martedì 17 novembre 2015

Interviste agli scrittori - Clara Bartoletti

INTERVISTE AGLI SCRITTORI - CLARA BARTOLETTI

Oggi il blog "I mondi fantastici" ospita una scrittrice viareggina, Clara Bartoletti, autore di romanzi di tensione, con una forte componente psicologica: 528, April Rose: La memoria delle rose e il recente "Tra le spighe di amarena", recensito anche qui sul blog. Su Amazon una carrellata dei romanzi di Clara, con possibilità di acquisto sia in formato cartaceo che digitale. 

Ciao Clara, parlaci un po’ di te, quali sono le tue passioni, i tuoi interessi e, nello specifico, com’è stato il tuo approccio alla scrittura?

Il mio rapporto con la scrittura è nato molto presto. Alle medie ho cominciato a scrivere racconti spiritosi e d’avventura prendendo di mira i miei compagni di classe. Trovavo nella scrittura un modo divertente per esprimermi. Di me posso dirti che sono una persona molto estroversa e che ho un lato comico; le mie passioni sono la subacquea e i viaggi, e sono molto curiosa. Non mi lascio convincere dalle apparenze, e devo sempre immergermi nelle questioni e approfondire.

Quali sono le tue letture preferite? Che generi preferisci leggere? Se tu dovessi scegliere il romanzo della tua vita, qual è?

Ho sempre letto tantissimo, fin da piccola mi sono appassionata ai romanzi d’avventura e i classici per ragazzi. Sono passata dalla letteratura americana a quella sudamericana, passando per gli horror di S. King ai saggi di psicologia. Sono una lettrice “complicata” e molto critica: non leggo i best seller ma vado alla ricerca di romanzi e letture di nicchia, filosofiche e dai contenuti raffinati. Ultimamente mi sono data alla filosofia, alla lettura di Borges e Mutis. I romanzi della mia vita sono due, perché sono fonte di ispirazione continua: Il giovane Holden e Cent’anni di Solitudine.

Passiamo ai tuoi lavori. La prima domanda è un po’ scontata, e immagino te l’abbiano già fatta in molti: come mai hai scelto la strada dell’autopubblicazione? Quali vantaggi offre a un autore emergente? Come promuovi i tuoi libri? 

L’autopubblicazione è stata una scelta “obbligata” se vogliamo. Non ho ancora trovato una CE che si sia interessata a ciò che scrivo, ma alla fine si è rivelata una modalità che mi gratifica. Ovviamente non farò mai grandi numeri, ma mi ha permesso di farmi conoscere e (quello che conta!) apprezzare da chi ha avuto il “coraggio” di leggermi. La promozione è supportata da un mio blog (Liberemozioni) e dalla mia page pubblica su FB, oltre all’incoraggiamento e la condivisione di molti amici.

Nei tuoi romanzi la componente “mistery” è molto forte. C’è sempre un mistero (anche più d’uno) da svelare, segreti che si dipanano nel tempo, indagini (anche dentro i personaggi) e intrighi. A cosa è dovuta questa scelta? Pura necessità di creazione della tensione narrativa o anche il tentativo di indagare alcuni aspetti, alcuni misteri della vita di ognuno? 

La “colpa” se vogliamo chiamarla così, è di mia nonna paterna. Era un’appassionata di misteri e ne parlava con me. Era una lettrice appassionata e divorava i gialli tascabili, e guardava sempre Chi l’ha Visto?. Questa sua curiosità me l’ha trasmessa, e l’ho condivisa. Mi piace inventare storie che tornano indietro nel tempo, che scavano la psicologia e il carattere dei personaggi. Cerco di non essere banale, spero di svegliare nel lettore la curiosità, renderlo partecipe della storia. Cerco di fare in modo che il lettore si senta a sua volta coinvolto emotivamente, che non rimanga una storia fredda su un foglio ma che lasci una riflessione, un dubbio, e anche una possibile soluzione alternativa al gusto del lettore. Cerco sempre di fare del lettore un personaggio attivo e non passivo. Con il tempo ho affinato la tecnica della “tensione narrativa”. Mi diverto proprio a giocare con le situazioni!

Com’è nato il tuo ultimo romanzo “Tra le spighe d’amarena”? Qual è stata la molla che ti ha fatto scattare l’idea alla base della storia? Quale messaggio volevi lanciare con questo libro?

