Recensione "Il teatro degli arcani. L'imperatore" di Alessio Banini e Chiara Magliacane
Bentrovati, viaggiatori! Oggi vi parlo di un bel romanzo urban fantasy, scritto da due autori italiani e ambientato in Italia, tra Siena e Pienza: "Il teatro degli arcani. L'imperatore", primo capitolo di quella che, immagino, sarà una serie. Il romanzo è abbastanza breve e, complice il ritmo incalzante e lo stile scorrevole di scrittura, si divora nel giro di un pomeriggio al mare.
"Il teatro degli arcani", dicevamo, si svolge in Toscana, negli anni '80 e '90, cosa questa che mi è piaciuta molto. Chi ha detto, infatti, che dobbiamo ambientare le storie sempre ai giorni nostri? E poi io sono un grande fan degli anni '80 e '90, per cui... Ma torniamo al romanzo e al suo egocentrico protagonista: Ettore Visconti, un personaggio principesco, a dir poco, ma non come i principi delle favole (sempre umili e altruisti), lui principesco lo è di lignaggio, perché discende da una delle dinastie più antiche, ricche e potenti d'Italia. E questo status lo vuole mantenere.
Ho apprezzato molto sia la costruzione del personaggio che tutta la questione relativa alla dinastia. Intendiamoci, Ettore non è un santo, non è un eroe ed è lontano dall'essere il protagonista senza macchia di molti fantasy classici. Anzi, quando ci si mette, è proprio stronzo e egoista! Pur tuttavia, l'ho trovato affascinante, nei suoi sogni, nei suoi progetti, nella convinzione che mette in ogni cosa che fa, finalizzata all'unico scopo della sua vita (scopo che gli è stato inculcato da padre, zia, nonna, da tutta la famiglia fin da quando era bambino): essere l'Imperatore. Per raggiungere quest'obiettivo, è disposto a sacrificare tutto e tutti, perché questo è il fine supremo, lo scopo della sua esistenza.
«La nostra famiglia non lascia nulla al caso, Ettore.
La fortuna è per i sudditi, non per i principi.
I principi si prendono il destino che vogliono, non quello che affida loro la sorte».
Anche la famiglia Visconti lo sa, soprattutto la zia (fantastica!), una vera e propria matrona, tanto che spesso appare come colei che tiene in mano le redini della famiglia. E del potere.
Non manca ovviamente un bell'avversario: demoniaco, a dir poco! Che darà parecchio filo da torcere a Ettore, costringendolo a una fuga precipitosa da Siena a Pienza. Cosa non facile in un periodo in cui gli smartphone e internet non c'erano ancora, ma Ettore non si perde d'ingegno e sa come trovare... le giuste scorciatoie!
E di fantastico cosa c'è, direte voi? Il potere di Ettore, la maschera che lo rappresenta e che gli permette di esercitare un potere notevole sugli altri, umani e non. E l'Altrove, il mondo che sta dietro il velo. Oggi, qualcuno, lo chiamerebbe multiverso, altra dimensione, altra realtà, realtà alternativa, l'after life di Lost. Qua è l'Altrove, un mondo diverso, simile al nostro ma non del tutto, dove vigono regole diverse e dove il caos domina. Per entrarvi e uscirvi, servono varchi speciali, detti veli, strappi nel tessuto della realtà. Vi piacerebbe visitarlo? Beh, allora attenzione a non finire in un velo, magari ce n'è uno nel cortile della vostra università! :)
Nel complesso, un bel romanzo entusiasmante, con un ritmo incalzante, mai noioso, e sostenuto da uno stile pulito, semplice e efficace. Mi è un po' dispiaciuto per il poco spazio dedicato al padre di Ettore e ai suoi cugini, come pure ai suoi amici, ma capisco che la narrazione focalizzata su Ettore lo richiedesse. Non mi dispiacerebbe però qualche approfondimento nei capitoli successivi, che comunque attendo con ansia!
Se siete curiosi, visitate il sito di Alessio Banini e il sito di Nativi Digitali Edizioni! Buona lettura.
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