giovedì 3 dicembre 2015

Il Calibrario dell'Avvento - Giorno 3: Home run

IL CALIBRARIO DELL'AVVENTO - GIORNO 3: HOME RUN


Dopo aver descritto il progetto "Sad Dog", parliamo di uno dei libri usciti finora dal collettivo di artisti riuniti sotto questo nome: Home Run, una storia di fantascienza scritta da Lorenzo Sartori, disponibile in formato digitale e cartaceo su Amazon. Di cosa parla questo racconto lungo? 
"E10 è il nome in codice di un uomo rinchiuso in un centro ricerche. E10 non ricorda chi è, né come sia arrivato in quel posto, capisce solo di essere una cavia. Sfruttando un momento di distrazione, ma anche capacità di combattimento inaspettate, E10, o Ethan come preferisce chiamarsi, si libera e fugge dal centro. La struttura si trova però su un'isola sperduta in mezzo all'Oceano Pacifico. La sua fuga ha le ore contate?"
Titolo: Home Run
Autore: Lorenzo Sartori
Sad Dog Project
Genere: racconto di fantascienza
Lunghezza: 72 pagine
Formato: digitale e cartaceo
Prezzo: 0,99 euro (digitale) 3,49 euro (cartaceo)
Su Amazon disponibile un estratto.
Il sito di Lorenzo Sartori.
La Pagina Facebook dell'autore.
Il sito del progetto Sad Dog. 
Un pratico elenco di store dove acquistare "Home Run".


Chi è l'autore? Lorenzo Sartori scrive da sempre ma solo in tempi molto recenti si è dedicato alla narrativa. Il suo esordio letterario è con Gainsworth Publishing, per i quali pubblica nel 2014 "Con l'ultimo respiro", una fiaba più ancora che un racconto fantasy. Nello stesso anno esce "Lo strano caso di Michael Farner", un noir surreale edito da Nativi Digitali Edizioni, presto seguito dal rocambolesco "Il ritorno di Michael Farner", entrambi disponibili in digitale. Per Gainsworth esce nel 2015 un bel racconto lungo dalle tinte epiche: "Il segreto di Bima".
 
Appassionato di thriller e di fantascienza, ma lettore onnivoro (tra i suoi autori preferiti Calvino, Philip Dick, Ian Mc Ewan, Philip Roth, Lee Child) Lorenzo Sartori è uno dei soci fondatori del mitico Sad Dog Project. Home Run, uscito a novembre 2015, è il titolo con cui ha esordito con questo marchio.

Se siete curiosi di scoprire qualcosa di più sull'autore, non perdetevi quest'intervista esclusiva rilasciata al blog "I mondi fantastici".

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INTERVISTA A LORENZO SARTORI

Ciao Lorenzo, parlaci un po’ di te, quali sono le tue passioni, i tuoi interessi e, nello specifico, com’è stato il tuo approccio alla scrittura.

Sono un giornalista e un piccolo editore: pubblico e dirigo una rivista che si occupa di wargames e sono un apprezzato autore di giochi. In un certo senso scrivo da sempre, anche quando suonavo in un gruppo l’onere dei testi era sempre mio. Però l’approdo alla narrativa è storia recente, nato dal bisogno di staccare, di immergermi più attivamente in altri mondi. Avevo da tempo un’idea che mi ronzava nella testa e il giorno di capodanno del 2013 mi sono deciso a scriverla. Ho passato due mesi in full immersion. Mai provata un’esperienza così totalizzante. Da allora non ho più smesso. Naturalmente scrivendo poi altre storie e prendendomi tempi più rilassati.

Quali sono le tue letture preferite? Che generi preferisci leggere? Se tu dovessi scegliere il romanzo della tua vita, qual è?

Leggo un po’ di tutto. Leggo molta saggistica, in particolare storia militare, ma questo ha a che fare con il mio lavoro che è anche una passione. Sul versante narrativa di genere amo i thriller, soprattutto quelli psicologici e la fantascienza, anche se devo dire non la amo incondizionatamente. Adoro Philip K. Dick, credo sia l’autore che più mi abbia segnato. Diciamo che prediligo una fantascienza tesa più a esplorare l’uomo che lo spazio. Sul versante fantasy apprezzo molto Martin e Abercrombie, mentre uscendo dai generi, autori molto importanti per me sono Ian McEwan, Philip Roth, Paul Auster e Calvino. Non credo di avere un romanzo della mia vita, ma ho ancora così tanti libri che voglio leggere, per cui…


In Italia ci sono più scrittori che lettori, e non è un modo di dire ma realtà. Lasciando da parte i problemi, cosa consiglieresti per uscire da questa situazione critica? Un’idea, una ricetta “natalizia” per incentivare la lettura, quale potrebbe essere secondo te?

