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sabato 14 settembre 2024

Recensione "Tenebre sulla fattoria" di Dario Di Gesù

 Recensione "Tenebre sulla fattoria" di Dario Di Gesù

Bentrovati, lettori. Oggi vi parlo di un libro interessante che ho letto quest'estate: "Tenebre sulla fattoria", romanzo di genere fantastico scritto da Dario Di Gesù ed edito dalla Dark Zone.

Scopriamolo insieme!

Trama:

Il sole ha smesso di sorgere e ombre perenni celano orrori in agguato. Eppure la fattoria degli Ashmoore non è sguarnita: animali dalle capacità uniche trattengono l’assedio delle tenebre fuori dal recinto.

La capra Jillian evoca creature extradimensionali tracciando circoli sul terreno col suo sangue, a rischio della propria salute mentale.

Il gallo Norton scaccia le tenebre e brucia i propri nemici con le benedizioni del Sole, senza lasciare che la sua fede vacilli sotto l’assalto della notte.

Il maiale Pigfried combatte con la propria corazza armata, addestrato per anni e irriducibile nella volontà di battersi per difendere ciò che gli è caro.

Riusciranno questi insoliti guardiani a evitare che l’oscurità oltrepassi i confini della fattoria o la notte li inghiottirà e trionferà sulla luce del giorno?

La copertina è di Roberto Bianchi.

Breve commento:

Come si intuisce leggendo la quarta di copertina, i protagonisti del romanzo sono animali e questo subito fa venire in mente il celebre romanzo "La fattoria degli animali", di Orwell. Anche qua infatti abbiamo degli animali senzienti: parlano, riflettono, addirittura combattono e hanno poteri speciali! Anche qua siamo in una fattoria dell'Inghilterra medievale, ma la differenza, ovviamente, è la componente fantastica, oltre che tutta l'avventura imbastita dall'autore.

Jillian, Norton e Pigfried tengono decisamente la scena, in quanto agiscono e si comportano come degli umani, con le loro paure, i loro sogni, la loro determinazione. Inoltre dispongono di poteri e abilità particolari, che permettono loro di difendere la fattoria del loro "creatore". Ho trovato questi personaggi decisamente ben caratterizzati e Norton è stato il mio preferito!

Oltre ai tre protagonisti, altri personaggi animali compariranno nella storia, sia tra i buoni che tra i cattivi, rendendo il romanzo ancora più complesso e la storia più intrigante.

Si tratta di una storia da scoprire passo passo, dove i misteri vengono progressivamente svelati, mentre altri compaiono man mano: il ritmo è sostenuto, in ogni capitolo ci sono scene di battaglia, cacce, avventure, colpi di scena e tradimenti. 

Ogni capitolo segue il punto di vista di un personaggio diverso, alternando anche parti nel presente e nel passato narrativo, rendendo la lettura più complessa e dinamica e permettendo di entrare bene nell'animo dei vari personaggi, scoprendo i loro dubbi, le loro ansie, il loro disperato bisogno di proteggere gli altri, quei bizzarri esseri animali che sono i loro amici. Ecco, questo aspetto è stato quello che maggiormente mi ha colpito: la ferrea determinazione di lottare, andare avanti, nonostante tutto.

Il finale è aperto e lascia spazio a nuove avventure. Torneremo alla fattoria degli animali fantastici di Dario Di Gesù?!😉

Consigliato a chi cerca una storia fantastica diversa dal solito, ma non vuole rinunciare alle atmosfere epiche e allo scontro di valori, tra luce e ombra, tipico di molte narrazioni fantasy.

venerdì 11 agosto 2023

Recensione "Cinisca di Sparta" di Alessandra Leonardi

 Recensione "Cinisca di Sparta" di Alessandra Leonardi

Bentrovati, lettori. Oggi vi parlo di un romanzo storico molto interessante: "Cinisca di Sparta", di Alessandra Leonardi (edito da Montag), incentrato, come si capisce, sulla vita di Cinisca, la prima donna a vincere le Olimpiadi dell'antichità.

Il romanzo "Cinisca di Sparta" di Alessandra Leonardi è strutturato in ordine cronologico, segue le vicende di Cinisca dalla sua adolescenza, nella bellicosa e sempre ben organizzata città di Sparta, nel Peloponneso, fino all'età adulta, al raggiungimento del suo sogno. Tutte le sue avventure, in parte basate su (pochi) dati storici, in parte romanzate, sono ben calate all'interno di un contesto storico ben preciso, che è quello della Guerra del Peloponneso e gli anni subito successivi.

Siamo, quindi, sul finire del V secolo a.C., dopo l'età d'oro delle poleis greche, quando Atene e Sparta vivono in uno stato di conflitto perenne, e anche dopo la Battaglia di Egospotami, che segna la fine del sanguinoso e logorante conflitto e sancisce la (momentanea e traballante) superiorità militare di Sparta.

Da studioso e amante della storia, anche della storia greca, ho ripercorso insieme a Cinisca i momenti fondamentali di questo periodo, il tutto in modo molto scorrevole, senza mai trovare passaggi pesanti o pedanti. Del resto, all'epoca, la politica, la religione, lo stato continuo di belligeranza tra le poleis permeavano la vita di ogni abitante della Grecia, ne facevano parte. Anche chi non conosce il periodo, credo che non avrà difficoltà ad orientarsi; in questo, l'ordine cronologico dei capitoli sicuramente aiuta.



Per quanto riguarda Cinisca, l'ho trovata molto umana: è una ragazza, prima, poi una donna, determinata e combattiva, che vuole raggiungere i suoi obiettivi, vuole realizzare i suoi sogni e vincere i giochi Herei, gli unici agoni a cui le donne potevano partecipare. Passa tutta la vita a inseguire questo sogno, e come avviene anche a noi, ai giorni nostri, a volte ci crede di più, a volte meno, questo perché la vita spesso ci pone ostacoli continui di fronte e ci obbliga a scelte diverse da quelle che vorremmo fare. Inoltre, una donna nell'antica Grecia non aveva tutte le libertà e le possibilità che le donne hanno oggi, per quanto l'essere una nobile e una spartana sicuramente le davano vantaggi maggiori di un'ateniese e maggiori disponibilità.

Ho apprezzato anche gli altri personaggi di contorno, dal fido Androclo, sempre a fianco della sua amata Cinisca, al fratello Agesileo, che l'ha sostenuta come e quando ha potuto, a tutti gli altri personaggi, sportivi, nobili, familiari, le cui vite si sono intrecciate con quella di Cinisca. 

Così facendo, la scrittrice Alessandra Leonardi ci restituisce un affresco delicato e potente di questo interessante periodo storico, mostrandoci anche come gli antichi percepivano gli agoni olimpici, l'importanza e la sacralità di questi giochi, che spesso dimentichiamo al giorno d'oggi.

Nel complesso, quindi, "Cinisca di Sparta" è un lavoro scorrevole e ben organizzato, che appassionerà sia gli amanti delle storie di sportivi che gli interessati alla storia greca.

lunedì 12 giugno 2023

Recensione "Lo scudo di Marte" di Simone Fiocco

 Recensione "Lo scudo di Marte" di Simone Fiocco

Bentrovati, lettori. Oggi vi parlo di un romanzo che mi è piaciuto molto, proprio come il precedente volume: "Lo scudo di Marte", scritto da Simone Fiocco e edito da Bakemono Lab.

Il libro è il seguito di "L'ago di Cibele", primo capitolo della saga dei Pignora Imperii, già recensito qua sul blog "I mondi fantastici". Nel testo sono presenti riferimenti a quanto avvenuto nella precedente avventura, per cui, anche se il romanzo segue una nuova indagine, consiglio comunque di aver letto anche "L'ago di Cibele", per meglio comprendere situazioni e personaggi.

Si tratta di un thriller contemporaneo, ambientato a Roma, ai giorni nostri, con protagonisti uno scalcinato e tormentato investigatore privato, Francesco Bruni (che adoro!) e un giornalista/scrittore/uomo in cerca di un nuovo scopo nella vita, ossia Gabriele, che si ritrovano di nuovo a indagare su uno dei Pignora Imperii: sacre reliquie dell'Antica Roma che donavano prosperità alla città. Nello specifico, dopo la pietra di Cibele, oggetto di interesse nel primo volume, stavolta è lo Scudo di Marte la reliquia da recuperare e proteggere, per impedire che finisca nelle mani sbagliate.

Ma nelle mani di chi?

Quesito interessante, a cui il romanzo non dà una risposta definitiva, questo perché vi saranno ulteriori avventure dei nostri personaggi, ma anche perché l'autore stimola il lettore a riflettere, effettivamente, su dove si annidi il male in realtà.

