Visualizzazione post con etichetta intervista. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta intervista. Mostra tutti i post

martedì 21 febbraio 2023

Intervista ad Andrea Gualchierotti

 Intervista ad Andrea Gualchierotti

Oggi il blog ospita una super intervista inedita ad Andrea Gualchierotti, viaggiatore di mondi fantastici, a cui abbiamo dedicato un articolo recente, a proposito del suo ultimo romanzo fantasy storico-mitologico "I principi del mare", edito da Il Ciliegio Edizioni.


Ciao Andrea, 

benvenuto sul blog “i mondi fantastici”. Parlaci un po’ di te: chi sei, dove vai, cosa fai? 

Come dico sempre, presentarsi è forse la parte più difficile di una intervista... E capita sempre all’inizio! Ma via il dente, via il dolore, anche perché tutto sommato posso cavarmela dicendo che sono tante cose: uno scrittore, un metallaro, un lettore, un gattaro, un libraio...insomma, un topo di biblioteca, che per un motivo o per l’altro è sempre in mezzo ai libri!


Come sei approdato alla scrittura? Cosa è per te la scrittura?

Sono approdato alla scrittura con il desiderio di vedere finalmente concretizzati i mondi e i personaggi che ho a lungo cercato in altri libri, senza trovarli. Come se, da un certo punto in poi, alcuni temi, alcune atmosfere – legate principalmente all’avventura, all’esotismo e al mistero – fossero scomparse dall’orizzonte di molti autori, oppure riproposte attraverso canoni annacquati, senza mordente, privi di vera forza e di meraviglia. Ecco, nel mio piccolo, ho cercato e cerco di scrivere storie dove tutte queste cose siano al centro, e non solo uno sfondo.


Cosa ti piace leggere? Quali sono i tuoi libri preferiti?

Se escludiamo la narrativa fantastica, che sarebbe scontato indicare tra i miei generi preferiti, posso dire che i miei interessi sono legati soprattutto alla storia antica e alle religioni del mondo classico. Di conseguenza, sul proverbiale comodino, chi sbirciasse troverebbe soprattutto saggi inerenti questi temi, da un volume sul culto di Cibele a uno studio sull’imperatore Aureliano. Diciamo che il mio orizzonte intellettuale, che poi influisce anche su quello che scrivo, sia legato a doppio filo con le antiche civiltà mediterranee. Sono argomenti che non mi stancano mai!

Tuttavia, se dovessi indicare i miei libri preferiti, sarei in imbarazzo, perché il tempo, le riletture e anche le nuove scoperte, mutano inevitabilmente le posizioni in classifica, possiamo dire. Sul trono, però, c’ un solo nome: Robert E. Howard. Uno qualunque dei suoi cicli, da quello di Re Kull, o Solomon Kane o Faccia di Teschio per me è un capolavoro.


Parliamo di “I principi del mare”, l’ultimo romanzo edito da Edizioni Il Ciliegio. Come nasce l’idea? Quali fonti per questa storia?

Sarò onesto: lo spunto, che nasce da un dettaglio erudito dell’Odissea riguardante la strage dei Proci... beh, nemmeno io ricordo come lo abbia recuperato. Davvero, pensandoci, mi pare sia emerso già pronto sulla porta della mia coscienza, facendomi pensare a come avessero reagito i parenti di Anfinomo, un bravo ragazzo che, quel giorno a Itaca, muore insieme agli altri Proci pur non essendo davvero colpevole. Sulla scorta di questa idea, è nato il suo immaginario fratello Alkas, che sa come Ulisse sia anche sulle sue tracce, pronto a uccidere anche lui. Non gli resta che la fuga...


Chi è Alkas, il protagonista del romanzo? Lasciaci 3 aggettivi con cui definirlo.

Alkas è un personaggio dolente, che soffre molto per un destino che gli piomba fra capo e collo senza preavviso e senza colpa. Per lui, è l’inizio di una dura scuola, in cui apprende come solo rinunciando a qualcosa di sé stessi, si può infine superare i propri limiti. Dire quindi braccato, confuso, ma infine adulto.


Il romanzo mescola storia e leggenda, come nella più eccellente tradizione dell’epica classica. Cosa ti affascina di questo mondo lontano e a tratti fantastico?

Proprio la mescolanza di cui parliamo. La sensazione a volte fortissima che il Mito sia lì, appena dietro un diaframma sottile, alle soglie della Realtà quotidiana. Che certe storie, anziché essere invenzioni, siano per paradosso più vere del vero, più concrete e affidabili di ciò che siamo abituati a considerare immutabile. Credo sia questo il motivo per cui le leggende ci affascinano, a dispetto di tutto: perché qualcosa, un qualche istinto senza nome, dentro di noi ci dice “Ehi, è tutto vero”. 

L’idea che la razionalità, che in fondo possiamo considerare semplicemente come una delle tante funzioni di un organo biologicamente limitato come il cervello, servito da sensi spesso facili da ingannare, sia la sola via per esplorare il mondo, mi pare più assurda di molti miti.


Hai un consiglio di lettura da lasciare ai visitatori del blog?

Recentemente è stata ripubblicata da Adelphi la trilogia di Gormenghast, in un unico volume. Si tratta di un trittico che unisce gotico, grottesco e fantastico in una miscela unica, scritta superbamente. Una lettura complessa, ma che invito i più coraggiosi a tentare!


Un saluto e grazie per essere stato con noi.


giovedì 12 gennaio 2023

Blogtour Fantasmi d'Italia - Intervista a Franco Giacoia

 Blogtour Fantasmi d'Italia - Intervista a Franco Giacoia

Bentrovati, lettori. Oggi seconda tappa del blogtour dedicato a Fantasmi d'Italia, antologia di racconti fantastici di NPS Edizioni, contenente ben 15 storie sul folclore italiano. Dopo la tappa dedicata al racconto di Marco Bertoli, oggi ci spostiamo sull'Adriatico per la seconda tappa: conosceremo infatti "La barca di Caronte", bellissimo racconto di Franco Giacoia.


INTERVISTA  A FRANCO GIACOIA

1) Come è nato il tuo racconto? Di cosa parla? 