Domanda da un milione di dollari. È chiaro che la scuola dovrebbe avere un ruolo fondamentale, ma la scuola dipende dalla politica e questo è un paese che spende pochissimo in istruzione. La scuola dovrebbe più che fornire delle risposte porre le giuste domande, generare curiosità. Credo sia la curiosità l’elemento fondamentale che ti porti a leggere. Serve poi la fantasia perché un libro è un ponte tra autore e lettore e quel ponte il lettore lo può completare solo con la sua fantasia, attingendo al suo immaginario. A volte penso che in questo paese ce ne sia poca, o meglio venga volutamente dispersa. Senza una precisa volontà e una concreta strategia dall’alto, nel nostro piccolo possiamo contare solo sul passaparola. Rendere contagioso il nostro amore per il leggere. Dobbiamo incuriosire chi non legge e ricordarci che la lettura è per prima cosa un piacere, per cui anche certo snobbismo non aiuta. Credo che nell’era dei social network questo passaparola sia fattibile. 


Come è nato il progetto Sad Dog? Quale pensi che sia il punto di forza di questa nuova iniziativa editoriale?


È nato un po’ per caso. Diego da tempo stava riflettendo sull’auto pubblicare un suo racconto. Io ne avevo uno pronto e fermo da diverso tempo e questo ha creato la combustine necessaria all’avvio di questa avventura. I punti di forza secondo me sono due. Da un lato la collaborazione, una collaborazione che funziona perché evidentemente c’è anche una forte sintonia. E poi la gestione del tempo. L’editoria ha tempi biblici (sarà un caso?). Ci sono storie che rischiano di rimanere nel cassetto per anni. Scrivere, soffrire davanti a una pagina bianca, a una frase che non funziona, a un personaggio che esige più spessore significa anche togliere tempo ad altre attività, famiglia, lavoro. Tutto questo per raccontare storie cose che saranno lette chissà quando (ammesso che verranno lette). Nella migliore delle ipotesi pubblichi due anni dopo averle scritte, ma tu nel frattempo sei andato oltre. Per un romanzo ci sta, per un racconto di cinquanta pagine, no. Con Sad Dog so che se mi viene l’idea per una storia breve ho un canale aperto per veicolarla in tempi brevi e questo fa la differenza tra il ritagliarsi il tempo per scriverla e il lasciarla andare.



A questo proposito devo chiedervi, chi realizza/sceglie le copertine? Perché sono davvero fighissime: semplici ma efficaci, catturano l’attenzione del lettore. E qui mi sorge un’altra domanda: quanto è importante l’aspetto grafico in un libro, per invogliare il lettore ad aprirlo? Indipendentemente dalla qualità del testo (ancora ignota a chi si avvicina al libro), quanto conta la copertina (e magari anche la quarta e l’impaginazione del testo)?


Graficamente ne ho fatte 3 su 4, ma il merito sta nella foto. Diciamo che tirar fuori una buona copertina non è difficile se si è disposti a pagare un minimo per una buona foto o illustrazione. È sicuramente importante proporre un prodotto graficamente curato, non solo nella copertina, ma anche per quello che riguarda l’interno. Leggere è un piacere e questo piacere deve essere soddisfatto a vari livelli.
Per me le copertine sono molto importanti, ci sono storie che partono da un’immagine. Non sto dicendo che prima scelgo la copertina, ma che a volte si fissa nella mente un’immagine e su questo nasce lo stimolo a scrivere una storia. Un po’ come partire da un fotogramma per scoprire cosa sia successo prima e cosa succederà dopo. Scegliendo l’immagine della copertina si va a ripescare questo fotogramma.



Parliamo del tuo ultimo lavoro, Home Run: come è nato? Cosa volevi raccontare con questa storia? È stato interessante e produttivo confrontarti con gli altri colleghi di Sad Dog per migliorare assieme il testo? Cosa hai imparato? 


Home Run nasce dalla necessità di raccontare una situazione ben precisa, quella di un uomo prigioniero, non solo fisicamente, ma anche del suo passato. Un passato che non ricorda e al quale comunque vuole tornare. Il protagonista si sveglia in un centro ricerche privo di tutto, anche di un nome. Non è nemmeno in grado di riconoscerci davanti a uno specchio. La sua, prima ancora che una fuga, è un viaggio a ritroso.