Lo stile, come nel primo romanzo, è scorrevole, molto diretto, a tratti ironico, e anche molto visivo: sono riuscito a immaginarmi bene le scene che si dipanavano davanti ai miei occhi. Allo stesso modo, il ritmo è incalzante, predominano sequenze narrativa e dialogiche, permettendo al lettore di seguire quasi in presa diretta lo svolgersi dell'azione.

La componente sovrannaturale è limitata, aleggia sull'intera trama senza presentarsi in modo invasivo, lasciando spazio all'azione, alla ricerca (anche storica) e alle riflessioni dei personaggi, che in questo secondo capitolo vengono ulteriormente approfonditi. Oltre a Gabriele e a Francesco, facciamo la conoscenza con una simpatica ladra, di cui è meglio non fidarsi troppo, e di un misterioso individuo interessato a recuperare lo Scudo di Marte. Inoltre, per chi come me ha amato il Marchese, troverà pagine per i suoi denti.


Nel complesso, la saga dei Pignora Imperii continua e lascia il segno: l'importanza di queste reliquie dell'Antica Roma continua a pesare e a incidere sulla vita dei vari personaggi. Apprezzata, infine, l'assenza di buonismo, che rende le scene, anche gli addii, molto più veri di tanti altri equivalenti romanzati.

E ora, attendo con ansia il prossimo capitolo della serie! Bravo Simone Fiocco!


Per ulteriori informazioni sui thriller di Simone Fiocco, sfogliate il sito della casa editrice Bakemono Lab!



mercoledì 7 giugno 2023

Recensione "L'ago di Cibele" di Simone Fiocco

 Recensione "L'ago di Cibele" di Simone Fiocco

Bentrovati, lettori. Oggi parliamo di "L'ago di Cibele", romanzo di Simone Fiocco edito da Bakemono. Il libro è uscito qualche anno fa, ma l'ho recuperato solo di recente, al Salone del libro di Torino, incuriosito dalla trama e dall'aver ascoltato una presentazione dell'autore. 

Si tratta di un thriller contemporaneo, ambientato a Roma ai giorni nostri, anzi in una parte specifica di Roma, che ruota attorno al Parco della Caffarella, che negli anni è stato anche teatro di crimini ed episodi di cronaca nera. Ne parlo nel blog, però, perché nel romanzo è presente una leggera componente sovrannaturale, che ovviamente ho apprezzato tantissimo.

Andiamo con ordine.


"L'ago di Cibele" segue le indagini di un investigatore cinico e disilluso dal mondo, il buon Francesco Bruni, chiamato a indagare sulla scomparsa di un marito fedifrago. Nel farlo, il detective di addentrerà in una storia molto più torbida, e molto più antica, di quanto si aspettasse, incrociando il cammino con un altro personaggio: Gabriele.

Di professione giornalista, vorrebbe fare lo scrittore, Gabriele ha un animo buono, anche se afflitto da sensi di colpa per avvenimenti passati: cerca sempre di fare la cosa giusta, di moderarsi, di trattenersi, di avere parole di riguardo per chiunque, consapevole di quanto la vita sia breve e possa far male in tanti modi inaspettati.

Due caratteri molto diversi, quelli di Francesco e Gabriele, che rappresentano la giusta coppia di protagonisti per questa storia, che si dipana in una Roma oscura, dove antichi riti si compiono ancora. Eh sì, non poteva mancare la parte storica (siamo a Roma, in fondo!) e misteriosa, che ovviamente ho apprezzato tantissimo. Per inserirla, l'autore si è ispirato ai celebri Pignora Imperii, sette reliquie sacre che nell'antica Roma erano considerate protettrici della città: tra queste, il celebre Palladio, ma anche lo scettro di Priamo, gli scudi di Marte e l'ago di Cibele, che dà il nome al romanzo!

Non posso svelare altro, solo che la commistione tra passato e presente è ben studiata, il mistero viene svelato progressivamente e non del tutto, lasciando la porta aperta ad altre avventure dei nostri sventurati, ma simpatici, protagonisti!

"Nonostante forze misteriose e antiche che agiscono sotto la rassicurante coperta della scienza, c'è una costante ineluttabile: la morte. È un principio intrinseco alla vita. C'è un inizio e una fine e anche laddove si tenti di ingannare l'universale destino, ciò che ritorna non ritorna mai identico a prima".

Nota di merito, infine, per il Marchese, personaggio enigmatico, che tesse nell'ombra la rete del suo piano. Chi sarà? Che intenzioni avrà? Lo scopriremo solo leggendo.


Nel complesso, un'ottima lettura, che scorre bene, grazie allo stile piacevole e diretto di Simone Fiocco, con cui riesce a imbastire una solida trama che incuriosisce e attira il lettore. Proseguirò presto la lettura con il secondo volume sui Pignora Imperii: "Lo scudo di Marte", un'altra indagine di Francesco Bruni. Da non perdere!

(Per info, visitare il sito Bakemono Lab!)

lunedì 1 maggio 2023

Recensione di "Pestilentia" di Stefano Mancini

 Recensione di "Pestilentia" di Stefano Mancini

Pestilentia” è un romanzo di Stefano Mancini, edito da DZ Edizioni, un dark fantasy autoconclusivo, epico e battagliero (con bellissima copertina di Sir Antonello Venditti).


Un ragazzo in fuga da qualcosa che non doveva essere liberato. È l’inizio della fine. Quattro secoli dopo, il mondo è un ammasso purulento. Una pestilenza ha spazzato via quasi ogni forma di vita, e il gelo ha stretto nella sua morsa gli ultimi superstiti. Quando la setta eretica della Mors Atra trafuga la più potente reliquia della Chiesa di Nergal, ultimo faro contro la decadenza, padre Oberon si ribella e convoca Eckhard, devoto cavaliere della Fratellanza. Ispirato dalla fede, questi darà vita a uno spietato inseguimento sulle tracce della ladra e del suo insolito compagno di viaggio, un eretico appartenente alla razza dei gha’unt. Perché la reliquia va recuperata a ogni costo. O il suo terribile segreto trascinerà nel baratro la chiesa, condannando il mondo all’oblio.

“Tempo prima qualcuno gli aveva detto che l’uomo è capace di adattarsi a tutto, anche alle condizioni più estreme. Non era vero. Lui non si era ancora abituato al freddo. C’erano notti in cui tremava tanto da non riuscire a chiudere occhio e in cui le dita gli si congelavano fino a perdere ogni sensibilità. Tra la Morte nera e quell’inverno perenne, il mondo sembrava aver imboccato una via senza uscita”.

PERSONAGGI

SHREE: la ladra, uno dei protagonisti del romanzo. Abituata a vivere da sola e a contare soltanto sulle proprie forze, Shree viene in possesso, per caso, di un prezioso artefatto, che cerca inizialmente di piazzare sul mercato nero, prima a Valissa, poi a Palash. Si ritroverà coinvolta in giochi di potere più grandi di lei.

GLEB: secondo protagonista. È il servitore tuttofare di Leif. Timido, riservato, sempre in imbarazzo a parlare con gli altri, tanto che balbetta, ripete le cose e a volte è costretto a farsele ripetere. Dietro questa maschera di timidezza, nasconde un animo tormentato, frutto anche delle sue origini particolari. La gente comune, istigata dalla Fratellanza, lo considera uno schiavo e chiama quelli come lui: gha’unt.

ECKARD URIEL VANEMBURG: Uomo tutto d’un pezzo, soldato valoroso e abile in battaglia, viene convocato dalla Fratellanza affinché recuperi un artefatto trafugato, la cui diffusione potrebbe causare gravi problemi all’ordine religioso. La sua solida fede in Nergal, però, viene incrinata e l’uomo sarà costretto a mettere in discussione tutto ciò in cui ha sempre creduto.

“Si può sapere cosa c’è di sbagliato in te? Perché hai così tanti problemi a parlare? Parlare riempie il vuoto, allontana la nebbia e sovrasta il rumore di questa dannata pioggia”.

AELIS: Una gha’unt vera, come la definisce Gleb, una giovane e combattiva eroina. Guida la resistenza degli uomini liberi. Un tempo erano guerrieri e marinai, con tratti somatici un po’ diversi, ma comunque apprezzati. Poi arrivò la pestilenza e molte cose cambiarono, ma Aelis non ha mai abbandonato la speranza di dare un futuro alla sua gente.

PADRE OBERON: Padre spirituale della Fratellanza di Nergal a Valissa.

PADRE JARI: giovane e ambizioso monaco della fratellanza, che serve padre Oberon, aiutandolo nelle sue macchinazioni.

VIKAS: il braccio incaricato di reggere il pugnale, la mano che ruba nell’ombra. Vikas è un sicario professionista, scelto per portare a termine i suoi compiti con discrezione. Fregato da una donna, si metterà sulle sue tracce per lavare l’onta subita.

PADRE DEGENHARD: Integralista convinto, vuole individuare e distruggere le ultime sacche della resistenza.



