martedì 28 giugno 2016

Recensione di "Albion - Ombre" di Bianca Marconero

RECENSIONE DI "ALBION - OMBRE" di Bianca Marconero

E dopo il primo, bellissimo "Albion", sono tornato all'Albion College con Marco, Lance e gli altri ragazzi dal destino mitico, nell'appassionante romanzo "Albion - Ombre" di Bianca Marconero (disponibile su tutti gli store di libri). Un titolo semplice, niente di esagerato e commerciale, come spesso capita nei romanzi fantastici contemporanei, ma decisamente evocativo e che ben riassume l'essenza del libro, che copre la seconda parte dell'anno scolastico, dal ritorno degli amici dalle vacanze invernali fino all'estate e alla fine del terzo anno (per Marco, il primo anno). Un romanzo ricco di ombre, infatti, ombre che si addensano sull'Albion college, ombre che si annidano all'interno dell'Albion college e ombre, ahimè, che si infiltrano nel gruppo di amici, oscurandone gli ideali e allontanandoli uno dall'altro. Ombre che scaturiscono dall'incomprensione che si va creando (fomentata anche da qualcuno, ovvio!) all'interno del gruppo e che i caratteri ribelli (e forse ancora infantili, in fondo sono ragazzi) dei vari personaggi contribuiscono a rinsaldare. Il povero Lance ci prova a tenere tutti uniti, ma non è facile avere a che fare con una testa di fagiolo come Marco, o con Helena e Deacon, che se ne va in giro nudo la notte a far follie! :)

La frattura tra gli amici sembra quasi insanabile, ogni volta che sono sul punto di chiarire ecco che succede qualcosa, o qualcuno ci mette lo zampino, e tutto crolla di nuovo, fino alla risoluzione finale del conflitto. Non voglio anticipare nulla, perché libri di questo genere è bello scoprirli da soli, assaporandoli piano, pagina dopo pagina, e al riguardo devo dire che sebbene si tratti di un tomo di 500 pagine non è per nulla pesante, anzi vuoi per lo stile piacevole e scorrevole dell'autrice, vuoi perché le vicende sono interessanti (e le varie sottotrame intrigano sempre più), è facile arrivare in fondo senza accorgersene e dire: oh, ma è già finito?! 

Un punto di forza del romanzo, come già nel primo libro, sono i personaggi e questa, per gusto personale, è una cosa che mi fa molto piacere. A volte, molti autori, soprattutto emergenti e, ahimè, soprattutto italiani, puntano tutto sul sensazionalismo, sull'idea originale, anche stravagante, qualcosa che di sicuro attirerà i lettori, ma poi non dedicano abbastanza cura all'approfondimento dei personaggi che, per me, sono fondamentali. Dopo aver scoperto e amato le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, mi risulta difficile apprezzare un libro dove non ci sia la giusta cura dei personaggi, che per me sono sullo stesso livello di importanza della trama e dello stile. Bianca Marconero non delude, al riguardo, regalandoci dei personaggi completi, con un'ottima caratterizzazione, dando loro voci diverse, pensieri diversi e soprattutto sentimenti. Traspare, dalle pagine del libro, l'enorme amore dell'autrice per i suoi personaggi, quasi come fossero figli o fratelli suoi, e anche il lettore si ritrova a camminare con loro per i corridoi dell'Albion, chiedendosi (e forse anche immaginando già) come reagirà Marco a quella notizia, cosa farà Deacon adesso o cosa starà combinando Lance di nascosto da tutti. Trovo che sia bello quando arrivi a vivere un libro con i suoi personaggi, ridendo e soffrendo con loro. 
 Lance ricordava tutte le sue prime volte. La prima volta che aveva capito che niente è eterno. La prima volta che era stato a un funerale. La prima volta che era entrato in un cimitero. Erano ricordi che poteva legare a un odore, a un colore, ma del tutto privi di partecipazione. Nel caso del suo primo contatto con la morte, il defunto era un prozio che aveva incontrato un paio di volte. Lance era piccolo e non aveva afferrato la situazione fino in fondo. Ora, a distanza di quasi dieci anni, ammetteva di non comprendere ancora. Probabilmente era una di quelle esperienze che non si possono immaginare, ma si devono provare da vicino. Avrebbe capito il lutto solo il giorno in cui fosse stato ferito, mutilato da una perdita importante. E Lance, dopotutto, non aveva alcuna fretta.
A proposito di personaggi, il mio preferito è e rimane Lance. Adoro la sua aria (apparente) di imperturbabilità, come se i drammi degli adolescenti in calore, siano maghi o re leggendari, non lo toccassero, adoro il suo voler combattere da solo contro i demoni del mondo, soprattutto quelli che stanno dividendo il suo gruppo di amici, e capisco anche il suo carattere, introverso, restio a confidarsi. Forse perché mi rivedo molto in lui. E mi è dispiaciuto un sacco per come Marco l'ha trattato, senza dargli la possibilità di spiegarsi. Ecco, forse in questo siamo diversi, penso che sarei andato da Marco e gli avrei tirato un calcio nel culo per costringerlo a dirmi quel che gli passava per la testa! :) E' anche vero che Marco non ha tutte le colpe, anche Helena, soprattutto all'inizio, ci mette del suo per fargli pesare, in maniera eccessiva, alcune cose, e Deacon con il suo considerare tutto bianco o nero non aiuta. Ma, d'altronde, è una storia di adolescenti, ed è giusto così, che si comportino come tali e non come adulti vaccinati (che poi non è che gli adulti siano tutta 'sta gran saggezza!), ritorniamo al discorso personaggi: Marco è cresciuto da solo, sta imparando adesso cosa significhino amicizia e amore, la sua fama e il suo nome (cognome, direi) lo precedono e a volte lo mettono in difficoltà. Ma ho apprezzato il suo riscatto nel bosco, contro i due bulletti. (E passo oltre per non spoilerare).
Marco, tu sai cos'è la spada? Che cos'è davvero?
E' un'arma, nonno.
Questo pensi?
Sì, uccidi i nemici, con la spada. Quindi è un'arma.
No, Marco. Non lo è.
Concludo, con un cenno al nuovo personaggio introdotto in questo libro: Morgana. Premesso che non mi sta simpatica, la trovo una figura contraddittoria, combattuta e forse persino devastata nel suo animo. Difficile definirla come "buona" o "cattiva", sembra fregarsene della moralità e delle leggi, perseguendo solo i suoi obiettivi, anche se, nel complesso, mi ha dato l'idea di una persona sola e dal cuore distrutto, che sta facendo di tutto (attirare l'attenzione, fare casino ecc) per riempire il vuoto che si porta dentro. Da questo punto di vista, è una figura simile, quasi complementare, a quella di Marco.

E adesso, dopo questa splendida lettura, cosa leggerò? Spero che il nuovo libro di Albion esca presto. Magari nell'attesa potrei rileggere i primi due! :) E voi? Che ne pensate? A presto!






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