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venerdì 9 settembre 2022

Recensione "Yokai. Oltre le nuvole" - Bakemono Lab

 Recensione "Yokai. Oltre le nuvole" - Bakemono Lab

Bentrovati, amici lettori. Oggi vi parlo dell'ultimo volume della serie "Yokai", di Bakemono Lab. Se ricordate, nel corso del 2021 vi ho parlato degli altri volumi. 

Di cosa si tratta? Di antologie di racconti fantastici ispirati a miti, leggende, folclore giapponese, scritti da autori e autrici italiani e pubblicati dalla giovane e talentuosa casa editrice romana: Bakemono Lab. L'ultimo volume si intitola "Oltre le nuvole" ed ha una copertina carinissima, a cura di Claudia Ducalia.

Il volume contiene sei racconti: 


- Oltre le nuvole è certo primavera, di Marco Mancinelli

- Un gatto chiamato Kumiko, di Benedetta Munalli

- Kappa, di Simone Fiocco

- Il futon, di Ornella De Lullo

- Kiseru, di Lorenzo Marletti

- Kamaitachi, di Valerio la Martire

Le trame dei racconti sono indicate nelle bandelle del volume.


Come in tutte le antologie, atmosfere e stili sono diverse, in base al gusto, alla sensibilità di ogni autore, al suo modo di creare ed evocare mondi, e "Yokai" non fa eccezione.

Come sempre, ho adorato il racconto di Marco Mancinelli, ospite fisso di tutti i volumi della serie, una presenza costante e confortante, grazie alla sua capacità di creare le giuste atmosfere, con le sue storie sospese, tra leggenda e realtà, tra verità e finzione. Il protagonista, Hitoshi, intraprende un viaggio che, come tutti i viaggi, è sia fisico che interiore, una storia di crescita, di (ri)scoperta di sé. 

Non pensate che la ragione possa spiegare tutto, cari lettori, non la vita, quella a volte bisogna sentirla, percepirla, con altri sensi.

"Un Gatto chiamato Kumiko" di Benedetta Munalli è, invece, una storia di redenzione. La protagonista, Morgana, affronta un cammino pericoloso, in cui cercherà di recuperare l'amore per la vita, grazie all'incontro con una persona perduta... il fantasma (la presenza?) dell'amica Kumiko. A dimostrazione che le persone, anche dopo la morte, non se ne vanno mai del tutto, restano qua, accanto a noi, a guidarci, a insegnarci qualcosa, a redarguirci quando ne abbiamo bisogno.

"Kappa", di Simone Fiocco, è un altro racconto che mi è piaciuto molto, un'atmosfera "urban fantasy" direi, ambientato a Roma ai giorni nostri, con protagonista Kiyoshi, un bambino tristemente bullizzato, come purtroppo ce ne sono molti. E, come spesso accade, un bambino pieno di rabbia. L'incontro con una creatura leggendaria, i famosi Kappa, appunto, del folclore giapponese, cambierà la sua vita. Ma ogni cambiamento presuppone la forza, la determinazione, la capacità di sopportarne in peso, per non esserne sopraffatti. Sarà in grado questo ragazzo di reggere?

"Il futon", di Ornella De Lullo, appartiene alla serie di racconti che ruotano intorno a oggetti magici/stregati. Mi piace come tipologia di storie e mi ha fatto piacere che in ogni volume ci fosse un racconto di questo tipo (ricordo, ad esempio, "La casa nasconde ma non ruba" del libro "Yokai. Spiriti inquieti"). Richiama inoltre una componente morbosa dell'animo umano, quel senso di attaccamento che a volte ci troviamo a provare per un oggetto (o, peggio, anche per una persona!), fin quasi a esserne dipendenti, a bramarlo, a desiderare di possederlo nonostante tutto e incuranti di tutto. Il protagonista scoprirà il peso di questo desiderio...

In "Kiseru" di Lorenzo Marletti si racconta la storia di Chiyo, una bambina triste per una perdita recente che ancora non ha, giustamente, superato. Tra passato e presente, tra mondi diversi (essendo di origini italo-giapponesi), la nostra protagonista crescerà e farà incontri particolari...