TRAMA

La trama di “Pestilentia” si snoda attorno al furto di un manufatto, un libro fondamentale per la religione di Nergal, che ne racchiude l’essenza e i segreti. Un libro che, secondo i sacerdoti, potrebbe far cadere l’intera fede della popolazione, allontanandola dal sentiero tracciato dagli Dei (o dai suoi emissari), motivo più che sufficiente per dare mandato di recuperarlo a un sicario professionista. 

Attorno alla sparizione del libro, caduto, quasi per caso, nelle mani di una giovane ladra, si sviluppa la trama della guerra, tra le forze del credo e quelle dei gha’unt, una popolazione dai diversi tratti somatici (giudicati schiavi e demoni, da cui tenersi alla larga) accusata di aver scatenato l’epidemia della Morte nera. Una guerra che sta per giungere al suo scontro decisivo, fomentata da un intrigo che affonda nelle oscure origini del culto di Nergal stesso. Una guerra tra popoli diversi, ma anche tra ideali e concezioni di vita, nel cui ambito si muovono le storie dei personaggi principali (Shree, Gleb, Eckard, e poi Aelis) e dei loro antagonisti.

“Io credo nelle persone. Quello che succede su questo mondo non accade per volere di un’entità superiore. Queste sono solo storie che i sacerdoti ci propinano per rendere più sopportabile questa vita e le sue sofferenze. La verità è che tutto quello che accade, accade perché sono le azioni degli uomini a deciderlo. Davvero credi che se ci fosse un dio, avrebbe bisogno delle nostre preghiere?”


STILE

Lo stile è davvero piacevole da leggere, ben curato e adatto all’atmosfera cupa del romanzo. Stefano Mancini è capace di raffinare il proprio stile, facendolo diventare elegante, quasi epicheggiante, nei dialoghi tra i sacerdoti della Chiesa di Nergal e negli accesi dibattiti sostenuti da Eckard; lo fa scendere a livelli più umili nelle taverne di Valissa e nei balbettii di Gleb, e lo carica di sfumature eroiche quando a parlare è il cuore di Aelis.

Tutti i tre protagonisti (Eckard, Shree e Gleb) sono presentati in chiaroscuro, hanno luci e ombre, pregi e difetti, come le persone, rendendoli non eroi mitici ma degni rappresentanti del mondo in cui vivono, un mondo di violenza, fame e morte, ma anche un mondo dove c’è chi ancora crede, nel futuro, chi ha ancora speranza.


IL MIO COMMENTO FINALE

"Pestilentia” è un romanzo crudo, ambientato in un mondo sull’orlo dell’estinzione, dove impera una temibile pestilenza, la gente vive al freddo, nell’ombra, lottando per racimolare quel poco di cibo e calore che possa permettere loro di sopravvivere un giorno in più. Su tutto aleggia l’ombra della Chiesa di Nergal e lo strapotere dei suoi sacerdoti, uomini posti un gradino sopra tutti gli altri, voce e espressione del potente Dio il cui culto si è prepotentemente imposto, cancellando le precedenti religioni e unificando le coscienze della popolazione. Qualcuno vi ha trovato fede, un pizzico di speranza nel futuro, qualcun altro l’ha vista come un’opportunità per prendere il potere, e consolidarlo. Come spesso accade, nel mondo reale e nella finzione letteraria, la verità ha molte facce, dipende sempre dall’angolo da cui la si guarda. 

Pestilentia” è un romanzo contemporaneo, attualissimo, che offre spunti di riflessione al lettore attento, oltre che una bella avventura sanguigna e battagliera. È un romanzo che pone delle domande, a chi legge e anche a chi vive nel romanzo, ai personaggi stessi che più volte si interrogano sui motivi che li spingono ad agire, sostenuti dalla fede o dalle loro filosofie di vita, giungendo persino a metterle in discussione. È un romanzo che fa riflettere sulla fede religiosa, indipendentemente dal Dio a cui uno è fedele, su quanto può essere sincera, falsa, inculcata o estremizzata, e sugli effetti che una fede assoluta può avere, in termini di massificazione delle coscienze, di privazione del libero arbitrio, di predestinazione e ovviamente di lotta armata. 

È proprio il rapporto tra uomo, in quanto individuo, solo e unico, e come tale passibile di errare, e l’intera comunità di fedeli, vista come qualcosa di grande, di enorme, di universale quasi, il punto più interessante della riflessione, su cui Aelis e Eckard inizialmente dibattono, e per quanto la simpatia del lettore per la giovane eroina sia evidente e giustificata dal bisogno istintivo di proteggere la nostra libertà, di coscienza, pensiero e azione, anche la fede genuina di Eckard, ravvivata da un lutto personale, strapperà un sorriso anche al lettore più materialista. Su tutto, comunque, aleggia un senso di disperazione che affligge il mondo, un mondo di cui vediamo ben poco, immerso nella nebbia, travolto da povertà, fame e miseria. Un mondo diverso da quelli solitamente proposti nei romanzi fantasy, ricchi di grandi città, opulenti regni traboccanti di affascinanti angoli naturali o stravaganti creature. 

Il mondo di “Pestilentia” è, come il romanzo e i suoi personaggi, nudo e crudo, visto senza patine o lenti colorate, così come gli uomini, con le loro azioni, lo hanno fatto diventare. Eppure, in questo panorama di desolazione, una fiamma brucia ancora, a sufficienza da scaldare l’animo degli ultimi combattenti, di Aelis, ad esempio, che non ci stanno, che vogliono dire no. No a tante cose, alle fedi fasulle, alle discriminazioni, alle ingiuste accuse di cui il suo popolo è stato sommerso, al dominio delle coscienze. Ultimi eroi di un mondo prossimo al collasso, ma pronti comunque a dare la vita per difendere il loro diritto di viverci. In questo, il romanzo è un sogno di libertà, che può decisamente insegnare, soprattutto a chi, assuefatto dagli agi del presente, non ne ha ancora capito il giusto valore.

Il libro è disponibile sul sito della Dark Zone!

venerdì 7 aprile 2023

Recensione "Aqrabuamelu - Gli uomini scorpione" di Debora Parisi

 Recensione "Aqrabuamelu - Gli uomini scorpione" di Debora Parisi

Bentrovati, lettori. Oggi vi parlo di "Aqrabuamelu - Gli uomini scorpione" di Debora Parisi, racconto lungo edito da Delos Books nella collana Delos Digital, già segnalato sul blog.

Trattandosi di un racconto lungo, non mi dilungherò troppo, perché il rischio di anticipare qualcosa al lettore è molto grande. Partiamo dall'ambientazione, che è l'elemento migliore del racconto: siamo nel pieno del Mondo Antico, in Mesopotamia, ai tempi delle grandi civiltà politeiste che si contendevano il mondo. Sembra di essere davvero in piena mitologia mesopotamica, perché vi sono continui rimandi a Ishtar, a Gilgamesh, a Babilionia... un mondo che purtroppo conosciamo poco, solo per i ricordi degli studi scolastici e per i commenti ridicoli degli svogliati studenti (e a volte anche docenti) che si chiedevano perché mai dovessimo studiare culture di quattro mila anni fa, ahimè.

In realtà, come il racconto di Debora Parisi dimostra, l'antica Mesopotamia è un crogiuolo di culture, ma soprattutto un'ottima fonte di ispirazione per possibile storie fantasy, vista l'incidenza della religione, della fede, dei culti, nella vita quotidiana, e il ricco pantheon di Divinità (spesso simili o comunque riprese da una cultura all'altra) e di creature fantastiche che la popolavano.

Alcuni nomi? Beh, oltre agli uomini scorpione, citati nel titolo, ci imbatteremo nelle Divinità, nel sirrush, nell'epopea di Gilgamesh. Un mondo davvero affascinante, che meriterebbe più spazio, nella nostra formazione.

In questo mondo, è ambientata un'avventura snella e veloce, che si legge in un paio d'ore, con protagonisti quattro personaggi particolari, alle prese con una missione: investigare per conto di Ishtar su un misterioso villaggio situato al confine col deserto, in cui sono scomparsi anziani e bambini. Come mai? Quali oscure forze sono all'opera?

Spetta a Puabi, figlia semidivina di Ishtar, e ai suoi compagni indagare!

La trama bilancia avventura, magia, sorpresa con combattimenti, accenni di storie d'amore e possibili ampliamenti delle vicende di Puabi e dei suoi amici avventurieri.

Nel complesso, una lettura veloce e stuzzicante.


