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sabato 1 giugno 2024

Novità: Bakemono Lab lancia la collana Yoru

 Novità: Bakemono Lab lancia la collana Yoru

Bentrovati, lettori. Oggi vi segnalo la novità in casa Bakemono Lab: il lancio della nuova collana Yoru, dedicata a romanzi fantastici, con atmosfere notturne, oscure, storie di fantasmi e di anime perdute. Scopriamo insieme le prime uscite di questa nuova collana!



Titolo: Agata degli spettri

Autrice: Varla Del Rio

Quarta di copertina: 

1892. Agata è costretta a lasciare la Sicilia dopo un grave lutto in famiglia. Accolta a Torino dalla zia in un istituto religioso di pia assistenza, fatica ad adattarsi alla nuova vita, tormentata dalla nostalgia per la sua terra e dai dolori che ha dovuto affrontare. Le rigide regole dell’istituto e la difficoltà a farsi accettare dalle novizie complicano la situazione.

Un giorno Agata conosce Vittoria, un’anziana ospite del pensionato, e subito tra le due si instaura un sentimento d’amicizia. La donna è segnata nell’animo dalla scomparsa prematura del figlio, avvenuta pochi anni prima in circostanze mai del tutto chiarite. Durante una passeggiata nei boschi, Agata incontra un ragazzo dai modi gentili ma sfuggenti. Il suo nome è Emilio e somiglia in modo impressionante al giovanotto sorridente immortalato in una foto che Vittoria custodisce con amore. L’unica in suo possesso che ritrae il volto del suo defunto figlio.

La copertina è stata realizzata da Gaia Magnini.

Disponibile sul sito sito dell'editore.

Biografia:

Varla Del Rio, (pseudonimo di Valentina Cestra) è nata a Roma nel 1977. Dopo essersi laureata in Storia e critica del cinema presso l’Università La Sapienza e aver conseguito il diploma di teorie e tecniche del montaggio (presso la NUCT di Cinecittà) inizia a collaborare con alcune società di post-produzione in qualità di montatrice e adattatrice.

Nel 2008 la sua sceneggiatura Trilogy riceve importanti riconoscimenti presso festival e rassegne specializzate. Dal 2009 al 2018 è responsabile del reparto sottotitoli presso la Digital Studio & DVD e collabora con RAI, Netflix, Medusa, Cecchi Gori, L’Espresso. Nel 2010 fonda la casa editrice indipendente Bakemono Lab dove fa confluire il suo interesse per l’illustrazione, il cinema e l’animazione.

Scrive con lo pseudonimo di Varla Del Rio e firma tre romanzi (Fiele d’ottobre, Riservato al personale, Ossidiana) e tre volumi illustrati (Ali di corvo, Il limbo dei piccoli fobici, Note di Viola). Nel 2018, insieme a Stefano Bessoni crea la serie degli Entomodrammi, piccole storie d’insetti alle prese con personaggi del cinema, dell’arte e della letteratura (pubblicati nella collana Wunderkammer), di cui fanno parte Spoon, 27 giorni da bombo e Krauss, nel gabinetto del dottor Caligari.


Titolo: Il sogno degli amanti perduti

Autore: Marco Mancinelli

Quarta di copertina: 

È la primavera del 1776. William Ward è in viaggio d’affari in Italia con la famiglia. A causa di improvvisi temporali è costretto a prolungare il suo soggiorno nella zona tra la piana di Lucca e il Valdarno, ritardando la partenza per il mercato delle stoffe di Perugia. Su suggerimento di un locandiere di posta, nonostante le proteste di sua figlia Ann che vorrebbe invece ripartire subito, trova alloggio nel villaggio di Bientina, in un vecchio palazzo appartenuto alla famiglia Medici.

Per la giovane figlia del merciaio di Bath i guai iniziano quando incontra Gaetano Polidori, il più sfrontato moccioso del paese, figlio dell’unico dottore della zona. I due adolescenti entrano subito in competizione e Ann non è tipo da farsi mettere i piedi in testa. Colpo su colpo, tra colline fangose e acquitrini malsani, reagisce con sagacia e impertinenza a tutte le provocazioni. Finché lui le fa una proposta audace:

«Vuoi vedere i fantasmi?».


