venerdì 22 novembre 2024

Blogtour "Donne di ginepro" - personaggi maschili

 Blogtour "Donne di ginepro" - personaggi maschili

Bentrovati, lettori. Oggi il blog ospita una tappa del blogtour di "Donne di ginepro", romanzo di Maena Delrio edito da NPS Edizioni: articolo dedicato ai personaggi maschili del romanzo. Lasciamo la parola all'autrice!


Come anticipa anche il titolo del romanzo, in “Donne di ginepro”, essenzialmente, sono le figure femminili a trainare la narrazione. Eppure, esse sono strettamente connesse alle figure maschili che entrano in maniera positiva o negativa nelle loro vite. Perciò, anche se vengono nominati poco, i ruoli degli uomini non sono affatto marginali, e le loro azioni hanno delle conseguenze precise sulla sorte delle mie protagoniste. 

Quello di Anna è il classico padre padrone, crede che le figlie siano di sua proprietà e di poterne disporre come meglio crede. È responsabile di innescare la prima delle sciagure che disgregheranno la famiglia e porteranno all’internamento di Anna. Come lui, e nonostante provengano da due ceti sociali differenti come differente è il loro livello d’istruzione, anche il figlio del Barone pensa di avere potere di vita e di morte su chi lavora le sue terre. E così, anche il padre di Caterina, al quale l’esperienza nell’esercito ha acuito i lati peggiori del carattere, sceglie di usare la violenza per riappropriarsi del suo ruolo in famiglia dopo la lunga assenza, senza curarsi della figlia che assiste impotente alle angherie. 

Sono uomini cresciuti in una società maschilista, esercitano il controllo sulla famiglia anche e soprattutto con la forza e anche se la donna rimane la custode del focolare domestico e spesso contribuisce attivamente all’ economia della casa andando a lavorare in campagna o a servizio presso famiglie facoltose, pensano sia normale imporre la propria autorità su moglie e figli in un sistema di gerarchie che non ammette eccezioni: ne va dell’onore del capofamiglia stesso, che verrebbe considerato debole se si dimostrasse troppo accomodante nei confronti degli altri membri della famiglia. 


Nel romanzo "Donne di ginepro" troviamo anche un altro esempio di padre padrone. Il cugino Silverio, che inizialmente sembra un personaggio positivo e fa da padre a Caterina, mal sopporta la fine della tresca con sua madre e cerca disperatamente di riprendersi ciò che non può avere anche con l’uso della forza. Questi personaggi rappresentano un male assoluto, generati dal peggiore tra i semi del patriarcato, tristemente presente ancora oggi nei fatti di cronaca nera che puntualmente sconvolgono il nostro Paese. Il femminicidio è tutt’ora difficile da estirpare e purtroppo la Sardegna non è mai stata immune a questa piaga. 

Personaggi minori, ma non per questo meno importanti, rappresentano anch’essi una tipologia di uomini che pensa di poter disporre delle donne a proprio uso e consumo, sono Leandro e Anselmo: il primo che antepone la vendetta personale alla promessa fatta all’amata, e il secondo che segrega sua moglie come se si trattasse di una delle sue bestie.

Il padre di Celeste si discosta da questo genere di uomini. 

Pur non avendo studiato e subendo la chiusura mentale tipica dei paesi isolati come quelli montani, nonché di una professione che lo tiene lontano dai contatti umani per molti mesi all’ anno, riconosce nel rispetto della donna un valore imprescindibile, specie per quelle che ha accanto; perciò, si occupa della moglie e della figlia con amore e dedizione. Così come il maestro Sanna, che instaura con Celeste un rapporto alla pari basato sulla stima e fiducia reciproche e condivide con lei perfino le decisioni in ambito lavorativo. Sono uomini moderni, capaci di crescere i figli, coinvolti in maniera attiva nel ménage familiare e convinti che la donna non debba essere subordinata a loro nel rapporto di coppia. 

Il loro ruolo, perciò, sarà fondamentale nell’influenzare direttamente o indirettamente le scelte di vita delle mie protagoniste.

Il fratello di Anna merita una menzione a parte. 

In una società così rigida e pronta a condannare, rappresenta colui che scappa per poter essere se stesso. Il paese lo vorrebbe eleggere a guida per le sorelle che senza un uomo al comando sono destinate alla perdizione. Lui però non riesce ad adeguarsi, è impotente di fronte agli eventi di cui è testimone e non ha il coraggio e le capacità di imporsi e andare contro ciò che la gente si aspetta da lui. Così, decide di partire. E lo fa in silenzio, di nascosto, incapace di affrontare ancora una volta il giudizio della società, intenzionato a non vestirne i lati negativi ma consapevole di non poterlo fare fintanto che si trova lì. 

Articolo di Maena Delrio, autrice del romanzo “Donne di ginepro”, NPS Edizioni.


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