domenica 28 agosto 2016

Intervista a Veronika Santiago

INTERVISTA A VERONIKA SANTIAGO


Dopo averci presentato i quattro libri della bella saga fantasy "La guerra degli elementi", Veronika Santiago torna a farci visita con una bella intervista esclusiva per il blog "I mondi fantastici", dove parla di sé, del suo approccio alla scrittura e ovviamente dei suoi libri. Ricordo che sul blog trovate articolo sull'intera saga, composta da "Gli eredi di Atlas" (qua), "Il varco dell'apocalisse" (qua), "La tempesta del tempo" (qua) e "I manoscritti del destino" (qua).



Ciao Veronika,

parlaci un po’ di te. Quali sono i tuoi interessi, le tue passioni?

Ciao Alessio, innanzitutto ti ringrazio per l’opportunità di scambiare due chiacchiere insieme a te e ai tuoi lettori per di raccontarvi qualcosa di me e della mia saga. Sono nata nella città del Sommo Poeta dove tuttora vivo e lavoro. Grazie ai consigli non richiesti di una zelante professoressa delle scuole medie sono finita al liceo scientifico, con pochissima predisposizione per la matematica e una naturale predilezione per le materie umanistiche. Poco dopo il diploma ho trovato un impiego nel settore bancario. Una vita apparentemente destinata ai numeri, ma in realtà adoro le storie. Mi piace leggerle, guardarle attraverso i film e naturalmente amo scriverle. Sono una specie di dottor Jekyll e mister Hyde: di giorno vesto i panni della contabile pignola che fa le pulci ai centesimi e la sera mi trasformo in scrittrice per creare mondi e raccontare storie.



Com’è stato, e com’è tutt’oggi, il tuo approccio alla scrittura? Perché scrivi? Per piacere, per passione, per lavoro? Verso quali generi, o quali tipi di storie, sei orientata?

Scrivo per piacere, soprattutto, di sicuro non per lavoro. A volte scrivo anche quando non ne ho molta voglia, quasi fosse un bisogno, un po’ come se non mi sentissi completamente a posto senza aver scritto qualche pagina. Da persona dotata di molta fantasia, per me la scrittura è necessaria. Ho spesso la mente piena di avvenimenti, personaggi, luoghi inesplorati… se non scrivessi credo che alla fine mi scoppierebbe la testa. La maggior parte delle volte non sono neanche io a cercare le storie, sono loro che si presentano nella mia mente e pretendono di essere scritte. Che posso fare se non prendermi la briga di raccontarle?

Scrivo fantasy al momento, il genere che prediligo anche come lettrice.



Quali sono le tue letture preferite? Che generi preferisci leggere? Se tu dovessi scegliere il romanzo della tua vita, qual è?

Il genere che preferisco in assoluto è il fantasy, senza dubbio, dall’epic all’urban, compresi tutti i suoi mille sottogeneri. Mi piacciono anche i thriller, i paranormal e i romanzi storici.

Il romanzo della vita… Ne devo scegliere uno solo? Posso dirvi che il mio amore per il fantasy è nato quando ero bambina con Tolkien, grazie a una splendida edizione de “Lo Hobbit”, con tanto di illustrazioni e commenti, che mi ha regalato mio cugino a Natale. Da lì ho iniziato a leggere tutto ciò che Tolkien ha scritto. Da allora ho adorato tanti altri libri: la saga di Harry Potter, Percy Jackson, gli Hunger Games, Divergent, le Cronache del ghiaccio e del fuoco. Questo solo per citarne una minima, minima parte. Sceglierne uno solo, vi dico la verità, proprio non ci riesco.



Passiamo ai tuoi libri. Come è nata la saga “La Guerra degli Elementi”? Cosa avevi in mente all’inizio? Che storia volevi raccontare?

La Guerra degli Elementi” è nata assolutamente per caso e senza alcuna pretesa. All’inizio si è trattato solo di una sfida che mi sono lanciata, una sorta di “Vediamo se sono in grado di scrivere un libro”. Ho sempre scritto, ma fino ad allora si era sempre trattato di pagine volanti, scene estrapolate da un qualsivoglia contesto: in poche parole, niente che valesse la pena. Un libro era tutta un’altra faccenda. Non sapevo esattamente dove sarei andata a parare, non avevo in mente niente di preciso.

Dopo le prime faticose pagine, sono stati i personaggi a prendermi per mano per mostrarmi le loro vicissitudini, non ero più io a dettare l’andamento della storia e quando ci ho provato, le pagine scritte sono state cestinate senza neanche passare dal via. Sono stati loro a guidarmi in questa avventura, svelandomi man mano che andavo avanti un tassello in più degli avvenimenti di Atlas, di OgniDove e della SacraScozia. Da qualche parte dentro di me sapevo che la storia esisteva già, nel mondo delle idee, una sensazione vaga che pagina dopo pagina diventava certezza. E ho deciso di fidarmi: un atto di fede, se così vogliamo chiamarlo. Vi sembra una cosa stramba? Figuratevi a me.



Sapevi già che sarebbe stata una saga composta da vari libri o ne avevi in mente solo uno o due all’inizio? Come hai proceduto nella stesura dei vari libri?

