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martedì 25 marzo 2025

Blogtour "L'avvento dei Warg": i personaggi

 Blogtour "L'avvento dei Warg": i personaggi

Bentrovati, lettori. Oggi vi presento i personaggi del romanzo "L'avvento dei Warg", terzo e conclusivo capitolo della mia trilogia urban fantasy "Ulfhednar War", edita dal Ciliegio.

Chi ha letto i precedenti volumi troverà dei personaggi noti e dei nuovi arrivi: amici o nemici... chissà?!


ASCANIO:

Officiante della Madre Terra, discendente dalla Prima Congrega degli Asi. 

Negli ultimi mesi, Ascanio è cresciuto, ha imparato a padroneggiare i suoi poteri, sia grazie ai libri del nonno Aristide, sia grazie agli insegnamenti di dàrna e della Congrega dei Benandanti, sia infine grazie all'esperienza e alle avventure passate, che lo hanno portato a fronteggiare nemici diversi, e a migliorarsi per sopravvivere.

In questo libro Ascanio scoprirà la verità sulle sue origini, su un passato scomodo, che ancora gronda lacrime e sangue. 

Deciso a tutto pur di proteggere Daniel e i suoi amici, non esiterà a stringere alleanze particolari, né a bruciare ogni stilla di volontà e di energia.

«E che dovevo fare?» abbaiò Ascanio. «Nascondere i miei sentimenti? Rinnegarli? Vivere nella paura, vivere nell’infelicità non è vivere. Io mi rifiuto che sia così. Senza Daniel, Marina, Gianni, senza le persone che amo, che vita inutile avrei vissuto? Sarei impazzito, solo, in questi boschi? Ad accendere una fiamma che non sarei stato in grado di tenere viva?»

«Quella fiamma adesso ti consumerà».

«Lo dite tutti, e forse sarà così». Ascanio sospirò, abbracciando con lo sguardo i boschi e i monti attorno, prima di tornare su Fenrir. «Ma preferisco consumarmi in una sola grande fiammata che vivere mille anni baluginando fiacco e infelice».

DANIEL


Guerriero lupo, discendente degli Ulfhednar di Odino.
Un tempo Daniel Rivieri era l'omega del Vello d'Argento. Adesso, dopo le vicissitudini degli ultimi mesi, è diventato l'Alfa, scelto dai suoi stessi compagni per i meriti e per il coraggio dimostrato.
Indeciso sul suo ruolo, incerto sulle sue possibilità, non ha invece dubbi su ciò che va fatto: creare nuovi ulfhednar, per accrescere il branco e proteggersi meglio, certo che i pericoli non siano finiti.
E di pericoli infatti ce ne sono molti: Forculus, o Tritheam, o come si fa chiamare quell'officiante fuggiasco... e poi le janare, le temibili streghe di Benevento, i Figli di Cardea e nuovi oscuri avversari, giunti dall'Europa del Nord per conquistare i branchi dell'Appennino.

LA DOTTORESSA
Uno dei personaggi più amati della serie.
Schietta e pasticciona, ha un cervello bestiale, due lauree, un dottorato e un lavoro sicuro a Cardiff. Peccato che, da tre mesi e due romanzi, non riesce mai ad arrivarci. Ce la farà stavolta? Riuscirà a prendere in mano le redini della sua vita, a guardare avanti? O continuerà a rimanere impantanata nel suo passato, tra i fantasmi che le ricordano di non aver salvato suo fratello, di non aver aiutato i suoi genitori, di non essersi dichiarata ad Ascanio prima che lui giungesse a considerarla un'amica, una sorella?
In questo terzo capitolo, al pari di Ascanio, anche la Dottoressa scoprirà di più su se stessa, su chi è, su cosa sa e può fare. Una scoperta che cambierà ogni cosa!

«La ventesima sei tu, la Dea». La donna la scortò all’ingresso delle fondamenta, mentre le sacerdotesse cantavano, la salutavano e mandavano baci, eccitate dalla sua venuta. «Tu sei la madre naturale di tutte le cose, maestra e governatrice degli elementi, sei la progenie iniziale dei mondi, regina di tutti coloro che sono nell’aldilà, la più importante di coloro che abitano sopra. Manifestazione di tutti gli Dei e tutte le Dee. Tu sei passato, presente, futuro. Tu sei».

«Sono onorata, davvero, ma io non so… non credo…»

«Ancora no, ma crederai. Devi soltanto superare la prova». 


MARKUS

Uno degli ulfhednar del Vello d'Argento.

Un tempo amante di Daniel, oggi suo Beta, Markus è schietto e sincero, onesto con le persone che ama, sospettoso verso quelle di cui non si fida del tutto, come Johanna, la vecchia strega che in passato ha cercato di fare la pelle ai lupi. 

Eppure, non esita a schierarsi a fianco di Daniel anche in quest'ultima disperata battaglia. Un fratello, in fondo, lo ha già perso, duecento anni addietro, per colpa delle Streghe dello Sciliar. E non vuole che quel dolore si ripresenti.


Torneranno, inoltre, anche Gianni-pedia, Aurora e Dominic, il piccolo Fabio, Bianca e Gigi, ma anche Marina, Aristide, dàrna, nonna Ada e tanti altri, sia nei capitoli ambientati nel presente che nel passato. Perché il tempo non conta, quello che conta è che tutti fanno parte della stessa fantastica storia.