Il mio racconto trae origine da un’antica leggenda marinara dell’Adriatico, per l’appunto la Barca di Caronte. La leggenda del marinaio Caronte è molto particolare perché coniuga un personaggio della mitologia con la battaglia storica di Lepanto che si tenne il 7 ottobre del 1571 nella quale si scontrarono le galee della Lega Sacra di stati cristiani contro quelle mussulmane dell’Impero Ottomano. Una battaglia sanguinosissima vinta dalla flotta cristiana. I turchi persero 30 galee e 25.000 uomini, i cristiani 15 navi e 7.500 marinai. Una vittoria che arrestò in parte le incursioni turche sulle nostre coste, ma stabilì il primato sul mare. Nella notte tra l’1 e il 2 novembre era abitudine dei marinai di Grottammare e San Benedetto del Tronto non andare per mare perché in quei giorni girava Caronte con la sua grande barca a vela piena di morti, sventurati uccisi in mare da battaglie e naufragi.  

Cosa accadrebbe se qualcuno prendesse il largo nella notte fatidica? Incontrerebbe la barca di Caronte senza luci, con i numerosi scheletri a bordo che muovono i lunghi remi e cantano piano: «Passa la barca di Caronte, passa la barca di Caronte…». E il malcapitato impazzirebbe dallo spavento. Se poi qualcuno gettasse le reti per pescare tirerebbe a bordo solo ossa e teschi. Meglio rimanere a terra e meglio ancora dentro casa, come prudentemente hanno sempre fatto i nostri pescatori.


2) Quali fantasmi o creature fantastiche conosceremo?

Conosceremo il timoniere della galea di cui ho parlato prima, che gira nella notte dei morti: Caronte, assieme al suo equipaggio di scheletri rematori, tutti cadaveri ripescati in mare dal nocchiero spettrale.

3) Dove è ambientato il racconto? Perché questa scelta?

È ambientato a San Benedetto del Tronto. Ho scelto ancora una volta la mia città per dare continuità a un progetto iniziato col romanzo “Il Vortice dei Dannati”. Lo scopo è quello di far conoscere le tradizioni, gli usi e i costumi della mia gente.

4) Un breve estratto dal racconto.

Tesi le orecchie. Non mi ero accorto che le lancette dell’orologio avevano ripreso lo scandire inesorabile delle ore. Allo scoccar della mezzanotte si levarono i rintocchi ovattati del Campanone. 

«Il tempo fugge. I cancelli dell’aldilà presto si richiuderanno, non voglio restar incastrato tra due mondi».

«Dimmi che vuoi da me» dissi ostentando una determinazione tradita però dal tremolio della voce.

La bocca del nonno si curvò in una piega amara. «L’aria odora già di salsedine. Sta per levarsi vento di burrasca. Navi senza governo, con le vele lacere, ballano sui flutti la danza della morte. Strapazzate da onde infuriate esse balzano in alto per ricadere e poi affondare e di nuovo riemergere, le chiglie gravide d’acqua. Gli sfortunati marinai annegati riemergono dalle profondità degli abissi nelle notti tempestose, coperti dai bianchi sudari e con le corone di alghe sul capo, lamentando la vita perduta».

5) Indicate una canzone, da ascoltare come colonna sonora al racconto, o un'immagine (di qualunque tipo, foto, quadri ecc) da abbinare.

Camille Saint-Saëns - Danse Macabre


Biografia Franco Giacoia

Nato a San Benedetto del Tronto, il 24 Novembre 1970. Da sempre appassionato di narrativa, con particolare predilezione per il genere fantastico, esordisce con il romanzo fantasy Il risveglio dell’Albino, primo volume della dilogia I cieli del sole morente.

Alcuni suoi racconti sono apparsi in antologie, in particolare il racconto noir “Il confine della giustizia” (La semantica del crimine, Fernandel editore), “La promessa” (Marche d’Autore vol.1) e “Il santo e il demonio” (Marche d’Autore vol.2).

Per NPS Edizioni ha pubblicato il romanzo Il vortice dei dannati, ispirato al folclore mar-chigiano, vincitore della prima edizione del concorso letterario “Misteri d’Italia”, promosso dall’associazione “Nati per scrivere”.


lunedì 9 gennaio 2023

Blogtour Fantasmi d'Italia - Intervista a Marco Bertoli

 Blogtour Fantasmi d'Italia - Intervista a Marco Bertoli

Bentrovati, lettori. Oggi il blog ospita la prima tappa del blogtour "Fantasmi d'Italia", il volume che ho personalmente curato per NPS Edizioni e che raccoglie 15 racconti fantastici dedicati a spettri e fantasmi italiani. Oggi scopriremo "L'un contro l'altro armati", il racconto di Marco Bertoli, ambientato in Lunigiana!


INTERVISTA PER BLOGTOUR “FANTASMI D’ITALIA” - MARCO BERTOLI

1) Come è nato il tuo racconto "L'un contro l'altro armati"? Di cosa parla?

La Lunigiana, terra dei marchesi Malaspina dai quali discendo, per quanto minuscola, racchiude un patrimonio di storie reali e di leggende cui mi piace attingere per rendere omaggio alle mie radici.

Il racconto narra di un fantasma costretto da secoli dentro i limiti dei ruderi di un castello da una maledizione che punisce i crimini che ha commesso in vita. Ai giorni nostri una coppia di turisti infrange senza volere le sbarre della “gabbia” in cui è rinchiuso. Non appena libero dai vincoli, lo spettro scatena la propria ira su di loro, in attesa di vendicarsi poi sulla progenie di colei che lo condannò a essere un’ombra.



2) Quali fantasmi o creature fantastiche conosceremo?

Il fantasma del marchese Giovan Gasparo II Malaspina. Costui è stato feudatario di Treschietto, una frazione del comune Bagnone, nella prima metà del 1600 ed è ricordato per la condotta efferata. I documenti storici dell’epoca parlano di vessazioni contro i sudditi, di orge a spese di giovani vergini e di omicidi senza pietà dei parenti che osavano protestare. 

La vulgata aggiunge che i festini si concludevano con il sacrificio in onore di Satana delle sventurate vittime. La punizione per le nefandezze commesse fu l’essere costretto a non avere pace e a restare come spettro sulla Terra, confinato, però, dentro le mura del maniero. Se si è fortunati, in certe notti si può vedere una forma traslucida agitarsi sulla sommità della torre, rimasta intatta, mentre ulula di rabbia e disperazione.


3) Dove è ambientato il racconto? Perché questa scelta?

Ho già risposto a entrambe nelle domande precedenti. Aggiungo che Trasdkié (in dialetto) è famoso per la bontà delle cipolle che emanano un profumo tanto caratteristico da comparire come elemento fondamentale persino nella leggenda di Giovan Gasparo. Al lettore scoprirlo.

Per i tifosi di calcio, il paese ha dato i natali a Luigi Buffon.



4) Un breve estratto dal racconto.

