lunedì 21 dicembre 2015

Il Calibrario dell'Avvento - Giorno 21: La battaglia di Aquirama

IL CALIBRARIO DELL'AVVENTO - GIORNO 21: LA BATTAGLIA DI AQUIRAMA

Siamo agli scoccioli. Le ultime finestre del calendario dei libri si stanno aprendo ma c'è ancora tempo per regalare emozioni e sorprese ai lettori. Oggi l'appuntamento è con un bel romanzo fantasy guerriero e sanguigno: "La battaglia di Aquirama", di Andrea Zanotti, già segnalato in un precedente articolo sul blog. Andrea, infatti, è l'autore e creatore della saga "mondi infiniti", che si compone di due trilogie, racconti autonomi e questo nuovo romanzo, come sempre autoprodotto. Tutti i libri di Andrea Zanotti sono disponibili su Amazon per acquisto immediato (digitale).



Titolo: La battaglia di Aquirama
Autore: Andrea Zanotti
Editore: Selfpublishing
Genere: Fantasy
Formato: Digitale
Prezzo: 1,25 euro (al momento)
Pagine: 282
Disponibile su Amazon e sui principali store di ebook.
Su Amazon possibilità di leggere un estratto.
Infiniti Mondi: progetto a cui Andrea collabora.
Per contattare l'autore o avere notizie sui suoi lavori, questo è il blog di Andrea Zanotti.

Orde di cavalieri selvaggi del Quarto dell’Aria da una parte, Legioni del Quarto della Terra dall’altra e Aquirama nel mezzo. La città Stato capace di mantenersi indipendente dalla sua fondazione, che la leggenda vuole sia avvenuta per opera del divino Dragone Rosso Stige, è sull’orlo del baratro. Riuscirà il Drakoi, suprema guida spiritale e militare, ad avere la meglio sui nemici esterni e su quelli che tramano all’interno stesso delle mura cittadine? In un giorno e in una notte la storia millenaria della città potrebbe essere sconvolta.

La Battaglia di Aquirama è un military fantasy autoconclusivo che vi farà vivere ora per ora gli sviluppi di questo scontro in un crescendo di violenza e drammaticità che nell’arco di un giorno e una notte deciderà le sorti di migliaia di persone.

***

INTERVISTA A ANDREA ZANOTTI

Ciao Andrea, parlaci un po’ di te. Quali sono i tuoi interessi, le tue passioni?

Oltre a tutto quello che ruota attorno ai Mondi fantastici? Lettura, scrittura e giochi da tavolo sono le mie valvole di sfogo principali. A queste aggiungo l’hockey su ghiaccio. Sono un tifosissimo dell’Hockey Club Bolzano Foxes! Peccato che tutte queste passioni debbano essere compresse nelle poche ore che non trascorro in ufficio a lavoro…

Com’è stato, e com’è tutt’oggi, il tuo approccio alla scrittura? Perché scrivi? Per piacere, per passione, per lavoro? Verso quali generi, o quali tipi di storie, sei orientato?

Per lavoro? Magari! Quello sarebbe il sogno di tutti noi artigiani della scrittura…
Ho scoperto la scrittura tardi, tardissimo anzi. A trent’anni suonati. Non appena iniziato (per gioco) il primo romanzo, mi sono reso conto della magia che pervade quest’attività. Non esagero dicendo che quando scrivo entro in una sorta di trance. Vedere i personaggi crescere e dotarsi di una personalità propria che trascende qualsiasi bozza o piano precostituito, è la vera magia. Non potrei più farne a meno.

Mi piacerebbe scrivere romanzi storici, ma la ritengo un’arte ancora troppo complessa per me. Ci vuole preparazione e tempo. Intanto mi dedico al fantasy, dove qualche concessione e libertà in più si può prendere. Amo anche molto le ambientazioni western, meglio con qualche contaminazione weird, ma in Italia è una nicchia nella nicchia, per cui ho scritto solo alcuni racconti in questo ambito.

Quali sono le tue letture preferite? Che generi preferisci leggere? Se tu dovessi scegliere il romanzo della tua vita, qual è?