L'ultimo racconto, quello di Valerio la Martire, è come quello di Mancinelli fortemente d'atmosfera, recupera storie e miti del Giappone, giocando con i personaggi e deliziandoci con un colpo di scena. La storia è quella di una giovane feudataria che cerca vendetta; per ottenerla, si rivolge alla misteriosa e potente ronin, per uccidere le kamaitachi, le donnole con la falce. Ci riuscirà?


Spero di avervi incuriosito con questi brevi accenni, invitandovi alla lettura di questo libro: sei racconti che vi trascineranno nel mito e nelle leggende del Giappone, una terra sospesa nel tempo, tra passato e presente, ancora in grado di affascinare i lettori occidentali.

Info sul sito Bakemono Lab!

giovedì 29 luglio 2021

Recensione "Yokai. Anime smarrite" - Bakemono Lab

 Recensione "Yokai. Anime smarrite" - Bakemono Lab

Bentrovati, lettori. Oggi parliamo del terzo volume del progetto "Yokai", curato da Bakemono Lab: antologie di racconti ispirati al folclore giapponese. "Anime smarrite" comprende i racconti di Daisy Franchetto, Varla del Rio, Stefano Bessoni, Olivia Balzar, Marco Mancinelli. Come sempre, splendida copertina di Claudia Ducalia.

“Per quanto diversissime per toni, atmosfere, temi, figure, le storie qui presentate hanno un denominatore comune: poetiche, macabre, tragiche, irriverenti che siano, tutte infatti esplorano il sottile confine fra la vita e la morte, la lucidità e la follia  ̶  quella zona d’ombra densa e cangiante come la pupilla di un corvo che, criptico, ci osserva da lontano.” (Anna Lisa Somma)

Il volume vi porterà a spasso nel tempo e nello spazio, infatti i racconti non si svolgono tutti in Giappone e sono ambientati in epoche diverse. Elementi, questo, che considero a favore, in quanto permettono al lettore di spaziare nella lettura, complice anche lo stile e soprattutto le atmosfere diverse create dai vari autori e autrici. Tutte le storie, però, attingono alla mitologia e al folclore giapponese, come già avvenuto nei due precedenti volumi del progetto.

Ad aprire il volume è il racconto "Scelsi il sicomoro", della bravissima Daisy Franchetto (più volte ospite del blog con la sua saga fantasy onirica "Io sono Lunar"), un racconto che affronta una tematica difficile, e sempre tristemente attuale, come quella del suicidio, ma l'autrice lo fa con grande sensibilità, come sempre. Immancabile anche un corvo, animale dal profondo significato in molteplici culture; anche qua, avrà qualcosa da dire.

"Guscio di noce", di Varla del Rio, è un racconto ambientato a Berlino! La storia ruota attorno a Atsuko, che si trasferisce dal Giappone per seguire il suo ragazzo e finisce a fare la cameriera al Go-Go Ramen. Una storia decisamente particolare, che invita alla (ri)scoperta di sé e soprattutto fa riflettere su noi stessi, su ciò che realmente vogliamo essere e vogliamo fare della nostra vita. La protagonista impiega parecchio tempo per comprenderlo, un viaggio non facile, di avanti e indietro, di speranze e ricordi. Un racconto decisamente appassionante.

"La sottile arte", di Stefano Bessoni, è un racconto meraviglioso e dissacrante. Ho adorato il protagonista, il signor Toporski, a cui ne succedono di cotte e di crude. Un personaggio caratterizzato benissimo, che strapperà sicuramente molte risate al lettore, ma fa anche riflettere sui ritmi della vita contemporanea, la difficoltà dell'uomo di relazionarsi con i suoi simili, anche in contesti ristretti, come una città o un palazzo. E che palazzo! Attenzione a cosa vi si nasconde!

Olivia Balzar, con "Fame", ci riporta in una città contemporanea, un'ambientazione fresca e attuale, dove però, oltre alla modernità, trovano spazio misteri e antiche leggende. Nel primo volume di Yokai c'era una misteriosa creatura nascosta nel bagno, qua il problema viene dal salotto... dal divano, precisamente! Una storia intrigante, sostenuta da un ritmo ben cadenzato e da uno stile immediato, schietto, che fa girare le pagine a raffica.