Chi sei?

Un mostro. Così almeno ti definivano i tuoi sudditi, inorriditi dalla malvagità di cui menavi vanto.

Forse, però nell’accezione primigenia del vocabolo. Un prodigio che stravolge l’ordine naturale delle vicende umane. Un’anima che è stata resa visibile a quanti ancora camminano sulla terra. Una larva costretta da una maledizione a rimanere in un mondo cui non appartiene più. Uno spettro dilaniato dall’anelito di svanire nel nulla.


5) Indicate una canzone, da ascoltare come colonna sonora al racconto, o un'immagine (di qualunque tipo, foto, quadri ecc) da abbinare.

Il brano musicale da ascoltare è “Sheets and Chains” di Alejandro Amenábar, tratto dalla colonna sonora del film “The Others”.


Biografia Marco Bertoli

Geologo, ha pubblicato vari romanzi: L’avvoltoio. Delitti all’alba della scrittura, Gilgamesh. La storia di un eroe sumero, Eroina suo malgrado e altri racconti, Frammenti di vita, Delitti nella Sto-ria, Il Cavaliere, la strega e…, Ivano. Il cavaliere del leone, 1886. Quando le Lunatermiti invasero la Terra, La Streghetta e la Vampira, Morte a Pilakopi, La mula del maresciallo e Miniera. 

Per NPS Edizioni ha pubblicato Percussor. I delitti del Reame Pisano, e La signora che vede i morti.

Numerosi racconti hanno vinto concorsi e sono stati pubblicati in oltre duecentotrenta antologie, tra cui Bestie d’Italia e Streghe d’Italia (NPS Edizioni).


domenica 11 luglio 2021

Intervista a Francesca Bertuca

 INTERVISTA A FRANCESCA BERTUCA

Bentrovati, lettori. Oggi il blog ospita la scrittrice Francesca Bertuca, di cui ho avuto il piacere e l'onore di leggere il bellissimo romanzo distopico: "I figli della cenere", edito da DZ Edizioni. Una storia emozionante e avventurosa, ambientata in un'Europa del futuro, regredita tecnologicamente a livello medievale.


Ciao Francesca,

benvenuta sul blog “i mondi fantastici”. Parlaci un po’ di te: chi sei, dove vai, cosa fai? Come sei approdata alla scrittura?

Ciao, Alessio :)

Be’, che dire, sono una scrittrice cresciuta tra gli ulivi e il mare di La Spezia, ma, di base, sono solo una sognatrice. Ho sempre pensato che ci fosse qualcosa di più grande che mi aspettasse, una sorta di al di là del mare da raggiungere. Per questo motivo, ho viaggiato molto. Ho cercato il mio al di là del mare come una disperata, spostandomi da Milano a Parigi, dove ho vissuto per un anno nel mondo dei sogni per eccellenza: Disneyland. Questo mio vagabondare ha nutrito quella vena sognatrice che portavo dentro, facendomi diventare ciò che sono ora, e di questo non potrei essere più contenta.

Il mio approdo alla scrittura si fonda principalmente su questo: i sogni. Erano anni che avevo un personaggio che mi ronzava nella testa. Una notte del 2015, ho fatto un sogno vivido in cui lui rimaneva coinvolto in un attacco e sopravviveva. Al mattino, la voglia di scoprire cosa gli sarebbe capitato si rivelò così grande che dovetti mettermi alla scrivania, con il quaderno alla mano e una gran voglia di scrivere — e leggere — la sua storia. Da lì, è iniziato tutto.


Cosa ti piace leggere? Quali sono i tuoi libri preferiti?

Mi piacciono le storie con personaggi forti, specie quando le tematiche ruotano attorno ai rapporti di amicizia/fratellanza o a quello padre/figlio. Meglio ancora se nelle trame aleggia una gran disperazione e fame di qualcosa di bello che deve ancora arrivare. Tra i titoli che preferisco ci sono senz’altro “Christine, la macchina infernale”, di Stephen King; “Il Grande Gatsby”, di F.S. Fitzgerald e “Furore” di J. Steinbeck. 


Hai un genere o sottogenere a cui sei particolarmente affezionata? O ti piace spaziare, giocare con i generi?

Diciamo che, per quanto riguarda la lettura, così come un tempo vagabondavo tra le città, adesso vagabondo tra i generi letterari. Salto volentieri da uno all’altro, a patto che la storia e lo stile narrativo siano forti. Come autrice, mi occupo di fantascienza e fantastico, ma non escludo di tentare l’approdo alla narrativa, prossimamente.



Passiamo a “I figli della cenere”, il tuo romanzo edito da DZ Edizioni. Come nasce quest’opera? Cosa volevi raccontare con questa storia? 

Ad avermi spinto a scrivere il romanzo è stato Alec, uno dei protagonisti, nonché il personaggio che mi ronzava nella testa da anni; un ragazzo che, un po’ come me, non riesce a staccare gli occhi di dosso dall’orizzonte, chiedendosi cosa ci sia, al di là di esso.

Ciò che volevo raccontare, di base, era proprio questo: il bisogno di cercare qualcosa di luminoso in una vita difficile. Poi, con il passare degli anni (e delle stesure) la trama si è ispessita, e i personaggi sono aumentati, diventando più forti. Di conseguenza, ne è emersa l’esigenza di trasportare un bisogno comune: quello di andare sempre avanti e di non smettere mai di sognare che qualcosa di migliore possa accadere.


Come mai questo titolo? Puoi anticiparci (non troppo) qualcosa?

Il titolo richiama in maniera diretta l’ambientazione. Nel mondo narrativo de “I figli della cenere”, a seguito di una guerra nucleare che ha devastato il pianeta, su gran parte dell’Europa continua a piovere incessantemente cenere. Gli uomini vengono partoriti dal grigio e nel grigio muoiono. Ciò che volevo richiamare, con questo titolo, era un’immagine di un film d’animazione che ho visto da bambina, il Re Leone II, in cui un ciuffo d’erba spuntava dalle ceneri di una distesa bruciata. Allo stesso modo, quando penso ai personaggi del mio libro vedo piccoli boccioli che spuntano dal grigio, in cerca di qualche raggio di sole. Non posso dire molto — il rischio spoiler è sempre in agguato — ma ti anticipo che, man mano che la storia andrà avanti, i figli della cenere prenderanno sempre più spazio all’interno della narrazione.


Il romanzo è autoconclusivo o fa parte di un progetto più ampio?

Si tratta di una saga, una quadrilogia per l’esattezza. Il secondo volume dovrebbe uscire prossimamente, quindi restate sintonizzati (o l’Unico vi troverà).