Sono un lettore onnivoro… quasi. Insomma, non chiedetemi di leggere libri con adolescenti vampiri bellocci perché quelli proprio non li digerisco. Prediligo la letteratura d’evasione, fantasy, horror, weird ma anche romanzi storici e sci-fi. Parallelamente però coltivo anche letture formative, mi piace spaziare. Tutto ciò che riguarda storia e antropologia delle religioni, con qualche scampagnata nell’esoterismo e nelle pratiche animiste.
Il romanzo della mia vita? Una saga che in Italia non ha riscontrato il successo che merita. L’autore è Steven Erikson, con la sua Saga “La Caduta di Malazan”. Parte della colpa ricade sulla casa editrice e sulle pessime copertine che ha appioppato ai suoi libri. Si tratta di un ciclo fantasy dalla complessità e dall’originalità senza paragoni a mio parere. Non è un fantasy da affrontare su una spiaggia piena di bimbi che fanno chiasso o stipati nei meandri affollati di una metropolitana, ma per chi avrà la pazienza di calarsi nel mondo ricreato da Erikson, credo che la profondità dell’esperienza di lettura ripaghi ampiamente. Pagine di epicità assoluta.

Passiamo ai tuoi lavori. La prima domanda è un po’ scontata, e immagino te l’abbiano già fatta in molti: come mai hai scelto la strada dell’autopubblicazione? Quali vantaggi offre a un autore emergente? Come promuovi i tuoi libri?

Il discorso sull’editoria in Italia sarebbe piuttosto lungo, diciamo che la “goccia che ha fatto traboccare il vaso” è stata la risposta ricevuta da una grande casa editrice che mi chiedeva un contributo per pubblicare con loro il mio primo romanzo. Se anche le Big si mettono a chiedere contributi per il “rischio che si accollano a lanciare un esordiente” proprio non ci siamo. Meglio fare da soli, anche perché così si ha il controllo completo sul processo di pubblicazione, tempistiche comprese. Sono abbastanza prolifico quindi attendere i tempi di una casa editrice mi darebbe comunque noia. Per quanto riguarda la promozione però ho un grande rimpianto, ossia la mia ignoranza in campo informatico. Da buon barbaro selvaggio, irsuto e setoloso, odio tutte le tecnologie. Questo è il mio limite maggiore. Ho un blog, www.scrittorindipendenti.com (molto spartano ovviamente) grazie al quale ho conosciuto molti scrittori con i quali cerchiamo di percorrere un sentiero comune. Questa è la principale fonte di promozione delle nostre opere. Offriamo ai nostri lettori recensioni su testi di autori indie e nel contempo mettiamo in vetrina i nostri. Purtroppo devo notare che c’è un certo egocentrismo da parte di alcuni self publisher, molti dei quali preferiscono portare avanti ognuno il proprio blog personale piuttosto che aderire a una “casa comune” che presenterebbe economie di scala e vantaggi inconfutabili per tutti.

Presenta, a un lettore completamente all’oscuro dei tuoi lavori, la saga dei Mondi Infiniti. Di cosa parla? Come la definiresti?

Le cose semplici non mi sono mai piaciute, purtroppo, quindi avevo intenzione di creare una serie di romanzi connessi fra loro ma che potessero essere anche letti a sé stanti. La cosa ovviamente si è rivelata piuttosto complicata e alla fine è nata l’idea degli Infiniti Mondi.
Ho deciso di strutturare ogni Mondo con la forma della classica trilogia fantasy, in modo tale da poter offrire il primo romanzo della serie in download gratuito. Il lettore può così valutare se la storia, e la mia prosa, gli piacciono senza ulteriori oneri, se non quello di superare i preconcetti verso le autopubblicazioni. 
Ogni Mondo offre una vicenda particolare, autoconclusiva, ma è collegata a livello “più alto” a tutti gli altri Mondi. Il collegamento avviene non solo attraverso il comune Pantheon di Divinità che presidiano questo universo degli Infiniti Mondi, ma anche da una realtà non-ordinaria dove finiscono le anime dei defunti dei diversi Mondi. Le possibilità quindi di ritrovare personaggi già visti non mancano, ma non voglio spoilerare oltre.
Ad ogni modo ogni mio scritto, compresi i racconti brevi ed i testi di ambientazioni differenti dal classico fantasy, hanno sempre rimandi alla saga e rimangono coerenti con la mitologia proposta (o almeno questo è il mio intento!).
Mondo Uno e Mondo Due sono dei fantasy piuttosto cupi, nei quali non si trovano né le canoniche razze, né i classici eroi buoni e perfetti. Ho cercato di offrire diversi punti di vista, creando personaggi quanto più vicini alla realtà possibile, con pregi e difetti, paure e pregiudizi. Uomini che si trovano ad affrontare “situazioni limite” compreso il confronto indiretto con divinità bizzose e invadenti. Un fantasy che, spero, possa far riflettere, perché penso che ogni testo di evasione letteraria debba avere diversi livelli di lettura per poter essere considerato un buon testo.      