Il gran finale è affidato a Marco Mancinelli, autore presente nei tre volumi di "Yokai", con un racconto decisamente d'atmosfera: "Il ponte sul ruscello di peonie", forse il racconto che, più di tutti gli altri, rappresenta lo spirito, il cuore del volume. A metà tra il sogno e la realtà, la storia si svolge essenzialmente su un ponte sopra un ruscello di peonie dove il protagonista trascorre il tempo in attesa... di cosa? Cos'è che attende davvero? E chi è quella misteriosa signora che ogni notte ascolta le sue chiacchiere? Mistero e grandi emozioni garantite.

Nel complesso, anche il terzo volume di "Yokai" si rivela un lavoro attento e ben curato. Per gusto personale, devo dire che tra i tre libri questo è quello che mi è piaciuto più di tutti, complice l'alta qualità delle storie e dello stile narrativo. 


Scoprite di più sul sito "Bakemono Lab"!




lunedì 26 luglio 2021

Recensione "Yokai. La notte della volpe" di Bakemono Lab

 Recensione "Yokai. La notte della volpe" di Bakemono Lab

Bentrovati, lettori. Oggi vi parlo di un libro molto carino, letto di recente: il secondo volume del progetto "Yokai", curato da Bakemono Lab: La notte della volpe. Del primo libro, ho parlato qua. Anche questo secondo volume è un'antologia di racconti, ne contiene ben cinque, uno più carino dell'altro, incentrati sul folclore giapponese. Scopriamoli insieme!

Quarta di copertina: Gli spiriti agiscono con inganno e violenza, per vendetta o pura malvagità, ma esistono anche spiriti buoni che intessono relazioni amichevoli, perfino amorose, con l’uomo. Pur trattandosi di esseri soprannaturali, essi sfruttano a loro piacimento i sentimenti e le emozioni.  Gli autori dei cinque racconti presenti in questa raccolta si sono avventurati nel mondo del folclore giapponese, territorio di innumerevoli suggestioni, a cui hanno brillantemente dato voce nelle loro storie.

Il volume contiene i seguenti racconti: 

"I ciliegi fioriranno domani", di Marco Mancinelli: unico scrittore a essere presente in tutti i volumi dell'antologia. Marco Mancinelli ha una grande potenza evocativa, con le sue parole riesce a trasportare il lettore in un'atmosfera magica, da sogno; come avviene a Kansuke, il protagonista di questo delizioso racconto. Un po' mi ha ricordato "Memento", il film di Nolan, dove il protagonista ha delle amnesie e cerca di ricostruire la sua vita. Qualcosa di simile succede anche all'eroe del racconto, la cui vita viene (ri)scoperta piano piano.

"Cuore di loto", di Daniele Picciuti: il mio racconto preferito di questo volume. Una storia d'avventura, ben ritmata, incalzante, grazie anche alla costruzione a incastro, in cui seguiamo vari personaggi, varie sottotrame, che convergono nel finale. Una storia di passione, vendetta, guerra, costruita molto bene.

"Come in un sogno", di Matteo Angioni: un racconto inquietante! Aiuto, non leggetelo prima di andare a letto, e soprattutto se lavorate in un asilo! ^_^ Ci sono dei bambini molto particolari e una giovane educatrice che, poverina, non capisce se sta impazzendo o se è il mondo a essere impazzito. Una storia da gustare piano, da svelare pagina dopo pagina. 

"Cho no yurei", di Daniele Forcella: una storia familiare, di segreti, misteri e amore. Mi è piaciuto molto, soprattutto vedere come passato e presente si intreccino. C'è una certa malinconia di fondo, che adoro trovare nei racconti, ma alla fine emerge una luce di speranza, in grado di spazzar via il male o comunque di metterlo da parte.

"La notte della volpe", di Valentina Iorene Desideri: un racconto onirico, ben calato nella dimensione mitica del folclore giapponese, con protagonista uno degli animali simbolo proprio di questa cultura. La volpe, uno spirito particolare, a cui è dedicato un racconto affascinante.