(Per altre informazioni, potete scaricare l'ebook da Amazon!)


martedì 10 gennaio 2023

Recensione "I principi del mare" di Andrea Gualchierotti

 Recensione "I principi del mare" di Andrea Gualchierotti


Bentrovati, lettori. Oggi vi parlo di un bel romanzo che ho letto di recente, il nuovissimo "I principi del mare", dello scrittore romano Andrea Gualchierotti (edito da Edizioni Il Ciliegio), più volte ospite del blog. Il libro mescola storia e mito, raccontando l'avventuroso viaggio di Alkas, uno dei Proci sopravvissuti al massacro operato dal vendicativo Ulisse.

Sì, proprio lui! Ulisse del poema epico di Omero, tornato dal suo peregrinare per i mari e deciso a riprendersi il trono di Itaca. Da questa ben nota vicenda trae origine il romanzo di Andrea Gualchierotti, che affonda quindi nell'epica classica, raccontando un'inedita avventura con uno stile e un'atmosfera degni di Omero.

Senza svelare troppo della trama, ovviamente, il romanzo di Andrea Gualchierotti si propone come una continuazione ideale dell'Odissea, concentrandosi su Alkas, uno dei Proci (ricordate, i famosi pretendenti di Penelope?), deciso a sfuggire alla vendetta di Ulisse. Le sue avventure, per terra e per mare, sono ricche di colpi di scena, incontri, tradimenti, gelosie, riti macabri, non manca niente, in un rocambolesco viaggio per il Mondo Antico, dove storia e miti si incontrano.

Lo stile è scorrevole, visivo, di impatto, impreziosito da una costruzione sintattica raffinata e dall'uso di una terminologia, a tratti aulica, adatta all'atmosfera epica della storia. Più volte, mi sono trovato a pensare che quest'opera potrebbe davvero essere uno dei tanti poemi epici diffusi durante la Grecia antica e dedicata a uno dei tanti eroi del pantheon di tale cultura.



In conclusione, "I principi del mare" è davvero un ottimo lavoro, consigliato soprattutto agli amanti delle storie d'avventura, a chi cerca un fantasy "adulto" e a chi ama il periodo storico dell'Età del bronzo: la Grecia omerica - micenea.

Altre info qua.

giovedì 5 gennaio 2023

Recensione "Dice Angelica" di Vittorio Macioce

 Recensione "Dice Angelica" di Vittorio Macioce

Bentrovati, lettori. Oggi vi parlo di un libro che ho letto la scorsa estate: "Dice Angelica", di Vittorio Macioce, edito da Salani Editore.


Quarta di copertina: Ce l’hanno raccontata a scuola, la vicen­da di Angelica, la bella per eccellenza, la donna per cui i paladini di mezzo mondo impazziscono, si sfidano in epiche battaglie, disposti a rischiare la pelle pur di averla. An­gelica l’esotica, l’insidiosa, il motore di ogni passione, che attende in silenzio di essere conquistata come un trofeo. 
Ma qualcuno si è mai chiesto se era d’accordo? Se a lei Orlando – che sarà pure stato l’eroe della cristianità, d’accordo, ma anche un uomo di rara bruttezza – piaceva? Se quella rissa tra maschi alfa non le sembrasse ridicola? Se desiderasse, magari, qualcos’altro?

Lo ha fatto Vittorio Macioce, che per la prima volta dà voce a questa creatura tanto celebrata quanto misteriosa. In fin dei conti una ragazza normale, simile a quelle di oggi, con emozioni che intatte attraversano i se­coli: il desiderio di sentirsi viva, di trovare un posto nel mondo; la necessità di fare chiarezza sulle proprie origini; il fastidio di essere continuamente oggetto di attenzioni maschili; il dolore di interpretare un ruolo cucitole addosso da altri.

Ricostruendo in chiave contemporanea tutto ciò che la storia della letteratura ha trascurato di Angelica e delle pulsioni che la animano, Macioce ci guida alla riscoperta di una vicen­da sorprendentemente densa di riferimenti pop – dai videogiochi allo spaghetti western, dalla musica ai romanzi fantasy – e che non ha mai smesso di dirci qualcosa sulla natura delle ossessioni amorose.

*

Amando l'Orlando Furioso, mi sono incuriosito leggendo la trama di questo romanzo. Una rivisitazione della storia dal punto di vista di Angelica, raccontata proprio da lei, una storia che spazia a comprendere anche riferimenti a Orlando Innamorato, Canzone di Orlando e ad altre opere letterarie affini, necessarie per meglio comprendere personaggi e contesto.

La trama è molto scorrevole, l'autore riesce a metter un certo ordine nel complesso intreccio del poema. Per farlo, dedica, soprattutto nella parte centrale e finale, ogni capitolo a un personaggio o a una vicenda, come Cloridano e Medoro o Astolfo sulla luna.

Nonostante sia incentrato su Angelica, c'è infatti spazio per altri personaggi, soprattutto quelli che ruotano attorno a lei, Orlando in primis.

Lo stile è scorrevole, con qualche dialogo a spezzare la narrazione e a rendere tutto più attuale.

Unico neo. Forse in alcuni capitoli, soprattutto nella prima parte, si fa fatica a capire chi stia parlando, in quanto a volte Angelica cede il posto a altri narratori o lei narra per conto loro, e ciò non è proprio immediato. In particolare chi non conosce l'Orlando Furioso o comunque la storia di Angelica in generale potrebbe avere qualche difficoltà.


venerdì 7 gennaio 2022

Recensione "PKNA 0/2: Il vento del tempo"

 Recensione "PKNA 0/2: Il vento del tempo"

Bentrovati lettori. Come anticipato dall'articolo di apertura, quest'anno, una volta alla settimana, vi delizierò con la recensione di un fumetto della fighissima serie PKNA Paperinik New Adventure, le fantastiche avventure del nostro super papero preferito. Dopo "Evroniani", il progetto PKNA prosegue con il numero zero/2 (si pronuncia "zero barra due"): "Il vento del tempo".

Due curiosità, prima di passare all'articolo.

- Dal numero zero si è passati al numero zero/2 e poi al numero zero/3. Ciò creò, nel 1996, un'onda di isteria che oggi sarebbe rimbalzata sui social per mesi, in quanto molti credevano di aver perso lo zero barra/1, o di non averlo trovato, o semplicemente non capivano se il numero zero barra/1 esistesse o meno. La confusione è stata smentita nel 1998, quando è uscito lo speciale estivo, intitolato proprio "Zero barra uno" e ambientato cronologicamente tra i primi due volumi della serie.

- Un'altra curiosità riguarda il titolo. Sia in copertina che nella seconda pagina, tra i credits, il titolo è "Il vento del tempo", ma a pag 2 del fumetto compare l'indicazione "Quando soffia il vento del tempo". Forse il titolo era troppo lungo per essere inserito tutto in copertina? 


Titolo: (Quando soffia) Il vento del tempo

Soggetto: Sisti & Sisto

Sceneggiatura: Alessandro Sisti

Matite e Chine: Claudio Sciarrone

Lettering: Nicoletta Foffa

Colori: Litomilano 

Copertina: Claudio Sciarrone (disegno) - Max Monteduro (colori)


Trama: Dopo che Zio Paperone ha acquistato la Ducklair Tower, Paperino è stato "assunto" come custode e si è quindi trasferito nella torre, nel pieno centro di Paperopoli, complice anche il fatto che i nipotini sono impegnati con una missione con le Giovani Marmotte. Una mattina, Uno lo informa che un misterioso predone volante ha compiuto un furto in un'azienda paperopolese, spingendolo a indagare. Paperinik, la notte successiva, si imbatte quindi nel misterioso ladro, un robusto rapace, con un occhio bionico e un'armatura futuristica, che sta cercando qualcosa. Il ladro riesce a mettere KO Paperinik, in un modo che né lui né soprattutto Uno riescono inizialmente a capire. Come se non bastasse, le telecamere di sorveglianza riprendono Paperinik in fuga, cosa di cui Angus Fangus approfitta per screditare il nostro amato paladino mascherato,.

Nel frattempo, zio Paperone fa visitare la torre a una delegazione di 00 Channel, composta dal direttore del telegiornale Dan Woodstein, dall'amministratore delegato di Canale 00 Peter Watermann, e dai cronisti Angus Fangus e Lyla Lay. Per loro, zio Paperone ha in mente il settantacinquesimo piano, che potrebbe essere addirittura ribattezzato piano doppio zero. Tra Angus e Paperino sorge una piccola lite, quando il primo accusa Paperinik di essere un ladro; Lyla, al contrario, suggerisce a Paperino che, se fosse Paperinik, sorveglierebbe il carico di tetragonium, una nuova fibra sintetica realizzata dai laboratori paperopolesi. 

Al piano segreto, Uno e Paperino parlano dell'enigmatica Lyla, che, da come parlava, sembrava sapere che Paperino e Paperinik siano la stessa persona e che risulta addirittura schermata ai raggi di scansione di Uno. La stessa Lyla, in quel momento, confrontando le impronte retiniche e i rilievi anserometrici trova conferma che Paperino e Paperinik sono la stessa persona.

