mercoledì 7 novembre 2018

Recensione "Cuore di tufo" di Giuseppe Chiodi

Recensione "Cuore di tufo" di Giuseppe Chiodi

Bentrovati, cari lettori! Come avete festeggiato Halloween? Il blog "I mondi fantastici" lo festeggia con un libro che mi è piaciuto molto: "Cuore di tufo", di Giuseppe Chiodi, edito da DZ Edizioni. Un urban fantasy ambientato a Napoli, sopra e sotto, e intriso di leggende e folklore partenopeo. Un romanzo che non esito a definire "visionario", psichedelico a tratti, allucinogeno, come la strana magia che pervade la casa e la vita di Pietro Cimmino, protagonista del libro.

Uscito al Salone del libro di Torino  (articolo qua), questo romanzo aveva subito stuzzicato la mia curiosità, complice la bella e misteriosa copertina, che ritrae davvero bene un aspetto della narrazione. Inoltre, come noto, adoro gli urban fantasy e soprattutto le storie di folklore, e qua di folklore, mistero e magia ce n'è in abbondanza.

Faccio una piccola premessa: se siete tra i lettori puristi e precisini, che vogliono che ogni cosa accada secondo logica e che niente debba accadere per caso, allora questo romanzo non fa per voi. Ma non perché sia illogico o vi siano errori interni, tutt'altro, perché, come dicevo, è pregno di magia, mistero e folklore, di sogni, incubi e visioni: è un romanzo dove il confine tra realtà e illusione, tra la concretezza di una vita e l'illusione di un sogno, è davvero sottile e queste tendono a sovrapporsi, a mescolarsi, ad amalgamarsi. Ed è questo il suo bello, il suo punto di forza, la sua totale immersione nel folklore locale, che l'autore utilizza per portare il lettore in un'atmosfera magica, onirica, a tratti delirante, in cui vive, si muove, soffre e piange il buon Pietro Cimmino.

Partiamo proprio da lui: un protagonista particolare, un po' sfigato, un po' sognatore, di sicuro non molto ardimentoso, quanto meno all'inizio. Un uomo che potrebbe apparire debole, di carne e sangue, vittima della tentazione, del gioco, del peccato; un uomo però che sa guardare oltre, che sa vedere ciò che alla massa sfugge, che conosce le potenze del mondo, le linee di energia che pervadono la Terra e sa attingervi, sa come farle proprie. Una vita vissuta al servizio delle forze arcane, sperando sempre nella buona sorte, ma essa, fascinosa quanto sfuggevole, si è sempre tenuta a distanza da lui, a cui nient'altro è rimasto che una casa-museo, piena di oggetti speciali, manufatti, reliquie e tanti rimpianti. E una figlia, oh sì, un bel peperino di bambina, per cui Pietro farebbe di tutto. E infatti così farà.

Quando la misteriosa e affascinante Dafne entra nella sua vita, l'equilibrio fragile su cui si è retta inizia a scricchiolare e Pietro si ritrova faccia a faccia con il mondo magico a cui si era proclamato fedele da tutta una vita. Scopre una Napoli nascosta, non più mera facciata, bensì reale, tangibile e soprattutto pericolosa. Una Napoli sotterranea, misteriosa e avventurosa, ricca di ori e tesori, di bestie terribili e creature fantastiche. E scopre che le sue tante preghiere rivolte alla Bella 'Mbriana non sono cadute nel vuoto, qualcuno ha ascoltato, ma, come si suol dire in questi casi, "attenzione a quel che si chiede". A volte i sogni possono diventare più pericolosi degli incubi.


Una storia di avventura, che porterà il lettore nel ventre oscuro di Napoli, gli farà incontrare personaggi stravaganti e bizzarri (sì, fa un po' Alice nel paese delle meraviglie, ma in fondo la scoperta del meraviglioso non ci renderebbe tutti un po' Alice?), lo porterà a chiedersi cosa c'è di vero nelle antiche leggende popolari. Uno stile fresco, diretto, immediato, infarcito e rallegrato da espressioni in dialetto napoletano (si capiscono tranquillamente, non fate i pisignetti! In confronto, i libri di Montalbano sono MOLTO più difficili da leggere), una lettura veloce per allietare un pomeriggio autunnale.

Consigliata soprattutto agli amanti della letteratura fantastica, a chi vuole viaggiare, a chi crede che nella vita ci sia sempre qualcosa di più della bieca e vuota monotonia di tutti i giorni. Fate le valigie e preparatevi a scoprire la vera Napoli... magari prima andate a farvi toccare i gioielli di famiglia e a giocare qualche numero. Chissà che non sia la volta buona...

***

PS: Il romanzo è ricco di leggende popolari locali. Vi invito a scoprirle, e anche a documentarvi, se desiderate approfondire.

A me ha affascinato la storia della Bella 'Mbriana che, secondo il Basile, è «La bella' mbriana, [...] una specie di munaciello femmina, una fata benefica, è Vatirio della casa.» (Giambattista Basile, 1883)



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