Ti piacerebbe vivere nel mondo da te creato? Perché?

Diciamo che l’idea di vivere sotto la cenere non mi attrae particolarmente, anche perché il rischio di prendersi il fischio nero è alto — e io sono già asmatica di mio, mi ci manca giusto il fischio nero. Tuttavia, non mi dispiacerebbe passare qualche giorno ad Hanstad, tra i fiordi, all’interno della Corazza che protegge la città dal gelo del nord. Amo il freddo. <3


Infine, regalaci un consiglio di lettura per l’estate.

Consigli di lettura? Ci piace!

Quest’estate punterei tutto sui racconti; veloci da leggere, ma carichi di significato ed emozioni. Tra questi vi consiglierei “Il coraggio di vincere” di Alice Bassi, un racconto sportivo ambientato tra Berlino e Amburgo, nel 1974. Essendoci di mezzo il Muro di Berlino, non posso che amarlo e suggerirvelo. :)

Vi consiglierei, inoltre, anche “Stagioni diverse”, di King e “La boutique del mistero”, di Dino Buzzati. Li trovo entrambi adattissimi per l’estate.

In ultimo, veniamo ai romanzi. Se amate la suspense, non mi farei mancare “Bunker diary”, di Kevin Brooks. Se invece siete amanti dei classici, e non lo avete mai letto, provate “Il Grande Gatsby”, di F.S. Fitzgerald. 

Per i fan del fantasy, rimando infine al catalogo di Dark Zone edizioni; ci sono un sacco di autori italiani di grande talento. Tra i vari titoli, potrei suggerire “Berserkr”, un urban fantasy di Alessio del Debbio ambientato a Berlino (immagino che abbiate capito che mi piace come ambientazione, vero?) e “La fiamma azzurra”, di Daniele Viaroli. 


Grazie per essere stata ospite del blog “I mondi fantastici”.

Grazie a te. Un abbraccio a tutti!


Per scoprire di più su "I figli della cenere", visitate il sito Dark Zone!

mercoledì 14 aprile 2021

Blogtour "Dark and Light - Legami di sangue" - Intervista a Sabrina Pennacchio

Blogtour "Dark and Light - Legami di sangue" - Intervista a Sabrina Pennacchio

Bentrovati, lettori. Oggi il blog "I mondi fantastici" ospita una tappa del blogtour di "Legami di sangue", prequel di Dark and Light, l'atteso romanzo di Sabrina Pennacchio. Il blogtour è stato organizzato da Sabrina & Giulia, le blogger di "Le librose avventure di Sabrina" e di "Il sogno di Merlino".

 Intervista all’autrice 

1: 𝐏𝐚𝐫𝐥𝐚𝐜𝐢 𝐝𝐢 𝐭𝐞.

Sono Sabrina Pennacchio, ho trent’anni e vivo in un paesino in provincia di Napoli.

Nella vita di tutti i giorni faccio l’estetista seppur sia un campo davvero difficile e qui al sud il lavoro è sempre precario. Per fortuna posso dire che come secondo lavoro ho quello della scrittura che va più bene di quanto potessi mai immaginare.


2: 𝐈𝐧 𝐜𝐡𝐞 𝐦𝐨𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐞' 𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐥𝐚 𝐭𝐮𝐚 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞?

Quando avevo tredici anni. Sino a quel momento ho sempre e solo disegnato manga con le mie storie. Poi un giorno rimasi delusa dal finale di un anime (Vampire Knight) e decisi di scriverlo io su un sito chiamato manga.it che all’epoca era il primissimo sito di Fan Fiction. Che dire: ho scoperto che scrivere faceva per me più che disegnare e non mi sono più fermata. 


3: 𝐂𝐨𝐦'𝐞' 𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐥𝐥𝐚b𝐨𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐨𝐧 Amazon?

Dopo la delusione con una piccola casa editrice con cui ho pubblicato, ho scoperto l’editoria di Amazon. Quando mi sono resa conto delle convenienze economiche e visive che ti offriva, mi ci sono incollata e non mi scollerò facilmente ahah


4: 𝐇𝐚𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐠𝐞𝐭𝐭𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐟𝐮𝐭𝐮𝐫𝐨?

Assolutamente sì. Un urban fantasy scritto a due mani con la mia amica e collega Sabrina Guaragno, ma non faccio spoiler ahah


5: 𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐦𝐚𝐢 𝐡𝐚𝐢 prediligi la terza persona nella scrittura?

Perché usare solo il punto di vista della protagonista mi sembra discriminatorio per gli altri personaggi ahah amo parlare di tutto ciò che circonda tutti, non solo un personaggio.


6: 𝐂𝐨𝐬𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐞𝐫𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐚 𝐜𝐡𝐢, 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐭𝐞, 𝐯𝐨𝐫𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐝𝐚?

Non fidatevi delle case editrici che vogliono fregarvi, puntate su Amazon e se vi capita una casa editrice con i fiocchi, allora tentate. Ma prima fatevi consigliare da un avvocato e non firmate niente.

Inoltre siate determinati, questo è un mondo di squali e la gente ama affossarti anche solo per invidia. Amate cosa fate, anche solo per voi stessi vale la pena andare avanti.


7: 𝐐𝐮𝐚𝐧𝐭𝐨 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 𝐢𝐦𝐩𝐢𝐞𝐠𝐡𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐫𝐞 𝐮𝐧'𝐨𝐩𝐞𝐫𝐚?

Dipende. Dark and Light 2 l’ho scritto in un anno e mezzo. Sono abbastanza pignola ahah


8: 𝐐𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐦𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐢𝐠𝐥𝐢𝐞𝐫𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐚 𝐜𝐨𝐥𝐨𝐫𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐯𝐨𝐫𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞𝐫𝐨 𝐟𝐚𝐫𝐞 𝐢 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐢 𝐩𝐚𝐬𝐬𝐢 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐦𝐨𝐧𝐝𝐨? 

Di affidarsi a buoni editor, impaginatori e grafici per rendere perfetto il vostro lavoro.

Io ho delle persone eccezionali che vi consiglio volentieri, basta chiedermelo.


9: 𝐋𝐚𝐬𝐜𝐢𝐚 𝐚𝐢 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐢 𝐥𝐞𝐭𝐭𝐨𝐫𝐢 𝐮𝐧 estratto della 𝐭𝐮𝐚 𝐨𝐩𝐞𝐫𝐚.