Biografia:

Marco Mancinelli (Roma, 1974) ha pubblicato con la Bakemono Lab i romanzi Il risveglio di Enos (2020), Lucille (2019), Arizona Baby (2018), Di là dall’oscurità e nel tempo (2017) e i racconti Il ponte sul ruscello di peonie nell’antologia Yokai – Anime smarrite (2020), I ciliegi fioriranno domani nell’antologia Yokai – La notte della volpe (2019), Il giardino dei bambini storti nell’antologia Yokai – Spiriti Inquieti (2017). Sempre per la Bakemono Lab ha curato la traduzione de Il Castello di Otranto di Horace Walpole (2020).

In forma indipendente ha pubblicato i romanzi Cyberblood (2012), In equilibrio sul silenzio (2013), Nero Uomo (2015), 2068 – L’uomo che distrusse il futuro (2016) le novelette Sussurri dal profondo (2015), La stagione della temperanza (2015), Il sorriso di Elena (2016) e la novella Il risveglio del male (2016).

Marco è consulente editoriale e socio fondatore dell’associazione Extravergine d’Autore e si occupa attivamente di editoria e selfpublishing. Ha collaborato con diversi blog, testate online e case editrici, scrivendo articoli di critica editoriale e guide tecniche sulle procedure di pubblicazione. Nel 2017 il suo articolo C’è un problema nel selfpublishing ha ricevuto il Premio Treccani Web come contenuto online d’eccellenza.


Buona lettura!

mercoledì 7 giugno 2023

Recensione "L'ago di Cibele" di Simone Fiocco

 Recensione "L'ago di Cibele" di Simone Fiocco

Bentrovati, lettori. Oggi parliamo di "L'ago di Cibele", romanzo di Simone Fiocco edito da Bakemono. Il libro è uscito qualche anno fa, ma l'ho recuperato solo di recente, al Salone del libro di Torino, incuriosito dalla trama e dall'aver ascoltato una presentazione dell'autore. 

Si tratta di un thriller contemporaneo, ambientato a Roma ai giorni nostri, anzi in una parte specifica di Roma, che ruota attorno al Parco della Caffarella, che negli anni è stato anche teatro di crimini ed episodi di cronaca nera. Ne parlo nel blog, però, perché nel romanzo è presente una leggera componente sovrannaturale, che ovviamente ho apprezzato tantissimo.

Andiamo con ordine.


"L'ago di Cibele" segue le indagini di un investigatore cinico e disilluso dal mondo, il buon Francesco Bruni, chiamato a indagare sulla scomparsa di un marito fedifrago. Nel farlo, il detective di addentrerà in una storia molto più torbida, e molto più antica, di quanto si aspettasse, incrociando il cammino con un altro personaggio: Gabriele.

Di professione giornalista, vorrebbe fare lo scrittore, Gabriele ha un animo buono, anche se afflitto da sensi di colpa per avvenimenti passati: cerca sempre di fare la cosa giusta, di moderarsi, di trattenersi, di avere parole di riguardo per chiunque, consapevole di quanto la vita sia breve e possa far male in tanti modi inaspettati.

Due caratteri molto diversi, quelli di Francesco e Gabriele, che rappresentano la giusta coppia di protagonisti per questa storia, che si dipana in una Roma oscura, dove antichi riti si compiono ancora. Eh sì, non poteva mancare la parte storica (siamo a Roma, in fondo!) e misteriosa, che ovviamente ho apprezzato tantissimo. Per inserirla, l'autore si è ispirato ai celebri Pignora Imperii, sette reliquie sacre che nell'antica Roma erano considerate protettrici della città: tra queste, il celebre Palladio, ma anche lo scettro di Priamo, gli scudi di Marte e l'ago di Cibele, che dà il nome al romanzo!

Non posso svelare altro, solo che la commistione tra passato e presente è ben studiata, il mistero viene svelato progressivamente e non del tutto, lasciando la porta aperta ad altre avventure dei nostri sventurati, ma simpatici, protagonisti!