All’inizio non sapevo se sarei stata in grado di scrivere un libro, figuriamoci una saga. Mi sembrava già un’impresa titanica buttar giù un libro intero, mai avrei pensato che quella storia nata per caso mi avrebbe accompagnato per così tanto tempo prima di giungere alla parola “fine”.

In un primo momento ho solo rispolverato dalla cassapanca vecchi scritti, poi un giorno si sono presentati alla mia attenzione Duncan e Aisha (chi li conosce converrà con me che sono tipetti testardi) e non mi hanno più lasciata in pace. Intorno a loro si sono stretti amici e mentori, luoghi incantati, leggende e profezie, e una storia del mondo che non è proprio quella che abbiamo studiato. Il contesto intorno a loro si è ampliato, arricchito di particolari, nuovi incanti ed esseri fatati, e di un passato che pretendeva di essere rivelato. Così ho messo la penna sul foglio e mi sono fidata della storia che pian piano si stava affacciando alla mia mente. A un certo punto ho anche provato a fare le cose per benino, sapete, con scalette e tutto il resto, ma proprio non funzionava. Così ho buttato via schemi e tracce per continuare a navigare a vista e la storia vera e propria ha iniziato a chiarirsi man mano che andavo avanti da un libro all’altro.



Perché un lettore dovrebbe leggere questa saga?

Credo che un punto di forza ne “La Guerra degli Elementi” sia la maturazione dei personaggi. Si tratta di ragazzi come tanti che, d’un tratto, si trovano a dover fare i conti con un’eredità magica inaspettata e una responsabilità decisamente scomoda. Nello scrivere mi domandavo spesso “Se fosse successo a me, come avrei reagito?”. Non credo si possa accettare di buon grado e a cuor leggero che la tua vita e le tue aspettative vengano spazzate via di punto in bianco. Loro non l’hanno fatto. Questo li rende molto umani: eroi per destino e non per scelta si trovano a dover accettare un fardello pesante e non sarà un processo facile. Al di là dei poteri che derivano dall’eredità di Atlas, però, i ragazzi scopriranno che la vera forza risiede nell’anima dell’essere umano e saranno le loro scelte e la loro maturazione interiore alla fine a fare la differenza nelle sorti della battaglia.

E poi c’è un’isola che esiste ovunque e in nessun luogo. C’è una storia del mondo che non è proprio quella scritta sui libri di scuola. Ci sono riti magici e leggende, oscuri incanti e realtà parallele. E soprattutto niente è solo ciò che sembra.



Tra i tanti personaggi che compaiono in “La Guerra degli Elementi”, ce n’è uno, o più di uno, a cui ti senti legata particolarmente? Perché?

Sì, ci sono dei personaggi a cui mi sento particolarmente legata, ma solo perché gli ho passato qualcosa di me, purtroppo per loro in molti casi si tratta di difetti. Ad Aurora ho passato la mia insicurezza e la mia pignoleria (oltre alla mania di prendere appunti), a Duncan ho regalato il mio carattere fumino, a Dean gli è toccato il pessimismo. Ad Aisha è andata un po’ meglio e si è presa il mio lato artistico, e come me è sognatrice e testarda. La bravura in cucina, ecco quella Pilar non l’ha presa da me.

E poi, ovviamente, anch’io ho il mio personaggio preferito: Liam. Non sono legata a lui come agli altri, non ha niente di me. Lo adoro e basta.



In Italia ci sono più scrittori che lettori, e non è un modo di dire ma realtà. Lasciando da parte i problemi, cosa consiglieresti per uscire da questa situazione critica? Un’idea, una ricetta “estiva” per incentivare la lettura, quale potrebbe essere secondo te?

Consigli da dare proprio non ne ho. Fin da piccola ho sempre letto, ora non riuscirei più farne a meno. Penso solo che la passione per la lettura sia un qualcosa da incentivare tra i bambini, una sorta di buona abitudine da coltivare.




Progetti per il futuro? Puoi anticiparci qualcosa?

Progetti per il futuro tanti… e poco tempo per realizzarli. C’è una storia distopica che mi frulla in testa, ma per ora non è niente di definito: c’è solo l’idea di base ma ancora mi manca il contesto dove svilupparla. Credo che il prossimo lavoro sarà una saga epic fantasy da scrivere a quattro mani con mio marito (il Sant’Uomo). La storia è sua e ne ha buttata giù gran parte ma si tratta di un progetto ampio con diverse ambientazioni da curare, molti personaggi da caratterizzare e microstorie da perfezionare.

E poi chissà, forse un giorno tornerò anche a fare un salto sull’isola di OgniDove.



Grazie per essere stata ospite del blog “I mondi fantastici”.

Grazie a te, Alessio. È stato un piacere poter scambiare due chiacchiere insieme.

Ricordo che i libri della saga "La guerra degli elementi" sono disponibili in digitale e cartaceo su tutti gli store di libri. Buona lettura! ;)


3 commenti:

  1. Ehi!
    ti ho nominato a mia volta per i Liebster Awards, qui trovi tutto: http://ventodilibri.blogspot.it/2016/08/liebster-award-2016-discover-new-blogs.html
    A presto^^

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