Buon viaggio insieme ai miei lupi! Unitevi al blogtour nelle prossime tappe!

venerdì 22 novembre 2024

Blogtour "Donne di ginepro" - personaggi maschili

 Blogtour "Donne di ginepro" - personaggi maschili

Bentrovati, lettori. Oggi il blog ospita una tappa del blogtour di "Donne di ginepro", romanzo di Maena Delrio edito da NPS Edizioni: articolo dedicato ai personaggi maschili del romanzo. Lasciamo la parola all'autrice!


Come anticipa anche il titolo del romanzo, in “Donne di ginepro”, essenzialmente, sono le figure femminili a trainare la narrazione. Eppure, esse sono strettamente connesse alle figure maschili che entrano in maniera positiva o negativa nelle loro vite. Perciò, anche se vengono nominati poco, i ruoli degli uomini non sono affatto marginali, e le loro azioni hanno delle conseguenze precise sulla sorte delle mie protagoniste. 

Quello di Anna è il classico padre padrone, crede che le figlie siano di sua proprietà e di poterne disporre come meglio crede. È responsabile di innescare la prima delle sciagure che disgregheranno la famiglia e porteranno all’internamento di Anna. Come lui, e nonostante provengano da due ceti sociali differenti come differente è il loro livello d’istruzione, anche il figlio del Barone pensa di avere potere di vita e di morte su chi lavora le sue terre. E così, anche il padre di Caterina, al quale l’esperienza nell’esercito ha acuito i lati peggiori del carattere, sceglie di usare la violenza per riappropriarsi del suo ruolo in famiglia dopo la lunga assenza, senza curarsi della figlia che assiste impotente alle angherie. 

Sono uomini cresciuti in una società maschilista, esercitano il controllo sulla famiglia anche e soprattutto con la forza e anche se la donna rimane la custode del focolare domestico e spesso contribuisce attivamente all’ economia della casa andando a lavorare in campagna o a servizio presso famiglie facoltose, pensano sia normale imporre la propria autorità su moglie e figli in un sistema di gerarchie che non ammette eccezioni: ne va dell’onore del capofamiglia stesso, che verrebbe considerato debole se si dimostrasse troppo accomodante nei confronti degli altri membri della famiglia. 


Nel romanzo "Donne di ginepro" troviamo anche un altro esempio di padre padrone. Il cugino Silverio, che inizialmente sembra un personaggio positivo e fa da padre a Caterina, mal sopporta la fine della tresca con sua madre e cerca disperatamente di riprendersi ciò che non può avere anche con l’uso della forza. Questi personaggi rappresentano un male assoluto, generati dal peggiore tra i semi del patriarcato, tristemente presente ancora oggi nei fatti di cronaca nera che puntualmente sconvolgono il nostro Paese. Il femminicidio è tutt’ora difficile da estirpare e purtroppo la Sardegna non è mai stata immune a questa piaga. 

Personaggi minori, ma non per questo meno importanti, rappresentano anch’essi una tipologia di uomini che pensa di poter disporre delle donne a proprio uso e consumo, sono Leandro e Anselmo: il primo che antepone la vendetta personale alla promessa fatta all’amata, e il secondo che segrega sua moglie come se si trattasse di una delle sue bestie.

Il padre di Celeste si discosta da questo genere di uomini. 

Pur non avendo studiato e subendo la chiusura mentale tipica dei paesi isolati come quelli montani, nonché di una professione che lo tiene lontano dai contatti umani per molti mesi all’ anno, riconosce nel rispetto della donna un valore imprescindibile, specie per quelle che ha accanto; perciò, si occupa della moglie e della figlia con amore e dedizione. Così come il maestro Sanna, che instaura con Celeste un rapporto alla pari basato sulla stima e fiducia reciproche e condivide con lei perfino le decisioni in ambito lavorativo. Sono uomini moderni, capaci di crescere i figli, coinvolti in maniera attiva nel ménage familiare e convinti che la donna non debba essere subordinata a loro nel rapporto di coppia. 

Il loro ruolo, perciò, sarà fondamentale nell’influenzare direttamente o indirettamente le scelte di vita delle mie protagoniste.

Il fratello di Anna merita una menzione a parte. 

In una società così rigida e pronta a condannare, rappresenta colui che scappa per poter essere se stesso. Il paese lo vorrebbe eleggere a guida per le sorelle che senza un uomo al comando sono destinate alla perdizione. Lui però non riesce ad adeguarsi, è impotente di fronte agli eventi di cui è testimone e non ha il coraggio e le capacità di imporsi e andare contro ciò che la gente si aspetta da lui. Così, decide di partire. E lo fa in silenzio, di nascosto, incapace di affrontare ancora una volta il giudizio della società, intenzionato a non vestirne i lati negativi ma consapevole di non poterlo fare fintanto che si trova lì. 

Articolo di Maena Delrio, autrice del romanzo “Donne di ginepro”, NPS Edizioni.


giovedì 12 ottobre 2023

Blogtour "Bronzo assassino" di Marco Bertoli - I personaggi

 Blogtour "Bronzo assassino" di Marco Bertoli - I personaggi

Bentrovati, lettori. Oggi il blog "I mondi fantastici" ospita la prima tappa del blogtour dedicato al nuovo romanzo di Marco Bertoli: "Bronzo assassino. Intrighi a Sparta", un thriller storico appassionante e intrigante, ambientato nell'Età Micenea (edito da NPS Edizioni).

Scopriamo insieme i personaggi del libro (Ettore, Menelao ed Elena), ispirati al mito greco, ma chiaramente rivisitati dall'autore, con una sua nota introduttiva.


