giovedì 29 luglio 2021

Recensione "Yokai. Anime smarrite" - Bakemono Lab

 Recensione "Yokai. Anime smarrite" - Bakemono Lab

Bentrovati, lettori. Oggi parliamo del terzo volume del progetto "Yokai", curato da Bakemono Lab: antologie di racconti ispirati al folclore giapponese. "Anime smarrite" comprende i racconti di Daisy Franchetto, Varla del Rio, Stefano Bessoni, Olivia Balzar, Marco Mancinelli. Come sempre, splendida copertina di Claudia Ducalia.

“Per quanto diversissime per toni, atmosfere, temi, figure, le storie qui presentate hanno un denominatore comune: poetiche, macabre, tragiche, irriverenti che siano, tutte infatti esplorano il sottile confine fra la vita e la morte, la lucidità e la follia  ̶  quella zona d’ombra densa e cangiante come la pupilla di un corvo che, criptico, ci osserva da lontano.” (Anna Lisa Somma)

Il volume vi porterà a spasso nel tempo e nello spazio, infatti i racconti non si svolgono tutti in Giappone e sono ambientati in epoche diverse. Elementi, questo, che considero a favore, in quanto permettono al lettore di spaziare nella lettura, complice anche lo stile e soprattutto le atmosfere diverse create dai vari autori e autrici. Tutte le storie, però, attingono alla mitologia e al folclore giapponese, come già avvenuto nei due precedenti volumi del progetto.

Ad aprire il volume è il racconto "Scelsi il sicomoro", della bravissima Daisy Franchetto (più volte ospite del blog con la sua saga fantasy onirica "Io sono Lunar"), un racconto che affronta una tematica difficile, e sempre tristemente attuale, come quella del suicidio, ma l'autrice lo fa con grande sensibilità, come sempre. Immancabile anche un corvo, animale dal profondo significato in molteplici culture; anche qua, avrà qualcosa da dire.

"Guscio di noce", di Varla del Rio, è un racconto ambientato a Berlino! La storia ruota attorno a Atsuko, che si trasferisce dal Giappone per seguire il suo ragazzo e finisce a fare la cameriera al Go-Go Ramen. Una storia decisamente particolare, che invita alla (ri)scoperta di sé e soprattutto fa riflettere su noi stessi, su ciò che realmente vogliamo essere e vogliamo fare della nostra vita. La protagonista impiega parecchio tempo per comprenderlo, un viaggio non facile, di avanti e indietro, di speranze e ricordi. Un racconto decisamente appassionante.

"La sottile arte", di Stefano Bessoni, è un racconto meraviglioso e dissacrante. Ho adorato il protagonista, il signor Toporski, a cui ne succedono di cotte e di crude. Un personaggio caratterizzato benissimo, che strapperà sicuramente molte risate al lettore, ma fa anche riflettere sui ritmi della vita contemporanea, la difficoltà dell'uomo di relazionarsi con i suoi simili, anche in contesti ristretti, come una città o un palazzo. E che palazzo! Attenzione a cosa vi si nasconde!

Olivia Balzar, con "Fame", ci riporta in una città contemporanea, un'ambientazione fresca e attuale, dove però, oltre alla modernità, trovano spazio misteri e antiche leggende. Nel primo volume di Yokai c'era una misteriosa creatura nascosta nel bagno, qua il problema viene dal salotto... dal divano, precisamente! Una storia intrigante, sostenuta da un ritmo ben cadenzato e da uno stile immediato, schietto, che fa girare le pagine a raffica.

Il gran finale è affidato a Marco Mancinelli, autore presente nei tre volumi di "Yokai", con un racconto decisamente d'atmosfera: "Il ponte sul ruscello di peonie", forse il racconto che, più di tutti gli altri, rappresenta lo spirito, il cuore del volume. A metà tra il sogno e la realtà, la storia si svolge essenzialmente su un ponte sopra un ruscello di peonie dove il protagonista trascorre il tempo in attesa... di cosa? Cos'è che attende davvero? E chi è quella misteriosa signora che ogni notte ascolta le sue chiacchiere? Mistero e grandi emozioni garantite.

Nel complesso, anche il terzo volume di "Yokai" si rivela un lavoro attento e ben curato. Per gusto personale, devo dire che tra i tre libri questo è quello che mi è piaciuto più di tutti, complice l'alta qualità delle storie e dello stile narrativo. 


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