"Nonostante forze misteriose e antiche che agiscono sotto la rassicurante coperta della scienza, c'è una costante ineluttabile: la morte. È un principio intrinseco alla vita. C'è un inizio e una fine e anche laddove si tenti di ingannare l'universale destino, ciò che ritorna non ritorna mai identico a prima".

Nota di merito, infine, per il Marchese, personaggio enigmatico, che tesse nell'ombra la rete del suo piano. Chi sarà? Che intenzioni avrà? Lo scopriremo solo leggendo.


Nel complesso, un'ottima lettura, che scorre bene, grazie allo stile piacevole e diretto di Simone Fiocco, con cui riesce a imbastire una solida trama che incuriosisce e attira il lettore. Proseguirò presto la lettura con il secondo volume sui Pignora Imperii: "Lo scudo di Marte", un'altra indagine di Francesco Bruni. Da non perdere!

(Per info, visitare il sito Bakemono Lab!)

giovedì 29 luglio 2021

Recensione "Yokai. Anime smarrite" - Bakemono Lab

 Recensione "Yokai. Anime smarrite" - Bakemono Lab

Bentrovati, lettori. Oggi parliamo del terzo volume del progetto "Yokai", curato da Bakemono Lab: antologie di racconti ispirati al folclore giapponese. "Anime smarrite" comprende i racconti di Daisy Franchetto, Varla del Rio, Stefano Bessoni, Olivia Balzar, Marco Mancinelli. Come sempre, splendida copertina di Claudia Ducalia.

“Per quanto diversissime per toni, atmosfere, temi, figure, le storie qui presentate hanno un denominatore comune: poetiche, macabre, tragiche, irriverenti che siano, tutte infatti esplorano il sottile confine fra la vita e la morte, la lucidità e la follia  ̶  quella zona d’ombra densa e cangiante come la pupilla di un corvo che, criptico, ci osserva da lontano.” (Anna Lisa Somma)

Il volume vi porterà a spasso nel tempo e nello spazio, infatti i racconti non si svolgono tutti in Giappone e sono ambientati in epoche diverse. Elementi, questo, che considero a favore, in quanto permettono al lettore di spaziare nella lettura, complice anche lo stile e soprattutto le atmosfere diverse create dai vari autori e autrici. Tutte le storie, però, attingono alla mitologia e al folclore giapponese, come già avvenuto nei due precedenti volumi del progetto.

Ad aprire il volume è il racconto "Scelsi il sicomoro", della bravissima Daisy Franchetto (più volte ospite del blog con la sua saga fantasy onirica "Io sono Lunar"), un racconto che affronta una tematica difficile, e sempre tristemente attuale, come quella del suicidio, ma l'autrice lo fa con grande sensibilità, come sempre. Immancabile anche un corvo, animale dal profondo significato in molteplici culture; anche qua, avrà qualcosa da dire.

"Guscio di noce", di Varla del Rio, è un racconto ambientato a Berlino! La storia ruota attorno a Atsuko, che si trasferisce dal Giappone per seguire il suo ragazzo e finisce a fare la cameriera al Go-Go Ramen. Una storia decisamente particolare, che invita alla (ri)scoperta di sé e soprattutto fa riflettere su noi stessi, su ciò che realmente vogliamo essere e vogliamo fare della nostra vita. La protagonista impiega parecchio tempo per comprenderlo, un viaggio non facile, di avanti e indietro, di speranze e ricordi. Un racconto decisamente appassionante.

"La sottile arte", di Stefano Bessoni, è un racconto meraviglioso e dissacrante. Ho adorato il protagonista, il signor Toporski, a cui ne succedono di cotte e di crude. Un personaggio caratterizzato benissimo, che strapperà sicuramente molte risate al lettore, ma fa anche riflettere sui ritmi della vita contemporanea, la difficoltà dell'uomo di relazionarsi con i suoi simili, anche in contesti ristretti, come una città o un palazzo. E che palazzo! Attenzione a cosa vi si nasconde!