Durante la notte, Paperinik si reca al centro ricerche, per sorvegliare il tetragonum, come suggerito da Lyla, e si imbatte nel ladro misterioso, chiamato da tutti "il Razziatore". Lo scontro sembra andare a favore di Paperinik, tanto che il Razziatore fugge in volo, senza preoccuparsi troppo. Infatti, il Razziatore decide di tornare indietro nel tempo e avvisare Angus Fangus di una soffiata, per prendere Paperinik con le mani nella marmellata. Già sapendo quello che accadrà (o, meglio dire, adesso, "sarebbe accaduto"), il Razziatore fa intervenire infatti Fangus e la polizia, che sorprendono Paperinik in una proprietà privata, costringendolo a una poco gloriosa fuga. Passata la polizia, il Razziatore può finalmente rubare il prezioso carico. 

Uno, finalmente, capisce come riesce a muoversi così furtivamente il Razziatore: grazie ai suoi sensori, ha rilevato una scia di decadimento tachionico, indice della presenza di tachioni, particelle che si muovono più veloci della luce. Sfruttandole, il Razziatore riesce infatti a viaggiare nel tempo, cambiando epoca ogni volta che qualcosa non va come previsto.

Preoccupato da un avversario così insidioso, Paperino si reca a cercare Lyla, per parlarne con lei, che gli confessa di conoscere la sua identità segreta. In una stanza della Ducklair Tower, monitorati da un attento e curioso Uno, Lyla rivela infine la sua vera identità: è una tempoliziotta, ossia una guardiana del tempo, incaricata dalla Tempolizia di vigilare su quell'epoca, per impedire a predoni e cronauti non autorizzati di cambiare il corso del tempo. Nel futuro, infatti, verranno inventati i viaggi nel tempo e una potente Organizzazione criminale vorrà sfruttarli a proprio piacimento. 

Lyla ha comunque un piano per fermare il Razziatore: fermarlo quella stessa notte, nel cuore di un tornado temporale, quando cioè il Razziatore attiverà la Cronovela, l'apparecchio misterioso che sta cercando di costruire. Un dispositivo in grado di orientare la Terra su un diverso percorso, e quindi verso un futuro diverso. 

Quella notte, nel cuore dalla banca di Paperopoli, Lyla e Paperinik affrontano il Razziatore, ma la prima viene facilmente sconfitta. Nello scontro, Paperinik riesce comunque a ingannare il Razziatore, sostituendo la Cronovela con una comune scatoletta vuota e impedendogli di attivarla. Ciò permette a Lyla di riprendersi e contattare la Tempolizia, che interviene per arrestare il Razziatore.

"In nome della legge intertemporale sulla conservazione della cronocontinuità, sei in arresto!"

Grazie all'aiuto di Lyla, inoltre, Paperinik si prende una piccola soddisfazione su Angus Fangus, che arriva alla banca sperando di sorprenderlo di nuovo, come il Razziatore gli aveva assicurato. In realtà, Paperinik svanisce, lasciando il giornalista e il povero Camera 9 nella banca, mentre suonano gli allarmi, finendo per essere arrestati dalla polizia.

Di ritorno al piano segreto, soddisfatto per il compimento della missione, Paperinik spiega l'ultimo segreto di Lyla a Uno: si tratta di un perfezionatissimo droide, creato nel ventitreesimo secolo, una creazione necessaria per permettere ai guardiani di viaggiare nel tempo. Scherzando, Paperinik dichiara che come papera Lyla non era niente male, mentre Uno si mostra invece più felice, trovandola molto attraente, una papera ideale per un'intelligenza artificiale colta e di bell'aspetto.

Come sempre, dopo il fumetto, una scheda tecnica sulla cronovela e il debutto dei PK Files, con le schede di Lyla e del Razziatore. Nella penultima pagina, l'anteprima del terzo numero, con la silhouette di Xadhoom pronta alla battaglia e la scritta: "Si balla!"


Frase

"Sei arrivato giusto in tempo."

"Sicuro, per sbatterti al fresco!"

"Ah ah! Da secoli non sentivo una battuta così!"


Personaggi presenti: Paperino/Paperinik, Uno, Lyla, il Razziatore, Angus Fangus.

Altri personaggi: Zio Paperone, Camera 9, Dan Woodstein, Peter Watermann, Tempoliziotti.


Continuity

- L'episodio si pone in diretta continuazione di "Evroniani", che si considera completamente avvenuto per meglio comprendere situazioni e personaggi. Infatti, non solo Paperino si è trasferito alla Ducklair Tower, per lavorare come custode, ma vi sono riferimenti allo sfortunato party di "Patemi", avvenuto proprio nel numero Zero, al primo incontro di Lyla con Paperinik e al proseguio della fastidiosa indagine personale di Angus Fangus contro Paperinik, iniziata proprio con la tentata intervista a Paperino nel numero precedente.

- La redazione di 00 Channel si trasferirà alla Ducklair Tower nel prossimo numero zero/3: "Xadhoom!"

Commento: Il secondo numero della trilogia iniziale di PKNA introduce il secondo importantissimo argomento, cui è dedicato un filone di storie all'interno della serie, quello dei viaggi nel tempo. Scopriamo infatti, dalle parole di Lyla, che nel ventitreesimo secolo i viaggi del tempo saranno realtà; proprio per impedire che chiunque possa alterare la storia, è stata creata la Tempolizia, una milizia speciale composta anche da droidi, agenti speciali dislocati nei vari gangli epocali, al fine di prevenire crimini contro il continuum spazio-temporale. Lyla, per l'appunto, è una di questi.

Personalmente, ho sempre amato libri, film e fumetti sui viaggi nel tempo, per cui non posso che essere felice di questo inserimento. Non ho problemi nell'affermare che, tra le varie trame di PKNA, quella dei viaggi nel tempo è la mia preferita, forse anche grazie alla presenza di personaggi interessanti e realizzati molto bene, come Lyla, il Razziatore o il misterioso Odin Eidolon. Inoltre, rispetto alle avventure contro gli Evroniani, in cui la schematizzazione buono/cattivo è più netta, in queste storie il confine rimane molto più sottile. Come avremo il piacere di leggere, infatti, spesso Paperinik si troverà a collaborare con il Razziatore, per salvare la Terra o per altre motivazioni, e in disaccordo con la Tempolizia, spesso presentata come un ente burocratico e freddo. Spunti di riflessione interessante che ho particolarmente apprezzato di trovare in un fumetto Disney.

I personaggi, dicevo, sono molto intriganti, non solo il Razziatore, che forse è l'antagonista più riuscito di tutta la serie di PKNA (anche se spesso finisce per collaborare con Paperinik, divenendo quasi un antieroe, più che un avversario), ma anche Lyla. Introdotta nel primo numero, come una semplice giornalista, già nel finale, durante il party di "Patemi", abbiamo presagito che nascondesse qualcosa, infatti l'evrongun degli Evroniani non ha avuto effetto su di lei (è un droide, ecco perché). Fedele collaboratrice di PK, diventerà un'amica del cuore e i due vivranno insieme grandi avventure. Inoltre, per quanto droide, Lyla dimostrerà di essere in grado di pensare, e agire, autonomamente, sviluppando il libero arbitrio. Altra tematica affascinante.

Infine, le storie dei viaggi del tempo sono sempre avvincenti, intriganti e sì, anche un po' arzigogolate, con paradossi e stranezze, ma la magia della narrazione e la profondità dei personaggi, per quanto mi riguarda, sono sempre stati l'elemento predominante.

Voto: nel complesso, voto 8 per questo secondo numero.

Alla prossima settimana con "Xadhoom!"




sabato 1 gennaio 2022

Recensione "PKNA 0: Evroniani"

 Recensione "PKNA 0: Evroniani"

Buon anno, lettori. Il blog "I mondi fantastici" a maggio festeggerà i sette anni di attività. Per l'occasione nuove idee e progetti in corso, in primis un ampliamento dell'offerta, infatti da oggi il blog non si occuperà soltanto di libri, ma darà spazio anche al fumetto, ai film e alle serie tv, ovviamente sempre di argomento fantastico.

Iniziamo con uno dei pilastri del fumetto italiano contemporaneo, ovvero la serie PK: Paperinik New Adventures (abbreviata spesso in PKNA), che a fine anni '90 rivoluzionò il mondo del fumetto Disney.


Non la conoscete? Male! Ma siete sempre in tempo per recuperare. Da oggi, infatti, ogni settimana uscirà un articolo dedicato a un fumetto della serie. Inoltre, nel corso degli anni, la serie è stata ristampata più volte, per cui tra Ebay, mercatini e sito Panini potete provare a recuperarla.

Ma andiamo con ordine...