Nel complesso, cinque storie che fanno immergere il lettore nel mondo magico, misterioso, e a tratti onirico, del folclore giapponese. Lo spazio e il tempo dei racconti è molto variegato, dal passato al presente, a un mondo mitico fuori dal tempo, però l'atmosfera rimane comunque da sogno. 

Per info, visitate il sito Bakemono Lab!

mercoledì 14 luglio 2021

Recensione "Yokai. Spiriti inquieti" - Bakemono Lab

 Recensione "Yokai. Spiriti inquieti" - Bakemono Lab

Bentrovati, lettori. Oggi vi parlo con piacere di "Yokai. Spiriti inquieti", volume edito da Bakemono Lab nell'omonima collana "Yokai", dedicata al fantastico. Il libro fa da apripista al progetto Yokai, una serie di antologie di racconti ispirate a leggende, folclore e miti giapponesi, a cui hanno partecipato vari autori italiani. Attualmente sono usciti tre libri, di cui vi parlerò nei prossimi giorni.

Partiamo dal primo "Spiriti inquieti", edito nel 2017. Il volume raccoglie quattro racconti lunghi: Il giardino dei bambini storti, di Marco Mancinelli; La casa nasconde ma non ruba, di Olivia Balzar; Demone, mangia i miei sogni, di Monica Serra, e La ragazza con le catene nel quadro, di Valerio la Martire, inquadrati sotto la bella copertina realizzata da Claudia Ducalia. A introdurre il tutto, una breve prefazione a cura di Mauro Beato.

Devo dire che tutti i tre volumi di Yokai, finora editi, mi sono piaciuti particolarmente, sia perché amo i racconti fantastici, che soprattutto le storie di mistero e leggenda. Ho amato soprattutto il modo in cui i vari autori hanno declinato il tema, riprendendo atmosfere e tradizioni del folclore e della mitologia giapponese e facendole proprie. Non aspettatevi, quindi, una mera riproposizione di storie o leggende, bensì veri e propri racconti originali, che prendono spunto dal folclore del Giappone e lo interiorizzano.

Tra i quattro racconti di questo volume, il mio preferito è stato "Demone, mangia i miei sogni", di Monica Serra: una storia lunga, ben strutturata, ambientata in un Giappone medievale intriso di fantastico. Una storia di guerra e intrighi, di amore e passioni. La giovane Yuki, sopravvissuta alla distruzione del suo villaggio, viene salvata dal potente Mori Okami, che la porta nella sua famiglia, sperando di salvarla, ma così facendo apre le porte a nuovi demoni. Ho apprezzato soprattutto il finale, nient'affatto scontato.

Decisamente originale il racconto di Marco Mancinelli, unico autore a essere presente in tutti i tre volumi di "Yokai": "Il giardino dei bambini storti". Eh sì, in questo giardino si ritrovano dei bambini, tutti con delle malformazioni fisiche, e come tutti i bambini sono curiosi, sono avidi di conoscere e di scoprire, soprattutto le antiche storie.

Olivia Balzar, con "La casa nasconde ma non ruba", ci regala un racconto urban fantasy contemporaneo. Niente Giappone medievale, né samurai, bensì una città moderna, dei nostri giorni, con una giovane baby sitter in cerca di una bambina scomparsa. Dove sarà finita? Possibile che antichi orrori siano rimasti celati e sopravvivano ancora oggi, nella modernità? Mi è piaciuto come l'autrice abbia amalgamato l'aspetto più leggendario/bestiale, con quello più contemporaneo, fondamento su cui si basa l'efficacia di un buon racconto urban fantasy.


Il gran finale è assicurato con "La ragazza con le catene nel quadro", di Valerio la Martire, autore noto al grande pubblico, e ai lettori del blog, con la sua bellissima saga "Nephilim". Sono rimasto a dir poco sorpreso nello scoprire uno stile diverso, più soffuso, più delicato, rispetto alla sua trilogia urban fantasy, decisamente adatto a una storia onirica, d'atmosfera. Consiglio una lettura attenta, per non perdervi alcuni passaggi e sfumature che rendono la narrazione intensa e perfettamente in linea con lo spirito dell'antologia.

Nel complesso, un buon lavoro, che apre le porte a un progetto decisamente interessante. Per scoprire di più su Yokai, potete visitare il sito di Bakemono Lab! ;)