lunedì 9 aprile 2018

Dietro le quinte di "L'ora del diavolo" - Leggende lucchesi


Dietro le quinte di “L’ora del diavolo” – Leggende lucchesi

Quando scrivo racconti fantastici, mi piace attingere dalle leggende locali, quelle tramandate oralmente o note in una zona soltanto, ricostruirle, ampliarle, lavorarle in modo da creare una storia autonoma e (spero) ben funzionante, anche perché credo che la nostra bella terra italiana sia ricca di affascinanti leggende (quasi sempre legate a posti ben precisi, castelli, boschi, fiumi o altri paesaggi naturali e storici che così poco conosciamo!) da non rendere necessario andare ad attingere a tradizioni straniere (ben più note e commerciali). In questo articolo indicherò alcune leggende della zona della Versilia, Apuane e Lucchesia, a cui mi sono ispirato per alcuni miei racconti di “L’ora del diavolo”.


SIRENE

Le sirene sono una leggenda non tipica della Versilia, bensì di molte località di mare, dove si mescolano al sostrato locale. Paolo Fantozzi, nel suo libro "Storie e Leggende della Versilia" ne cita alcune, ad esempio parla di sirene che vivono in cavità sottomarine, al largo della costa, o in palazzi di madreperla sul fondo del mare. Sono, queste sirene, dedite ad attirare, incantare e far prigionieri i pescatori troppo curiosi (anche se a volte possono persino aiutare gli uomini, come accadde a un pescatore che stava per sfasciarsi sugli scogli con la nave) e sono pure molto civettuole, trascorrono il tempo a cantare, farsi belle e specchiarsi nell'acqua.

Ho ripreso le sirene nei miei racconti sul ciclo degli Oceanini: "Il guardiano degli Oceanini", inserito nell'antologia "Racconti toscani" di Historica Edizioni, 2014, e "Il risveglio degli Oceanini", inserito nell'antologia "I racconti del fantasy V", di Limana Umanita Edizioni. Sempre il popolo degli Oceanini viene ripreso nel romanzo “Berserkr”.

Entrambi i racconti "Il guardiano degli Oceanini" e "Il risveglio degli Oceanini" compaiono nella mia antologia "L'ora del diavolo".

LA LUNA IN FONDO AL MARE

Questa leggenda mi ha ispirato il racconto "La luna sul fondo", inserito nell'antologia "Racconti d'estate. Terza edizione" di Ensemble Edizioni, edito a luglio 2015. Racconta, la leggenda, di un uomo che durante la luna piena andava a pescare sulla spiaggia e una volta gli venne in mente di provare a pescare la luna, ma per quanto allungasse la lenza, niente, non riusciva ad afferrarla. Una notte sentì che ebbe afferrato qualcosa, così si gettò in acqua e scese giù per afferrare la luna, che, vedendolo così ingenuo, lo fece salire in cielo. Disperato, realizzò di sentirsi solo sulla luna e volle tornare a casa ma la luna glielo impedì, e tutt'oggi, guardando il disco lunare, si può vedere la sagoma di un uomo che piange.


Il mio racconto riprende l'idea della luna in fondo al mare ma l'uomo, che alla luna si rivolge, non lo fa per ingenuità bensì per cercare di salvare il figlio malato. "La luna sul fondo" è stato inserito nella mia antologia "L'ora del diavolo".

LUCIDA MANSI

Una delle più celebri leggende lucchesi. Lucida Mansi era una nobildonna (cantata anche da Mario Tobino, scrittore viareggino, in "La bella degli specchi") vissuta a Lucca nel Diciassettesimo Secolo, famosa per i suoi molti amanti e anche per il metodo (pare, ovviamente!) di eliminazione degli stessi. Una donna che faceva dell'uomo, quindi, un oggetto usa e getta, di cui servirsi per soddisfare il suo piacere e rimanere giovane. Pare infatti che avesse stipulato un patto con il diavolo, per conservare la sua bellezza anche con il passare del tempo, incurante se tutti la chiamavano strega o poco di buono.

