mercoledì 17 agosto 2016

Recensione di "Ferion. Cuore vs Acciaio" di Francesco Maneli

Recensione di "FERION. Cuore vs Acciaio" di Francesco Maneli


Torna Francesco Maneli sulle pagine di questo blog. Dopo aver presentato il suo romanzo "Ferion. Cuore vs Acciaio" (qua l'articolo) e aver parlato con lui in un'intervista inedita, oggi entriamo nello specifico e parliamo di questo libro fantasy. Negli ultimi anni ho scoperto di preferire l'urban fantasy al fantasy classico/epico, in particolare gli urban che affondano le loro origini in qualche mitologia. Nonostante ciò, devo dire che "Ferion" è stata una lettura piacevole, anche se, a mio modesto parere, un po' lunghetta; credo che, con un buon editing, il romanzo avrebbe potuto guadagnare in scioltezza, diventando più snello (e quindi più fruibile anche dal lettore pigro, che può spaventarsi a vedere 450 e passa pagine!), senza nulla togliere alla trama o al carattere dei personaggi.

Ciò detto, "Ferion" narra la storia di un ragazzo, Ferion, appunto, la sua crescita e la sua progressiva presa di coscienza riguardo a chi è e a cosa è destinato a fare. Un'impostazione molto classica, devo dire, quella del romanzo, che ricalca i canoni del genere, affiancando all'eroe una serie di figure, come il maestro (in questo caso, i maestri, dato che Ferion finisce per averne molti), gli amici e compagni d'avventura, la ragazza che gli farà battere il cuore (anche se lui se ne accorgerà solo col tempo), un bel drago saggio e guerriero, e ovviamente una serie di battaglie e situazioni in cui il nostro eroe dovrà dimostrare tutto il suo valore.


La storia si svolge nella terra fantastica di Tabacra, di cui ci viene raccontata l'origine nel Prologo, in particolare nel regno di Ondurar, dove Ferion cresce, sotto l'attenta e amorosa cura di Catrina e di quel mattacchione di Altidor, uno dei miei personaggi preferiti, che riesce a coniugare bene la saggezza e l'astuzia di un mago con un carattere divertente e bonario, diverso dai soliti maghi introversi. La fanciullezza di Ferion è molto felice, cresce con gli amici Firus e Ditris e, in seguito, con la bella Xanat, e questa felicità Ferion avrebbe voluto che non finisse mai. Ma, al compimento del suo diciottesimo anno d'età, inizia per lui una nuova vita, con nuove persone in terre lontane da casa. Ci saranno maestri a cui obbedire, prove da superare (anche molto pesanti, fisicamente!), avversari da sconfiggere, e ovviamente c'è la magia. Non può esserci un fantasy senza un po' di magia e nel romanzo ne troverete parecchia, soprattutto nella seconda parte, quando Ferion e i suoi amici prenderanno confidenza con i poteri celati dentro sé. 

Sulla magia in "Ferion" si potrebbe discutere a lungo, è piuttosto varia, alcune persone speciali la portano in sé e riescono a, diciamo, canalizzarla credendoci e utilizzando incantesimi o alcuni oggetti (manufatti molto speciali, forgiati da fabbri abili!), ad esempio la spada di Ferion: Ryuzan, dall'impugnatura a testa di leone. La magia è protagonista di molti scontri interessanti, in particolare nella seconda parte del romanzo, durante le due battaglie principali. Una nota carina, per chi ha seguito gli anime degli anni '80 e '90, sono le invocazioni a cui i personaggi si abbandonano durante i loro combattimenti, quando scagliano i loro "colpi segreti". A un certo punto, troverete anche le "Ali della Fenice!" :)
"Noi possediamo il tuo cuore, tutto l'amore e l'affetto che ci hai dato, ma tu possiedi i nostri cuori, il nostro amore, e perdere la vita non vuol dire perdere solo qualcosa di tuo, ma anche tutto ciò che ti abbiamo affidato. Perdere vuol dire far svanire parte dei nostri cuori, quindi pensa sempre che con te non porti solo la tua vita ma anche l'amore delle persone a te care".

La trama, come dicevo, è molto classica, riconducibile al viaggio dell'eroe, che dalla spensierata felicità della fanciullezza si ritrova catapultato nella dura realtà, iniziando un viaggio, non solo tra terre misteriose e fantastiche, ma anche dentro se stesso. In questo viaggio apprenderà molte cose, soprattutto su di sé, e ne uscirà fortificato e pronto per affrontare le prove che lo aspettano. Preciso che il romanzo ha una (sia pur momentanea) conclusione, un punto di arrivo dei personaggi, per quanto nel finale si verifichino situazioni che restano irrisolte e che aprono la strada a un seguito, che, se avete letto l'intervista all'autore, è in lavorazione.

"Ferion" è un romanzo ricco di sentimenti, a partire dall'amicizia che lega il protagonista ai due amici Firus e Ditris, allo strano legame con Xanat (un'amicizia che sembra qualcosa di più ma non riesce mai a diventarlo. A quanti è capitato?), all'amore per Arila, al rispetto per Altidor e all'affetto familiare per Catrina. Sentimenti per cui vale la pena combattere e che Ferion mette al primo posto quando si tratta di scegliere se e per chi combattere. La narrazione non è soltanto battaglie e intrighi, ma si prende il suo tempo, raccontandoci il passato di alcuni personaggi (come Arila, ed esempio) e sviscerando i sentimenti che provano, i valori per cui combattono.
"Attento con l'amore, noi uomini spesso lo confondiamo e non ci rendiamo conto che in realtà è già in noi. E' il sentimento più forte che l'umanità conosca, rende speciali persone che semplicemente un attimo prima erano normali. L'amore è tutta la luce che un uomo possiede".
Una nota piacevole è stata l'atmosfera generale del racconto, mai eccessivamente tragica o drammatica, per quanto l'autore nel finale non si risparmi al riguardo. Sia Altidor che i tre maestri (il nano, l'elfo e il vecchio) che fanno di Ferion un uomo sono protagonisti spesso di simpatici battibecchi, che smorzano la tensione dovuta alla guerra nascente. Meno piacevole è stata invece la poca cura dedicata all'editing, con monologhi e dialoghi che potevano decisamente essere sfoltiti.

Se volete scoprire "Ferion" e immergervi nelle battagliere atmosfere di Tabacra, trovate il libro su tutti gli store di libri e sul sito dell'editore. Buona lettura! :)


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