La serie PKNA debutta nell'estate 1996, con il fumetto "Evroniani", il cosiddetto numero zero, a cui faranno seguito altri due numeri "zero", lo zero barra due e lo zero barra tre, e 49 numeri regolari, per un totale di 52 numeri, a cui vanno aggiunti 4 speciali usciti nelle estati '97, '98, '99 e '00. Una serie a dir poco fantastico, appassionante e innovativa, a partire dal formato, verticale, lungo (17x25,5 cm), che ricorda quello dei fumetti americani della Marvel. Uno spillato di facile sfogliabilità. 

Il progetto segue le avventure di Paperinik, ovvero la versione supereroistica di Paperino (di cui vengono mantenute le origini e, inizialmente, armi e storia), in un contesto però nuovo: alle prese quindi non più con i ladri di città, ma con alieni, viaggi nel tempo, questioni federali e mondiali, anzi spesso interplanetarie! Una serie che introduce tantissimi personaggi, sia amici che nemici del nostro papero mascherato preferito, e che contribuisce a segnare un'era, tanto che, anche dopo la sua "tragica" fine, i fan hanno continuato a cercarla, a sperare in nuove avventure, in una versione animata, in un qualunque altro progetto che continuasse a darle il lustro che meritava.

Oggi parliamo del numero zero: "Evroniani".

Titolo: Evroniani

Numero: numero zero

Data di uscita: marzo 1996

Soggetto: Sisti & Sito

Sceneggiatura: Alessandro Sisti

Matite e Chine: Alberto Lavoradori

Copertina: Marco Ghiglione (disegno), Max Monteduro (colori)

Lettering: Nicoletta Foffa


Trama: Il volume si apre con una sequenza silenziosa, senza didascalie, di invasione di un pianeta abitato da creature dalla pelle verde, ad opera di misteriosi alieni combattenti, che fanno prigioniero il popolo, distruggendo il resto e suscitando l'ira di una misteriosa osservatrice.

Al giorno d'oggi, durante una ronda, Paperinik salva Paperilla Starr, l'attrice di "Patemi", soap opera prodotta da 00 Channel, che fa impazzire i paperopolesi. Ad attaccarla, però, non sono briganti, ma strane creature, contro cui le armi di Paperinik non funzionano. Grazie all'aiuto della polizia, Paperinik riesce a far fuggire le creature, che si rivelano dei coolflames, inviati dagli Evroniani in missione di ricognizione. Incuriosito da Paperinik, il generale Zondag ordina ad Agron di localizzarlo e assorbirlo.

L'indomani, Paperino viene convocato dallo Zio Paperone, che gli mostra il suo nuovo acquisto: la futuristica Ducklair Tower, nel pieno centro di Paperopoli, una torre avveniristica edificata e progettata dal miliardario misterioso Everett Ducklair, scomparso di recente nel nulla. Paperone vuole affittare i suoi locali e affida a Paperino l'incarico di guardiano. Incuriosito dalla struttura dai 150 piani, Paperino scopre che in realtà i piani sono 151 e cerca di accedere al piano segreto.

Nel frattempo, nella redazione di 00 Channel il direttore si scontra con Angus Fangus, nuovo giornalista, appena arrivato dalla Nuova Zelanda, ambizioso e dai metodi poco ortodossi, che vorrebbe indagare sulla scomparsa di Brad Van Beck, un attore di "Patemi", appena sostituito da Sean Leduck. Costretto ad arrendersi, Fangus decide di ripiegare sul misterioso vendicatore notturno di Paperopoli, mettendosi sulle tracce di Paperinik. Intervistato proprio da Fangus, Paperino scopre da Camera 9 (l'operatore che accompagna il giornalista) che Van Beck è scomparso e decide di indagare anche su questo. Per prima cosa, però, nella notte seguente, si reca alla Ducklair Tower, riuscendo ad accedere al piano segreto e facendo la conoscenza di Uno, "la più potente, versatile e sbalorditiva intelligenza artificiale mai esistita" sul pianeta Terra. 

Uno è stato creato da Everett Ducklair che, preoccupato dalla sua creatività che spesso lo portava a creare congegni distruttivi, decise di lasciare Paperopoli, diretto verso un eremo remoto dove meditare e ritrovare la parte migliore di sé. Lasciato Uno, Paperinik si dirige a casa di Sam Plot, lo sceneggiatore di "Patemi" per avere ragguagli sulla scomparsa di Leduck e qua si imbatte negli Evroniani, una razza extraterrestre in cerca di energie emotive e cerebrali, da assorbire per continuare a vivere.

Sorpreso dagli Evroniani, Paperinik è costretto a fuggire sulla sua amata 313-X volante e trova rifugio alla Ducklair Tower, dove racconta a Uno la sua avventura. Insieme, i due studiano un piano per affrontarli. Paperino, infatti, riesce a convincere Zio Paperone a ospitare il party di "Patemi" proprio sulla terrazza della Ducklair Tower, sperando che gli Evroniani abbocchino e si presentino alla festa. 

Così accade: gli Evroniani arrivano, per succhiare le emozioni di tutti i partecipanti, ma Paperinik interviene e, con l'aiuto di Uno, riesce a fronteggiarli e a costringerli alla fuga. Per l'occasione, Paperinik usa per la prima volta lo scudo Extransformer, di Ducklair, con tutte le sue funzionalità, tra cui il paralizzatore bradionico, e il raggio 87 bis. Nonostante la vittoria, Paperinik scopre che Angus Fangus ha montato le immagini riprese da Camera 9 in modo da farlo apparire il mandante dell'attacco alla torre. Demoralizzato, vorrebbe uscire a prendere un po' d'aria, ma Uno lo ferma, impedendogli di imbattersi nuovamente negli Evroniani.

A fine volume, dopo la storia, ci sono spesso schede tecniche e informative. In questo caso, schizzi e abbozzi di futuri personaggi (anche due personaggi che non vedremo mai, come Guardia n.246 e Esperimento Abominio), le caste evroniane, lo scudo Extransformer. In chiusura volume, un rapace con un occhio bionico stringe il pugno, anticipando il tema del secondo volume (che sarà dedicato, appunto, al Razziatore).


Frase

"Piacere io sono Uno!"

"Uno, eh? Dove hai lasciato gli altri?"

"Groan! Che battutaccia! E' terribile!"


Personaggi presenti: Paperino/Paperinik, Uno, Lyla Lay, Angus Fangus, Camera 9, Argon, generale Zondag.

Altri personaggi: Zio Paperone, Paperilla Star, Sean Leduck, Sam Plot, Dan Woodstein, Everett Ducklair (nei flashback), Evroniani, Xerbiani, Xadhoom (senza nome).


Continuity

- L'episodio introduce alcuni dei personaggi principali della saga di PKNA. Tra gli alleati di Pk, ovviamente Uno e Lyla Lay. Tra gli antagonisti, Angus Fangus e gli Evroniani.

- Zio Paperone è l'unico personaggio "classico" della Disney a comparire spesso nella serie, soprattutto nei primi numeri, in quanto proprietario della Ducklair Tower. 

- Parlando con Paperino, Paperone dichiara che i "nipotini sono al meeting mondiale delle GM", riferendosi alla saga "Master Story - Minaccia dall'infinito", pubblicata sul mensile "GM - Giovani Marmotte" nel 1996, e ambientata quindi contemporaneamente ai primi numeri di PK. Un raro esempio di continuity incrociata nell'universo fumettistico Disney.

- Il lettore non può ancora saperlo, ma la xerbiana che si vede disperata all'inizio del volume è ovviamente Xadhoom, che apparirà ufficialmente nel numero zero barra tre, dal titolo omonimo.

- L'episodio introduce anche la soap opera "Patemi", che verrà citata più volte nel corso della serie, e alcuni suoi attori, come Paperilla Star, la diva protagonista, Sean Leduck, sostituto di Brad Van Beck, misteriosamente scomparso (in realtà è stato prelevato "a titolo sperimentale" dagli Evroniani), e lo sceneggiatore Sam Plot. 

- Il volume dedica ampio spazio alla storia di Everett Ducklair, personaggio affascinante, creatore di U no e della Ducklair Tower, che per il momento appare soltanto in un flashback ("una simulazione a ipercompressione di dati" creata da Uno per raccontare la sua storia a Paperinik), ma sarà presente in alcuni futuri volumi di PKNA. 


Commento

Il primo volume di PKNA serve a introdurre la minaccia principale della serie, ossia l'invasione evroniana, e quindi a mettere di fronte Paperinik a una nuova realtà, un mondo dove le sue vecchie armi e la fedele 313X non bastano più. Serve un aggiornamento, magari una comoda Intelligenza Artificiale su cui fare affidamento, armi, un nuovo rifugio segreto. In questo, il volume riesce perfettamente.