Tre personaggi di “Bronzo assassino”

L’avventatezza non rientra nel novero dei difetti del mio carattere. Suona, perciò, strano che mi sia reso conto delle sabbie mobili in cui mi ero inoltrato nello scegliere i personaggi del romanzo solo quando l’editore mi ha chiesto di parlare di loro. Giocare con gli archetipi sino a stravolgerli, infatti, espone al rischio d’indisporre il lettore perché lo obbliga a cambiare il proprio punto di vista e l’immagine che ha di loro. 

Mi spiego. Se da un lato incarnare eroi ed eroine del mito nella realtà dell’epoca in cui si suppone siano esistiti è apprezzato poiché li rende tangibili, dall’altro mutarne natura e comportamenti può risultare inaccettabile e innescare il rifiuto. Prendiamo Achille, ad esempio. Finché si umanizza il suo essere una macchina da guerra con l’evidenziarne le lamentele e le ripicche adolescenziali non sussistono problemi. Se, però, lo si trasformasse in uno spaccone vigliacco che affronta i nemici solo perché certo della propria invulnerabilità e della protezione materna, cosa pensereste dello scrittore? Al minimo, un probabile: “Ma come si permette l’imbrattacarte? Questo non è Achil-e!”

Purtroppo per me, il libro è stampato e ne subirò le conseguenze. Inutile, quindi, ritardare oltre la presentazione dei protagonisti di “Bronzo assassino”.

(Marco Bertoli)



Ettore, Domatore di cavalli e investigatore per caso.

La leggenda ce lo presenta come il primogenito di Priamo, re di Troia. In quanto tale, sin dall’infanzia è stato istruito alle responsabilità che comporta l’essere l’erede al trono della città. Racchiude in sé il dramma dell’uomo che è pronto a rinunciare agli affetti più cari e a immolare se stesso per il senso del dovere. Un sacrificio compiuto nonostante la consapevolezza che la sua morte non servirà comunque a mutare il tragico corso degli avvenimenti.

Nel romanzo non ne utilizzo le doti di guerriero descritte nell’Iliade bensì l’acume e l’intuizione. Qualità che un futuro sovrano ho supposto dovesse possedere per sopravvivere in una civiltà in cui complotti e tradimenti erano la via preferita per impossessarsi del potere. Conscio della posta in gioco, una guerra fra Troia e Sparta, s’impegna senza risparmio e riguardo in un ambiente ostile allo scopo di trovare le prove che dimostrino l’innocenza di Paride ed Enea dalle accuse di omicidio loro rivolte. In fondo all’animo, però, lo perseguita il dubbio che, anche se l’indagine avrà successo, la catastrofe incombente sulla sua patria non sarà eliminata.


Menelao, Bellicoso signore di uomini nonché marito infelice.

Wanaka (re) di Sparta, è il secondogenito di Atreo e fratello minore di Agamennone. A somiglianza di esempi dei giorni nostri, è afflitto da un profondo complesso d’inferiorità che ne ha minato il carattere. Non riesce, infatti, a liberarsi dall’idea che tutto quello che possiede non sia frutto dei propri meriti e talento ma derivi dalla potenza e dalle ricchezze del fratello. Anche essere stato scelto da Tindaro, il precedente sovrano di Sparta, come sposo della figlia Elena è stato, a ben vedere, il mezzo con cui costui si è garantito la protezione di Micene, la più influente e prospera delle città micenee. 

A peggiorare la condizione di spirito di Menelao, il matrimonio, invece di essere ragione di orgoglio si è dimostrato un ulteriore motivo di sofferenza e di tensione.

All’inizio delle indagini di Ettore, appoggia il troiano per rispetto delle norme dell’ospitalità e per un’istintiva amicizia, poi per un interesse personale.



Elena, Regina dalla bella chioma eppure schiava disperata.

Nata dall’unione fra Zeus, sotto forma di cigno, e Leda, consorte di Tindaro, rappresenta per noi europei l’icona dell’eterno femminino, cioè la femminilità nella sua essenza e forza immutabili. Proprio la condanna secolare, e senza appello, d’essere responsabile dei lutti pro-vocati dalle contese per impadronirsi della sua bellezza mi ha indotto a mutarne la figura. La donna dall’aspetto paragonabile a una dea, il corpo sensuale che tutti i maschi sognano di avere nel proprio letto, ama le appartenenti al suo sesso. 

Incatenata nel ruolo di sposa di Menelao e madre di Ermione, soffre per non potere esprimere la propria natura. Ignoriamo il giudizio sull’omosessualità femminile in età micenea (quella maschile era accettata, vedasi Achille e Patroclo), tuttavia è plausibile ritenere che una tale affettività sarebbe stata considerata comunque un tradimento del legame coniugale se operato da una donna sposata. 

Da questa mia conclusione è scaturita la metamorfosi di Elena in “Bronzo assassino”. Non più una fedifraga per passione ma una persona che lotta per avere il diritto di vivere in libertà.


(Il blogtour di "Bronzo assassino" prosegue con le prossime tappe. Seguitele!)


lunedì 11 dicembre 2017

Dietro le quinte di Berserkr: personaggi

Dietro le quinte di Berserkr: personaggi

Nuovo articolo di approfondimento su Berserkr, il mio romanzo urban fantasy ambientato a Berlino. Dopo aver parlato delle ambientazioni (articolo qua), oggi vi presento alcuni personaggi del libro, con qualche curiosità, estratti e card. Eccoli!



ULRIK VON SCHREIBER

Protagonista del romanzo, Ulrik è un agente della Divisione, un operativo incaricato di intervenire in caso di situazioni che minaccino o destabilizzino l'equilibrio creatosi con gli Accordi dell'89. Tesserino 04A140481. Prende il suo lavoro seriamente (forse è una delle poche cose che prende davvero seriamente nella vita!), per onorare il padre, caduto durante la Guerra Calda, e tener viva così la sua memoria e tutto ciò per cui ha lottato.

