IL CALIBRARIO DELL'AVVENTO - GIORNO 3: HOME RUN
Dopo aver descritto il progetto "Sad Dog", parliamo di uno dei libri usciti finora dal collettivo di artisti riuniti sotto questo nome: Home Run, una storia di fantascienza scritta da Lorenzo Sartori, disponibile in formato digitale e cartaceo su Amazon. Di cosa parla questo racconto lungo?
Titolo: Home Run"E10 è il nome in codice di un uomo rinchiuso in un centro ricerche. E10 non ricorda chi è, né come sia arrivato in quel posto, capisce solo di essere una cavia. Sfruttando un momento di distrazione, ma anche capacità di combattimento inaspettate, E10, o Ethan come preferisce chiamarsi, si libera e fugge dal centro. La struttura si trova però su un'isola sperduta in mezzo all'Oceano Pacifico. La sua fuga ha le ore contate?"
Autore: Lorenzo Sartori
Sad Dog Project
Genere: racconto di fantascienza
Lunghezza: 72 pagine
Formato: digitale e cartaceo
Prezzo: 0,99 euro (digitale) 3,49 euro (cartaceo)
Su Amazon disponibile un estratto.
Il sito di Lorenzo Sartori.
La Pagina Facebook dell'autore.
Il sito del progetto Sad Dog.
Un pratico elenco di store dove acquistare "Home Run".
Chi è l'autore? Lorenzo Sartori scrive da sempre ma solo in tempi molto recenti si è
dedicato alla narrativa. Il suo esordio letterario è con Gainsworth
Publishing, per i quali pubblica nel 2014 "Con l'ultimo respiro", una fiaba più ancora che un racconto fantasy. Nello stesso anno esce "Lo strano caso di Michael Farner", un noir surreale edito da Nativi Digitali Edizioni, presto seguito dal rocambolesco "Il ritorno di Michael Farner", entrambi disponibili in digitale. Per Gainsworth esce nel 2015 un bel racconto lungo dalle tinte epiche: "Il segreto di Bima".
Appassionato di thriller e di fantascienza, ma lettore onnivoro (tra i suoi autori preferiti Calvino, Philip Dick, Ian Mc Ewan, Philip Roth, Lee Child) Lorenzo Sartori è uno dei soci fondatori del mitico Sad Dog Project. Home Run, uscito a novembre 2015, è il titolo con cui ha esordito con questo marchio.
Se siete curiosi di scoprire qualcosa di più sull'autore, non perdetevi quest'intervista esclusiva rilasciata al blog "I mondi fantastici".
***
INTERVISTA A LORENZO
SARTORI
Ciao Lorenzo, parlaci un po’ di
te, quali sono le tue passioni, i tuoi interessi e, nello specifico, com’è
stato il tuo approccio alla scrittura.
Sono
un giornalista e un piccolo editore: pubblico e dirigo una rivista che si occupa
di wargames e sono un apprezzato autore di giochi. In un certo senso scrivo da
sempre, anche quando suonavo in un gruppo l’onere dei testi era sempre mio.
Però l’approdo alla narrativa è storia recente, nato dal bisogno di staccare,
di immergermi più attivamente in altri mondi. Avevo da tempo un’idea che mi
ronzava nella testa e il giorno di capodanno del 2013 mi sono deciso a
scriverla. Ho passato due mesi in full immersion. Mai provata un’esperienza
così totalizzante. Da allora non ho più smesso. Naturalmente scrivendo poi
altre storie e prendendomi tempi più rilassati.
Quali sono le tue letture
preferite? Che generi preferisci leggere? Se tu dovessi scegliere il romanzo
della tua vita, qual è?
Leggo
un po’ di tutto. Leggo molta saggistica, in particolare storia militare, ma
questo ha a che fare con il mio lavoro che è anche una passione. Sul versante
narrativa di genere amo i thriller, soprattutto quelli psicologici e la
fantascienza, anche se devo dire non la amo incondizionatamente. Adoro Philip K.
Dick, credo sia l’autore che più mi abbia segnato. Diciamo che prediligo una
fantascienza tesa più a esplorare l’uomo che lo spazio. Sul versante fantasy
apprezzo molto Martin e Abercrombie, mentre uscendo dai generi, autori molto
importanti per me sono Ian McEwan, Philip Roth, Paul Auster e Calvino. Non
credo di avere un romanzo della mia vita, ma ho ancora così tanti libri che
voglio leggere, per cui…
In Italia ci sono più scrittori
che lettori, e non è un modo di dire ma realtà. Lasciando da parte i problemi,
cosa consiglieresti per uscire da questa situazione critica? Un’idea, una
ricetta “natalizia” per incentivare la lettura, quale potrebbe essere secondo
te?
