Dietro
le quinte di “L’ora del diavolo” – Leggende lucchesi
Quando
scrivo racconti fantastici, mi piace attingere dalle leggende locali, quelle
tramandate oralmente o note in una zona soltanto, ricostruirle, ampliarle,
lavorarle in modo da creare una storia autonoma e (spero) ben funzionante,
anche perché credo che la nostra bella terra italiana sia ricca di affascinanti
leggende (quasi sempre legate a posti ben precisi, castelli, boschi, fiumi o
altri paesaggi naturali e storici che così poco conosciamo!) da non rendere
necessario andare ad attingere a tradizioni straniere (ben più note e
commerciali). In questo articolo indicherò alcune leggende della zona della
Versilia, Apuane e Lucchesia, a cui mi sono ispirato per alcuni miei racconti
di “L’ora del diavolo”.
SIRENE
Le
sirene sono una leggenda non tipica della Versilia, bensì di molte località di
mare, dove si mescolano al sostrato locale. Paolo Fantozzi, nel suo libro
"Storie e Leggende della Versilia" ne cita alcune, ad esempio parla
di sirene che vivono in cavità sottomarine, al largo della costa, o in palazzi
di madreperla sul fondo del mare. Sono, queste sirene, dedite ad attirare,
incantare e far prigionieri i pescatori troppo curiosi (anche se a volte
possono persino aiutare gli uomini, come accadde a un pescatore che stava per
sfasciarsi sugli scogli con la nave) e sono pure molto civettuole, trascorrono
il tempo a cantare, farsi belle e specchiarsi nell'acqua.
Ho
ripreso le sirene nei miei racconti sul ciclo degli Oceanini: "Il
guardiano degli Oceanini", inserito nell'antologia "Racconti
toscani" di Historica Edizioni, 2014, e "Il risveglio degli
Oceanini", inserito nell'antologia "I racconti del fantasy V",
di Limana Umanita Edizioni. Sempre il popolo degli Oceanini viene ripreso nel
romanzo “Berserkr”.
Entrambi
i racconti "Il guardiano degli Oceanini" e "Il risveglio degli
Oceanini" compaiono nella mia antologia "L'ora del diavolo".
LA
LUNA IN FONDO AL MARE
Questa
leggenda mi ha ispirato il racconto "La luna sul fondo", inserito
nell'antologia "Racconti d'estate. Terza edizione" di Ensemble
Edizioni, edito a luglio 2015. Racconta, la leggenda, di un uomo che durante la
luna piena andava a pescare sulla spiaggia e una volta gli venne in mente di
provare a pescare la luna, ma per quanto allungasse la lenza, niente, non
riusciva ad afferrarla. Una notte sentì che ebbe afferrato qualcosa, così si
gettò in acqua e scese giù per afferrare la luna, che, vedendolo così ingenuo,
lo fece salire in cielo. Disperato, realizzò di sentirsi solo sulla luna e
volle tornare a casa ma la luna glielo impedì, e tutt'oggi, guardando il disco
lunare, si può vedere la sagoma di un uomo che piange.
Il
mio racconto riprende l'idea della luna in fondo al mare ma l'uomo, che alla
luna si rivolge, non lo fa per ingenuità bensì per cercare di salvare il figlio
malato. "La luna sul fondo" è stato inserito nella mia antologia
"L'ora del diavolo".
LUCIDA
MANSI
Una
delle più celebri leggende lucchesi. Lucida Mansi era una nobildonna (cantata
anche da Mario Tobino, scrittore viareggino, in "La bella degli
specchi") vissuta a Lucca nel Diciassettesimo Secolo, famosa per i suoi
molti amanti e anche per il metodo (pare, ovviamente!) di eliminazione degli
stessi. Una donna che faceva dell'uomo, quindi, un oggetto usa e getta, di cui
servirsi per soddisfare il suo piacere e rimanere giovane. Pare infatti che
avesse stipulato un patto con il diavolo, per conservare la sua bellezza anche
con il passare del tempo, incurante se tutti la chiamavano strega o poco di
buono.