Disilluso, non crede più nell'amore e non vuole affezionarsi a nessuno. Fatica a obbedire gli ordini e se ne sbatte delle convenzioni sociali. In realtà non vuole legarsi per non soffrire di nuovo, per quanto già lo abbia fatto, come comprende durante gli scontri con le Oceanine.


A trentasei anni suonati e una leggera stempiatura, Ulrik sapeva essere ancora piacente; merito delle sue labbra carnose, dei capelli dorati e del fisico allenato negli anni dell’Accademia. Certo, qualche anno addietro avrebbe inseguito un lupo dalla Grunewaldturm fino in cima a Teufelsberg senza fermarsi, oggi al massimo sarebbe montato in groppa a Markus e si sarebbe fatto trasportare.

FABIAN

Collega di Ulrik, pavido e grassoccio. Fedelmente sposato con la sua Luisette, tanto che alla voce fedeltà del dizionario Langenscheidt hanno messo una sua foto, monogamo convinto e padre di tre bambini deliziosi, tra cui Albertina, iscritta all'Accademia della Divisione, per seguire le orme paterne.

Fabian non ama l'azione, nonostante sia un operativo, e preferisce nascondersi dietro le atletiche spalle di Ulrik. Vorrebbe stare agli archivi, dove si trova a suo agio, dietro pile di libri e scartoffie da consultare e studiare. Uomo di cultura, è convinto che nel passato vi sia la chiave per comprendere il presente e evitare il ripetersi di antichi errori. Nel corso del romanzo, si troverà a prendere in mano le redini del proprio destino e a mettere da parte la paura di vivere.



MARKUS

Alfa ad interim del branco della Foresta Verde, è uno dei licantropi che vivono nel Grunewald. Era uno dei Beta di Alois, ma quando l'antico Alfa si è offerto come ostaggio per la Divisione ha preso con coraggio la guida del branco, sentendo su di sé il peso del comando e il bisogno di sicurezza del branco.

Licantropi e vampiri non vanno d'accordo, perché i vampiri sono aberrazioni della natura, uomini morti che le streghe hanno resuscitato, concedendo loro una seconda vita. I licantropi invece rappresentano la fusione degli uomini con la natura, un uomo e un lupo insieme. O, come scoprirà Ulrik, un lupo fattosi uomo.



HEITH

Una delle streghe della Foresta Permanente. Vecchia, brutta e sudicia, ma soprattutto piena di odio e rancore verso gli uomini. Non ha mai accettato gli Accordi dell'89 e non perde occasione di puntualizzare quanto quella divisione sia in realtà una prigione a cui lei e le sue sorelle sono confinate.

Assieme alle sorelle, vive nella foresta di Tegel e si ritrovano ai piedi della Grande Quercia (Dicke Marie) per renderle omaggio.


HEINZELMANN

Il suo nome completo è Luring Von Heinzelmann ed è uno dei coboldi più antichi. Un tempo viveva felice nel castello di Hudemühlen, libero di fare tutti gli scherzetti che voleva. Adesso, come tutti i suoi simili, è confinato nella reggia di Sans-souci a Potsdam, assieme alla moglie, Olga della casata di Lietzenburg.

Come tutti i folletti domestici, si diverte a fare scherzi ma in realtà è molto affezionato ai suoi luoghi e ai padroni che li ospitano. Tiene molto all'etichetta e lamenta spesso il degenero della gioventù moderna.
 «Silfi?» ringhiò Heinzelmann, voltandosi di lato. «Dico, giovanotto, ho forse le ali? Eh? Vedi delle strane protuberanze, ben poco virili, sporgere dalla mia schiena? Guarda là che postura eretta! Frutto di trecento anni di frequentazione dell’alta società tedesca! Mica passo il tempo a rovistare tra gli avanzi della cena, ronzando da un piatto all’altro!» Ma di nuovo Olga lo trattenne.«Siamo coboldi, Herr Schreiber. Folletti domestici.»

LORELEI

Lorelei dal dolce canto, signora delle Oceanine, un tempo regina del Reno. Viene da lontano, dai mari del sud, dove viveva assieme al suo popolo sull'isola nota come Tirrenide. Poi la guerra, le incomprensioni, la fuga e il caos. Nuove vite che si sono intrecciate, nuove storie, nuove trame del destino che l'hanno portata sulle rive dell'Havel, ai giorni nostri

Piena di rancore per la sua ingrata sorte, piena di paure sul futuro per sé e le sue figlie, Lorelei è disposta a giocare il tutto per tutto pur di garantire la sopravvivenza del suo popolo. E non capisce perché il Protettore della Città non sia dalla sua parte.


Se vi siete incuriositi, potete trovare "Berserkr" su tutti gli store di libri (Amazon), presto anche in ebook. Per altri articoli sul romanzo, continuate a seguire il blog! Grazie!





lunedì 11 settembre 2017

Dietro le quinte di Ulfhednar War: i personaggi (2)

Dietro le quinte di Ulfhednar War: i personaggi (2)

Nuovo appuntamento con la rubrica "Dietro le quinte", che analizza personaggi, ambientazioni e oggetti della mia saga "Ulfhednar War". Negli ultimi appuntamenti abbiamo parlato di Ascanio (qua), Daniel (qua), gli ulfhednar nella mitologia nordica (qua) e poi gli amici di Ascanio (qua). Anche oggi parliamo di personaggi, ma cambiamo fronte, presentando i personaggi sovrannaturali, non necessariamente nemici di Ax e Daniel.


