tutte decise a morire per i loro ideali. Era un’epoca, infatti, in cui qualcuno credeva davvero che la vita fosse qualcosa di più del mero trascinarsi nei sentieri polverosi di una città che a stento poteva definire casa. Era un’epoca di scontri, in cui i fedeli della Signora della Notte non volevano abbassare il capo, servendosi di ogni strumento per avere la loro vendetta. Era un’epoca da cui il lettore non vorrebbe staccarsi, auspicando l’uscita di una nuova avventura.

(Mia recensione originariamente apparsa sul sito "Le lande incantate").



mercoledì 27 dicembre 2017

Recensione "Poison Fairies - La guerra della discarica" di Luca Tarenzi

Recensione "Poison Fairies - La guerra della discarica" di Luca Tarenzi

“Poison Fairies – La guerra della discarica” è il primo libro della trilogia delle fate, un romanzo urban fantasy di Luca Tarenzi, che prosegue con “Poison Fairies – I re delle macerie”. Edito in digitale da Acheron Books, può anche essere acquistato in cartaceo su Amazon tramite print on demand.

La vita nella discarica non è facile, soprattutto per i suoi abitanti, i Moryan, divisi in fazioni e in lotta continua tra di loro. Una lotta per la sopravvivenza. Lo sa bene Cruna, sorella del re dei Goblin, che si avventura al confine con il territorio dei rivali Boggart per una missione di recupero, con alcuni amici, nonostante i divieti reali. Una missione che finisce in tragedia e che segna l’inizio delle loro disavventure. Nel frattempo Argiope, re dei Boggart, sta cercando qualcosa, un’arma che possa far pendere definitivamente l’ago della bilancia della guerra dalla sua parte. In questo fetido contesto urbano si svolgono le vicende delle fate velenose, i Moryan, discendenti delle originarie creature fatate, alti pochi centimetri e dotati di Glamour, una specie di cosmo o aura che dona loro dei poteri e permette di nasconderli agli esseri umani. Tra scontri tra fazioni e segreti nell’ombra, la guerra della discarica divampa e dà il via alla trilogia delle fate.
In piedi sotto un parasole di cartone retto da due guardie, Argiope osservava dall’alto i suoi Boggart che a forza di braccia trascinavano la batteria fuori dal torrente. Si era posizionato in cima alla montagna antistante per avere una visuale perfetta: le Pallide Morti stridevano e battevano le ali con un baccano d’inferno mentre rovistavano nella spazzatura, e alcune passavano a meno di mezzo metro da lui e dalle sue guardie, che rimanevano rigide e immobili come se nemmeno le notassero. 
Ma Argiope vedeva bene le loro mani che stringevano i sostegni del parasole tanto forte da farsi sbiancare le nocche. Lui non aveva alcun timore: la sua nube, rafforzata dal Gramarye, si estendeva tutt’intorno, abbracciando le guardie, il parasole e vari centimetri di terreno. E nulla di meno acuto degli occhi di uno Sluagh avrebbe potuto penetrare un occultamento denso come quello.
La struttura di “Poison Fairies” è molto semplice, sorretta da una narrazione in terza persona che si sposta sui vari punti del campo di battaglia. Seguiamo quindi le avventure di Cruna, prevalentemente (e che è molto approfondita a livello comportamentale), di Disgelo e anche dei Boggart, scoprendo cosa sta tramando il re Argiope. Frammenti di una guerra che sta per scoppiare. È una trama ricca d’azione, con poco spazio per le riflessioni (tranne quelle strategiche), ma che permette comunque al lettore di scoprire pian piano com’è costituito il mondo fantastico del Piccolo Popolo, di immergersi tra i maleodoranti odori della sua quotidianità, fatta di lotte per una batteria, di ricerca continua di cibo, di sorveglianza dall’alto di una pila di rifiuti per impedire che un’altra fazione violi i trattati di pace. È una trama fatta di fili (di ferro?) che progressivamente si riuniscono in occasione del gran finale, ma che comunque lascia spazio a congetture che verranno risolte nei libri successivi.