Le 70 pagine del fumetto scorrono via velocemente, sotto gli occhi meravigliati del lettore che, dopo anni di avventure di Paperinik contro i Bassotti o qualche bandito di città, si ritrova affascinato a vederlo affrontare misteriosi alieni invasori del pianeta Terra. L'impatto emotivo è grande, ma la scoperta, anche per il lettore, come per PK, è graduale, ben gestita: ogni passaggio logico ben spiegato, per quanto rimangano alcuni misteri che saranno chiariti in seguito.

Piacevole vedere lo Zio Paperone, che, assieme alla 313, è quel che rimane della vecchia vita di Paperino, dato che, nella serie PKNA, non ci sarà spazio per i nipotini, Paperina o Archimede. L'acquisto della Ducklair Tower non rappresenta solo un affare per Paperone, ma il punto di svolta della vita di Paperino, che scopre l'esistenza di un mondo molto più grande, di fronte al quale spesso si sentirà soltanto un piccolo papero. Ma questo piccolo papero, da sempre, ha nel cuore una grande energia, una forza che, degna di un supereroe, lo porterà sempre ad affrontare i suoi nemici, a cercare anche di salvarli, quando possibile, nonostante la sua apparente inferiorità.

In questo crescendo epico e appassionante, che a distanza di venticinque anni dalla prima lettura, continua a emozionarmi ogni volta, non mancano gag e battute divertenti, perché Paperinik, o PK come viene chiamato da ora in poi, è sempre Paperino, e Paperino è il simpatico pasticcione che tutti amiamo e di cui non possiamo fare a meno.

Nel complesso, un esordio davvero emozionante, piacevole e originale, che tiene il lettore incollato e spinge a volerne sapere di più. Intriganti anche i disegni, soprattutto di PK e degli Evroniani, mentre ammetto di non aver particolarmente amato questa prima versione di Lyla Lay (preferendole la versione più dinamica e combattiva che verrà sviluppata col tempo).

Il mio voto finale è quindi: 8.

E voi? Che ne pensate? Conoscete la serie? Vi siete incuriositi? Avete apprezzato anche voi il balzo di qualità delle avventure di Paperinik? Fatemelo sapere nei commenti.






giovedì 9 settembre 2021

Recensione "Il mangia peccati" di Mala Spina

 Recensione "Il mangia peccati" di Mala Spina

Bentrovati, lettori. Oggi voglio parlarvi di un libro letto quest'estate: "Il mangia peccati", di Mala Spina, un volumetto snello, che si legge in pochi giorni, molto scorrevole, grottesco, divertente. Scopriamo di più!


Quarta di copertina: Toscana 1892.

Martino Manslò è uno scassinatore sfortunato in fuga.

I carabinieri lo inseguono e i suoi vecchi compari lo vogliono uccidere. Non ha il becco di un quattrino e visioni inquietanti lo spingono a tornare nella natia Garfagnana, l’ultimo posto dove vorrebbe andare.

Una grossa somma lo aspetta dai propri genitori che vivono nel remoto paese di Castel d’Asprosordo ma, prima di metterci le mani, dovrà svolgere l’ultimo servizio al posto del padre. Un incarico da Mangia Peccati per un morto speciale.

Purtroppo, basta poco per perdere il controllo della situazione. L’apprendista Mangia Peccati, l’amico becchino e la stramba figlia del morto dovranno impedire che un’entità mostruosa scateni l’apocalisse e la resurrezione dei morti… a partire da Castel d’Asprosordo.

Quando si muore senza confessione i peccati seguono l'anima, ma a volte sono così immondi da rimanere indietro.

In casi come questi ci vuole... un professionista.


Come lo definisce l'autrice, si tratta di un Romanzo Horror autoconclusivo, black comedy grottesca e a tratti splatter, e in effetti tutti questi elementi entrano nella storia, ne fanno parte, si amalgamano molto bene tanto che, un po' per lo stile scorrevole, un po' per la curiosità della trama, leggendo non si sta più a pensare al genere del romanzo, ma si finisce per godersi la storia. Una qualità che avevo già apprezzato nella serie "Victorian Horror Story", sempre di Mala Spina, ambientata a Londra a fine Ottocento.

Qua, invece, siamo in Toscana, in particolare in Garfagnana, dove il protagonista, sfigato e stralunato, ritorna dopo anni. Non che muoia dalla voglia di farlo, diciamo che però si trova costretto, impelagato in una brutta situazione, e spera di trovare un po' di pace familiare e magari la soluzione ai suoi problemi (economici e legali). Caso vuole che in quei giorni ci sia un lavoro per il padre, ossia il Mangia Peccati del paese, un lavoro che il padre non può eseguire e che ricade quindi su Martino.

Ma chi è il Mangia Peccati? Non voglio svelarvi troppo, dico solo che si tratta di una figura folcloristica, tipica dell'area anglosassone, che mangia via i peccati da una persona morente. Come lo fa? Beh, ve lo gusterete (letteralmente) leggendo il libro.



Ho apprezzato, come dicevo, in primo luogo lo stile, che già conoscevo: diretto, scorrevole, senza troppi fronzoli, in grado di spingere il lettore a continuare sempre la lettura, complici le pause ad effetto e la costruzione dei capitoli, spesso con cliffhanger finale. I personaggi, inoltre, sono simpatici, soprattutto l'amico di infanzia di Martino, una spalla intraprendente, in grado di superare le proprie (e anche quelle di Martino) paure. Infine tutta l'atmosfera è piacevole, per quanto si tratti di un horror, e non manchino alcune scene crude, aleggia su tutto comunque una sensazione di ironia grottesca, che fa ben sperare in un lieto fine. Ma, attenzione, lettori, non illudetevi troppo! La nera signora è sempre dietro l'angolo.

Nel complesso, un romanzo breve, scorrevole e divertente, adatto soprattutto a chi vuole staccare con la noia e la pesantezza di tutti i giorni e godersi una storia macabra, senza troppi eccessi, e immergersi nel mondo fantastico di Mala Spina.

Disponibile su tutti gli store di ebook e libri.




giovedì 29 luglio 2021

Recensione "Yokai. Anime smarrite" - Bakemono Lab

 Recensione "Yokai. Anime smarrite" - Bakemono Lab

Bentrovati, lettori. Oggi parliamo del terzo volume del progetto "Yokai", curato da Bakemono Lab: antologie di racconti ispirati al folclore giapponese. "Anime smarrite" comprende i racconti di Daisy Franchetto, Varla del Rio, Stefano Bessoni, Olivia Balzar, Marco Mancinelli. Come sempre, splendida copertina di Claudia Ducalia.

“Per quanto diversissime per toni, atmosfere, temi, figure, le storie qui presentate hanno un denominatore comune: poetiche, macabre, tragiche, irriverenti che siano, tutte infatti esplorano il sottile confine fra la vita e la morte, la lucidità e la follia  ̶  quella zona d’ombra densa e cangiante come la pupilla di un corvo che, criptico, ci osserva da lontano.” (Anna Lisa Somma)

Il volume vi porterà a spasso nel tempo e nello spazio, infatti i racconti non si svolgono tutti in Giappone e sono ambientati in epoche diverse. Elementi, questo, che considero a favore, in quanto permettono al lettore di spaziare nella lettura, complice anche lo stile e soprattutto le atmosfere diverse create dai vari autori e autrici. Tutte le storie, però, attingono alla mitologia e al folclore giapponese, come già avvenuto nei due precedenti volumi del progetto.

Ad aprire il volume è il racconto "Scelsi il sicomoro", della bravissima Daisy Franchetto (più volte ospite del blog con la sua saga fantasy onirica "Io sono Lunar"), un racconto che affronta una tematica difficile, e sempre tristemente attuale, come quella del suicidio, ma l'autrice lo fa con grande sensibilità, come sempre. Immancabile anche un corvo, animale dal profondo significato in molteplici culture; anche qua, avrà qualcosa da dire.

"Guscio di noce", di Varla del Rio, è un racconto ambientato a Berlino! La storia ruota attorno a Atsuko, che si trasferisce dal Giappone per seguire il suo ragazzo e finisce a fare la cameriera al Go-Go Ramen. Una storia decisamente particolare, che invita alla (ri)scoperta di sé e soprattutto fa riflettere su noi stessi, su ciò che realmente vogliamo essere e vogliamo fare della nostra vita. La protagonista impiega parecchio tempo per comprenderlo, un viaggio non facile, di avanti e indietro, di speranze e ricordi. Un racconto decisamente appassionante.

"La sottile arte", di Stefano Bessoni, è un racconto meraviglioso e dissacrante. Ho adorato il protagonista, il signor Toporski, a cui ne succedono di cotte e di crude. Un personaggio caratterizzato benissimo, che strapperà sicuramente molte risate al lettore, ma fa anche riflettere sui ritmi della vita contemporanea, la difficoltà dell'uomo di relazionarsi con i suoi simili, anche in contesti ristretti, come una città o un palazzo. E che palazzo! Attenzione a cosa vi si nasconde!