Parlo
di lei nel racconto "L'ora del diavolo", inserito nell'antologia
"I mondi del fantasy IV" di Limana Umanita, 2014, uno dei miei
racconti preferiti, dove descrivo le ultime ore di Lucida Mansi, che, poco
prima dello scoccare della mezzanotte dell'ultimo giorno datole a disposizione
dal diavolo, attraversa una nebbiosa Lucca per cercare di fermare l'orologio
della Torre delle Ore e bloccare lo scorrere del tempo. Ma il diavolo, che sa
bene come non farsi fregare, la insegue, scatenando dietro di lei una pioggia
di demoni del suo passato e tutti i suoi rimpianti.
Lucida
Mansi è citata anche nei racconti "La donna di fuoco" e “Il mercante
di sogni”. Entrambi sono presenti nell'antologia "L'ora del diavolo".
LA
BUSDRAGA
Simile
alla leggenda di Lucida Mansi, c'è quella della Busdraga, sebbene qua siamo sul
versante versiliese delle Alpi Apuane, la zona sopra Camaiore circa. Un'altra
donna che non vuole accettare la vecchiaia e fa un patto con il diavolo per
rimanere giovane, ma, in questo caso, il diavolo ha in serbo per lei una bella
pena, in perfetto stile contrappasso dantesco. Ogni notte infatti la Busdraga
vaga tra i boschi, condannata a distendere una tela di fuoco (molto lunga e
decisamente fastidiosa da portarsi dietro!) ma non ce la fa, perché la tela si
arriccia sempre, si arrotola e lei deve ricominciare. Ci mette dei massi sopra
ma non basta, il fuoco li brucia, il fuoco della passione avuta in vita. E
così, al mattino, arrabbiata per essere stata di nuovo sconfitta, la Busdraga
dà un calcio al tombolo di fuoco che, come una meteora incandescente, solc il
cielo fino alla vetta del Monte Prano, e tutti sanno che inizia una nuova
giornata.
"La
donna di fuoco" è un racconto lungo, vincitore del concorso
"Primavera di racconti", organizzato da Panesi Edizioni e dal blog
The Bibliophile Girl, e apre l'antologia, appunto, "Primavera di
racconti", di Panesi Edizioni, scaricabile GRATIS su tutti gli store di
ebook.
Ovviamente è presente anche nell'antologia "L'ora del diavolo".
MANDRAGOLA
SUL MONTE PROCINTO:
La
mandragola è una pianta che gli appassionati di letteratura fantastica
conoscono sicuramente; è citata in molti libri, ad esempio nella saga di Harry
Potter, e in serie tv (chi ha visto Merlin?) e non ha bisogno di spiegazioni.
Io ne parlo nel racconto "La donna di fuoco", recuperando una
leggenda locale raccontata da Paolo Fantozzi nel suo libro "Storie e
leggende della Versilia". Intanto a volte è possibile trovarla scritta
"mandragora", poi è noto che è diffusa sulla cima del Monte Procinto
(una delle Alpi Apuane meridionali). Come noto, "per potere avere
inalterate le proprietà di questa pianta, è necessario asportare interamente la
radice che ha l'aspetto di un corpo umano. Quando si estrae questa pianta da
terra, al chiaro di luna, si sentono grida strazianti, paurose, così forti da
impressionare una persona e portarla alla morte per spavento. Chi però riesce
in questa impresa e la conserva bene, avendo cura di rinnovare a ogni luna il
panno che la racchiude, ne ricaverà numerosi benefici". Il panno deve
essere di lino bianco e rosso.
Lo
sa bene la Busdraga che, nel suo disperato tentativo di vincere la senilità, ricorre a far uso di
piante particolari, facendosi accompagnare da un servo sul Procinto ed
estraendo una radice di mandragola.
A
presto con altre leggende!
Ciao Alessio! Adoro le leggende, soprattutto se ambientate nel nostro Paese. Mi ha colpita quella della luna e quella che annuncia una nuova giornata; sono romantica 😅
RispondiEliminaComunque sono passata per avvisarti che ti ho assegnato il Friendship Blogger Award! ⤵️
http://valentinabellettini.blogspot.it/2018/04/premi-del-blog-friendship-blogger-award.html