Olivia Balzar, con "Fame", ci riporta in una città contemporanea, un'ambientazione fresca e attuale, dove però, oltre alla modernità, trovano spazio misteri e antiche leggende. Nel primo volume di Yokai c'era una misteriosa creatura nascosta nel bagno, qua il problema viene dal salotto... dal divano, precisamente! Una storia intrigante, sostenuta da un ritmo ben cadenzato e da uno stile immediato, schietto, che fa girare le pagine a raffica.

Il gran finale è affidato a Marco Mancinelli, autore presente nei tre volumi di "Yokai", con un racconto decisamente d'atmosfera: "Il ponte sul ruscello di peonie", forse il racconto che, più di tutti gli altri, rappresenta lo spirito, il cuore del volume. A metà tra il sogno e la realtà, la storia si svolge essenzialmente su un ponte sopra un ruscello di peonie dove il protagonista trascorre il tempo in attesa... di cosa? Cos'è che attende davvero? E chi è quella misteriosa signora che ogni notte ascolta le sue chiacchiere? Mistero e grandi emozioni garantite.

Nel complesso, anche il terzo volume di "Yokai" si rivela un lavoro attento e ben curato. Per gusto personale, devo dire che tra i tre libri questo è quello che mi è piaciuto più di tutti, complice l'alta qualità delle storie e dello stile narrativo. 


Scoprite di più sul sito "Bakemono Lab"!




lunedì 26 luglio 2021

Recensione "Yokai. La notte della volpe" di Bakemono Lab

 Recensione "Yokai. La notte della volpe" di Bakemono Lab

Bentrovati, lettori. Oggi vi parlo di un libro molto carino, letto di recente: il secondo volume del progetto "Yokai", curato da Bakemono Lab: La notte della volpe. Del primo libro, ho parlato qua. Anche questo secondo volume è un'antologia di racconti, ne contiene ben cinque, uno più carino dell'altro, incentrati sul folclore giapponese. Scopriamoli insieme!

Quarta di copertina: Gli spiriti agiscono con inganno e violenza, per vendetta o pura malvagità, ma esistono anche spiriti buoni che intessono relazioni amichevoli, perfino amorose, con l’uomo. Pur trattandosi di esseri soprannaturali, essi sfruttano a loro piacimento i sentimenti e le emozioni.  Gli autori dei cinque racconti presenti in questa raccolta si sono avventurati nel mondo del folclore giapponese, territorio di innumerevoli suggestioni, a cui hanno brillantemente dato voce nelle loro storie.

Il volume contiene i seguenti racconti: 

"I ciliegi fioriranno domani", di Marco Mancinelli: unico scrittore a essere presente in tutti i volumi dell'antologia. Marco Mancinelli ha una grande potenza evocativa, con le sue parole riesce a trasportare il lettore in un'atmosfera magica, da sogno; come avviene a Kansuke, il protagonista di questo delizioso racconto. Un po' mi ha ricordato "Memento", il film di Nolan, dove il protagonista ha delle amnesie e cerca di ricostruire la sua vita. Qualcosa di simile succede anche all'eroe del racconto, la cui vita viene (ri)scoperta piano piano.

"Cuore di loto", di Daniele Picciuti: il mio racconto preferito di questo volume. Una storia d'avventura, ben ritmata, incalzante, grazie anche alla costruzione a incastro, in cui seguiamo vari personaggi, varie sottotrame, che convergono nel finale. Una storia di passione, vendetta, guerra, costruita molto bene.

"Come in un sogno", di Matteo Angioni: un racconto inquietante! Aiuto, non leggetelo prima di andare a letto, e soprattutto se lavorate in un asilo! ^_^ Ci sono dei bambini molto particolari e una giovane educatrice che, poverina, non capisce se sta impazzendo o se è il mondo a essere impazzito. Una storia da gustare piano, da svelare pagina dopo pagina. 

"Cho no yurei", di Daniele Forcella: una storia familiare, di segreti, misteri e amore. Mi è piaciuto molto, soprattutto vedere come passato e presente si intreccino. C'è una certa malinconia di fondo, che adoro trovare nei racconti, ma alla fine emerge una luce di speranza, in grado di spazzar via il male o comunque di metterlo da parte.