Olivia Balzar, con "Fame", ci riporta in una città contemporanea, un'ambientazione fresca e attuale, dove però, oltre alla modernità, trovano spazio misteri e antiche leggende. Nel primo volume di Yokai c'era una misteriosa creatura nascosta nel bagno, qua il problema viene dal salotto... dal divano, precisamente! Una storia intrigante, sostenuta da un ritmo ben cadenzato e da uno stile immediato, schietto, che fa girare le pagine a raffica.

Il gran finale è affidato a Marco Mancinelli, autore presente nei tre volumi di "Yokai", con un racconto decisamente d'atmosfera: "Il ponte sul ruscello di peonie", forse il racconto che, più di tutti gli altri, rappresenta lo spirito, il cuore del volume. A metà tra il sogno e la realtà, la storia si svolge essenzialmente su un ponte sopra un ruscello di peonie dove il protagonista trascorre il tempo in attesa... di cosa? Cos'è che attende davvero? E chi è quella misteriosa signora che ogni notte ascolta le sue chiacchiere? Mistero e grandi emozioni garantite.

Nel complesso, anche il terzo volume di "Yokai" si rivela un lavoro attento e ben curato. Per gusto personale, devo dire che tra i tre libri questo è quello che mi è piaciuto più di tutti, complice l'alta qualità delle storie e dello stile narrativo. 


Scoprite di più sul sito "Bakemono Lab"!




lunedì 26 luglio 2021

Recensione "Yokai. La notte della volpe" di Bakemono Lab

 Recensione "Yokai. La notte della volpe" di Bakemono Lab

Bentrovati, lettori. Oggi vi parlo di un libro molto carino, letto di recente: il secondo volume del progetto "Yokai", curato da Bakemono Lab: La notte della volpe. Del primo libro, ho parlato qua. Anche questo secondo volume è un'antologia di racconti, ne contiene ben cinque, uno più carino dell'altro, incentrati sul folclore giapponese. Scopriamoli insieme!

Quarta di copertina: Gli spiriti agiscono con inganno e violenza, per vendetta o pura malvagità, ma esistono anche spiriti buoni che intessono relazioni amichevoli, perfino amorose, con l’uomo. Pur trattandosi di esseri soprannaturali, essi sfruttano a loro piacimento i sentimenti e le emozioni.  Gli autori dei cinque racconti presenti in questa raccolta si sono avventurati nel mondo del folclore giapponese, territorio di innumerevoli suggestioni, a cui hanno brillantemente dato voce nelle loro storie.

Il volume contiene i seguenti racconti: 

"I ciliegi fioriranno domani", di Marco Mancinelli: unico scrittore a essere presente in tutti i volumi dell'antologia. Marco Mancinelli ha una grande potenza evocativa, con le sue parole riesce a trasportare il lettore in un'atmosfera magica, da sogno; come avviene a Kansuke, il protagonista di questo delizioso racconto. Un po' mi ha ricordato "Memento", il film di Nolan, dove il protagonista ha delle amnesie e cerca di ricostruire la sua vita. Qualcosa di simile succede anche all'eroe del racconto, la cui vita viene (ri)scoperta piano piano.

"Cuore di loto", di Daniele Picciuti: il mio racconto preferito di questo volume. Una storia d'avventura, ben ritmata, incalzante, grazie anche alla costruzione a incastro, in cui seguiamo vari personaggi, varie sottotrame, che convergono nel finale. Una storia di passione, vendetta, guerra, costruita molto bene.

"Come in un sogno", di Matteo Angioni: un racconto inquietante! Aiuto, non leggetelo prima di andare a letto, e soprattutto se lavorate in un asilo! ^_^ Ci sono dei bambini molto particolari e una giovane educatrice che, poverina, non capisce se sta impazzendo o se è il mondo a essere impazzito. Una storia da gustare piano, da svelare pagina dopo pagina. 

"Cho no yurei", di Daniele Forcella: una storia familiare, di segreti, misteri e amore. Mi è piaciuto molto, soprattutto vedere come passato e presente si intreccino. C'è una certa malinconia di fondo, che adoro trovare nei racconti, ma alla fine emerge una luce di speranza, in grado di spazzar via il male o comunque di metterlo da parte.

"La notte della volpe", di Valentina Iorene Desideri: un racconto onirico, ben calato nella dimensione mitica del folclore giapponese, con protagonista uno degli animali simbolo proprio di questa cultura. La volpe, uno spirito particolare, a cui è dedicato un racconto affascinante.

Nel complesso, cinque storie che fanno immergere il lettore nel mondo magico, misterioso, e a tratti onirico, del folclore giapponese. Lo spazio e il tempo dei racconti è molto variegato, dal passato al presente, a un mondo mitico fuori dal tempo, però l'atmosfera rimane comunque da sogno. 

Per info, visitate il sito Bakemono Lab!

mercoledì 14 luglio 2021

Recensione "Yokai. Spiriti inquieti" - Bakemono Lab

 Recensione "Yokai. Spiriti inquieti" - Bakemono Lab

Bentrovati, lettori. Oggi vi parlo con piacere di "Yokai. Spiriti inquieti", volume edito da Bakemono Lab nell'omonima collana "Yokai", dedicata al fantastico. Il libro fa da apripista al progetto Yokai, una serie di antologie di racconti ispirate a leggende, folclore e miti giapponesi, a cui hanno partecipato vari autori italiani. Attualmente sono usciti tre libri, di cui vi parlerò nei prossimi giorni.

Partiamo dal primo "Spiriti inquieti", edito nel 2017. Il volume raccoglie quattro racconti lunghi: Il giardino dei bambini storti, di Marco Mancinelli; La casa nasconde ma non ruba, di Olivia Balzar; Demone, mangia i miei sogni, di Monica Serra, e La ragazza con le catene nel quadro, di Valerio la Martire, inquadrati sotto la bella copertina realizzata da Claudia Ducalia. A introdurre il tutto, una breve prefazione a cura di Mauro Beato.

Devo dire che tutti i tre volumi di Yokai, finora editi, mi sono piaciuti particolarmente, sia perché amo i racconti fantastici, che soprattutto le storie di mistero e leggenda. Ho amato soprattutto il modo in cui i vari autori hanno declinato il tema, riprendendo atmosfere e tradizioni del folclore e della mitologia giapponese e facendole proprie. Non aspettatevi, quindi, una mera riproposizione di storie o leggende, bensì veri e propri racconti originali, che prendono spunto dal folclore del Giappone e lo interiorizzano.

Tra i quattro racconti di questo volume, il mio preferito è stato "Demone, mangia i miei sogni", di Monica Serra: una storia lunga, ben strutturata, ambientata in un Giappone medievale intriso di fantastico. Una storia di guerra e intrighi, di amore e passioni. La giovane Yuki, sopravvissuta alla distruzione del suo villaggio, viene salvata dal potente Mori Okami, che la porta nella sua famiglia, sperando di salvarla, ma così facendo apre le porte a nuovi demoni. Ho apprezzato soprattutto il finale, nient'affatto scontato.

Decisamente originale il racconto di Marco Mancinelli, unico autore a essere presente in tutti i tre volumi di "Yokai": "Il giardino dei bambini storti". Eh sì, in questo giardino si ritrovano dei bambini, tutti con delle malformazioni fisiche, e come tutti i bambini sono curiosi, sono avidi di conoscere e di scoprire, soprattutto le antiche storie.

Olivia Balzar, con "La casa nasconde ma non ruba", ci regala un racconto urban fantasy contemporaneo. Niente Giappone medievale, né samurai, bensì una città moderna, dei nostri giorni, con una giovane baby sitter in cerca di una bambina scomparsa. Dove sarà finita? Possibile che antichi orrori siano rimasti celati e sopravvivano ancora oggi, nella modernità? Mi è piaciuto come l'autrice abbia amalgamato l'aspetto più leggendario/bestiale, con quello più contemporaneo, fondamento su cui si basa l'efficacia di un buon racconto urban fantasy.


Il gran finale è assicurato con "La ragazza con le catene nel quadro", di Valerio la Martire, autore noto al grande pubblico, e ai lettori del blog, con la sua bellissima saga "Nephilim". Sono rimasto a dir poco sorpreso nello scoprire uno stile diverso, più soffuso, più delicato, rispetto alla sua trilogia urban fantasy, decisamente adatto a una storia onirica, d'atmosfera. Consiglio una lettura attenta, per non perdervi alcuni passaggi e sfumature che rendono la narrazione intensa e perfettamente in linea con lo spirito dell'antologia.

Nel complesso, un buon lavoro, che apre le porte a un progetto decisamente interessante. Per scoprire di più su Yokai, potete visitare il sito di Bakemono Lab! ;)