Nella tua saga si sentono influenze storiche, religiose e mitologiche, da molte civiltà del mondo, rielaborate però per creare un universo autonomo e indipendente. Come è stato, o come è, lavorare alla creazione di questo mondo così complesso? Immagino sia molto impegnativo, anche soltanto doversi ricordare tutti i luoghi, i nomi dei personaggi, gli eventi; come procedi su questo fronte? Hai tonnellate di appunti, schede dei personaggi, una lavagna con tutti gli schemi, dei validi assistenti o un’ottima memoria? 

Premetto che in fatto di memoria ho carenze allarmanti. Capita che qualche lettore mi domandi qualcosa ed io debba andare a rileggermi i miei pezzi per non far figuracce agghiaccianti, capaci di mettere in dubbio la mia stessa paternità sull’opera. Immagino che nelle anguste stanze della mia mente non ci sia spazio a sufficienza e le nuove idee vadano a sostituire immediatamente quelle già trasposte su carta…
Quando invece scrivo è tutto più semplice. Non sono solito fare schede personaggi o cose del genere. Preparo una sorta di brogliaccio, molto generico, nel quale stabilisco un punto di partenza e uno d’arrivo e le motivazioni alla base dei singoli personaggi. Individuo delle tappe fondamentali, a grandi linee, possiamo dire per semplificare i “titoli dei capitoli”. Poi però lascio che siano i personaggi “a svelarmi” quello che accadrà più nello specifico. Questi sono il fulcro della storia e prendono vita man mano. In tutti i miei lavoretti questi crescono mano a mano, perché io stesso non li conosco appieno quando li genero. Il bello del processo creativo della scrittura è proprio questo a mio avviso, ognuno lo affronta a modo suo, e non esistono regole auree. La parte peggiore ovviamente è che più si procede con la stesura del testo, minori diventano le vie percorribili per giungere a una conclusione coerente, la creatività a un certo punto deve essere imbrigliata, messa in secondo piano e sostituita dall’analisi razionale.
Discorso diverso per l’ambientazione. Adoro trasporre fatti reali in contesti fantasy. Ci sono eventi storici che hanno dell’incredibile e spesso quando leggiamo romanzi fantasy neppure ci rendiamo conto che quello che ci appare magia non è altro che una realtà storicamente avvenuta con qualche piccolo abbellimento. Penso solo alle opere ingegneristiche compiute dalle legioni romane o ai templi edificati dalle diverse culture precristiane e più in generale alla fede che gli antichi avevano nelle proprie divinità, alle società complesse che questi forgiavano a loro nome. Gli spunti sono infiniti.

Il tuo ultimo lavoro è “La battaglia di Aquirama”, che, per quanto legato alla saga dei Mondi Infiniti, è un romanzo autoconclusivo. Come è nato questo libro? Può essere letto anche senza aver letto le due trilogie precedenti? La storia si svolge nell’arco di una giornata (giorno e notte, per la precisione): come mai questa precisa scelta temporale?