RAUL: il suo vero nome è Radulf, di origini tedesche (prussiane, per l'esattezza!), è un guerriero alto più di due metri, con lunghi capelli scuri. Agli inizi del Settecento, ha prestato servizio nei Langen Kerls, un reggimento particolare, voluto da Federico Guglielmo I, il monarca prussiano che ha dato una svolta militarista al suo regno: tutti i componenti del reggimento erano infatti giovani e atletici, tutti di altezza superiore alla media, adatti a maneggiare lunghi fucili d'avanguardia.

Radulf si era divertito parecchio, amando il brivido della lotta armata e l'odore del sangue, per cui Renart non aveva dovuto pregarlo parecchio quando gli aveva proposto di unirsi a lui, mutandolo in ulfhednar. Chi è Renart? Beh, diciamo che era il nome che utilizzava in quel periodo il nostro negromante preferito! :)

Per anni è stato uno dei Beta del Vello d'Argento, chiaramente intenzionato a prendere il posto di Alois dopo la sua morte, ma ostacolato dagli altri Beta e persino da Daniel. Adesso con l'aiuto dell'ombra è riuscito a riunire il branco e a farsi acclamare come Alfa. Quanto dureranno i suoi sogni di dominio?
Raul si gloriava spesso di tali imprese, raccontando come, durante le campagne militari prussiane al seguito del Re Sergente, avesse sbranato legioni di nemici, piombando tra loro e azzannandone a decine, prima che riuscissero a individuarlo. 
Il lupo delle Norne lo chiamavano i suoi compagni dei Langen Kerls, il lupo che portava ai malcapitati la profezia di coloro che tessevano il fato.

MARKUS: ulfhedinn di Odino, anche lui membro del Vello d'Argento. Amico di Daniel (qualcuno dice che erano persino amanti!), era uno dei pochi a non scaricare le sue frustrazioni sull'Omega, nei vent'anni che Daniel ha trascorso assieme al branco in Garfagnana. Durante un'escursione a Fabbriche di Careggine, Markus è stato salvato dai cacciatori proprio dall'intervento rapido di Daniel, legandosi al ragazzo con un debito di riconoscenza.


Attualmente, dopo aver girato per l'Europa per cinquant'anni, si è riunito al Vello d'Argento, trovando in Raul l'Alfa di cui il branco aveva bisogno. Atletico e piacente, Markus nasconde un cuore sofferente, impaurito dalla solitudine, che lo ha spinto ad accettare un Alfa immeritevole, pur di proteggere se stesso e il branco. Di questo, Daniel è consapevole e vi fa leva per risvegliare il vecchio amico e riportarlo a sé.
Erano ormai alla fine del sentiero, ai margini dello spiazzo sterrato dove avevano parcheggiato le auto, e proprio là, appoggiato al cofano della Kuga, un uomo li aspettava, con le braccia conserte e gli occhi coperti da un paio di Oakley. Indossava una canotta bianca, che metteva in risalto il fisico muscoloso e le braccia tatuate, sopra un paio di jeans sdruciti. 
Avvicinandosi, Ascanio notò che quelli che aveva scambiato per tatuaggi erano in realtà ustioni. Cicatrici di scontri combattuti in passato. 
Il ringhio sommesso di Daniel, che avanzò a passo deciso verso di lui, non faceva presagire niente di buono. Così si fermò, invitando gli amici a fare altrettanto, prima di affiancare Daniel che intanto aveva raggiunto l’uomo. 
«Potrei dirti ne è passato di tempo, ma sappiamo entrambi che non è così. Non per noi, almeno» disse quest’ultimo, staccandosi dalla Ford e posizionandosi di fronte a Daniel, a gambe divaricate, in una posa che, ad Ascanio, sembrò quella di un lupo pronto a balzare. 
«Markus…» mormorò Daniel, con una nota di sorpresa nella voce. E di qualcos’altro.

SERGIO, LUCA, MARTIN: altri componenti del Vello d'Argento. Ulfhedinn di Odino, che già facevano parte del branco di Alois. Sergio è un rozzo contadinotto, che grugnisce anziché esprimersi, ama la violenza e combattere, ma in fondo riesce a distinguere tra Bene e Male. Martin è stato per anni l'Omega, prima dell'arrivo di Daniel, e a volte si dimentica di non esserlo più.


ALOIS e LUISA: Alois è stato, per secoli, l'Alfa del Vello d'Argento. Per molti lupi, in realtà, era più di un capo, era un padre, una figura di riferimento, simbolo di accoglienza e sicurezza. Assieme a Luisa, la sua femmina Alfa, ha creato Gridastadr, una baita sulle montagne dell'Appennino Toscano, protetta dagli sguardi del mondo da alcuni galdrar difensivi: ma definirla una baita è riduttivo, era una casa, un posto sacro dove ogni lupo sarebbe potuto tornare in qualsiasi momento, anche se ferito o allo sbando. Con la sua morte, molti valori familiari, che tenevano unito il branco, sono scomparsi.