Solo a posteriori sono andato a ricercare le storie che, sedimentate nel mio immaginario, hanno fatto maturare questo racconto, prime tra tutte due serie televisive: Il Prigioniero, serie trasmessa in Italia a metà degli anni settanta (quando ero un bambino evidentemente impressionabile) e la più popolare e recente Lost. E poi ci sono riferimenti e atmosfere prese da film come Shutter Island o The Bourne Identity. Insomma se questo tipo di atmosfere vi piace, credo vi piacerà anche Home Run.

La storia è stata scritta nella tarda primavera del 2014. L’ho proposta a un paio di editori con cui abitualmente pubblico ma per varie ragioni non rientrava in ciò che stavano cercando. Il fatto è che si tratta di un racconto, non breve, ma pur sempre un racconto, ovvero un prodotto commercialmente poco interessante per un editore. Per E10 si prospettava una lunga prigionia dentro un cassetto (o meglio dentro una cartelletta del mio hard disk). Sad Dog ha permesso a E10 di fuggire una volta per tutte. E a me di capire come si pubblica su piattaforme come Amazon e Createspace. In questo Mario mi è stato preziosissimo, seguendomi passo a passo.



La disputa ebook/cartaceo: ha davvero un senso? Non sarebbe forse più produttivo concentrare le forze su altro? Qual è la tua opinione a riguardo? Gli ebook possono aiutare gli autori emergenti a farsi conoscere, meglio di quanto non riescano a fare le piccole case editrici con tutti i loro ovvi limiti?



È una disputa che non ha senso ma che è indicatrice di una certa resistenza da parte dei grandi gruppi editoriali, quelli che fanno costare un ebook quasi quanto il cartaceo (a volte pure di più!). Nel mio campo, come dicevo, sono un editore e il digitale è una manna dal cielo. Certo finché in Europa si ragiona su un’IVA differenziata tra digitale e carta con disposizioni anacronistiche come l’EUVAT i vantaggi del digitale sull’editoria saranno limitati.


Qui è il lettore che deve fare lo scarto. Capire che il digitale non è la nemesi del libro di carta, ma l’alleato perfetto. Da quando ho un lettore di ebook ho raddoppiato i miei acquisti. Ho anche raddoppiato la libreria in sala a dimostrazione che i libri di carta continuo ad acquistarli. Ma il digitale ti permette di leggere altro prima ancora che leggere diversamente, questo andrebbe fatto capire. In formato ebook si trovano cose che in libreria non troverai mai. Certo, se leggi due libri all’anno, l’offerta della libreria (anche quella del supermercato) è più che sufficiente, ma se sei un lettore curioso, in cerca di cose che escono dalla grande distribuzione, allora ti si apre un mondo. Il lettore che non riesce a leggere se non sente il “profumo della carta” è un po’ come un appassionato di musica che si rifiuta di ascoltare la radio o un mp3 perché per lui la musica è solo quella dal vivo. Ok, ammettiamo che il piacere sia anche diverso (che poi lo è fino a un certo punto quando vedi certe edizioni cartacee), ma una cosa esclude davvero l’altra?



Progetti per il futuro? Puoi anticiparci qualcosa?


Devo assolutamente finire di scrivere un thriller ambientato a Milano che ho interrotto mesi fa per scrivere un paio di racconti. Ho poi un romanzo in cerca di un editore (un responso positivo sarebbe il migliore regalo di Natale) e un altro che potrebbe uscire il prossimo anno. E poi, certo, qualche idea per futuri racconti per Sad Dog si sta già sedimentando.



Infine, qual è il libro che consiglieresti da regalare a Natale?


Più che altro consiglierei un lettore di ebook. Dovendo citare comunque qualche libro direi Espiazione di McEwan, Tokyo Blues di Murakami e Lo scrittore fantasma di Philip Roth, ambientato proprio in questa stagione dell’anno. Per un regalo a un ragazzo/a di 10-12 anni Le cronache di Rattinia- Ive e il Principe dei Topi di Manou Hanoi Segura, edito dalla Gainsworth Publishing.


Grazie per essere stato ospite del blog “i mondi fantastici”.


Grazie a te.

Se volete conoscere i lavori di Lorenzo Sartori, potete visitare il suo sito, la sua pagina Facebook o scoprirli in una carrellata su Amazon. Buona lettura!


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