Domanda
da un milione di dollari. È chiaro che la scuola dovrebbe avere un ruolo
fondamentale, ma la scuola dipende dalla politica e questo è un paese che
spende pochissimo in istruzione. La scuola dovrebbe più che fornire delle
risposte porre le giuste domande, generare curiosità. Credo sia la curiosità
l’elemento fondamentale che ti porti a leggere. Serve poi la fantasia perché un
libro è un ponte tra autore e lettore e quel ponte il lettore lo può completare
solo con la sua fantasia, attingendo al suo immaginario. A volte penso che in
questo paese ce ne sia poca, o meglio venga volutamente dispersa. Senza una
precisa volontà e una concreta strategia dall’alto, nel nostro piccolo possiamo
contare solo sul passaparola. Rendere contagioso il nostro amore per il
leggere. Dobbiamo incuriosire chi non legge e ricordarci che la lettura è per
prima cosa un piacere, per cui anche certo snobbismo non aiuta. Credo che
nell’era dei social network questo passaparola sia fattibile.
Come è nato il progetto Sad Dog?
Quale pensi che sia il punto di forza di questa nuova iniziativa editoriale?
È
nato un po’ per caso. Diego da tempo stava riflettendo sull’auto pubblicare un
suo racconto. Io ne avevo uno pronto e fermo da diverso tempo e questo ha
creato la combustine necessaria all’avvio di questa avventura. I punti di forza
secondo me sono due. Da un lato la collaborazione, una collaborazione che
funziona perché evidentemente c’è anche una forte sintonia. E poi la gestione
del tempo. L’editoria ha tempi biblici (sarà un caso?). Ci sono storie che
rischiano di rimanere nel cassetto per anni. Scrivere, soffrire davanti a una
pagina bianca, a una frase che non funziona, a un personaggio che esige più
spessore significa anche togliere tempo ad altre attività, famiglia, lavoro.
Tutto questo per raccontare storie cose che saranno lette chissà quando
(ammesso che verranno lette). Nella migliore delle ipotesi pubblichi due anni
dopo averle scritte, ma tu nel frattempo sei andato oltre. Per un romanzo ci
sta, per un racconto di cinquanta pagine, no. Con Sad Dog so che se mi viene
l’idea per una storia breve ho un canale aperto per veicolarla in tempi brevi e
questo fa la differenza tra il ritagliarsi il tempo per scriverla e il
lasciarla andare.
A questo proposito devo
chiedervi, chi realizza/sceglie le copertine? Perché sono davvero fighissime:
semplici ma efficaci, catturano l’attenzione del lettore. E qui mi sorge
un’altra domanda: quanto è importante l’aspetto grafico in un libro, per
invogliare il lettore ad aprirlo? Indipendentemente dalla qualità del testo
(ancora ignota a chi si avvicina al libro), quanto conta la copertina (e magari
anche la quarta e l’impaginazione del testo)?
Graficamente
ne ho fatte 3 su 4, ma il merito sta nella foto. Diciamo che tirar fuori una
buona copertina non è difficile se si è disposti a pagare un minimo per una
buona foto o illustrazione. È sicuramente importante proporre un prodotto
graficamente curato, non solo nella copertina, ma anche per quello che riguarda
l’interno. Leggere è un piacere e questo piacere deve essere soddisfatto a vari
livelli.
Per me le copertine sono molto importanti, ci sono storie che partono da un’immagine. Non sto dicendo che prima scelgo la copertina, ma che a volte si fissa nella mente un’immagine e su questo nasce lo stimolo a scrivere una storia. Un po’ come partire da un fotogramma per scoprire cosa sia successo prima e cosa succederà dopo. Scegliendo l’immagine della copertina si va a ripescare questo fotogramma.
Per me le copertine sono molto importanti, ci sono storie che partono da un’immagine. Non sto dicendo che prima scelgo la copertina, ma che a volte si fissa nella mente un’immagine e su questo nasce lo stimolo a scrivere una storia. Un po’ come partire da un fotogramma per scoprire cosa sia successo prima e cosa succederà dopo. Scegliendo l’immagine della copertina si va a ripescare questo fotogramma.
Parliamo del tuo ultimo lavoro,
Home Run: come è nato? Cosa volevi raccontare con questa storia? È stato
interessante e produttivo confrontarti con gli altri colleghi di Sad Dog per
migliorare assieme il testo? Cosa hai imparato?
Home Run nasce
dalla necessità di raccontare una situazione ben precisa, quella di un uomo
prigioniero, non solo fisicamente, ma anche del suo passato. Un passato che non
ricorda e al quale comunque vuole tornare. Il protagonista si sveglia in un
centro ricerche privo di tutto, anche di un nome. Non è nemmeno in grado di
riconoscerci davanti a uno specchio. La sua, prima ancora che una fuga, è un
viaggio a ritroso.