JOHANNA: officiante della Madre Terra, amica di Aristide e membro della congrega di cui faceva parte anche Faust agli inizi del Novecento. Oggi vive nel suo angolo di paradiso, all'ombra di frassini secolari che la nascondono agli occhi dei Figli di Cardea, protetta da recinzioni di aconito e biancospino. Vecchia, pluricentenaria, odia gli ulfhednar, considerandoli aberrazioni della natura, e non esita a bacchettare Ascanio per essersi unito a uno di loro.
Li detesti proprio gli ulfhednar? Si può sapere che ti hanno fatto?» sbottò Ascanio. 
«Esistono. E non dovrebbero. A nessun uomo dovrebbe essere concesso di vivere così a lungo, di non provare la malattia né la vecchiaia, di pretendere di essere un Dio. È la brevità, assieme all’impossibilità di averne una seconda, ciò che rende la vita un bene prezioso, degna di essere vissuta in ogni attimo. Se invece la morte diventa uno spauracchio per bambini e l’esistenza infinita, allora non è più vita. È banalità. È immeritata sopravvivenza. È trascinarsi di giorno in giorno senza sapere perché» spiegò, abbandonandosi a un sospiro. 
Per un attimo, ad Ascanio sembrò di notare una lacrima bagnare le sue palpebre raggrinzite, prima che la donna si rivolgesse a Daniel. «Non sono poi così diversi, gli ulfhednar e gli officianti che ingannano la morte, no?»
ARISTIDE: padre della nonna di Ascanio, era un officiante vissuto all'inizio del Novecento. Magro e lungo, con il naso aquilino e piccoli occhi indagatori, credeva che i poteri degli officianti dovessero essere al servizio dell'umanità, non che dovessero nascondersi. Purtroppo viveva in un'epoca oscura, di maldicenze e scarsa fiducia, e presto si è ritrovato coinvolto in un conflitto non solo con i lupi ma anche all'interno della sua stessa congrega. La sua morte ha permesso di imprigionare Faust nella cripta sotto la croce della Pania di Corfino, in attesa di tempi migliori, quando magari un giovane officiante, suo discendente, avrebbe potuto sconfiggerlo definitivamente.

ORESTE e DANTE: officianti, compagni di Aristide nella sua lotta contro Faust.

Bene, direi che con questa scheda terminiamo i personaggi di "La guerra dei lupi". Se avete altre curiosità, potete scrivermi! Ci saranno presto altri articoli sui simboli, gli oggetti e i luoghi della saga. Buona lettura!




lunedì 28 agosto 2017

Dietro le quinte di Ulfhednar War: i personaggi

Dietro le quinte di Ulfhednar War: i personaggi

Prosegue la rubrica "dietro le quinte", per approfondire personaggi, situazioni e oggetti della mia saga urban fantasy "Ulfhednar War". Dopo avervi presentato Ascanio (qua) e Daniel (qua), oggi vi parlo del resto del branco... di amici di Ax, quelli con cui è cresciuto, è andato a scuola ed è cresciuto. Un'amicizia che dura da molto tempo e che rappresenta il punto fermo della vita di Ascanio, quella che un po' banalmente potremmo definire come la normalità, la spiaggia (di Viareggio!) a cui tornare ogni volta in cui la sua nuova, e sovrannaturale, vita lo strappa al presente. Ve li presento uno ad uno, poi mi dite qual è il vostro preferito!


Gianni-pedia: nerd del gruppo. Conosce Ascanio da quando erano ragazzi, hanno frequentato le superiori insieme e gli passava i compiti di matematica e fisica, in cui Gianni era bravissimo. Fisicamente simile a un ragazzo, magro, con i capelli scuri sparati in testa da chili di gel, indossa occhiali da nerd ed è un genietto dell'informatica. Ama il fantasy, i film blockbuster e le serie tv, abbandonandosi spesso a grandi maratone private. Segretamente ha un debole per la Dottoressa, anche se poi tanto segreto non è...
Gianni era una vera fogna quando si trattava di ingurgitare cibo spazzatura, eppure tutti gli amici erano concordi nell’affermare che il suo metabolismo lo convertisse in un’intensa attività neuronale, che lo aveva portato a essere un genio dell’informatica. 
Ascanio non ricordava quanti premi avesse vinto, tanti quanti gli esami universitari da cui era stato cacciato, col risultato che, a trent’anni appena compiuti e con un Q.I. doppio rispetto alla media di un qualunque laureato, Gianni era ancora senza un titolo di studio e un lavoro. 
Del resto, era difficile strappare un voto positivo a un professore quando per tutta la durata dell’esame il ragazzo non faceva che confutarne le tesi, con una chiarezza espositiva che faceva infuriare gli ottusi accademici italiani.

La Dottoressa: amica storica di Ascanio, la Dottoressa (il cui nome non viene mai rivelato in "La guerra dei lupi") ha avuto una cotta per Ax quand'erano ragazzi e forse ce l'ha ancora, legata a lui da una profonda connessione. Studiosa e responsabile, nel suo campo è un piccolo genio. Ha una laurea in Biologia e una in Botanica e ha appena conseguito un Master di Ricerca in Bioscienze all'Università di Cardiff, dove inizierà a breve a lavorare come ricercatrice. Adora la natura ed è una grande conoscitrice di piante e erbe, e dei suoi segreti più misteriosi... Il colore dei suoi capelli è molto variabile, ha avuto un periodo rosa, uno viola (per festeggiare il ritorno della Fiorentina in serie A), ora è nel periodo azzurro, fresco come l'estate.
Se Gianni-pedia era l’Einstein dell’informatica, la Dottoressa lo era per la scienza. A neppure trent’anni aveva già conquistato due lauree, un Master e pubblicato apprezzati articoli sull’efficacia medica di erbe e rimedi omeopatici. 
A differenza dell’amico, però, aveva ricevuto numerose offerte di lavoro tra cui la più allettante, e che aveva appena accettato, da un laboratorio di ricerca in Galles. Per cui quelli sarebbero stati i suoi ultimi mesi in Toscana.
Bianca e Gigi: coppia di amici di Ascanio, fidanzati da dieci anni ormai. Luigi è un amico di infanzia di Ax; sua madre ha un chiosco di fuori fuori dal cimitero di Viareggio ed è una grande amica di nonna Alma. Gigi e Ax hanno fatto tutte le scuole assieme, anche se Gigi tirava più che altro a campare, divertendosi con le ragazze e le partite di calcio. Ha messo la testa a posto quando ha conosciuto Bianca, in vacanza a Ibiza dopo la fine delle superiori; nonostante abitino vicini, per ironia del destino si sono incontrati soltanto là.