"La notte della volpe", di Valentina Iorene Desideri: un racconto onirico, ben calato nella dimensione mitica del folclore giapponese, con protagonista uno degli animali simbolo proprio di questa cultura. La volpe, uno spirito particolare, a cui è dedicato un racconto affascinante.

Nel complesso, cinque storie che fanno immergere il lettore nel mondo magico, misterioso, e a tratti onirico, del folclore giapponese. Lo spazio e il tempo dei racconti è molto variegato, dal passato al presente, a un mondo mitico fuori dal tempo, però l'atmosfera rimane comunque da sogno. 

Per info, visitate il sito Bakemono Lab!

mercoledì 14 luglio 2021

Recensione "Yokai. Spiriti inquieti" - Bakemono Lab

 Recensione "Yokai. Spiriti inquieti" - Bakemono Lab

Bentrovati, lettori. Oggi vi parlo con piacere di "Yokai. Spiriti inquieti", volume edito da Bakemono Lab nell'omonima collana "Yokai", dedicata al fantastico. Il libro fa da apripista al progetto Yokai, una serie di antologie di racconti ispirate a leggende, folclore e miti giapponesi, a cui hanno partecipato vari autori italiani. Attualmente sono usciti tre libri, di cui vi parlerò nei prossimi giorni.

Partiamo dal primo "Spiriti inquieti", edito nel 2017. Il volume raccoglie quattro racconti lunghi: Il giardino dei bambini storti, di Marco Mancinelli; La casa nasconde ma non ruba, di Olivia Balzar; Demone, mangia i miei sogni, di Monica Serra, e La ragazza con le catene nel quadro, di Valerio la Martire, inquadrati sotto la bella copertina realizzata da Claudia Ducalia. A introdurre il tutto, una breve prefazione a cura di Mauro Beato.

Devo dire che tutti i tre volumi di Yokai, finora editi, mi sono piaciuti particolarmente, sia perché amo i racconti fantastici, che soprattutto le storie di mistero e leggenda. Ho amato soprattutto il modo in cui i vari autori hanno declinato il tema, riprendendo atmosfere e tradizioni del folclore e della mitologia giapponese e facendole proprie. Non aspettatevi, quindi, una mera riproposizione di storie o leggende, bensì veri e propri racconti originali, che prendono spunto dal folclore del Giappone e lo interiorizzano.

Tra i quattro racconti di questo volume, il mio preferito è stato "Demone, mangia i miei sogni", di Monica Serra: una storia lunga, ben strutturata, ambientata in un Giappone medievale intriso di fantastico. Una storia di guerra e intrighi, di amore e passioni. La giovane Yuki, sopravvissuta alla distruzione del suo villaggio, viene salvata dal potente Mori Okami, che la porta nella sua famiglia, sperando di salvarla, ma così facendo apre le porte a nuovi demoni. Ho apprezzato soprattutto il finale, nient'affatto scontato.

Decisamente originale il racconto di Marco Mancinelli, unico autore a essere presente in tutti i tre volumi di "Yokai": "Il giardino dei bambini storti". Eh sì, in questo giardino si ritrovano dei bambini, tutti con delle malformazioni fisiche, e come tutti i bambini sono curiosi, sono avidi di conoscere e di scoprire, soprattutto le antiche storie.

Olivia Balzar, con "La casa nasconde ma non ruba", ci regala un racconto urban fantasy contemporaneo. Niente Giappone medievale, né samurai, bensì una città moderna, dei nostri giorni, con una giovane baby sitter in cerca di una bambina scomparsa. Dove sarà finita? Possibile che antichi orrori siano rimasti celati e sopravvivano ancora oggi, nella modernità? Mi è piaciuto come l'autrice abbia amalgamato l'aspetto più leggendario/bestiale, con quello più contemporaneo, fondamento su cui si basa l'efficacia di un buon racconto urban fantasy.


Il gran finale è assicurato con "La ragazza con le catene nel quadro", di Valerio la Martire, autore noto al grande pubblico, e ai lettori del blog, con la sua bellissima saga "Nephilim". Sono rimasto a dir poco sorpreso nello scoprire uno stile diverso, più soffuso, più delicato, rispetto alla sua trilogia urban fantasy, decisamente adatto a una storia onirica, d'atmosfera. Consiglio una lettura attenta, per non perdervi alcuni passaggi e sfumature che rendono la narrazione intensa e perfettamente in linea con lo spirito dell'antologia.