Lo stile di Luca Tarenzi è, come sempre, perfetto per il tipo di narrazione messa su. Semplice, lineare, senza costruzioni artificiose, permette e favorisce una lettura scorrevole e piacevole del testo. Uno stile adatto a un romanzo urban fantasy, che svela progressivamente (non del tutto! Per altro, in fondo, ci sono i due libri successivi!) misteri e segreti della discarica, senza rivelare troppo subito.
Anni fa mi hai scaricato sulla terra, perché non servivo a niente. Oggi mi hai detto la verità, e mi hai offerto di diventare come te. Come voi. E se era il tuo modo per fare ammenda, per darmi un posto dove stare, allora non hai capito davvero niente. Io ce l’ho, un posto. E non grazie a te. Mi hai offerto una vita come la tua, fuori dal tempo. Mi hai offerto l’immortalità. Hai tentato di togliermi la morte, cara madre ritrovata. Hai tentato di togliermi l’unica cosa che mi fa sentire vivo.
“Poison Fairies” è un romanzo “cattivo”. Non aspettatevi le fate Disney, le principessine luminose e svolazzanti che dispensano polveri magiche sull’umanità per renderla felice. Queste fate sono mostruose, velenose e pericolose e non è consigliabile farle arrabbiare. Un’interpretazione nuova di vecchie leggende che dimostra come sia ancora possibile (r)innovare il fantasy anche in Italia. Dopo licantropi e lupari, angeli e demoni e divinità, Luca Tarenzi ci porta in un nuovo mondo, vicino a noi (una discarica, che potrebbe trovarsi fuori da qualunque città italiana) ma al tempo stesso lontano, in un regno fantastico, dove vivono goblin e Slaugh, sirene (in un lago, presumibilmente una pozzanghera d’acqua piovana e scoli di chissà quali rifiuti!) e Boggart, un regno dove si combatte una guerra continua per la sopravvivenza, quasi fosse un regno degli umani, separato da confini, con sentinelle, patti da rispettare e eserciti da organizzare in caso di guerra aperta.  

Su tutto aleggia una cappa di tensione, una specie di miccia pronta ad esplodere e infatti la sensazione generale è che “La guerra della discarica” sia il prodromo di una vera e propria Grande Guerra che sta per scoppiare, con i pedoni che si stanno posizionando, alcuni consapevolmente, altri meno, in attesa che molte mosse vengano svelate. Un romanzo originale, consigliato a chi vuole evadere dalla routine dei soliti cliché letterari fantastici e immergersi in un mondo nuovo. Con un piccolo avvertimento: la storia non finisce alla fine del libro, che si interrompe in maniera abbastanza brusca, lasciando il lettore a chiedersi se sia stato uno scherzo dei Boggart o se davvero bisogna aspettare il romanzo successivo per scoprire come procedono le avventure di Cruna e degli altri. Per fortuna il romanzo successivo è già uscito, si intitola “Poison Fairies – I re delle macerie”, già recensito sul blog.

(Mia recensione originariamente apparsa sul sito "Le lande incantate").

mercoledì 2 novembre 2016

Recensione "Poison Fairies II - I re delle macerie" di Luca Tarenzi

Recensione "POISON FAIRIES II - I re delle macerie" di Luca Tarenzi

Torniamo a parlare di Luca Tarenzi, prolifico autore fantasy italiano specializzato in urban fantasy, ossia romanzi fantastici ambientati in contesto urbano (nel suo caso, fortunatamente, sempre in città italiane). Oggi parliamo di "I re delle macerie", secondo capitolo della trilogia "Poison Fairies", dedicata alle terribili fate che vivono nella discarica. Il primo romanzo "La guerra della discarica" è uscito nel 2014 per Acheron Books (in digitale e in cartaceo via print on demand), il terzo arriverà nella primavera del 2017. Nell'attesa parliamo del volume di mezzo, con una precisazione: è il seguito diretto del primo, che è necessario aver letto per comprendere la situazione precedente.

Verderame e Cruna prigioniere dei Boggart, la prima in particolare è sottoposta a crudeli torture da Argiope, che vuole estrarre il potere Glamour dei Veggenti. Disgelo è ancora libero e, per salvare le amiche, è costretto a un patto con il diavolo, ad allearsi cioè con l'odiato Livido, e a intraprendere una missione suicida. Ma l'amicizia e l'affetto che lo legano alle compagne prigioniere sono superiori al pericolo. I due capi, nel frattempo, pensano a come chiudere la questione con il clan rivale: Argiope, un personaggio davvero interessante (anche se è un cattivo, è molto figo!), sta portando a compimento un piano iniziato tempo addietro per usare il glamour dei veggenti e farne un'arma contro i Goblin. Albedo, invece, cerca di controllare la mente dei Boggart, nonostante i consigli del saggio Bicorne che vorrebbe tenerlo lontano da quella follia.

Come avete letto, molte cose in ballo, tante sottotrame (forse anche di più che nel primo libro, che si concentrava prevalentemente su Disgelo, Cruna e Verderame) che danno spazio anche ai comprimari, come Livido e Vanadio. Un libro veloce, sono circa duecento pagine, che si legge in pochi giorni, complice anche l'ottimo stile semplice e scorrevole e il ritmo forsennato degli eventi. Azione, avventura, adrenalina, colpi di scena e scontri continui fanno davvero arrivare alla fine in poco tempo. Una fine che, però, non c'è. Come il primo libro, anche questo si interrompe a un certo punto, lasciando il lettore con il fiato sospeso, a chiedersi: E ora? Motivo per cui aspettiamo fortemente il terzo libro! :-)