Bianca è una sognatrice. Fa la commessa, vive una vita semplice e ordinata, dove tutto deve avere il senso, come il trucco sempre perfetto che le adorna il viso. Aspetta che Gigi le chieda di sposarlo e vivere insieme felici e contenti. Forse è l'ultima sognatrice romantica del ventunesimo secolo.
Un colpo di clacson indirizzò l’attenzione di Ascanio sul vialetto di casa, dove due macchine erano apparse. Nella prima c’erano Bianca e Gigi, l’eterna coppia che tutti credevano si sarebbe sposata l’indomani, una credenza che perdurava da così tanto tempo da essere divenuta leggenda, come le storie che il ragazzo di Camaiore spesso raccontava. 
A sentir lui, stavano semplicemente aspettando il momento giusto, mentre lei, ingenua e sognatrice, usciva ogni giorno di casa convinta di ricevere l’anello di fidanzamento, rientrandone regolarmente dispiaciuta. Eppure continuava a sperarci. 
A quel pensiero Ascanio sorrise, chiedendosi quanti uomini potessero vantare una devozione così intensa, una fedeltà a un ideale in grado di dissipare qualunque nuvola avesse oscurato la propria vita. 
Aurora: ex ragazza di Ascanio, conosciuta il primo giorno di università, alla lezione di Antropologia Culturale. Non molto alta, quella che definiremmo una ragazza "acqua e sapone", Aurora è molto attraente, con le curve al punto giusto, ma non è appariscente, né una ragazza che sfrutta la sua femminilità o la ostenta. Lei e Ascanio si sono frequentate per un po', ma lui era troppo preso dalla scoperta dei grimori di Aristide, dai suoi esperimenti, dai suoi studi, per poterle garantire la stabilità, e la felicità, che meritava. Sono rimasti però grandi amici e Aurora continuamente lo rammenta.
Prima ancora di vederne il viso, nascosto dietro lo sportello della Golf, Ascanio ne riconobbe il tono e la solarità. Aurora entrò nel suo campo visivo in quel momento, assieme al bambino dai capelli biondi che teneva per mano. Gonna di jeans, maglietta e scarpe da tennis, sembrava la stessa ragazza conosciuta dieci anni prima all’Università di Pisa, come se né il tempo né la gravidanza l’avessero toccata. Salutò Daniel e Marina, poi si avvicinò ad Ascanio e lo abbracciò.

Dominic: non è propriamente un amico di Ascanio, per questo lo inserisco nel finale, a chiudere la carrellata di membri del gruppo storico di Viareggio, a cui lui si è aggiunto quando ha iniziato a frequentare Aurora.
Un’acuta voce maschile rubò Ascanio ai suoi pensieri, portandolo a sollevare lo sguardo verso il ragazzo smilzo che si stava avvicinando, brontolando come suo solito per qualche catastrofe in corso. I suoi capelli erano troppo biondi, al punto che quasi apparivano bianchi, i suoi occhi troppo tondi e quell’accento francese gli ricordava quella stronza prof del liceo che non aveva mai apprezzato che ad Ascanio interessassero solo le lingue germaniche. La verità era un’altra, anche se ammetterla gli costava fatica.
“Dominic Girard. Professione avvocato e padre di Fabio.”
Quale delle due definizioni gli desse più fastidio, Ascanio non l’aveva ancora capito. “Ma se piace ad Aurora, non deve essere poi così male, no?” Se lo ripeteva da sette anni, ma ancora non era riuscito a trovare prove a sostegno di tale affermazione.
 
Allora, cosa ne pensate? Quali sono i vostri personaggi preferiti?
Spero di avervi incuriosito con questo articolo. Se volete leggere "La guerra dei lupi", lo trovate su tutti gli store di libri.
Presto conosceremo anche gli altri, quelli appartenenti al mondo "sovrannaturale", come Markus e Johanna! A presto! :) 

lunedì 19 giugno 2017

Dietro le quinte di Ulfhednar War: i personaggi - Ascanio

Dietro le quinte di Ulfhednar War: i personaggi - Ascanio

Inizia il viaggio all'interno del romanzo "Ulfhednar War - La guerra dei lupi", con una serie di articoli sul blog dedicati ai personaggi, alle ambientazioni e alla mitologia e alle leggende che stanno dietro e dentro il libro. Iniziamo con Ascanio, uno dei due protagonisti, il personaggio principale di "La guerra dei lupi", dato che buona parte del romanzo è raccontata dal suo punto di vista, suoi sono gli occhi che vedono il mondo, sue le paure, le ansie, il timore di non essere all'altezza, sua anche la grinta che lo spinge a combattere per proteggere coloro che ama.

Scopriamo qualcosa di più sul nostro "Merlino", come lo definisce la Dottoressa.

Attenzione: la lettura di questo articolo è consigliata a chi ha già letto "La guerra dei lupi", in quanto contiene informazioni tratte da esso!