10: 𝐐𝐮𝐚𝐥 𝐞' 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐨 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨 𝐢𝐧 𝐚𝐬𝐬𝐨𝐥𝐮𝐭𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐭𝐢 𝐡𝐚 𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐚𝐝 𝐚𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐯𝐢𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚'?

Dark and Light – Amore Impossibile – mi ha donato un successo che non pensavo! Bestseller Amazon per oltre un anno e mezzo e più di 10.000 copie vendute e lette tra digitali e cartacei.


11: 𝐂𝐢𝐨' 𝐜𝐡𝐞 𝐫𝐚𝐩𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐫𝐚𝐜𝐜𝐨𝐧𝐭𝐚 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐝𝐢 𝐭𝐞? 

La mia voglia di evadere dalla realtà, sicuramente.


giovedì 24 settembre 2020

Blogtour "Il giovane Achille" - intervista a Stefania Franchi

 Blogtour "Il giovane Achille" - intervista a Stefania Franchi

Bentrovati, lettori. Oggi il blog ospita una tappa del blogtour di "Il giovane Achille", il nuovo romanzo di Alessandro Ricci, edito da NPS Edizioni. Abbiamo il piacere di intervistare Stefania Franchi, che ha curato le illustrazioni del libro, dando vita a Alessio, Cirone e agli altri personaggi della storia.

E voi vi siete già uniti agli AKEI?!

(Qua l'articolo sul libro).


Buongiorno Stefania e benvenuta sul blog….

Parlaci un po’ di te, chi sei? Cosa fai? Dove vai?

Buongiorno ! Ciao a tutti… ho 34 anni , vivo a Lucca e attualmente sono un’agente di polizia municipale. Nel tempo libero  cerco di portare avanti la mia passione che è appunto l’illustrazione :D 


Come ti sei approcciata al disegno e all’illustrazione?

 Per il disegno ho sempre avuto un’inclinazione molto forte. Ricordo il mio primo Paperino disegnato e incorniciato, avevo sì e no 6 anni .Al mondo del digitale e dell’illustrazione mi sono avvicinata invece recentemente, da circa un paio di anni e devo dire che mi sta dando tante belle soddisfazioni.


Cosa ti piace, in particolare, nell’illustrare copertine di libri? 

Le copertine in particolare necessitano di un impegno ancora più grande rispetto a quello delle immagini interne, perché devi far capire al futuro lettore il contenuto del libro ma anche catturarlo con i giusti colori .


Se tu potessi scegliere, c’è un libro (fantasy, ma non necessariamente) che vorresti illustrare? 

Risposta forse scontata ma avrei voluto illustrare uno dei miei libri preferiti.. Harry Potter, naturalmente nel mio stile :D 


Per NPS Edizioni, hai curato la copertina e le illustrazioni interne di “Il giovane Achille”. Come è stato lavorare su questo libro?  

Il libro l’ho visto nascere e costruire passo per passo. Da questa posizione privilegiata, diciamo che è stato molto naturale e allo stesso tempo, stimolante, dar vita ai personaggi del Giovane Achille. 


C’è un personaggio che preferisci, all’interno del romanzo “Il giovane Achille”?  

Sì , Alessio. Sarà che un po’ mi ci riconosco nel carattere .. e poi beh , è il protagonista!



Progetti e idee per il futuro? 

Spero di poter partecipare alle fiere nazionali a cui non ho potuto presenziare quest’anno e nel frattempo mi tengo in allenamento per i prossimi concorsi e per le altre future collaborazioni.


Grazie per essere stata ospite del blog…

Grazie a voi, è stato veramente un piacere.

Lascia pure i tuoi contatti, sito ecc.

Pagina Facebook Stefania Franchi.

venerdì 27 settembre 2019

Intervista a Daniele Viaroli - autore fantasy

INTERVISTA A DANIELE VIAROLI - autore fantasy

Bentrovati, lettori. Oggi ho il piacere di intervistare Daniele Viaroli, autore del bellissimo romanzo "La fiamma azzurra" (Dark Zone Edizioni), di cui vi ho già parlato nei giorni scorsi. Ricordate? Scopriamo qualcosa di più di questo talentuoso giovane autore! 

Ciao Daniele, 
benvenuto sul blog “i mondi fantastici”. Parlaci un po’ di te: chi sei, dove vai, cosa fai? 
Foto di Elena Galati Giordano

R: Ciao a te e a tutti i lettori. Cosa dire? Il mio nome è Daniele, scrittore, istruttore di arti marziali, per lo più orientali, e sopravvivente che s’adatta a qualsiasi lavoro per poter inseguire i suoi sogni. 
Dove vai è una domanda più complessa cui rispondere. Come ogni esordiente sono all’inizio di un cammino che potrebbe portare a qualsiasi cosa, sia in positivo che in negativo. La speranza è poter un giorno vivere di ciò che scrivo, ma sono cosciente di quanto questo percorso sia complesso, quindi cerco di godermi ogni istante con serenità e lavorare sodo per migliorare ogni giorno.

Come sei approdato alla scrittura? Cosa è per te la scrittura?

R: Ho corteggiato diverse forme d’espressione artistica, esplorandole un po’ tutte. Disegno, musica, recitazione sono solo alcune delle strade che ho intrapreso da ragazzino, prima d’approdare alla scrittura. Cominciai per gioco alle superiori, quando, insoddisfatto dai temi scolastici a sfondo prettamente giornalistico, tentai di scrivere un racconto di narrativa. Non ho più smesso.
La scrittura per me è vita.
Per essere più concreti, però, potrei dire che ha almeno due scopi. Il primo, orientato verso il mondo, consiste nel trasmettere valori universali e di scavare nell’animo umano alla ricerca di quel qualcosa in più che rende questa vita degna d’essere vissuta. In tal senso il compito dell’autore è trovare tale messaggio e donarlo ai lettori nel modo più comprensibile, divertente e coinvolgente possibile. Il secondo scopo, più personale, è quello di spalancare una porta su ciò che s’agita nelle cupe profondità del nostro animo. Uno strumento, sincero e raffinato, per conoscere ogni frammento di sé e capire chi siamo davvero.

Cosa ti piace leggere? Quali sono i tuoi libri preferiti?

R: Mi piace leggere di tutto, senza pormi limiti di genere. Tendo, però, ad amare quei libri in cui un forte messaggio di fondo è in perfetto equilibrio con una trama coinvolgente e affascinante. In questo senso adoro con tutto il cuore opere come le Cronache della Folgoluce di Brandon Sanderson in cui epicità e profondità vanno a braccetto.

Parliamo di “La fiamma azzurra”, il tuo libro d’esordio con Dark Zone. Come è nata questa storia?