Ricordo che il romanzo è disponibile su tutti gli store di libri! Buona lettura! :)


venerdì 6 novembre 2015

Segnalazione fantasy - Poison Fairies

SEGNALAZIONE FANTASY - POISON FAIRIES

Aggiornamento dedicato al maestro dell'urban fantasy italiano, ovvero Luca Tarenzi, di cui è appena uscito il nuovo lavoro "Poison Fairies II - I re della discarica", per Acheron Books. Per chi non conoscesse questa giovane casa editrice, vi rimando al loro sito: trattasi di una casa editrice digitale, che pubblica ebook di autori italiani di fantasy, soprattutto romanzi con una forte componente italiana (come Eternal Wars - Le guerre dei santi, di Livio Gambarini, ad esempio). Una particolarità è che i libri sono editi sia in italiano che in inglese, allo scopo di rivolgersi anche al mercato anglosassone, sempre molto attento alla letteratura fantastica (e di certo anche più ricettivo verso il digitale che non il mercato italiano). Alcuni libri possono comunque essere acquistati anche in formato cartaceo, tramite l'opzione Print on Demand di Amazon, ma per questo bisogna verificare la disponibilità sulla pagina di Amazon del singolo romanzo.

Uno dei titoli di esordio di Acheron Books fu proprio "Poison Fairies - La guerra della discarica", del geniale Luca Tarenzi, che ci presenta delle fate battagliere, cazzute e sporche. Dimenticate quindi tutto ciò che sapete sulle fate, e che avete visto nei film Disney o letto nelle favole. Le fate di Luca vivono in una discarica in una grande città e sono impegnate in una guerra quotidiana contro altre tribù rivali. Su queste basi si innesta l'avventura di Cruna, Verderame e Disgelo, un'avventura che si espande su tre libri, ovvero la trilogia di Poison Fairies, di cui, in occasione di Lucca Comics & Games, è uscito il secondo volume. Scopriamoli nel dettaglio.

Titolo: Poison Fairies - La guerra della discarica
(Diponibile anche in inglese: The landfill war)
Autore: Luca Tarenzi
Editore: Acheron Books
Genere: urban fantasy
Formato: digitale (cartaceo via Amazon)
Pagine: 224
Prezzo: 0,99 euro, al momento
Disponibile su Amazon un breve estratto.
Qui un bell'articolo/recensione di Aislinn.

Trama: La vita nella discarica è dura, tra il pericolo mortale e onnipresente dei gabbiani, la difficoltà di procacciarsi il cibo e le faide con le altre tribù, come gli spaventosi Boggarts. Ma Cruna ha deciso che le cose devono cambiare: convince i suoi amici Verderame e Disgelo a rubare la batteria di una macchina, in modo che il suo acido possa fornire energia alla sua gente, visto che l'inverno è alle porte. Come reagirà però il Re Albedo, fratello di Cruna, alla missione non autorizzata? Che cosa sta complottando Waspider, re dei Boggarts? E chi è il misterioso nuovo arrivato, dotato di un Glamour diverso da qualsiasi altro tipo di magia conosciuta? 

La Guerra della Discarica è il primo capitolo di una trilogia che descrive la vita delle più feroci creature del mondo: LE FATE! 

***

Proprio in questi giorni è uscito il secondo volume, "I re delle macerie", così i più avidi di lettura possono subito fiondarsi sulla nuova lettura, in attesa del terzo libro che, speriamo, arrivi quanto prima. Ecco i dati del secondo libro:

Titolo: Poison Fairies - I re delle macerie
Autore: Luca Tarenzi
Editore: Acheron Books
Genere: urban fantasy
Formato: digitale (in futuro, anche cartaceo via Amazon)
Pagine: 172
Prezzo: 4,72 euro, al momento
Disponibile su Amazon un breve estratto.


Trama: La Discarica è sull’orlo del baratro, e nessuno lo sa meglio di Albedo, il Re dei Goblin. Sua sorella Cruna e i suoi amici fuorilegge sono scomparsi, forse morti, forse prigionieri dei nemici di sempre, i selvaggi Boggart. La guerra è sempre più vicina e i Boggart sono troppi, e troppo inferociti, perché i Goblin abbiano una sola possibilità di sopravvivere. E mentre Disgelo si prepara a una folle missione di salvataggio con l’unico aiuto della persona che più lo odia al mondo e che ha giurato di ucciderlo, il diabolico Argiope, Re dei Boggart, dispone attentamente le sue pedine per la battaglia. 

Stretto tra le nuove, terrificanti stregonerie del nemico e l’agonia della sua gente, Albedo non potrà fare altro che scendere in campo armato solo della sua intelligenza e della sua disperazione, e affrontare l’idea che forse un atto mostruoso e innominabile, il sacrificio che non ha mai avuto il coraggio di compiere, diventerà presto la sua unica possibilità di salvezza.

PS: Le copertine sono proprio fighissime!