Parlo di lei nel racconto "L'ora del diavolo", inserito nell'antologia "I mondi del fantasy IV" di Limana Umanita, 2014, uno dei miei racconti preferiti, dove descrivo le ultime ore di Lucida Mansi, che, poco prima dello scoccare della mezzanotte dell'ultimo giorno datole a disposizione dal diavolo, attraversa una nebbiosa Lucca per cercare di fermare l'orologio della Torre delle Ore e bloccare lo scorrere del tempo. Ma il diavolo, che sa bene come non farsi fregare, la insegue, scatenando dietro di lei una pioggia di demoni del suo passato e tutti i suoi rimpianti.

Lucida Mansi è citata anche nei racconti "La donna di fuoco" e “Il mercante di sogni”. Entrambi sono presenti nell'antologia "L'ora del diavolo".

LA BUSDRAGA

Simile alla leggenda di Lucida Mansi, c'è quella della Busdraga, sebbene qua siamo sul versante versiliese delle Alpi Apuane, la zona sopra Camaiore circa. Un'altra donna che non vuole accettare la vecchiaia e fa un patto con il diavolo per rimanere giovane, ma, in questo caso, il diavolo ha in serbo per lei una bella pena, in perfetto stile contrappasso dantesco. Ogni notte infatti la Busdraga vaga tra i boschi, condannata a distendere una tela di fuoco (molto lunga e decisamente fastidiosa da portarsi dietro!) ma non ce la fa, perché la tela si arriccia sempre, si arrotola e lei deve ricominciare. Ci mette dei massi sopra ma non basta, il fuoco li brucia, il fuoco della passione avuta in vita. E così, al mattino, arrabbiata per essere stata di nuovo sconfitta, la Busdraga dà un calcio al tombolo di fuoco che, come una meteora incandescente, solc il cielo fino alla vetta del Monte Prano, e tutti sanno che inizia una nuova giornata.

"La donna di fuoco" è un racconto lungo, vincitore del concorso "Primavera di racconti", organizzato da Panesi Edizioni e dal blog The Bibliophile Girl, e apre l'antologia, appunto, "Primavera di racconti", di Panesi Edizioni, scaricabile GRATIS su tutti gli store di ebook.

Ovviamente è presente anche nell'antologia "L'ora del diavolo".

MANDRAGOLA SUL MONTE PROCINTO:

La mandragola è una pianta che gli appassionati di letteratura fantastica conoscono sicuramente; è citata in molti libri, ad esempio nella saga di Harry Potter, e in serie tv (chi ha visto Merlin?) e non ha bisogno di spiegazioni. Io ne parlo nel racconto "La donna di fuoco", recuperando una leggenda locale raccontata da Paolo Fantozzi nel suo libro "Storie e leggende della Versilia". Intanto a volte è possibile trovarla scritta "mandragora", poi è noto che è diffusa sulla cima del Monte Procinto (una delle Alpi Apuane meridionali). Come noto, "per potere avere inalterate le proprietà di questa pianta, è necessario asportare interamente la radice che ha l'aspetto di un corpo umano. Quando si estrae questa pianta da terra, al chiaro di luna, si sentono grida strazianti, paurose, così forti da impressionare una persona e portarla alla morte per spavento. Chi però riesce in questa impresa e la conserva bene, avendo cura di rinnovare a ogni luna il panno che la racchiude, ne ricaverà numerosi benefici". Il panno deve essere di lino bianco e rosso.

Lo sa bene la Busdraga che, nel suo disperato tentativo di vincere la senilità, ricorre a far uso di piante particolari, facendosi accompagnare da un servo sul Procinto ed estraendo una radice di mandragola.

A presto con altre leggende!

1 commento:

  1. Ciao Alessio! Adoro le leggende, soprattutto se ambientate nel nostro Paese. Mi ha colpita quella della luna e quella che annuncia una nuova giornata; sono romantica 😅
    Comunque sono passata per avvisarti che ti ho assegnato il Friendship Blogger Award! ⤵️
    http://valentinabellettini.blogspot.it/2018/04/premi-del-blog-friendship-blogger-award.html

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