Mentre scrivevo Mondo Due parte dei protagonisti si sono trovati a transitare presso la città di Aquirama, ricordando la grande battaglia che lì si era svolta una decina di anni prima ed alla quale alcuni di loro avevano partecipato. Un riferimento di poche frasi in realtà che però mi ha molto ispirato.
Ammetto che in quel periodo stavo leggendo The Heroes di Joe Abercrombie, romanzo che parla di una battaglia di tre giorni. A quel punto l’idea mi è stata servita su un piatto d’argento, non avrei potuto non accorgermene.
In questo caso la gestazione è stata un po’ più complessa, in quanto volevo assolutamente ricreare qualcosa di “storicamente” accettabile, quindi ho dovuto fare qualche ricerca in più per rendere il tutto verosimile.
Far muovere eserciti di decine di migliaia di uomini in uno spazio adeguato ha richiesto un minimo di approfondimento su tattiche, stili di combattimento, equipaggiamenti, manovre e gradi militari, fino alle cose più basilari che spesso si danno per scontate ma che invece rischiano di rovinare tutto.
Quanti chilometri può percorrere un’unità di cavalleria pesante in un’ora? E la cavalleria leggera? Un singolo messaggero? E la linea di visuale dall’alto di una collina a quanto ammonta? La gittata di una catapulta?
Insomma avevo parecchie cose da far quadrare prima di partire.
Ad ogni modo La Battaglia di Aquirama è un testo che può essere letto singolarmente. Poi, se personaggi come il Sarto, Yorik o il Capitano della Centuria Rovers, saranno piaciuti, si leggerà ancor più volentieri Mondo Due nel quale saranno protagonisti assoluti.
La scelta temporale è stata dettata dalla volontà di imprimere al romanzo un ritmo “forsennato”. Gli eventi precipitano rapidamente, quello che si attendeva come un lungo e logorante assedio si trasforma invece in qualcosa di ben peggiore. E’ l’escalation tipica dei conflitti bellici moderni, con armi devastanti, ruolo che nel romanzo è ricoperto dall’evocazione di Elementali dell’Aria e della Terra. Armi potenti ma difficili da controllare.

Quali sono le tue fonti di ispirazione? Libri, film, fumetti, giochi di ruolo?

Come ogni amante della fantasia ne apprezzo la trasposizione in tutti gli ambiti. Da ragazzo passavo ore con gli amici a giocare a PC. Scontri fra imperi a giochi epici quali Warlords o Age of Wonder potevano protrarsi per mesi interi. Bei momenti.
Giochi di ruolo? Certo, anche quelli, negli anni in cui venivano etichettati come materia del demonio!
Anche film e cartoni hanno avuto il loro ruolo nella mia “formazione”. Come non citare Ken il Guerriero? O film quali Mad Max o Ladyhawke? Eccezionali.
Infine, sopra ogni cosa, i libri. Sono d’accordo con chi afferma che non si possa neppure pensare di scrivere se prima non si sono lette tonnellate di libri. La lettura è magia, non riesco neppure a immaginare un mondo privo di questa possibilità, anzi, forse sì: l’inferno.

In Italia ci sono più scrittori che lettori, e non è un modo di dire ma realtà. Lasciando da parte i problemi, cosa consiglieresti per uscire da questa situazione critica? Un’idea, una ricetta “natalizia” per incentivare la lettura, quale potrebbe essere secondo te?

Il problema è convincere questa massa critica di aspiranti scrittori che non si può scrivere senza essere degli accaniti lettori, come dicevo pocanzi. Inoltre, l’aspirante scrittore che finisce con l’autopubblicarsi dovrebbe essere il primo a dar fiducia ad altri che hanno seguito quella via. Invece capita spesso di leggere sui forum le lamentele struggenti di chi non viene letto, per poi scoprire che a propria volta non ha mai letto un autore indie.
Grottesco.
Inoltre si perdono delle vere e proprie chicche. Colgo l’occasione per citare alcuni nomi, scrittori indie che nel frattempo sono diventati anche amici e le cui opere non hanno assolutamente nulla da invidiare agli autori pubblicati e pubblicizzati dalle grandi case editrici: Francesco Bertolino, Irene Grazzini e Alessandro Manzetti. Provare per credere!
Per tornare alla tua domanda, a mio avviso tutti siamo dei potenziali forti lettori, solo che non lo sappiamo finchè non ci capita di trovare il genere che fa per noi. E’ la scuola che dovrebbe incentivare la lettura libera, senza tralasciare i grandi classici, ma non trasformandola in una sorta di costrizione. Altrimenti come può un libro competere con playstation e similari, se viene percepita come un dovere e non un piacere?
In età adulta invece è il fattore tempo a complicare le cose. Prendersi una mezzora per staccare da tutto e concedersi la lettura di un libro non è sempre cosa facile. Certo se si avesse il coraggio di spegnere la tv, il tempo si troverebbe!