Solo a posteriori sono andato a
ricercare le storie che, sedimentate nel mio immaginario, hanno fatto maturare
questo racconto, prime tra tutte due serie televisive: Il Prigioniero, serie trasmessa in Italia a metà degli anni
settanta (quando ero un bambino evidentemente impressionabile) e la più
popolare e recente Lost. E poi ci
sono riferimenti e atmosfere prese da film come Shutter Island o The Bourne
Identity. Insomma se questo tipo di atmosfere vi piace, credo vi piacerà
anche Home Run.
La storia è stata scritta nella
tarda primavera del 2014. L’ho proposta a un paio di editori con cui
abitualmente pubblico ma per varie ragioni non rientrava in ciò che stavano
cercando. Il fatto è che si tratta di un racconto, non breve, ma pur sempre un
racconto, ovvero un prodotto commercialmente poco interessante per un editore.
Per E10 si prospettava una lunga prigionia dentro un cassetto (o meglio dentro
una cartelletta del mio hard disk). Sad Dog ha permesso a E10 di fuggire una
volta per tutte. E a me di capire come si pubblica su piattaforme come Amazon e
Createspace. In questo Mario mi è stato preziosissimo, seguendomi passo a
passo.
La disputa ebook/cartaceo: ha
davvero un senso? Non sarebbe forse più produttivo concentrare le forze su
altro? Qual è la tua opinione a riguardo? Gli ebook possono aiutare gli autori
emergenti a farsi conoscere, meglio di quanto non riescano a fare le piccole
case editrici con tutti i loro ovvi limiti?
È una
disputa che non ha senso ma che è indicatrice di una certa resistenza da parte
dei grandi gruppi editoriali, quelli che fanno costare un ebook quasi quanto il
cartaceo (a volte pure di più!). Nel mio campo, come dicevo, sono un editore e
il digitale è una manna dal cielo. Certo finché in Europa si ragiona su un’IVA
differenziata tra digitale e carta con disposizioni anacronistiche come l’EUVAT
i vantaggi del digitale sull’editoria saranno limitati.
Qui è
il lettore che deve fare lo scarto. Capire che il digitale non è la nemesi del
libro di carta, ma l’alleato perfetto. Da quando ho un lettore di ebook ho
raddoppiato i miei acquisti. Ho anche raddoppiato la libreria in sala a
dimostrazione che i libri di carta continuo ad acquistarli. Ma il digitale ti
permette di leggere altro prima ancora che leggere diversamente, questo
andrebbe fatto capire. In formato ebook si trovano cose che in libreria non
troverai mai. Certo, se leggi due libri all’anno, l’offerta della libreria
(anche quella del supermercato) è più che sufficiente, ma se sei un lettore
curioso, in cerca di cose che escono dalla grande distribuzione, allora ti si
apre un mondo. Il lettore che non riesce a leggere se non sente il “profumo
della carta” è un po’ come un appassionato di musica che si rifiuta di
ascoltare la radio o un mp3 perché per lui la musica è solo quella dal vivo.
Ok, ammettiamo che il piacere sia anche diverso (che poi lo è fino a un certo
punto quando vedi certe edizioni cartacee), ma una cosa esclude davvero
l’altra?
Progetti per il futuro? Puoi
anticiparci qualcosa?
Devo
assolutamente finire di scrivere un thriller ambientato a Milano che ho
interrotto mesi fa per scrivere un paio di racconti. Ho poi un romanzo in cerca
di un editore (un responso positivo sarebbe il migliore regalo di Natale) e un
altro che potrebbe uscire il prossimo anno. E poi, certo, qualche idea per
futuri racconti per Sad Dog si sta già sedimentando.
Infine, qual è il libro che
consiglieresti da regalare a Natale?
Più
che altro consiglierei un lettore di ebook. Dovendo citare comunque qualche
libro direi Espiazione di McEwan, Tokyo Blues di Murakami e Lo scrittore
fantasma di Philip Roth, ambientato proprio in questa stagione dell’anno. Per
un regalo a un ragazzo/a di 10-12 anni Le cronache di Rattinia- Ive e il
Principe dei Topi di Manou Hanoi Segura, edito dalla Gainsworth Publishing.
Grazie per essere stato ospite
del blog “i mondi fantastici”.
Grazie
a te.
Se volete conoscere i lavori di Lorenzo Sartori, potete visitare il suo sito, la sua pagina Facebook o scoprirli in una carrellata su Amazon. Buona lettura!
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