Ascanio è nato nel 1982, a Viareggio, dove ha vissuto per tutti i suoi trent'anni, dove ha studiato e ha conosciuto gli amici di infanzia (Gianni e Gigi), con cui poi è cresciuto. La madre è morta dandolo alla luce, evento questo che pesa ancora su di lui, a volte si sente persino in colpa per averla costretta a una così grande fatica. Del padre non sappiamo niente, quindi Ascanio è cresciuto con la nonna (Alma), madre di sua madre, e con lo zio Alfio, che comunque non gli hanno certo fatto mancare l'amore necessario a crescere in salute. Ascanio è sempre stato un ragazzo studioso, diligente, assolutamente non attaccabrighe, uno di quelli che amava stare in disparte (qualcuno direbbe "un ragazzo da parete"), senza confondersi con gli altri, lontano dagli spacconi e dai fighetti di turno che puntavano solo a farsi notare. Chiuso, introverso, ma felice nella sua solitudine, ha sempre amato leggere, studiare, curiosare, indagare, soprattutto nel passato.

A scuola andava bene a storia, geografia e italiano, mentre rifiutava le materie scientifiche (in cui invece Gianni era un genio). Terminate le superiori, mentre gli amici si davano alla pazza gioia in vacanza a Ibiza (dove Gigi ha conosciuto Bianca), Ax trascorreva l'estate in Garfagnana, assieme alla nonna, nella vecchia casa di famiglia, eredita da un suo avo (il padre, appunto, di Alma). E proprio di questo bizzarro personaggio, Ascanio scopre il suo passato, durante l'estate del 2001, quando, nel corso dei lavori di ristrutturazione della casa, viene alla luce uno studiolo segreto, con un baule pieno di sorprese! :-) 
«Ho sempre evitato di parlartene, per non rattristarti. Abbiamo avuto tutti le nostre disgrazie» tentò di sorridergli la nonna, carezzandogli il volto. «Quando negli anni Settanta tuo zio Alfio si mise in testa di ristrutturare la vecchia baita di famiglia, mi disse dei diari che aveva trovato e di tutti gli aggeggi infernali di mio padre. Sono stata tentata di bruciarli, ma poi pensai che era tutto quel che mi rimaneva di lui e che magari in futuro avrei potuto perdonarlo, così feci murare lo studio, come se una parete di cemento bastasse per cancellare il dolore dell’abbandono. Non ci riuscì, in effetti, ma tu fai quello che credi. Leggili, studiali, di certo li vorrai sfogliare. Sei un attento indagatore, brami di conoscere ogni cosa, proprio come lui. Per certi aspetti gli somigli, più di quanto io gli abbia somigliato. Ma sta’ attento, Ascanio, non diventare come lui. Non perdere la ragione e soprattutto non mettere da parte coloro che ami.»  
«Non lo farò» la abbracciò Ascanio. «È una promessa.»
La scoperta del baule di Aristide e dei suoi grimori è il primo grande evento che cambia la vita di Ascanio, finché poi, qualche anno dopo, non si imbatte in Daniel e sua sorella, salvandoli da alcuni cacciatori di frodo. Un secondo, piacevole, evento che inaugura la nuova fase della sua vita.


Ascanio è un officiante, celebra riti di comunione con la natura, da cui trae forza e che riesce a utilizzare. Evoca il fuoco, ascolta il vento, riesce a spostare le cose con la forza della mente. Piccoli successi che ha ottenuto da solo, studiando i diari del suo avo, e poi facendosi aiutare da Daniel, per quel che ne sapeva lui dei galdrar. Tutto bene, quindi? No, perché Ascanio ha tenuto nascosto questo mondo ai suoi amici e ad Alma, forse chiudendosi in se stesso più di quanto dovesse, e teme il giorno in cui la verità verrà fuori. Sogni, strani segnali che gli arrivano (dal futuro? da uno dei tanti mondi possibili?) lo inquietano e quando l'allegra compagnia di amici si mette in movimento per andare in vacanza in Garfagnana ecco che gli eventi, uno dopo l'altro, precipitano. Forse, pensa Ascanio, è stato più facile dire loro di essersi trovato un ragazzo (lupo^^) che non discendere da una linea di officianti!
«Sei uno stregone?» 
«Sciamano, mago, fattucchiere. Chiamami come vuoi, ma io mi considero un semplice officiante, servo fedele della natura. È quello che facciamo, nei fatti: canalizziamo le forze della Dea Madre, servendocene per i nostri scopi.» 
In chiusura, un paio di curiosità: il nome non è casuale. Per quanto sia un nome che mi piaccia molto, saprete certamente che Ascanio è il figlio di Enea, sopravvissuti entrambi all'incendio che ha distrutto Troia. Ecco, anche Ax è un sopravvissuto, anche Ax ha un legame col fuoco.

La seconda curiosità è che Ascanio compare in alcuni miei racconti: in "Le voci alla Balza", ancora ragazzino, si reca in bicicletta sulle colline di Camaiore, di notte, con gli amici Gigi e Gianni, per visitare... una casa infestata (potete leggere il racconto nell'antologia "Racconti Toscani. Anno II", di Historica Edizioni, e nella mia antologia "L'ora del diavolo"). Nel racconto "Il peso del destino", di poco più grande, Ascanio è insieme agli amici in Alta Versilia, a fare il bagno in un ruscello, quando viene avvicinato da alcune bizzarre creature che li conducono alla misteriosa Grotta del Senicione. Potete leggere questo racconto nell'antologia "Esecranda" 2016.

Se vi siete incuriositi, potete leggere le avventure di Ascanio e dei suoi amici nel romanzo "Ulfhednar War - La guerra dei lupi", disponibile in tutti gli store di libri (Amazon, Ibs, Mondadori store) e ordinabile in libreria. Se preferite una copia firmata, contattatemi e ve la invierò! ;)