R: Ho pensato a lungo a come rispondere a questa domanda, ma la verità è che non lo so. È comparsa all’improvviso, prendendo forma ai margini di altre storie che stavo scrivendo. Forse è nata dalla necessità di mettere in comunicazione tra loro tutti i mondi che affollavano la mia mente, ma credo che la verità stia nel mio desiderio di libertà. Volevo una storia che potesse mescolare più generi, che non fosse bloccata da un singolo pacchetto di regole, qualcosa in grado di trascendere i limiti. Una folle avventura attraverso un caotico multiverso in compagnia di un poeta guerriero mi è sembrata una buona idea.
Ci sarebbe un’altra risposta nascosta in quello che è per me il vero significato della Fiamma Azzurra, l’oggetto cui il libro deve il titolo, ma rischierei di rivelare troppo sulla trama. Ammetto che mi piacerebbe scoprire cosa pensano in merito i lettori.

La fiamma azzurra” ha tanti personaggi. Ti sei divertito a crearli? E soprattutto… qual è il tuo preferito?

R: Adoro creare personaggi di vario genere, donare loro una personalità complessa per poi lasciarli evolvere da sé. Generare quelli della Fiamma Azzurra è stato un vero spasso. Partire da uomini tutti di un pezzo come Odin, passare a figure tragiche come l’Imperatrice per poi svoltare sull’assurda ingenuità di Alfred ha reso divertente sia generarli che vederli interagire tra loro. So che sembra fuori da ogni logica, ma nella maggior parte delle scene ironiche le battute non nascevano più da me, ma da loro.
Il personaggio preferito? Benny Bumbleboom. Avete idea di quanto possa far ridere dare voce alle sue battute, fregandosene allegramente del politically correct?

Il romanzo è ricco di citazioni nerd, che un amante di fantastico, serie tv, film, non può non cogliere. Ma quanto è nerd Daniele Viaroli?

R: Un sacco e meno di quanto sembri. Un sacco perché mi nutro di film, serie tv, fumetti e videogiochi con la stessa voracità con cui un muratore bergamasco a digiuno da mesi s’avventa sulla polenta. Meno di quanto sembri perché non ho molto del recluso solitario alla Big Bang Theory e sono un asso nel distruggere qualunque oggetto tecnologico mi passi tra le mani. Mi piace molto stare in compagnia, adoro l’avventura e sono decisamente estroverso. Valgo lo stesso come nerd?
Foto di Elena Galati Giordano

Se tu potessi girare nel multiverso, quale mondo ti piacerebbe visitare?

R: Beh Crocevia sarebbe una tappa obbligata. Chi non vorrebbe mai trovarsi in una città zeppa di razze extradimensionali, ninnoli strani, oggetti assurdi, volpi azzurre e avventure a non finire? Probabilmente farei una fine orribile, ma sarebbe divertentissimo. Tuttavia, se proprio dovessi scegliere un’unica dimensione da visitare, credo ne creerei una con tutte le caratteristiche delle Hawaii o di Bora Bora. Spiagge dorate, mari cristallini, cocktail prelibati e un ukulele. Chi m’ammazza più?

Prossimi progetti? “La fiamma azzurra” avrà un seguito? Ma sarà un seguito o un volume autonomo?

R: Ne “La fiamma azzurra” la trama s’apre e si chiude all’interno del volume. L’ambientazione e alcuni personaggi, però, hanno ancora moltissimo da dire. Sarebbe stato un peccato lasciarli ad ammuffire in panchina, quindi mi sono attrezzato con una macchina da scrivere, l’ho messa da parte perché digitavo una parola ogni venti minuti, ho recuperato un portatile e ho dato i natali al seguito. Quando questo vedrà la luce spetta alla Dark Zone dirlo.

Se i fan volessero incontrarti, dove ti troveranno nel prossimo autunno?

R: Sarò in tour con la Dark Zone, soprattutto nel nord Italia. La prima tappa sarà a Milano, a Stranimondi, il 12-13 Ottobre. La seconda a Lucca per tutti i giorni del Comics and Games. La terza di nuovo a Milano per Bookcity. Spero di poterne annunciare presto tante altre, dato che adoro conoscere i lettori e ho scoperto d’amare la vita mondana degli eventi. Quindi non esitate a passare a trovarmi. 

Grazie per essere stato ospite del blog “I mondi fantastici”.

R: Grazie a te per questa splendida occasione e a chiunque abbia dedicato il suo tempo alla lettura delle mie parole. A prestissimo.

Ho attraversato il multi-verso, visto cose inimmaginabili, preso parte a eventi decisivi, ascoltato ballate di una bellezza soave, assaporato i migliori piatti creati, ammirato panorami in grado di ridurre in lacrime il più burbero degli insensibili. Eppure nessuno di quei momenti mi ha mai fatto sentire vivo come gli istanti passati con Lili. Perché, per quanto qualcosa possa essere meraviglioso, non ha senso senza qualcuno con cui condividerlo. 

Skald scattò in avanti, attaccando il vichingo con un fendente diagonale. Odin deviò la flamberga e si defilò di lato. Contrattaccò con un taglio orizzontale al collo che l’altro schivò in scivolata, come previsto dall’assassino. Senza troppi complimenti Odin stampò un manrovescio sullo zigomo di Biancovento. Fu un colpo tremendo, che spedì il malcapitato contro una bancarella di frutta. 
 
Ombra saettò contro il gigante, ma questi l’anticipò, rifilandole un calcio nel costato. La volpe guaì, scagliata a tre metri di distanza. Leonard si fece avanti tremante, ma bastò un’occhiataccia di Odin per farlo desistere. I cittadini di Crocevia, affascinati dallo scontro, crearono un cerchio attorno ai duellanti per poter assistere allo spettacolo. 
«Tutto qui?» si pavoneggiò l’assassino, con le braccia spalancate. Un pomodoro attraversò l’aria e si spappolò sul suo petto con un sonoro sciak, seguito da una mela che rimbalzò innocua. 
«Proviamo con qualcosa di più duro» suggerì Skald. Afferrò un cocco dalla bancarella e lo scagliò contro il vichingo. 
Odin scosse il capo e lo divise a metà con un fendente. Il latte che ne uscì gli inzaccherò la cappa nera. Lui ci passò un dito, lo assaggiò e sputò disgustato. Riprese ad avanzare verso il bersaglio, senza esitare. Per farlo fu costretto a schivare un ananas, tre mandarini, un mango, due angurie e una carota.

giovedì 29 agosto 2019

Intervista a Livio Gambarini - autore di Eternal War

Intervista a Livio Gambarini


Salve, amanti del fantastico. Ricordate "Eternal War", la bella saga urban fantasy storica di Livio Gambarini? Ho parlato di "Vita nova", il secondo capitolo, proprio qualche giorno fa. Oggi abbiamo l'onore e il piacere di ospitare l'autore sul blog, che ci parla del mondo dietro il libro, del grande lavoro di ricerca e del divertimento nel creare questo bellissimo universo fantastico! Pronti per conoscere Livio Gambarini?