Com’è nato, non lo so. Solitamente immagino una scena, me la ripeto mentalmente prima del sonno, come se fosse uno stralcio di un film. Immagino con dovizia di particolari i dialoghi, mi creo solo un presupposto, un incipit senza un obiettivo. Poi lo scrivo, e mentre lo faccio, la mente inizia ad andare per conto suo, creando nuove scene ed intrecci. Prendo appunti, mi faccio degli schemi di date, nomi, luoghi. E la storia prende vita, così da sola. In “Tra le spighe d’amarena” ho compreso che il protagonista non poteva solo “cercare” Leon scomparso, ma che dovesse pensare alla sua vita passata, e così ho cominciato ad inserire le “anime”, capaci di farlo riflettere e ricordare e di conseguenza i vari personaggi del passato, la zia, la nonna, il prete etc. Una storia nella storia. Non fatta a flashback come in 528, o fatta per pensieri assillanti come in April Rose, ma il succo è questo. Il messaggio di “Tra le spighe d’amarena” è questo: se potessimo avere una seconda scelta, rifaremmo le stesse cose? Ciò che mi ha piacevolmente sorpreso (e che volevo suscitare!) è che i lettori hanno visto il finale in modo diverso: chi dice che è stato un finale amaro, chi spettacolare, chi è rimasto spiazzato, chi ha capito cosa volessi dire. È questo che mi appaga: sapere che in fondo sono riuscita a stimolare il lettore che non si è bevuta la storia senza pensarla diversamente da me.

Ho notato un dualismo di fondo in “Tra le spighe d’amarena”: è infatti la storia di un’indagine, ma al tempo stesso è un viaggio. Attraverso l’Italia, ma anche attraverso la vita. Dentro la vita dell’indagato ma anche dentro quella di colui che indaga. Pensi che i libri possano aiutarci (noi, come persone) anche in questo? A conoscerci meglio? 

Come ho anticipato nelle risposte precedenti, cerco di scrivere non solo per me ma soprattutto per i lettori. Solitamente ci sentiamo legati a quei romanzi che ci toccano da vicino, dove ritroviamo un po’ di noi, dove sentiamo scattare quella molla che dice “accidenti, io non avrei agito così/ottima cosa, la penso allo stesso modo”. Nel mio romanzo ci sono pensieri che toccano chi legge: qualcuno mi ha fatto notare quanto siano belli i messaggi di Sergio, il bagnino, o il carattere esplosivo della signora Liberati… Se un romanzo non lascia un segno non ha alcun senso, meglio allora fare altro!

Infine l’ambientazione. Ho notato che prediligi ambientazioni nostrane (anch’io nei miei lavori, quindi lo apprezzo molto!). Come mai? Gusto? Necessità della trama? Tentativo di valorizzare il territorio? 

Negli emergenti ho notato la scelta di usare nomi stranieri e ambientazioni lontane da noi, come se fosse più “figo”. In realtà bisogna parlare di ciò che si conosce, e se non è così è necessario documentarsi con attenzione per non cadere nella banalità. Inoltre trovo interessante che venga valorizzata la Versilia e le zone limitrofe: sono paesaggi che merita descrivere non solo dal punto di vista naturalistico, ma anche culturale. Perché un fantasma deve per forza essere inglese, e un serial killer americano? 

Concludiamo con qualche domanda generale, qual è il tuo approccio agli ebook? Preferisci il libro cartaceo o leggi entrambi senza problemi?
 

I miei romanzi sono pubblicati in entrambe le versioni e, dai resoconti, noto che l’ebook va per la maggiore, sicuramente per un discorso di prezzo. Per un emergente come me è più facile trovare lettori digitali. Personalmente leggo entrambi i formati, anche se il cartaceo lo preferisco per il semplice fatto che mi piace sottolineare le frasi che mi colpiscono, per poterle rileggere con calma.

Progetti per il futuro? A cosa stai lavorando? Puoi anticiparci qualcosa? 

Sono una scrittrice “invernale”. Amo scrivere dopo cena, in inverno, al PC e con le cuffie dove ascolto dalla musica classica all’Heavy Metal. L’estate va bene per raccogliere (spero!) i frutti del duro lavoro notturno. Ho in mente una storia, ambientata fra Viareggio, l’est europeo e forse il Canada. La bozza mentale è già cambiata sei volte, devo scegliere da quale cominciare! 

Grazie per essere stata ospite del blog “i mondi fantastici”. 
Ringrazio te, Alessio, per questa opportunità! :) 


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