Recensione "La furia dei draghi" di Stefano Mancini
Bentrovati, viaggiatori! Oggi vi porto nelle terre di Mhur, il mondo fantastico creato da Stefano Mancini, più volte ospite di questo blog. E' appena uscito infatti "La furia dei draghi", terzo e conclusivo capitolo delle Cronache di Mhur - L'Età degli eroi, trilogia iniziata con "L'erede del mago" (articolo qua) e proseguita con "Vessilli di guerra" (articolo qua), tutti editi da Linee Infinite.
Con "La furia dei draghi", appunto, si scatenano la furia dei draghi e, soprattutto, quella dell'Uomo Rosso, mai come in questo momento deciso a tutto pur di avere l'amuleto di Iirn e usarlo per ricreare il mondo a sua immagine e somiglianza. Nonostante il suo delirio, o forse proprio per questo, l'Uomo Rosso è un personaggio interessante, un "cattivo" necessario per imbastire una trama di così ampio respiro, come quella che tiene insieme i tre volumi dell'Età degli Eroi. Finalmente abbiamo un antagonista che sa quello che vuole ed è intelligente a sufficienza da capire come ottenerlo, in barba a tutta la buona volontà degli eroi.
E poi ci sono i draghi! Eh sì, nel volume conclusivo della trilogia i tre draghi al servizio (?) dell'Uomo Rosso li vediamo spesso, più scatenati che mai, e per gli uomini, gli elfi e i nani la situazione non si fa decisamente rosea. Per fortuna, però, che possono contare su quella strana compagnia di mercenari, avventurieri e, adesso, anche amici composta da Bronwen, Athrwys, Theroc e tutti gli altri. Le loro ricerche stanno per giungere alla fine, il viaggio si sta per concludere e tutto ciò per cui hanno lottato e sofferto... sarà davvero servito a qualcosa?
Parlare di un terzo volume di una saga è molto difficile, per non svelare molto a chi magari non ha letto neanche i primi due, però devo dire che, a differenza dei primi volumi, dove la trama si spostava molto, a livello geografico, in questo libro è molto più concentrata sui fatti che si svolgono a Qarash-Tahn. E, soprattutto, questo è un romanzo di guerra. In "L'erede del mago" ne abbiamo avvertito il sentore, in "Vessilli di guerra" abbiamo visto le prime schermaglie, ma qua, in "La furia dei draghi", assistiamo a una sequela di combattimenti, battaglie e scontri a dir poco impressionante. Da questo punto di vista, è un signor romanzo, con onde di guerra che travolgono tutti i personaggi, anche i più restii, anche il povero Gottrik, che nient'altro vorrebbe se non studiare, o Bronwen, che di combattere comincia a esserne stanco. Ma devono farlo. Per sopravvivere.
Scontri, guerre, caccia al talismano, e ovviamente intrighi, colpi di scena e tradimenti. Fino alla fine la palla continua a rimbalzare da un campo all'altro e la tensione è altissima.
Ottima come sempre la costruzione dei personaggi, sia dell'Uomo Rosso che degli avventurieri e dei vari sovrani degli uomini. Anche i personaggi secondari, nei romanzi di Stefano Mancini, trovano il loro ruolo, fanno sentire la loro voce, gridano il loro diritto all'esistenza e finiscono per farsi travolgere dalla furia dei draghi. Un romanzo corale, quindi, dove tutti i tasselli del puzzle trovano il loro posto, tutte le sottotrame aperte si chiudono per concentrarsi nell'ultima grande battaglia per il controllo del Laomedon, e forse dell'intero Mhur.
Amanti dei fantasy avventurosi e epici, vi assicuro che l'epicità, il senso dell'onore, scontri sanguinari e sacrifici eroici non mancheranno! Buona lettura con "La furia dei draghi"! :)
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