Ciao Livio, 
benvenuto sul blog “i mondi fantastici”. Parlaci un po’ di te: chi sei, dove vai, cosa fai? 

Ciao Alessio! Grazie per l’invito nella tua casa virtuale. Io sono Livio, bergamasco trapiantato a Milano, e faccio una serie di mestieri legati alla scrittura: sono autore di romanzi storici e fantastici, editor freelance, insegnante di narratologia, docente al corso di scrittura creativa all’Università Cattolica di Milano, writing coach per scrittori desiderosi di migliorare le loro opere – e sono abbastanza sicuro di starmi dimenticando qualcosa, ma del resto io dimentico quasi tutto.

Come sei approdato alla scrittura? Cosa è per te la scrittura?

Sono approdato alla scrittura attraverso una navigazione molto meticolosa. Ho deciso che scrivere sarebbe stata la mia strada quando mi sono iscritto a Lettere Moderne, invece di scegliere Biotecnologie Mediche (scelta che un po’ rimpiango: campare di scrittura è praticamente impossibile, mentre averla come secondo lavoro è insieme appagante e sostenibile). 
Questo è la scrittura: un sogno, un progetto, una costante fonte di crucci, povertà e soddisfazioni in egual misura 😉
Cosa ti piace leggere? Quali sono i tuoi libri preferiti?

Tolta la saggistica e i classici, leggo soprattutto i generi della narrativa che scrivo: romanzi storici, fantasy e fantascientifici. Di recente ho aggiunto anche qualche libro rosa.

Parliamo di “Eternal War”, la saga che stai pubblicando con Acheron Books. Come è nato questo progetto?

Come forse saprai, Acheron non accetta quasi mai romanzi finiti, preferendo partire dalle idee e assistere l’autore durante la stesura. Io fui contattato prima del lancio della CE, e mi fu chiesto se volessi proporre loro qualche idea per un romanzo historic fantasy d’ambientazione italiana, che potesse stare entro 300.000 battute. Io gli proposi tre diversi high concept, uno dei quali era riassunto nella formula “Penato+Costellazioni Familiari=Figata”

L’idea era di scrivere un romanzo basato su una reale famiglia storica, usando come protagonista il suo penato, cioè lo spirito custode della stirpe secondo le credenze degli antichi romani. Scelsero di farmi sviluppare quel concept, ma siccome avevano in cantiere già un altro libro ambientato nella Roma imperiale (l’ottimo Severianus di Luca Tarenzi), mi chiesero di scegliere un’epoca differente.

Perché la scelta del Dugento fiorentino?

Per una serie di motivi di natura molto diversa fra loro. A livello prettamente commerciale, perché Dante è uno dei più famosi italiani della Storia (“Gli Eserciti dei Santi” è stato subito tradotto in inglese, e aveva bisogno di un appeal sul mercato estero); a livello documentario, perché avendo appena compiuto ricerche sulla tarda età comunale in Nord Italia (venivo dalla scrittura de “Le Colpe dei Padri”), mi sarebbe stato molto più facile approcciarmi al contesto delle vicende dantesche rispetto a quelle di Costantino o di Traiano. Infine, a livello narrativo e drammatico, il XIII secolo era l’epoca delle sanguinose contese per la supremazia delle famiglie nobili, divise in guelfi e ghibellini. Quale contesto migliore, quindi, per far brillare i miei “penati”?

In “Eternal War” il protagonista è sicuramente Guido Cavalcanti che, con il suo carisma, si trova spesso a oscurare il ben più celebre (a posteriori) Dante. Come mai la scelta di scrivere un fantasy su Cavalcanti? Cosa ti ha colpito di questo personaggio storico?

Che Cavalcanti fosse un uomo fuori dal comune sotto un po’ ogni profilo non è mia invenzione: lo riportano in molti, da Dino Compagni a Boccaccio. Dante medesimo, che aveva un’opinione altissima della propria intelligenza, nella Commedia fa parlare così il babbo di Guido: “Se per questo cieco carcere vai per altezza d'ingegno, mio figlio ov'è?" E Guido non ci viene tramandato dalle fonti solo come un genio, un guerriero provetto e il poeta che insieme all’Alighieri fondò il Dolce Stil Novo. Era anche (e soprattutto) un magnate, a capo di una delle più ricche e potenti famiglie di Firenze. 

Insomma, talenti quasi eccessivi (qualcuno l’ha pure tacciato di essere un personaggio Mary Sue/Gary Stu), per giustificare i quali ho inventato la questione della doppia-anima, unicità che egli condivide col solo Dante. Essendo qualche anno più vecchio del Sommo Poeta, Guido era il PdV ideale per raccontare la sua storia, e quella spesso dimenticata della loro grande amicizia e della violenta rottura che poi le separò per sempre, di cui parlo nel terzo volume di Eternal War, “Il Sangue sul Giglio”.

Quanto è difficile ambientare un fantasy in un’epoca storica ben precisa, lontana dalla nostra, con tutta la documentazione necessaria?

Realistica o fantastica che sia, la narrativa storica è sempre una pigna nel didietro. Davvero. Ricalcare eventi reali con la narrativa richiede cinque volte più scrupolo e attenzione del normale, e impone luoghi, fatti e tempi che tolgono un sacco di libertà d’azione, anche quando ci si prende qualche licenza, come ho fatto in Eternal War (ma non nella ligissima Trilogia delle Radici). Dopo cinque romanzi ambientati nel medioevo italiano, ne ho un po’ piene le scatole… Mi piacerebbe scrivere qualcosa di ambientato ai giorni nostri, o in un mondo completamente inventato; ma prima dovrò portare a termine i lavori avviati. Il che significa almeno altri 3 romanzi medievali… tiratemi un colpo di balestra, vi prego!

Hai una creatura fantastica preferita?