Nel complesso, un buon lavoro, che apre le porte a un progetto decisamente interessante. Per scoprire di più su Yokai, potete visitare il sito di Bakemono Lab! ;)



venerdì 15 giugno 2018

Segnalazione "Euridice" di Romina Bramanti

Segnalazione "Euridice" di Romina Bramanti

Bentrovati, viaggiatori! Oggi vi porto nel mondo fantastico creato da Romina Bramanti. Se amate la mitologia greca, non potete perdervi "Euridice" (edito da Bakemono Lab), una rilettura del mito di Orfeo e Euridice raccontato stavolta da lei. Dal suo punto di vista. Dalla nostra Euridice. 

Il volume (molto bello, cartonato!) è impreziosito dalle illustratrici di Laura Bazzechi e dalla versione inglese, leggibile rovesciando il libro, al contrario.

Titolo: Euridice
Autore: Romina Bramanti
Editore: Bakemono Lab
Genere: racconto illustrato
Illustratore: Laura Bazzechi
Formato: cartaceo
Prezzo: 14 euro
Disponibile su tutti gli store di libri (Amazon)

Quarta di copertina: Euridice si innamora perdutamente di Orfeo, figlio della musa Calliope. La musica di Orfeo incanta tutti ed Euridice sembra vivere solo per lui. Un giorno la donna viene morsa da un serpente e sprofonda negli Inferi dove, grazie all'aiuto di Persefone, apre gli occhi sulla vita che aveva appena lasciato.

Il significato di questa storia è leggibile su più livelli. Il mito, in particolare, non è una favola ma qualcosa di più potente, pervaso da un linguaggio simbolico che aiuta a incanalare le intuizioni insite nell’essere umano con l’obiettivo di trasformarle in conoscenza di qualcosa di più profondo di quel che la realtà mostra. Con estrema sensibilità Romina Bramanti riscrive questa eterna storia, la reinterpreta e ne ricolloca tutto il senso dal punto di vista di Euridice, facendo una profonda analisi dell’animo umano, servendosi di un linguaggio poetico che fa vibrare le emozioni nascoste fra le righe semplici.

Biografia Romina Bramanti
Nata nell’estate del 1977 a Viareggio, scrive da quando era bambina e non si annoia ancora.
Nel 2013, viene pubblicata la sua prima silloge intitolata ‘A cuore vivo’ (Giovane Holden Edizioni) Nel 2014 viene pubblicato il romanzo onirico ‘Il Custode dei Cuori’ (Giovane Holden Edizioni).
Nel 2017 vengono pubblicati alcuni racconti sull’antologia ‘Brevi Autori vol.4’(Associazione Culturale Bravi Autori.it).






mercoledì 21 febbraio 2018

Recensione "Per non perderti" di Daniel Di Benedetto e "I ragazzi geisha" di Valerio la Martire

Recensione "Per non perderti" di Daniel Di Benedetto

Bentrovati, lettori di mondi fantastici! Oggi vi porto... poco lontano, devo dire, nei dintorni di Torino, dove è ambientato il romanzo breve "Per non perderti", di Daniel Di Benedetto (edito Dark Zone). Niente fantasy, quest'oggi, si tratta di un romanzo thriller, un po' noir, incentrato sulla morte di un cantante famoso. La vicenda si snoda in una decina di capitoli, sia nel presente che nel passato, in cui scopriamo le vite di Lorenzo Marrone (il cantante defunto) e di altri personaggi che gli ruotavano intorno: la fidanzata, il manager, una escort, un giornalista ecc.