La disputa ebook/cartaceo: ha davvero un senso? Non sarebbe forse più produttivo concentrare le forze su altro? Qual è la tua opinione a riguardo? Gli ebook possono aiutare gli autori emergenti a farsi conoscere, meglio di quanto non riescano a fare le piccole case editrici con tutti i loro ovvi limiti?

A mio avviso la disputa era cosa artefatta, utilizzata dai grandi editori per proteggere i propri interessi, ma i tempi sono maturi, non ci si può opporre al progresso (anche se non sempre questo è un bene ^_^).
Io amo il profumo dei libri, li considero alla stregua di reliquie sacre. Un lettore e-book non potrà mai sostituirli, non c’è nulla da fare. Può essere pratico, maneggevole, permetterti di fare mille altre cose, evidenziare, fare collegamenti, leggere al buio, ingrandire i caratteri ecc… ma è un'altra cosa. Ovviamente pure io alterno le due tipologie proprio perché ho concluso gli spazi negli scaffali.
Per quanto riguarda invece gli autori emergenti l’avvento degli ebook è stato fondamentale. Le piccole case editrici non le considero neppure. A parte qualche rarissimo caso, mancano totalmente di professionalità imprenditoriale. Rimango sbalordito dal vedere che in qualche modo riescano a rimanere sul mercato, ma come visibilità per gli autori sono assolutamente inefficaci. Oggi come oggi è molto meglio l’autopubblicazione.
Essere presenti su tutti gli store offre possibilità un tempo impensabili per chi si autopubblicava in cartaceo. Io in effetti oramai pubblico solo in ebook e devo dire che qualche soddisfazione me la sono tolta. Anche come lettore devo dire che ci sono vantaggi evidenti. L’offerta si è molto ampliata permettendo di coprire quelle nicchie che le grandi case editrici, sempre allineate a seguire “l’ultima moda”, non presidiano.

Progetti per il futuro? Puoi anticiparci qualcosa? Continuerai a lavorare sulla saga “mondi infiniti” o pensi che ci sarà qualche novità autonoma?

Naturalmente, infiniti progetti ^_^
In realtà un romanzo l’ho ultimato da poco. Il titolo provvisorio? “Il Mesmerista”. Non fa propriamente parte del progetto Infiniti Mondi, anche se sotto sotto le tematiche che mi sono care rimangono e i più attenti potrebbero trovare alcuni “collegamenti nascosti”. E’ ambientato ai giorni nostri, il protagonista è un giovane professore di storia, separato e con una bimba di 4 anni, nella cui vita irrompe questo Mesmerista, a capo del Circo della Redenzione.
Non è ancora sicuro che segua la via dell’autopubblicazione. Vedremo.
Il progetto legato agli Infiniti Mondi ha corso parecchio negli ultimi tre anni e mezzo, con l’uscita di sette romanzi, uno ogni 6 mesi. Ora necessita di tirare il fiato. Il Mondo Tre comunque è già chiaro nella mia mente, ma al momento ho un altro romanzo che preme per vedere la luce. Sarà ambientato in una sorta di purgatorio… un purgatorio-western lo definirei, condito da elementi voodoo.

Infine, qual è il libro che consiglieresti da regalare a Natale?

L’importante è regalare libri, o buoni per acquistarne, perché se non conosciamo bene i gusti del destinatario rischiamo di fare un buco nell’acqua.
Ad ogni modo un libro ve lo consiglio:  La Nave di Teseo di J.J. Abrams. Lo vedo adatto a tutti, è un’opera assolutamente bizzarra, un omaggio all’oggetto libro e ad una sua nuova possibile modalità di fruizione. E’ un oggetto speciale, perfetto come regalo, ha una bella confezione a cofanetto e dentro contiene dozzine di gadget che accompagneranno il lettore durante l’avventura. Credo di avervi tediato a sufficienza, quindi se volete ulteriori info vi rimando alla recensione che ho fatto su scrittorindipendenti.

Grazie per essere stato ospite del blog “I mondi fantastici”.

Grazie a te Alessio e un augurio di feste liete e goderecce a tutte le tue belle lettrici e ai tuoi aitanti lettori!

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