Ho sempre amato i rakshasa, demoni indiani con sembianze di tigri antropomorfe. Tra le creature di mia invenzione, non ne ho una preferita; mi stanno molto simpatici i Corricielo: spiriti lievissimi che connettono le Lande alla Materia, e possono essere visti ad occhio nudo da qualunque umano. Sono quei puntini luminosi che zigzagano quando fissi un punto del cielo a lungo. Puoi vedere anche i loro predatori naturali, i Vermicielo, simili a lombrichi trasparenti. Sono creature così deboli, che per ucciderli basterebbe il fascio di spiritelli visivi proiettato dall’occhio umano. Ecco perché, quando provi a fissarne uno in cielo, lo vedi subito scivolare di lato e non riesci a metterlo a fuoco. 

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

La mia priorità attuale è portare a termine la saga di Eternal War e ultimare i lavori per After the Wave, il videogioco indie che sto scrivendo e su cui da un paio d’anni lavoro nei ritagli di tempo con un gruppo di amici davvero bravi. 

Tra gli altri progetti arrivati a un livello avanzato c’è un dark fantasy tamarro con Nero Press, che ha per protagonista un personaggio ricorrente delle mie campagne di D&D. Per chi non lo sapesse, non si dovrebbe mai proporre al pubblico le cronache delle proprie avventure di D&D. Originariamente, questo romanzo breve l’avevo scritto solo per i miei giocatori e per espandere la lore della campagna. Poi mi sono accorto che aveva una sua coerenza interna e che si reggeva anche senza conoscere i fatti veri e propri della campagna. Quasi per scherzo, l’ho fatto leggere a un’amica della redazione di Nero Press Edizioni, e loro mi hanno proposto di pubblicarlo, con il relativo editing. 

Uscendo dal campo della narrativa fantastica, la grande notizia è che qualche mese fa ho firmato un contratto con Piemme per un nuovo romanzo storico, di cui a breve darò l’annuncio ufficiale sui social: il mio primo ingresso in una grande CE! Infine, non prima di un paio d’anni da adesso, voglio scrivere “Il Destino dei Figli”, il volume conclusivo della saga thriller-storica della Trilogia delle Radici – è pazzesco il numero di lettori che, ancora dopo tre anni dall’uscita dei “Segreti delle Madri”, mi chiedono notizie sul terzo volume!

Se i fan volessero incontrarti, dove ti troveranno nel prossimo autunno?

Le due date più importanti saranno Stranimondi a Milano, dove lanceremo “EW3: Il Sangue sul Giglio” (ti giuro, non sto più nella pelle!) e Lucca Comics, dove sarò per tutti e cinque i giorni al banco di Acheron Books nel padiglione Games. 

Grazie per essere stato ospite del blog “I mondi fantastici”.

Grazie a te per avermici invitato, Alessio, e in groppa al lupo per le tue prossime opere! 

giovedì 8 agosto 2019

Intervista a Silvia Talassi

Intervista a Silvia Talassi

Bentrovati, lettori. Oggi vi regalo una bellissima intervista a un'artista poliedrica: Silvia Talassi, musicista (della band "Joe Natta e le Leggende Lucchesi") e disegnatrice, che ha curato gli splendidi disegni che adornano le pagine del libro "Chi ha paura del Linchetto? Storie e ballate del folclore lucchese" (NPS Edizioni). Pronti per conoscerla?

Foto di Daniela Vaccari
Buongiorno Silvia e benvenuta sul blog.
Parlaci un po’ di te, chi sei? Cosa fai? Dove vai?

Ciao a tutti, sono Silvia, il mio piccolo universo è pieno di passioni e amo la libertà che la fantasia concede cercando di esprimermi attraverso la magia che l’arte regala.
Passo dalla pittura alla fotografia, dalla pirografia su legno alla lavorazione della ceramica fino alla musica dove, circondata dai miei tanti e particolari strumenti, suono dentro e fuori la Toscana.

Come ti sei approcciata al disegno e all’illustrazione? 
Fin da piccola ho sempre amato disegnare (anche sui muri di casa per la felicità dei miei genitori) e crescendo ho approfondito sempre più questa passione attraverso lo studio (non ho ancora smesso d’imparare) disegnando ogni volta che ne ho sentito il bisogno.

Cosa ti piace, in particolare, nell’illustrare?
Mi piace trasformare un’idea in realtà, il disegno ti permette di rendere vive le immagini o le sensazioni che ti percorrono dentro. 


Se tu potessi scegliere, c’è un libro (fantasy, ma non necessariamente) che vorresti illustrare?
Sono sempre stata affascinata dalla Divina Commedia, ma illustrarla sarebbe un lavoro davvero impegnativo…però mai dire mai! Se invece penso al Fantasy mi lascerei ispirare da una delle opere supreme… Il Signore degli Anelli. 

Parlaci del progetto “Leggende Lucchesi”. Come sei entrata nella band?   
Il progetto “Leggende Lucchesi” nasce da un’idea di Joe Natta, appassionato da sempre di storie e folclore toscano. Io sono veneta ma vivendo da molti anni a Lucca mi sono fatta trascinare in questo mondo magico pieno di creature straordinarie, folletti, mostri, streghe e sogni.

Quando Joe ha deciso di portare live le sue canzoni, sapendo che suono (o meglio cerco di suonare) diversi strumenti, mi ha praticamente costretta a esibirmi con lui e Fabio Rapatmax (l’altro componente del trio). Esibirmi con loro mi ha dato la possibilità di conoscere luoghi e persone fantastiche. Non ho ancora imparato a gestire l’ansia pre-concerto…ma alla fine devo ammettere che mi diverto sempre molto quando, sommersa dai miei strumenti, suono con loro. 

Come è stato curare le illustrazioni per “Chi ha paura del Linchetto? Ti sei divertita?
All’inizio la richiesta mi ha colta di sorpresa perché è stata la mia prima esperienza come illustratrice di un libro. Le leggende le conoscevo tutte e anche i luoghi raccontati li ho visitati più e più volte, quindi la difficoltà è stata più a livello tecnico rispetto che emotivo. 

Non sapevo bene che stile dare al tutto, alla fine ho scelto il carboncino, un materiale semplice che però permette di giocare con le ombre ed esprimersi a contrasti. Mi sono divertita molto anche se quando finivo i disegni sembravo più uno spazzacamino che un’illustratrice!

Progetti e idee per il futuro?
Non so dove mi porterà il futuro…ma per ora mi lascio trascinare dal vento e spero continui a farmi volare su questa strada piena di arte, sogni e magia.

Grazie per essere stata ospite del blog.
Grazie per aver letto fin qui…non ho la pozione magica di Alice per restringervi e farvi passare dalle serrature delle porte, ma se volete entrare un po’ nel mio mondo cliccate qui.