RECENSIONE ANTOLOGIA "OLTRE I MEDIA"
Di recente Panesi Edizioni ha pubblicato la sua seconda antologia: "Oltre i media", frutto del concorso omonimo lanciato lo scorso anno. A differenza della prima, a tema libero, questa volta i racconti dovevano essere legati/ispirati a una canzone o a un film, e infatti tutte le storie pubblicate sono precedute da un breve commento che indica la canzone o il film di riferimento. Una nota originale e carina. Così come carini sono i racconti, che spaziano da un genere all'altro, anche se prevalentemente si tratta di storie di vita vissuta, drammi personali, approfondimenti e introspezione di persone comuni, ciascuna con le proprie emozioni, i propri problemi, la propria voglia di vivere. Potrei indicare in questo il filo conduttore dei vari racconti.
Come già segnalato in un precedente articolo sul blog, i racconti inseriti nell'antologia "Oltre i media" sono quindici:
Morire a vent'anni - Marco Salvario
Sbagliato - Pasquale Aversano
Alle 3 del mattino - Giovanna Evangelista
Out of coffee - Alessandra Di Mauro
Quella mela - Giulia Mastrantoni
La lupa di sangue - Alessio Del Debbio
Lo straniero - Mirella Zolezzi
Daydreaming - Sogno ad occhi aperti - Martina Battistelli
Il segnalibro blu - Sara Cornini
Il cerchio della vita - Ser Stefano
Ci vediamo all'inferno - Daniele Cutali
Figlia della luna - Chiara Rantini
Senza petali - Federica Forlini
Giorni - Francesca Lizzio
A time for dancing - Alice Buzzella
Sbagliato - Pasquale Aversano
Alle 3 del mattino - Giovanna Evangelista
Out of coffee - Alessandra Di Mauro
Quella mela - Giulia Mastrantoni
La lupa di sangue - Alessio Del Debbio
Lo straniero - Mirella Zolezzi
Daydreaming - Sogno ad occhi aperti - Martina Battistelli
Il segnalibro blu - Sara Cornini
Il cerchio della vita - Ser Stefano
Ci vediamo all'inferno - Daniele Cutali
Figlia della luna - Chiara Rantini
Senza petali - Federica Forlini
Giorni - Francesca Lizzio
A time for dancing - Alice Buzzella
Per motivi pratici, non parlerò di tutti i racconti (mi scuso con i vari autori) ma mi limiterò a quelli che mi hanno colpito maggiormente, per l'idea, lo stile o anche solo per le emozioni che mi hanno suscitato, che di sicuro saranno diverse nell'animo di un altro lettore. Del resto, il bello di un libro è proprio questo, è un amico fidato e unico, che regala a ognuno di noi emozioni diverse.
Parto dal racconto che mi ha fatto emozionare di più, uno dei più bei racconti che abbia mai letto in un'antologia per scrittori emergenti: "Il cerchio della vita", di Ser Stefano. La trama è molto semplice, ossia racconta la vita di Tessa, da quando era una ragazzina e viveva con i genitori nella casa in cima alla collina, in un ambiente agreste molto felice, a quando cresce e diventa adulta e madre. Uno stile ben curato e scorrevole ci accompagna nella vita di questa donna, nei suoi affetti, nelle difficoltà che ha dovuto affrontare, sempre con il cuore in mano, mai avara di sentimenti. Come indica il titolo, è proprio il cerchio della vita: si nasce, si ama, e poi si muore. Ma in tutto questo non rinunciamo mai a vivere.
Marta era uno spettacolo nel suo abitino nero. La divisa era nuova, il tessuto era più morbido e la linea decisamente più aggraziata di quelle di un tempo. Il fiocco rosa invece era lo stesso che aveva portato lei quarant'anni prima, un po' sbiadito, ma ancora molto bello. Prima la mamma, e poi Tessa, lo avevano preservato con estrema cura, come un importante cimelio di famiglia. Si inginocchiò di fronte a Marta e le sistemò le pieghe sul vestito, i capelli ribelli sulla testa. Si portò le mani alla bocca, tremante. Solo allora si era resa conto di aver eseguito gli stessi identici gesti che sua madre aveva fatto quel giorno, quel primo giorno d'asilo, una vita fa. E allora le fu impossibile trattenere le lacrime.
Un altro racconto molto emozionante è stato l'ultimo "A time for dancing", di Alice Buzzella, che descrive la vita dura e le sofferenze di una ragazza che scopre di avere un tumore e deve affrontare la chemioterapia. Un argomento difficile, delicato, anche ostile a molti, che l'autrice tratta con delicatezza ma anche con decisione, entrando nell'animo della protagonista e rivelandone i turbamenti, la voglia di essere forte per non far preoccupare la madre, la speranza di avere un domani, il dolore per le cure, la sfiducia che tutto andrà peggio. C'è un mondo intero dietro le pagine di questo racconto, il mondo di una persona che aveva tutto dalla vita e ha visto il proprio mondo andare in frantumi, un'esistenza spezzata, come una farfalla che non sa se avrà la forza di riaprire le sue ali. Un racconto davvero toccante.
Più scherzosa l'atmosfera di "Quella mela" di Giulia Mastrantoni, autrice del bellissimo romano erotico "Veronica è mia", in cui la protagonista si ritrova a essere... una mela. Una simpatica commedia di equivoci e di incroci amorosi. Delicato come sempre, invece, lo stile di Chiara Rantini, che propone un racconto breve dal titolo "Figlia della luna", legato a tematiche naturali(stiche) a lei care.
Credo che sia iniziato l'inverno. Troppo silenzio, troppo buio, freddo. Una luce opaca filtra dall'alto e deforma tutto ciò che vedo come in una lente. Cerco di dormire ma un "cric" improvviso mi sveglia. Qualcosa, là in alto, si incrina, si restringe e gela. Ghiaccio. Ora è sopra di me, avvolgente, come un manto.
Decisamente originale il racconto "Ci vediamo all'inferno", di Daniele Cutali, con la partecipazione straordinaria di Jim Morrison, e intrigante "Alle tre del mattino", di Giovanna Evangelista, incentrato su un killer nottambulo.
Per quanto riguarda il mio racconto, "La lupa di sangue", appartiene al filone di racconti fantastici ispirati a leggende lucchesi che ho scritto in questi ultimi anni; nello specifico, questa è la storia di Laide, una fanciulla che vive a Compignano (un paesino sul versante interno/lucchese del Monte Quiesa, vicino a Nozzano). In quei boschi un tempo c'erano dei lupi che hanno ispirato una storia (una fola paesana?) citata da Paolo Fantozzi nel suo libro "Storia e leggende della Versilia", quella della ragazza cacciata di casa dalla madre: "Ti prendano i lupi!", le avrebbe urlato, salvo poi pentirsene amaramente quando, rientrata dal Corpus Domini, la trovò dilaniata dai lupi. La
leggenda potrebbe essere realmente avvenuta (o forse ispirata a un fatto
simile), dato che viene citata anche in alcune opere sulla storia di
Lucca, ad esempio in "Guida sacra alle
chiese di Lucca per tutti gli anni del Signore, nella quale si
contengono le feste stabili e mobili di tutto l'anno ... con una esatta
correttissima cronologia de' vescovi ed arcivescovi di questa citta" di Gabriele Grammatica (1736).
Spero di avervi incuriosito! Ricordo che l'antologia "Oltre i media" è scaricabile GRATUITAMENTE da tutti gli store di ebook! Che aspettate? Fate scorta per l'estate! :)
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