Il romanzo è molto scorrevole, sostenuto da uno stile fluido e ben curato, che non gira intorno alle parole ma le usa per quello che sono. In questo caso, pugnali. Le parole possono far male: lo scoprono i vari personaggi del romanzo, ognuno perso nella sua vita, ognuno vittima di se stesso. Delle proprie ambizioni, dei propri sogni, delle proprie perversioni, delle proprie debolezze. Non esistono buoni e cattivi, non ci sono santi e diavoli, tutti lo sono, ciascuno a modo suo, ciascuno in momenti diversi. Perché è questo, in fondo, che sono gli uomini, figli imperfetti di Dio o degli Dei, creature che non sanno cosa sia la perfezione e claudicano ogni giorno per sopravvivere.

Lorenzo Marrone, idolatrato cantante nato dall'ennesimo talent show televisivo, non è l'angioletto caruccio e puccioso che le migliaia di sue ragazzine osannanti vorrebbero che sia. La sua storia d'amore con Marina non è tutto rose e fiori, come mostrato sui rotocalchi. Morena, la escort (vicina di casa di Bruno!), non è solo una cinica mercenaria senza cuore. Tutti hanno un altro lato, un lato nascosto, tutti hanno qualcosa da dire.

"Per non perderti" è un romanzo di storie, che mette l'accento sulle luci e sulle ombre delle vite dei personaggi che lo popolano. Un romanzo crudo, che non guarda in faccia a nessuno, e che offre uno spaccato valido e veritiero della nostra società odierna. Una lettura consigliata, non solo e non tanto a chi ama le investigazioni (perché qua, di investigazione, ce n'è davvero poca), quanto a chi ama le storie di vita, che parlano di persone, non di personaggi, e che mettono le emozioni, le meravigliose e contraddittorie emozioni dell'animo umano, al centro della trama.

***

Recensione "I ragazzi geisha" di Valerio la Martire

Oggi doppia recensione. Di solito il blog tratta romanzi fantastici, ma ogni tanto mi piace variare nelle letture, così, dopo "Per non perderti", vi parlo anche di "I ragazzi geisha", di Valerio la Martire, edito da Bakemono. Anche questo un romanzo breve, un centinaio di pagine, anche questo un romanzo che parla di persone e che mette le emozioni al centro della storia.

Siamo a Roma, ai giorni nostri, in una casa Okiya, dove vive un gruppo di giovani sotto la protezione di Mama-san, che li avvia alla prostituzione. Il romanzo è, in realtà, una raccolta di storie, che di per sé potrebbero quasi funzionare come racconti autonomi, ma che sono tutte collegate tra loro. Ogni storia ha come protagonista uno dei ragazzi della casa, che ci parla di sé, ci racconta di sé, delle sue giornate, di come è approdato nella casa, del suo rapporto con Mama-san, con i clienti e con gli altri ragazzi. Dei suoi sogni, delle sue ambizioni, di ciò che avrebbe voluto fare e di ciò che invece si è ritrovato a essere.

Ho sentito, molto forte, nei racconti dei ragazzi il confronto tra ideale e reale, tra i loro (vecchi? abbandonati? dimenticati?) sogni di infanzia e ciò che la vita li ha portati a essere. Perché, in fondo la vita è così, è un susseguirsi di scelte (a volte volute, altre volte forzate) e di compromessi, è sapersi adattare per sopravvivere, per restare a galla. Questo è ciò che fanno Paolo, Marco, Giuliano e gli altri ragazzi della casa. Non solo marchette, non solo incontri perversi e clandestini con chissà quale uomo voglioso. In loro c'è molto di più e ho apprezzato come questa dimensione intimistica sia venuta fuori nei vari racconti, anche nei personaggi più restii a parlare di sé, anche in quelli che credevano di non aver niente da raccontare.

Lo stile dell'autore è, come sempre, flessibile, in grado di adattarsi alle diverse personalità della casa, di tirar fuori i loro pensieri e segreti, di sviscerare emozioni represse, conflitti, aspirazioni, e dare un senso alla normalità di giorni che sembrano ripetersi, ma che invece sono sempre nuovi. Perché, come scopre il povero Luigi, l'imprevisto è in agguato e niente dura per sempre. Nemmeno i giorni nella casa. Nemmeno Mama-San.

Consigliato a chi vuole una lettura cruda, senza peli sulla lingua, senza pudicizie, di uno spaccato delle vite di questi giovani prostituti romani.